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Autore: Manu_00    27/01/2019    6 recensioni
Il mondo è un luogo molto grande, e in un luogo molto grande sono presenti tanti, tantissimi individui, alcuni comuni, alcuni singolari, e alcuni estremamente particolari.
E poi ci sono io, che non saprei dire con certezza in quale di queste categorie inserirmi.
Se me lo avessero chiesto all'inizio di questa storia, avrei risposto senza esitare di appartenere alla prima, ma il tempo ti cambia, e anche se adesso dubito di potermi definire una persona particolare, di certo, quel che è successo, la mia storia, di “particolare” ne ha da vendere, o almeno così mi piace pensare.
Forse la risposta è che sono una persona comune a cui sono successe cose particolari, ma lascerò a voi che leggete il compito di giudicare, io, d'altro canto, mi limiterò a raccontare.
[Storia presente anche su Wattpad: https://www.wattpad.com/590152446-jiid-story-of-a-thief-prologo]
Genere: Avventura, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo XIX

 

<< Boss... >>
<< Accetta la sconfitta Jack, la prossima volta pondera meglio le tue scommesse >>
Jack bestemmiò fra i denti prima di mollare sdegnosamente un'ampia manciata di lien sulla mano di Drake.
<< Giustamente, doveva tirare fuori i coglioni proprio quando scommettevo sulla sua morte! >> sputò a terra e si diresse verso una panca poco più indietro, panca che Kojo aveva appena abbandonato, e fu un sollievo per Jack, perché l'ultima cosa che avrebbe voluto in quel momento era condividere la panca con quell'essere immondo e il suo animaletto.
Per non parlare del suo odoraccio.
Il caposquadra rimase ad osservare la scena, non si sa da dove, ma il resto della squadra di Ion, accompagnata dal solito gruppetto di amici era comparsa in strada ed era accorsa attorno al ragazzo ed al piccolo fauno.
<< Pare abbia fatto passi da gigante >> osservò, nelle sue parole non c'era ammirazione né stizza, il suo tono neutro rendeva indecifrabile il suo pensiero a riguardo, almeno alle orecchie di Ivan e Jack, Kojo invece o lo stava intuendo o non stava prestando attenzione.
Rimase in silenzio, lasciando in sospeso quella constatazione, dopo mezzo minuto Ivan si fece coraggio e chiese.
<< Questo... sarà un problema? >> Drake girò il viso verso di lui, le mani giunte dietro la schiena come un anziano, e l'espressione neutra di chi non lasciava trasparire le proprie intenzioni.
<< Solo se lo sottovaluterete ancora, ma non credo si possa ancora definire in pari con il resto degli studenti... anche se per poco >>
Ivan odiava queste sue mezze risposte, e Drake lo sapeva, ma era da quando si conoscevano che li teneva costantemente sulle spine, rivelando solo il necessario, nulla di più, nulla di meno.
<< Almeno dicci se dovremo cambiare i piani! >> insisté Jack.
Il caposquadra soffermò lo sguardo sul piromane della squadra, alzò lo sguardo verso l'alto, come se potesse emettere un sospiro senza muovere le labbra.
<< I piani cambiano sempre Jack, si adattano alla situazione e noi ci adattiamo al piano >> né Ivan né Jack, e se si fosse degnato di ascoltare, neanche Kojo, avrebbero capito se li stava prendendo in giro o se non volesse in nessun modo condividere informazioni con loro.
<< Odio quando ti atteggi da filosofo e te ne esci con queste frasi. >>
I due si stavano quasi per dare per vinti, poi, come se Drake avesse avuto un impeto di compassione verso le loro povere menti, decise di esprimersi con franchezza.
<< Se temete che dovrete faticare, beh temo che la risposta sia affermativa >> fece una seconda pausa, piantando gli occhi al cielo << Ma credo che potrebbe non dispiacervi, anzi, sarebbe la perfetta occasione per mettervi alla prova, e sopratutto per mettere lui alla prova... >>
Inizialmente non capirono dove volesse arrivare quel maledetto quattrocchi, poi, seguendo la traiettoria del suo sguardo, si trovarono a fissare l'immensa sagoma del Colosseo Amity torreggiare sulle loro teste.
