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Autore: Evola Who    30/01/2019    3 recensioni
.. tranne il batterista Roger Taylor. Fin dall’inizio di quel discorso non aveva fatto altro che tenere la testa bassa con un'espressione corrucciata, senza dire niente – cosa molto insolita da parte sua - come se si sentisse offeso o arrabbiato per le loro parole.
Tutti e tre si volsero verso il batterista biondo, confusi dalle sue parole e cercando di capire a che cosa stesse alludendo.
“Ed è ‘'I’m in Love with My Car!”
A quelle parole risuonò un coro di lamentele e di sospiri pazienti.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Brian May, Freddie Mercury, John Deacon, Roger Taylor
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La vera storia di
“I’m In Love With My Car”
 
 
 
Monmouth, Galles, 1975

Il gruppo rock dei Queen si era chiuso nella sala di registrazione dei Rockfield Studios, in aperta campagna e lontano da ogni distrazione, impegnato nella registrazione dell'ultimo album, che sarebbe stato realizzato sfruttando il successo commerciale del precedente.

A detta di tutti i componenti del gruppo, quello non sarebbe stato un normale e qualsiasi album rock, bensì la più grande opera artistica che fosse mai stata creata. O, almeno, di questo era profondamente convinto il cantante Freddie Mercury.

A giudicare dal duro lavoro che era servito solo per registrare il brano Bohemian Rhapsody, con tutta la sua complessità artistica, sarebbe dovuto essere un successo totale, perché, altrimenti, avrebbero potuto mettere la parola fine alla loro carriera.

Era una tiepida mattina e i quattro musicisti stavano facendo colazione insieme, godendosi al contempo la prima sigaretta della giornata.

Ormai, l’album era quasi finito, dovevano solamente aggiungere i brani di completamento, rivisitare ancora una volta qualche arrangiamento che non li convinceva troppo e presentarsi agli uffici della EMI con l’album finito e pronto per essere pubblicato.

Essendo un momento di spiensieratezza, stavano discutendo riguardo il singolo di lancio del disco: erano tutti concordi sul fatto che Bohemian Rhapsody sarebbe stata un singolo perfetto, ma non erano ancora riusciti a decidere quale canzone sarebbe andata a riempire il lato B.

“Io propongo You’re My Best Friend” disse il bassista, John Deacon

“Perché?” chiese il chitarrista, Brian May, perplesso per quella scelta.

“Be'… è carina. È un pezzo orecchiabile ed ha un buon testo, no?”

“Lo dici solo perché l’hai scritta tu!”

“E anche se fosse? Quale sarebbe il problema?”

John e Brian si sfidarono con lo sguardo, per poi scoppiare a ridere vedendo le loro espressioni poco serie.

“No, è troppo leggera” sentenziò Freddie, in tono neutro.

“Non voglio accoppiare Bohemian Rhapsody ad una canzone qualsiasi sull'amicizia. Senza offesa, caro.”

“Nessun problema” rispose calmo il bassista, mentre con la forchetta giochicchiava con gli avanzi della colazione.
Brian fissò il cantante. “Quindi, no a You’re My Best Friend?” domandò, in cerca di una risposta definitiva.

“No a You’re My Best Friend” confermò Freddie, dato che, per decisione degli altri, gli spettava l’ultima parola riguardo questa scelta.

“Allora, che cosa ci mettiamo?” borbottò John.

“Be'… potremmo mettere una delle canzoni che ho scritto io” propose Brian. “Come Sweet Lady o l’adattamento acustico di God Save The Queen.”

“No" si rifiutò Freddie, "non metteremo l’inno inglese su lato B del singolo. È un brano strumentale ed inoltre non voglio che ci prendano per dei convinti patrioti. E poi, senza offesa, ma Sweet Lady non è tutto questo granché.”

