Libri > Storia di una ladra di libri
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Autore: ester_potter    30/01/2019    0 recensioni
Saaalve, questa è la mia seconda fanfiction. Praticamente riscrivo il film TUTTO dal punto di vista di Liesel, quindi sarà più introspettivo. Sono attaccatissima sia al libro che al film, per cui vi posso assicurare che rimarrò fedele il più possibile e cercherò di non sfociare mai nell'OOC con i personaggi. Buona lettura :)
[Estratto dal capitolo 37:
È iniziato tutto con la morte di mio fratello: lì, per la prima volta, mi sono ritrovata a rubare un libro. È capitato altre volte, in contesti diversi, ma c’era sempre una costante.
Sentivo l’instabilità della vita. Ogni volta che mi capitava di rubare un libro, sentivo tutto talmente fragile e instabile, da aver bisogno di qualcosa che rimanesse per sempre con me (...)
Un libro sarebbe rimasto sempre mio. Nessuno me l’avrebbe mai portato via. Gli scrittori sono immortali perché sono immortali le loro opere. Ancora oggi ci ricordiamo di persone come Shakespeare, Victor Hugo, Lev Tolstoj, Mark Twain, e sono sicura che fra cent’anni il mondo di ricorderà ancora di loro. Perfino il Mein Kampf resterà sugli scaffali delle librerie. Forse è questo, il motivo che mi ha sempre spinta a rubare libri.]
Genere: Drammatico, Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Liesel Meminger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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XXV
 
Dicembre 1941.
Sono qui da quasi quattro anni e non avrei mai pensato di poter essere così felice. Invece eccomi qui.
Da pochi giorni è arrivata la prima neve a Molching, e la scuola riprenderà solo tra un paio di settimane. Finalmente ci aspettano le vacanze!
Io e Rudy non vedevamo l’ora. Anche se mi rendo conto che quest’anno, per lui e la sua famiglia, sarà un Natale diverso dal solito. Da quello che mi ha detto Rudy, suo padre non è stato congedato per le feste, e non tornerà prima di qualche mese.
Mi dispiace molto per loro.
A casa mia, invece, l’aria che si respira è la più natalizia che ci sia mai stata da quando sono qui. Papà passa le serate a suonare la fisarmonica seduto sulle scale fuori di casa, bevendo liquore, mentre la mamma passa le serate a rimproverarlo di fare troppo baccano e di rientrare subito per non prendersi un malanno. Lui le dice di chiudere la bocca e lei, di rimando, continua a borbottare.
Tutto normale, insomma.
Max, invece, si è ormai abituato alla nuova ‘sistemazione’, se così si può definire, e si sente già molto meglio fisicamente. Cammina spesso in giro, e quando può legge i giornali che papà gli passa.
“Almeno non resterà del tutto fuori dal mondo” mi ha detto una volta.
Oggi, però, sono io a portare il giornale a Max, facendo le scale di corsa come sempre. Buone notizie.
“Ti ho portato una cosa!” gli annuncio, sorridendo, e allungando la mano facendogli vedere il giornale.
Lui lo guarda per un secondo senza capire, poi lo afferra subito, contagiato dalla mia euforia. “È di oggi?”
“Un regalo di Franz Deutscher” gli spiego, sedendomi davanti a lui. “Quel ragazzo non sa quant’è generoso!”
Eh già, non lo sa davvero, dico fra me e me. Mi viene da ridere.
Max legge il titolo della prima pagina. “Hitler pronto a prendere Mosca
Mi aspetto di vederlo aprirsi in un sorriso, ma non succede. Al contrario, mentre volta la pagina e legge le prime righe, la sua espressione passa dal curioso all’incredulo, come se non riuscisse a credere ai suoi occhi.
“Il mondo è impazzito….” commenta, scuotendo la testa.
Non capisco.
“Ma… non stiamo vincendo la guerra?” chiedo, confusa.
Lui mi fa di sì con la testa senza guardarmi e, anche se tiene gli occhi fissi sul giornale, vedo che stanno diventando lucidi.
Finché a un certo punto realizzo: se perdiamo, Max potrà tornarsene a casa da sua madre. Se dovessimo vincere… c’è la possibilità che lui debba nascondersi per tutta la sua vita. E per quanto sarei contenta se rimanesse per sempre qui con noi, so che per lui non sarebbe giusto.
Io non sarei felice di passare il resto dei miei giorni in una cantina.
Una vittoria per noi equivarrebbe a una condanna per Max.
“Max…” Provo a dire qualcosa, ma non ce la faccio. Cosa dovrei dirgli? Come potrei mai consolarlo?
Lui finalmente alza gli occhi su di me e sì, avevo ragione, sono proprio lucidi. Con orrore inizio a pensare che stia per scoppiare a piangere, e invece lui sorride. Non un sorriso felice, ma perlomeno sincero.
E soprattutto, mi legge letteralmente lo sguardo, capendo tutto quello che voglio dirgli, senza che io apra bocca. Il suo occhiolino me lo conferma. Meno male.
Si impegna anche a cambiare argomento: “Dov’è il mio bollettino meteorologico?”
Sorrido di sollievo. Sono sicura che questo gli piacerà.
Tiro fuori una palla di neve bella compatta che mi ero messa in borsa e la do a Max, che riesce a tenerla anche senza guanti, e guarda la neve come se fosse la cosa più preziosa che avesse mai tenuto fra le mani. Sono molto curiosa di sentire ciò che dirà.
Aspetto un bel po’, ma alla fine parla.
“Tu sei piena di sorprese!” È tutto quello che dice, guardandomi con affetto.
A un tratto mi viene in mente una cosa.
“Ho un’idea!” esclamo all’improvviso.
Corro di nuovo di sopra, senza dargli il tempo di replicare.



Angolo Autrice

Salve a tutti e bentornati/e!
Sembrava impossibile... Ma ce l'avevamo fatta! Devo dire che solo fino a un mese fa non ci avrei mai creduto, e invece è successo: ho aggiunto un capitolo.
Che di per sé sembra abbastanza una cavolata, ma considerando che non toccavo questa fic da ben quattro anni, per me è un gran traguardo. Ma siamo solo a metà film - e quindi a metà storia - perciò mettetevi comodi.

Non vedo l'ora di andare avanti. :)  Fra l'altro ho appena finito tutto gli esami che avevo in questa sessione (me ne manca solo uno), perciò sarò molto più libera.
Alla prossima cari/e  <3
A. Ester
   
 
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