<< Boss... cos'hai in mente? E per quale motivo vorresti- >> la domanda gli morì sulle labbra quando il suo capo alzò la mano sopra la spalla per intimargli di stare zitto.
“Le cose si stanno facendo interessanti”, pensò fra se e se, e niente gli avrebbe impedito di perdersi il divertimento.
Un ghigno crudele increspò le sue labbra.
E un nuovo sanguinoso progetto prese forma nella sua mente.


Per quanto i miei ricordi di cosa successo dopo l'essere uscito dallo stomaco del grimm siano alquanto confusi, posso iniziare questo capitolo affermando il seguente fatto: non svenni.
E questa semplice presa di coscienza fu sufficiente per farmi capire (quando ripresi a pensare lucidamente) di non essere più il ladruncolo indifeso che era entrato a Beacon mesi prima.
Non che fossi diventato chissà quale potenza della natura, ma questo era un indubbio passo in avanti.
Dopo qualche secondo di trance e di assoluta indifferenza alle domande di Nick sulle piattole (che più avanti rivolgerà a Brienne, provocando non pochi problemi al sottoscritto quando capirà da chi ha appreso questo termine...), venni destato dallo scalpitare di decine di piedi sul selciato.
Brienne!
Si presentarono tutti i miei conoscenti... no, i miei amici, all'unisono, Giada a dir poco sollevata, Orion che lottava per non vomitare l'intestino a causa della puzza di budella e materia non definita che avvolgeva il sottoscritto, le gemelle che in quel momento parevano coordinate anche nel camminare, Deryck e la sua vitalità degna di un muro in cemento (scusa amico) e tutti gli altri, ma i miei occhi erano fissi su di lei.
E si fissarono ancora di più su di lei quando strinse me e Nick nel suo abbraccio.
Mi sorprese vederla così espansiva all'improvviso, ma ad urlare, e non di sorpresa, furono le mie ossa quando le sue braccia iniziarono a stritolarmi contro il suo corpo duro come il marmo.
Malgrado usasse prevalentemente un'arma da fuoco aveva una forza incredibile in quelle braccia! E la durezza del suo ventre mi fece presagire la presenza di addominali abbastanza marcati.
Improvvisamente mi sorpresi a fare queste considerazioni sul suo corpo, specie sui seni che in quel preciso momento sentivo premere contro di me, e mi chiesi se il guardare la morte da così vicino non avesse improvvisamente acceso la mia libido.
Rigettai quel pensiero, probabilmente, forte di questo improvviso contatto fisico, avevo iniziato a guardarla come un qualsiasi adolescente guarda una qualsiasi ragazza dotata di un minimo di avvenenza.
Anche se, e dovevo ammetterlo, sotto i vestiti poco rivelatori e il carattere poco espansivo, non si poteva negare che fosse dotata di un certo fascino, e visto cosa avevo appena passato nello stomaco di quel grimm decisi che potevo concedermi quel piccolo lusso, d'altronde, cosa sarebbe potuto succedere?
Non ricordo precisamente cosa ci disse, a parte la valanga di grazie e domande circa la mia salute e quella di Nick.
Né mi ricordo cosa dissero gli altri, ma su una cosa sono certo: Deryck e Amber non fiatarono, e quella è una certezza.


Le gambe erano malferme, e mi sentivo come se l'essere stato dentro quel grimm mi avesse svuotato di ogni energia, come al suo interno fosse albergato un buco nero che si nutriva della mia aura fino a prosciugarla.
E per quanto mi sforzassi, quella sensazione di sfinimento non mi abbandonò per tutto il giorno, passai il resto della giornata da sdraiato, non ero ferito né paralizzato, eppure mi sentivo incredibilmente debole.
Fui grato ad Ozpin per non avermi convocato nell'ufficio per chiedere chiarimenti, perché non avrei avuto la forza di dargli una risposta che non fosse un insulto all'indirizzo suo o dei suoi avi.