Brian gli lanciò un'occhiata irritata e replicò, seccato: “Grazie tanto per le vostre oneste parole, vostra altezza” aspettandosi una risposta offensiva e piccata da parte del cantate.

Ma Freddie si esibì in un ghigno divertito e disse, con tono teatrale: “Oh, di nulla, mia adorata damigella da compagnia.

Il chitarrista lo fissò con aria irritata mentre Freddie lo guardò divertito, fino a quando il chitarrista si ritrovò a sorridere ed a scuotere il capo con divertimento, dicendo: “Sei proprio un coglione.”

“Lo so, tesoro” rispose il cantante, scoppiando in una breve risata che contagiò quasi tutti i membri della band, tranne il batterista Roger Taylor.

Fin dall’inizio di quel discorso non aveva fatto altro che tenere la testa bassa con un'espressione corrucciata, senza dire niente – cosa molto insolita da parte sua - come se si sentisse offeso o arrabbiato per le loro parole.

Non appena la risata si fu spenta pian piano, lui alzò la testa, dicendo con tono serio: “Credevo che avessimo già deciso quale canzone mettere sul lato B del singolo.”

Tutti e tre si volsero verso il batterista biondo, confusi dalle sue parole e cercando di capire a che cosa stesse alludendo.

“Ed è ‘'I’m in Love with My Car!” continuò lui.
 A quelle parole risuonò un coro di lamentele e di sospiri pazienti.

Roger si sentì profondamente offeso di fronte a quella scena, sbottando in tono irritato: “Be', che c’è?”

“Roger, ne abbiamo già discusso” disse Freddie, con tono paziente. “Non includeremo questa canzone nel singolo.”
“E perché no?”

“Be'… perché è…” cercò di rispondere Brian, tentando di trovare le parole giuste per riuscire a spiegarsi, ma fu interrotto dal cantante, che disse con un tono duro: “È una canzone ridicola e stupida, ecco perché!” Fissò il batterista con un'espressione neutra, prima di aggiungere: “E ringrazia che ti permetta di metterla nell’album!”

“Ah, sì?”

Roger si alzò in piedi di scatto, sbattendo i pugni sul tavolo così forte da far tremare le tazze.

“Chi sei tu, per decidere quello che si può mettere nel singolo o no?!” urlò, con lo sguardo carico di rabbia.
Freddie aveva i gomiti appoggiati sul tavolo e lo stava squadrando con gli occhi, mentre Brian e John osservavano tutta la scena un po’ indifferenti ma anche divertiti.

In fondo, erano abituati a quei litigi tra di loro, che il più delle volte scoppiavano per questioni inerenti le canzoni, per poi passare sul piano personale; alla fine, però, facevano sempre pace tra di loro, come se non fosse accaduto nulla.

Questa volta, tuttavia, sarebbe andata in una maniera un po’ differente dal solito, anche se ancora non potevano saperlo.

“Be', considerato che abbiamo tutti scelto con tacito accordo che Bohemian Rhapsody sarebbe stato il singolo principale, mi sembra giusto di dover essere io ad avere l’ultima parola su cosa mettere nel lato B!”

“Ah, davvero?! Allora sentiamo, vostra maestà, quale brano vorreste utilizzare?”

“Di certo, non quella stupidissima canzone!”

A quel punto si scambiarono sguardi in cagnesco, ma Roger era senza dubbio il più infuriato; nessuno dei due, poi, pareva intenzionato a cedere e, per questo, l’atmosfera si fece tesa.

John e Brian si scambiarono due rapide occhiate preoccupate, intuendo che sarebbero in qualche modo dovuti intervenire, anche se immaginavano che sarebbe stato inutile.

“Be', non è stupida come canzone. È solo un po’… strana" borbottò John.

Strana?!” ripeté Roger aggressivo, girandosi di scatto verso di lui.

“Sì, insomma..." gli venne in aiuto May, "c’è un verso che dice ‘With your hands on my grease gun’. Molto elegante.”

“È una metafora, Brian!”

“È solo un po’ curioso, Roger, ecco tutto. Esattamente, che cosa ci stai facendo, con quell'auto?” finì John, soffocando a stento una piccola risata insieme al chitarrista.

Roger li fissò ancora più infuriato di prima, ma sforzandosi di trattenere la rabbia.

“Il punto è…” disse il chitarrista con tono calmo, riflettendoci, “...che non è abbastanza forte.”

“Non è abbastanza forte?!” ribatté il batterista, con tono fermo. “Non è abbastanza forte?!

La sua pazienza svanì all'istante e, in un uno scatto d’ira, con il braccio rovesciò tutte le tazze ed i piatti semivuoti che erano sul tavolo, facendoli cadere a terra ed urlando: “Questo è abbastanza forte, per voi?!”

Brian e John furono un po’ spaventati per quell'inaspettato gesto di rabbia, guardandolo con gli occhi spalancati.

Freddie, invece, non parve essere né colpito né spaventato dal suo atteggiamento irruento.

Anzi, rimanendo calmo e nascondendo il suo dispetto dietro un'aria paziente, disse: “Senti, Roger,” si alzò dalla sedia, appoggiando le mani sul tavolo come se avesse avuto tutto perfettamente sotto controllo, “puoi dimostrarti grosso con tutte le sfuriate che vuoi, ma devi metterti bene in testa due cose, riguardo questo gruppo: la prima, è che il singolo è mio e decido io che cosa inserire o no nel lato B; la seconda, che in questa band c'è posto solo per una queen isterica, e guardacaso ne abbiamo già una.” E qui si profuse nel suo migliore ghigno di vittoria.

Roger lo fissò con furia omicida, finché non gli venne in mente una bella idea. Ricambiò il ghigno con aria beffarda, trasse un lungo sospiro per sforzarsi di mantenersi pacato e rispose: “Ah, la mettiamo così? Bene, allora… vediamo chi di noi due cede prima.”

Freddie inarcò un sopracciglio, stranito dalle sue parole. Roger, invece, si allontanò dal tavolo e andò verso il fondo alla cucina, dove si fermò di fronte ad una credenza sotto al lavandino; aperta la piccola anta, vi entrò stringendosi tutto, come se fosse la cosa più normale del mondo, e ci si chiuse dentro. Fece tutto senza dire più nulla, sotto agli sguardi perplessi dei suoi amici.

Calò un silenzio quasi surreale. Brian e John si girarono verso il cantante con aria confusa ed il bassista, dopo quell'attimo di confusione, riuscì a trovare abbastanza fiato per domandare: “Che… che cosa è successo?”

Freddie non ripose, ma si limitò ad alzare gli occhi al cielo; infine, si decise ad andare a sua volta verso la credenza, a cui diede due colpi con il piede, urlando: “Roger! Esci da lì! Ti stai rendendo ridicolo!”

“Uscirò da qui,” promise il batterista, “quando tu mi dirai che la mia canzone sarà nel singolo!”

“Non userò mai la tua dannata I'm in Love with My Car come retro della mia Bohemian Rhapsody!”

“Allora avrai un bel po' da aspettare, se vorrai vedermi uscire da qui, mio caro Farrokh.”

Freddie avvertì dentro di sé una fitta di rabbia che aumentava di momento in momento; odiava che qualcuno osasse chiamarlo con il suo vero nome, e naturalmente Roger lo sapeva benissimo.

Pur essendo pronto a fare pezzi qualcosa, riuscì a trattenersi ed a rispondere con tono neutro - anche se i tratti del suo viso avevano assunto un’aria infuriata:
“Okay! Pensi davvero di farmi incazzare comportandoti da reginetta isterica? Pensi che non provi una grande voglia di prenderti a calci in culo dopo averti sentito pronunciare quel nome? Be', la risposta è ovviamente sì! Sono incazzato nero ed ho una gran voglia di pestarti a sangue, di ucciderti e spiaccicarti con la tua stessa batteria!”