Ilian e Julia mi portarono a Beacon tenendomi le braccia sulle spalle, mentre mi spiegavano in silenzio la crisi che aveva colpito Vale quel giorno.
Crisi di cui avrete già letto, quindi non mi sprecherò a ripeterlo.
Mi limitai ad annuire senza rispondere, mi sentivo troppo spossato per farlo, ora, non so se uno scienziato ha mai condotto uno studio sull'argomento, anche perché dubito che in molti siano finiti dentro al corpo di un grimm e ne siano usciti vivi per raccontarlo, e trovo assai più improbabile che qualcuno desideri finirci dentro per verificare come sia di persona, ma credo che quella mia assenza di energie fosse dovuta proprio a qualcosa all'interno del suo corpo, qualcosa che divora le energie delle vittime fino a farle accettare la morte senza combattere...
Non so se ero impazzito o meno lì dentro, ma ringraziai inconsciamente il mio istinto per avermi spinto a tagliare la carne di quel mostro come se non ci fosse un domani, o io e Nick a quell'ora saremmo già diventati della materia fecale.
Anzi, neanche quello, visto che nessuno ha mai visto prima d'ora le feci di un grimm.
Ma terminando questa digressione sui grimm e la loro assurda biologia, passiamo alla parte in cui riesco a raggiungere la mia stanza (per le mie condizioni l'infermeria era superflua, anche se non mancai di presentarmi la mattina dopo per assicurarmi che qualche parassita sconosciuto non mi fosse entrato nella carne) senza cadere o perdere conoscenza.
Ammetto che avrei preferito fosse stata Brienne ad accompagnarmi, e magari prolungare così il contatto di prima, ma lei doveva occuparsi di riportare Nick a casa, se io avevo a malapena le forze per camminare, il bambino si era addirittura addormentato, rendendo necessario il suo trasporto.
Arrivati a destinazione, la mia squadra dovette andare a fare rapporto dalla Goodwitch, assieme a tutti i cacciatori che si erano ritrovati a combattere contro i grimm, ad eccezione del sottoscritto che non aveva la forza di muoversi.
<< Sicuro di voler restare solo? Qualcuno può restare qui con te >> propose la mia caposquadra prima di uscire.
<< Ti ringrazio, ma credo che mi addormenterò da un momento all'altro... andate pure >> affondai la nuca nel cuscino e chiuse gli occhi, ma non riuscii a prendere sonno, come se il fastidio invisibile che mi privava delle energie riuscisse anche a tenermi sveglio, e impedirmi di recuperare le forze.
La prossima volta che vedo un bambino cadere all'interno di un grimm, mi limiterò a chiamare aiuto
Passai in quarto d'ora fra i miei pensieri, prima che il malessere iniziasse ad attenuarsi e potessi concedermi un po', se non di sonno, quantomeno di riposo.
Quel momento di relax ebbe però vita breve, ma fu sufficiente per farmi recuperare un minimo di forze, ora più che la stanchezza, era la noia il problema da affrontare.
Ma almeno in questo la sorte mi fu benevola, e quell'angoscioso susseguirsi di pensieri frustrati ebbe termine quando sentii un deciso bussare alla mia porta.
<< Posso entrare? >>
Brienne.
Era Brienne.
<< Certo... >>
Cercò di aprire ma la porta era chiusa, quindi dovetti fare appello a tutte le mie forze, alzarmi, e permetterle di entrare.
<< Grazie... >>
Il fauno si addentrò lentamente nella stanza, sembrava quasi una replica della sua visita in infermeria, ma sta volta eravamo soltanto noi due.
Soltanto noi due.
E perché la cosa mi suonava stranamente eccitante?
Mi ritrovai a darmi dello sciocco da solo, non era il momento per gli ormoni.
Specie con chi mi avrebbe potuto spezzare in due come un tenero grissino, o come il tonno di Atlas che è così tenero che si taglia con un grissino!
Bene, dopo questa piccola pubblicità se non altro riceverò qualche spicciolo... non giudicatemi, non posso campare di sola scrittura.