Roger non rispose, mentre Brian e John osservarono quella scena perplessi ma incuriositi, soprattutto per via del fatto che Freddie riuscisse a mantenere una calma quasi ieratica nonostante il tono duro delle sue parole.
“Ma se davvero pensi che io ceda alle tua stupida ‘protesta’ rimanendomene a mia volta chiuso in quello credenza, be' qui ti sbagli di grosso! Non lo farò mai! Perciò, se ci tieni tanto, divertiti pure a restartene lì dentro, perché non metterò mai e poi mai la tua adorata I'm in Love with My Car nel mio singolo! E vediamo pure chi resiste più a lungo!”

Detto questo, si allontanò, ritornando verso il tavolo e sedendosi nuovamente al proprio posto, ovvero proprio di fronte alla credenza, che fissò con il volto compiaciuto e sicuro.

“Quindi? Che facciamo?” domandò il bassista, perplesso.

“Aspettiamo che il nostro Roger si decida ad uscire da lì, così poi potremo tornare a fare le persone serie e pensare a finire il disco" rispose Freddie convinto, le braccia consorte.

Ma i due musicisti non parvero molto persuasi, e neppure troppo sicuri, da quell'idea.

“Ma… probabilmente ci vorranno ore!”

“Non ti preoccupare, mio caro May.”

Freddie si chinò verso di loro, continuando a bassa voce per non farsi sentire dal batterista: “Staremo al suo gioco, facendogli credere che abbia una ‘possibilità’ per la sua canzone. Tanto, non resisterà per molto lì dentro, vedrete. Credetemi, fra cinque minuti uscirà da lì, a testa bassa, sconfitto e umiliato, e ritorneremo ad incidere il nostro disco come se nulla fosse. Fidatevi, ne sono più che certo!”

Il cantante era così convinto del suo piano che si sentiva già con la vittoria stretta in pugno.

John e Brian, invece, si girarono verso lo scompartimento di Roger, chiedendosi chi sarebbe davvero crollato per primo in quella situazione…
 
40 minuti dopo…
 
Erano ancora lì, Freddie studiava la credenza con aria irritata mentre fumava una sigaretta dopo l'altra, Brian aveva appoggiato le braccia sul tavolo e ci teneva sopra il mento con aria annoiata e John, che non ne poteva più, pur di fare qualcosa prese la scopa e spazzò via tutti i pezzi di tazze, piatti e avanzi di cibo che il batterista aveva fatto finire in terra.

Roger, invece, era ancora rinchiuso dietro lo sportello, non aveva più detto una sola parola né sembrava minimamente intenzionato a volerne riemergere.
Cinque minuti e crollerà. Vero?” bofonchiò Brian, impaziente, guardando il cantante.

“Quello stronzetto biondo è più combattivo di quanto credessi!” rispose Freddie, a denti stretti.

Brian alzò gli occhi al cielo e fece crollare la testa sul tavolo, rassegnato.

“Be'… magari sarebbe meglio chiedere aiuto a Roy” disse John, appoggiando la scopa al muro ed uscendo dalla stanza.

“Mio Dio!” sbottò Brian, frustrato, alzando la testa.
“Siamo tenuti in ostaggio da un bambino capriccioso che ha quasi ventisei anni!” e lo disse ad alta voce in maniera di essere sicuro che il batterista lo avesse sentito. “E solo perché non accetta il fatto che la sua canzone non farà parte del singolo.”

“Potete offendermi quanto vi pare!" rispose dal mobile la voce dell'interessato.  "Tanto io non uscirò da qui finché non avrò ottenuto quello che voglio!”

Il chitarrista fece una smorfia, dicendo: “E pensare che riesce sempre a rimorchiare! Ha più donne che qualsiasi altra cosa! Com'è possibile?!”