In ogni caso, dopo essere entrata ci sedemmo assieme sul letto, intuii che avrebbe preferito restare in piedi, ma non se la sentiva di farlo quando io non ero in grado di stare sui miei piedi a mia volta.
Ci fu un minuto di silenzio, come se faticasse a trovare le parole, ed il lungo colletto che le copriva il viso mi rendeva impossibile leggere la sua espressione, anche se a conti fatti non era poi così difficile da intuire.
<< Ti sembrerò ripetitiva, ma volevo dirti di nuovo grazie... per quello che hai fatto >>
Ascoltai in silenzio, capii che voleva continuare.
<< E dirti che... non smetti mai di sorprendermi, mi avevi stupita quando hai avuto il coraggio di affrontare Jack, anche se in fin dei conti ti stavi semplicemente comportando come dovrebbe fare qualsiasi studente di questa scuola... >>
Non mi offesi, non potevo di certo negar che la mia condotta come studente di una scuola di combattimento non fosse propriamente delle migliori.
<< Ma quello che hai fatto oggi... entrare dentro un grimm per salvare una persona, penso che nessun altro in questa scuola avrebbe avuto il coraggio di farlo, e mi dispiace per aver pensato che fossi un codardo... >>
Si strinse le mani, lasciando la frase a metà.
Di certo il suo non era un discorso preparato.
<< Non sbagliavi se era per questo, credo di aver urlato almeno il doppio di Nick >> risi, ma era una risata amara, nel vano tentativo di tirarla su, non saprei dire se funzionò.
<< Lo fai sempre? >> << Salvare bambini dai grimm? No, e spero non ci sia una seconda volta >>
Sta volta fu lei a ridere << Sottovalutarti >>
Strinsi le spalle << Preferisco dire che sono molto umile, anche se mi pare di capire di non essere stato l'unico in questi giorni >>
Lei annuì.
<< Non posso negarlo, ma mi sono promessa che non lo farò più, specie dopo oggi! >> la forza nelle sue parole mi scosse, ebbe l'effetto rinvigorente di un tamburo da guerra.
<< Si ma adesso mi sopravvaluti... >> scosse la testa.
<< Dopo che ti ho visto uscire da quel grimm, mi sono rassegnata che tu sei una fonte infinita di sorprese, e per fortuna in positivo >> alzai un sopracciglio << Non ci metterei la mano sul fuoco >>
Si volse verso di me, anche se non potevo vederle le labbra girai che stesse sorridendo.
<< Credimi, non sono l'unica a pensarla, mi sono congedata un attimo fa dalla Goodwitch e credo ti abbia un po' rivalutato >>
Questa era una notizia sorprendente.
Quasi mi pentii per tutti gli insulti che le avevo rivolto (anche se solo a mente) da quando ero diventato uno studente di Beacon.
<< Ora sono io ad essere sorpreso! Per quanto sei passata qui? >>
Scosse la testa.
<< Ed anche per rinnovare i miei ringraziamenti... ed altro >>
<< Altro? >>
Confermò con un cenno.
<< Posso... parlartene? >>
Ero incuriosito, ovviamente annuii e la pregai di spiegarmi.
<< Ecco.. avevo notato il modo in cui Nick ti trattava, e non gli stavi affatto simpatico >>
<< Ma non mi dire >> mi fulminò con lo sguardo e decisi di non interromperla una seconda volta.
<< Per questo mi sono sorpresa quando lo hai salvato in quel modo... certo, non che mi aspettassi che lo lasciassi morire solo perché era stato un po' sgarbato! >> si affrettò a precisare, quasi a mo' di scuse.
<< Però... mi ha sorpreso, e te ne sono molto grata, Nick non è soltanto una specie di piccolo ammiratore che mi segue ovunque... penso di essere arrivata a considerarlo veramente come un fratello, anche perché non ne ho mai avuto uno.. >>
Sospirò, e capii che adesso sarebbe arrivata al punto.