“Be', mio caro May…” rispose Roger, sempre senza muoversi dal suo posto, “perché io, a differenza tua, ho un bel viso, degli occhi blu stupendi e dei fantastici capelli biondi. Non quella gigantesca e crespa matassa lana nera che tu ti ostini a chiamare capelli!”. A queste parole, il batterista fece seguire una breve risata acida.

Freddie nascose con la mano un piccolo sorrisetto divertito, mentre guardava il volto di Brian tramutarsi in una vera e propria maschera di odio.

Il chitarrista, furioso, si alzò in piedi gridando: “Okay, adesso basta! Lo farò uscire da quella cazzo di credenza a forza di calci nel culo e gli taglierò i suoi adorati capelli!”

Stava dirigendosi verso il fondo della cucina per mettere davvero in pratica quel proposito, quando una voce imperiosa lo fece bloccare: “Frena gli istinti omicidi, May. Altrimenti, da morti, l’album non lo finirete mai.”

Sia il chitarrista che il cantante si voltarono alle proprie spalle e videro John insieme al loro produttore, un uomo tutto d'un pezzo di nome Roy Thomas Baker.

“Allora, è vero quello che mi ha detto il vostro bassista?” chiese, con tono piatto e le mani sui fianchi. “Ovvero che il batterista si è chiuso in una credenza?”

Freddie e Brian non poterono fare altro che confermare. Roy fece un lungo sospiro paziente, borbottando: “Oh, Gesù.” Fece uno sguardo ingrugnito per qualche instante, poi domandò: “In quale credenza?”

“Quella sotto al lavandino” indicò John.

Il produttore vi andò subito, bussò sullo sportello con il piede e disse: “Roger! Sono Roy.”

Il batterista non rispose, così il produttore continuò: “Ascoltami, non cosa sia successo tra di voi per spingerti a fare questa cosa, ma siamo in ritardo con l’album da più di tre settimane e dalla EMI mi chiamano un giorno sì e l'altro pure chiedendomi come stia andando. E voi quattro a quest’ora dovreste essere in sala di registrazione a lavorare, non in cucina a litigare tra di voi. Perciò, per favore, potresti uscire da lì e metterti all'opera insieme agli altri?”

“Solo quando Freddie mi dirà che I'm in Love with My Car sarà la seconda traccia del singolo!”

Roy rimase perplesso da quelle parole, sbottò: “Cosa?!” e si girò di scatto verso gli altri membri del gruppo, che fecero spallucce, senza rispondere e fingendo di non saperne nulla.

“Ma… non gli avevi raccontato tutto?” chiese Brian a John a bassa voce.

“Gli ho detto soltanto che Roger si era chiuso dentro ad uno scompartimento della cucina, non il perché.”

“Senti, Roger” disse Roy, paziente, “di qualsiasi divergenza artistica sulle canzoni ne potrete parlare dopo con più calma; ora vorrei solo che continuaste il vostro lavoro e finiste questo album così che…”

Ma Roger lo interruppe con tono deciso: “Non uscirò da qui finché non avrò ottenuto quello che voglio!”

“Ascoltami, Roger, so bene che quella canzone l’hai scritta tu e che ci tieni tanto, ma…”

“Ci ho messo tutta la mia anima e il mio cuore in quella canzone! E quei tre stronzi non la rispettano!”

“Lo so, lo capisco, ma…”

“Ma niente!” interruppe di nuovo il batterista, quasi urlando. “Finché non avrò ottenuto il rispetto che merita il mio lavoro, io non mi muoverò da qui!”

Roy sopirò con pazienza, si girò verso agli altri e fece un gesto secco con il dito, indicando di seguirlo: “Voi tre, con me.”

Si diresse verso l'uscita della cucina, seguito dal trio.
“Ma… e Roger?” domandò Brian.

“Se veramente non vuole uscire da lì, allora non dobbiamo preoccuparci.”