<< Ho saputo dagli altri che... tu saresti orfano, non è vero? >>
Annuii << Si, ma è molto meno terribile di come lo dipingono, sporcizia a parte >>
La battuta non la fece ridere << Il punto, è che anch'io vengo da una situazione non delle migliori, vedi... i miei genitori erano affiliati alla White Fang >>
Ok, questa è la parte in cui potete fingere di sentire le note del piano durante i colpi di scena.
<< … Continua >> che mi volesse dire che fossimo più simili di quanto pensassimo?
<< Era degli attivisti dell'organizzazione, sebbene non mi avessero mai coinvolta nelle manifestazioni, ero troppo piccola e volevano tenermi al sicuro da... tutta quella violenza, poi però l'organizzazione è cambiata e a quel punto qualcosa iniziò a incrinarsi... >>
Il suo sguardo si fissò sul pavimento, ma in realtà credo che volesse solo osservare il vuoto.
Aspettai in silenzio, fino a quando non volle continuare.
<< Così finirono per allontanarsi, io e mia madre ci trasferimmo qui... e papà rimase con loro, non l'ho più rivisto da allora >> sospirò << Per questo so che... voglio dire, almeno avevo mamma, ma tu... mi dispiace >>
Scossi la testa << Non devi Brienne, non è necessario... si non ho avuto dei genitori, ma per lo stesso motivo non ho mai accusato questa perdita, non credo di aver neanche mai saputo se in fondo ne volessi o no una, intendo oltre alla prospettiva di un letto caldo e tre pasti quotidiani assicurati >>
Ammetto che in quel momento mi sentivo una piccola canaglia, avevo sempre dato per scontato che tutte le persone presenti in questa scuola (eccetto i quattro psicopatici alle mie calcagna e quel mostro di Deryck) fossero tutte persone provenienti da situazioni ben diverse da quella che ho vissuto io, e invece... anche Brienne aveva una storia simile, e pure Amber era stata adottata dalla famiglia di Giada, e Deryck, e Ilian... capii che la mia concezione che fossero tutti aspiranti eroi in calzamaglia attillata non era particolarmente azzeccata.
Ma proprio per niente.
Oum!
Io che facevo e faccio tutt'ora della mia capacità di osservazione il mio vanto e il mio orgoglio, ero stato così stupido e cieco!
Eppure non era una cosa abbastanza elementare, Oum quanto ero stupido!
E il modo in cui le avevo risposto? Beh non era proprio il più adatto, lo capii e cercai di rimediare.
<< Volevo dire! … Tutto questo è una sorpresa per me, sai? >>
Inarcò un sopracciglio << Sorpresa? >>
<< Si... ti sembrerà stupido, ma ho sempre pensato a voi come degli eroi predestinati, non so come spiegarmi meglio ma, non mi aspettavo che il tuo passato fosse così... incasinato, voglio dire, affiliazione alla White Fang, tragedia familiare... improvvisamente mi sembra che siamo molto più simili di quanto pensassi >>
Lei scosse la testa << Ion, è molto gentile da parte tua, ma io e te siamo come il giorno e la notte >>
<< Si, non posso negarlo, non so cosa darei per avere la tua forza nelle braccia, davvero, sei più forte di qualsiasi uomo abbia mai incontrato >>
Scattò in piedi, e mi sembrò di vederla arrossire.
<< Prego?! >>
Voleva essere severa, ma quel suo viso paonazzo uccideva qualsiasi possibilità di farmi sentire intimorito, era così imbarazzata che sembrava voler nascondere la testa sotto l'ampio colletto.
Risi, e questo non le piacque.
<< Sei un cretino Ion! Un cretino! >>
Cercai di smettere, ma era più forte di me, quella ragazza dalle adorabili orecchie patuffolose stava esponendo un lato di se che non avrei mai pensato di vedere, come se il ghiaccio che la rivestiva si fosse improvvisamente sciolto.
<< È rabbia quella che sento? Oggi non smetti proprio di sorprendermi! Ahi! >>
Sentii le sue dita cingersi attorno al mio orecchio << A-ahi ahi! Ok calmati, scusa! >> << Cretino! >>
Ma malgrado i suoi improperi e le minacce di staccarmi l'orecchio, non potei fare a meno di ridere per i prossimi dieci minuti, e quando uscì dalla stanza, avevo la certezza che si fosse divertita anche lei.


<< … Caesar?! >>
Pregai con tutto il cuore che fosse un sogno, ma le mie speranza erano destinate ad infrangersi come una cristalleria con un elefante all'interno.
Quella mattina, libero dagli effetti negativi patiti all'interno del grimm, Port ci comunicò che quel giorno dopo le lezioni ci saremmo dovuti recare all'hangar della scuola per incontrare il cacciatore che ci avrebbe portato con se in una missione vera e propria.
Come potete immaginare, non ero molto entusiasta della cosa, ma sapevo da giorni che prima o poi mi sarebbe toccato, e decisi di accettare con dignità le crudeli onde del fato.
Eccetto per una breve parentesi dove mi beccai un lungo rimprovero da Julia in seguito al mio tentativo di simulare una febbre appoggiando il termometro al termosifone.
Cosa? Pensavate che l'aver scuoiato quel grimm mi avesse reso improvvisamente intrepido? Giammai! Anzi, ero ancor meno propenso ad incontrarli di nuovo.
Ma una volta scoperto feci buon viso a cattivo gioco e, concluso il cazziatone, mi avviai con l'anima in pace verso l'hangar delle aereonavi.
Ma nulla mi avrebbe potuto preparare a quello che vi avrei trovato.
<< Lo conosci? >> mi interrogò Julia.
<< Diciamo di si >>
<< Oh non essere timido Ion, puoi dire ai tuoi compagni che ci alleniamo ogni pomeriggio >>
<< Ah! Quindi è questo il famoso istruttore di cui ci parlavi? >> Julia inclinò la testa facendo ondeggiare la chioma di un biondo chiarissimo, mentre sondava con lo sguardo colui che ci avrebbe guidato nella nostra prima missione ufficiale.
Anche Ilian seguì la giovane Vindr nella sua analisi, Caesar non fece una piega e si lasciò osservare per un lungo minuto, studiando a sua volta il team con i suoi occhi bicromatici.
Deryck dal canto suo, sembrava solo in attesa di scatenare la sua alabarda contro il primo essere che gli si fosse parato davanti, fosse un grimm o una persona.
E in entrambi i casi non avrebbe esitato a decapitare, schiacciare e tagliare un corpo a metà.
Terminata l'analisi, Caesar portò le braccia dietro la schiena e si girò su se stesso, in direzione dell'aereonave che ci avrebbe condotti alla nostra destinazione, un villaggio nella zona settentrionale del regno.
<< Spero abbiate portato con voi tutto l'essenziale, di solito non amo tirare una missione per le lunghe, ma vi avverto, potremmo stare fuori per qualche giorno, se non per intere settimane >>
Pregai a mente che si stesse sbagliando, prima tornavo dietro le salde mura dell'accademia meglio era per me.
<< Allora: ripensamenti? Temete di non essere pronti? >>
Cercai di alzare la mano, ma Ilian la tirò giù in malomodo.
<< Perfetto! Tutti a bordo! >>
<< Si! Forza ragazzi, è ora di mostrare a tutti di che pasta è fatto il team JIID! >>
Come posseduta dall'entusiasmo, la nostra leader si gettò nell'aereo, seguita da noi altri.
Mi accomodai all'interno del veicolo, fra le urla entusiaste di Julia ed le chiacchiere di Ilian.
Entrambi morivano dalla voglia di mettersi alla prova... beh, almeno qualcuno si sarebbe divertito.
L'aereonave prese il decollo, e a me non rimase altro da fare che appoggiare la testa al finestrino ed osservare l'imponente sagoma dell'accademia farsi sempre più minuscola e indistinta, conscio del fatto, che mi sarei dovuto ritenere molto fortunato se ci fossi tornato sulle mie gambe.
Riflettei sull'ironia di quel momento, avevo da sempre sperato di uscire da Beacon il prima possibile, e adesso il pensiero di lasciarla mi stava terrorizzando.
Poteva andare meglio?

   
 
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