Così uscirono dalla cucina, lasciando il batterista da solo, chiuso in un armadietto.
 
***
 

Raggiunsero lo studio di registrazione e Brian, Freddie e John si sedettero sul divanetto della stanza, mentre Roy prese posto sulla sedia, accanto alla console. Li squadrò per un momento, poi iniziò a parlare con tono calmo:

“Okay, cerchiamo di ricapitolare: Roger vuole la sua canzone, ovvero I'm in Love with My Car, come singolo, ma Freddie non è d'accordo?”

“Veramente, lo vuole sul lato B del singolo” corresse il cantante, con tono deciso.

“Ah, certo, allora vuole solo il lato B, non l'intero singolo” rispose il produttore, con sarcasmo.

Ma i membri della band non compresero quell'uscita e Brian continuò a spiegare: “Ma Freddie non vuole, noi abbiamo detto che la sua canzone non è abbastanza forte e, così, si è offeso.”

“Poi ha fatto una scenata, ha buttato tutto per aria e si è chiuso lì dentro da ormai più di quaranta minuti” concluse John.

Roy li fissò uno ad uno negli occhi con aria dura e sbottò: “E pensare che qualche imbecille alla EMI ha avuto il coraggio di dirmi che i Queen sono un gruppo serio!”

“Siamo un gruppo serio!” ripeté bruscamente Freddie, con convinzione. “Solo che, quando siamo in disaccordo su qualcosa, ce la prediamo come delle vere Queen. Anche se, ad essere sinceri, dovrei essere solo io a potermelo permettere!”
Ciò detto, accavallò le gambe, si mise a braccia conserte e girò la testa dall'altra parte spingendo in fuori il mento in modo altezzoso, facendo sorridere gli altri due. Ma non Roy.

Il produttore restò calmo e con pazienza chiese: “E perché non vuoi mettere la sua canzone nel lato B del singolo?”

“Be', perché penso che non sia adatta per il singolo” rispose il cantante, senza voltarsi.

“E noi siamo d’accordo” aggiunse Brian. “Già quando ci ha fatto sentire la demo, abbiamo pensato tutti che fosse uno scherzo.”

“Già. Però abbiamo deciso che sarebbe entrata lo stesso nell'album. Ora la vuole addirittura come singolo, e si è offeso perché abbiamo detto che non è abbastanza forte" concluse John.

“E perché pensate che la sua canzone non sia ‘abbastanza forte’?”

“Hai sentito il testo?” rispose Freddie, girandosi a guardarlo con irritazione. “In pratica, parla di un tizio che ha appena avuto un rapporto sessuale con la propria auto!”

John e Brian dovettero strozzare una risata per la schiettezza di Freddie.

“Non voglio mettere quel brano nel mio singolo. Non voglio che la mia canzone sia seguita da quella di uno scopa-auto!”

A quel punto, Brian e John non riuscirono più a resistere e scoppiarono in una risata breve ma di gusto. Roy, invece, rispose, facendo spallucce: “A me piace.”

Nell'udire quelle parole, i tre musicisti guardarono il loro produttore con l’aria sbigottita di chi non riesce a credere alle proprie orecchie.

“Insomma, per me è un buon prezzo hard rock, in cui Roger esprime la sua grande passione per le macchine e canta piuttosto bene. Non ci vedo niente di male, in questo.”

“Sì, ma questo non è abbastanza per metterla in un singolo!”

“E allora, che cosa vorresti mettere nel lato B del tuo singolo, Freddie?”

Il cantante rimase un po’ sorpreso da quella domanda improvvisa, ci pensò su ma non riuscì a rispondere nulla.

“Magari, possiamo metterci una canzone di John, o una di Brian” propose il produttore, ma il bassista ed il chitarrista non sembrarono affatto d'accordo, dato che abbassarono lo sguardo a fissare il pavimento perplessi.

Roy capì che nemmeno loro sapevano che cosa volessero fare, così rispose: “Sentite, io propongo di fare contento Roger e mettere la sua canzone nel lato B.”

“Cosa?!” sbottò Freddie, irritato.

“Ormai ho deciso che I'm in Love with My Car sarà il lato B di Bohemian Rhapsody.”

“Non puoi decidere tu che cosa mettere o no nel mio singolo!”

“Bene, allora l’album non si farà più e la EMI ci butterà fuori tutti a calci in culo. Compreso me.”

Freddie lo guardò quasi furioso, ma Roy non si fece affatto piegare dalla sua espressione e continuò sempre con quel suo tono paziente che pareva quello di un padre nei confronti di figli particolarmente scalmanati: “Sentite, a me non mi importa proprio niente delle vostre ‘faide musicali’ interne. E, soprattutto, non ho tempo da perdere per queste cazzate da artisti capricciosi, visto che siamo in ritardo di quasi un mese."

Al quel punto, il cantante non seppe più che cosa controbattere e si limitò a guardare in basso con aria imbronciata.

“Quindi, fate contento il vostro batterista e dategli quello che vuole. Si è praticamente sgolato per te per tutti quei ‘Galileo’ ed è convinto che il tuo brano diventerà un capolavoro, quindi direi che glielo devi. Tanto, a nessuno importa mai del lato B dei singoli, esattamente come dei bassisti.”

“Sul serio?" sbottò John, sorpreso, guardando gli altri. “Credevo che i batteristi non venissero considerati, non i bassisti. O, almeno, questo è quello che ho sempre pensato io.”

“Deaky, senza offesa... tu hai il carisma e il talento di Paul McCartney, non lo neghiamo, ma hai anche la bellezza e lo charme di Ringo Starr, se capisci” disse Brian con tono sarcastico ed un sorriso beffardo. “Al contrario, Roger ha l’energia e il talento di Ringo Starr e la bellezza di Paul McCartney, con tanto di viso da bambino e quegli occhioni dolci.”

“Ah. Ora si spiega tutto.”

“Non te la perdere, tesoro” rispose Freddie, dando un buffetto con la mano sulla guancia del bassista.

“Tu, per me, rimani sempre bellissimo, specialmente quando ti esibisci in quei balletti durante i nostri concerti.”

E lo fissò con aria ironicamente ammiccante.
Brian rise davanti a quella scena, mentre John ricambiò il sorriso rispondendo: “Be', mi consolo, vuol dire che almeno per qualcuno sono considerato bellissimo.”

Freddie lo guardò con finti sguardi maliziosi, mentre John sorrideva divertito per poi, infine, scoppiare a ridere insieme a Brian.

Anche Roy nascose una piccola risata, per poi dire: “Okay, se avete finito di flirtare tra di voi... Freddie, vuoi dare tu la buona notizia a Taylor?”

“E in fretta, anche, visto che hai iniziato tu tutta questa faida” aggiunse Brian.

“Come se voi non aveste fatto niente!” ribatté Freddie, irritato.

“In fondo, sei tu la Queen, perciò sei tu che devi dare gli ordini ufficiali” replicò Brian beffardamente.

“Ma vaffanculo, May!” rispose con acidità il cantante, facendo ridere il chitarrista.

“Bene", li interruppe Roy, guadagnandosi la loro attenzione. “Ora che siamo tutti d'accordo, potete per favore tirare fuori il vostro batterista da quella credenza ed iniziare a lavorare?"

Freddie sbuffò, si alzò dal divanetto rispondendo: “D’accordo! Ma sappiate che non lo faccio con piacere!” e uscì.

“Mi sa che il piacere sarà tutto di Roger!” gli gridò dietro John, guadagnandosi un altro "Vaffanculo" da parte di Freddie e scoppiando in un’altra risata assieme al chitarrista.

Roy, invece, assitette a tutta la scena sospirando con pazienza e borbottando tra sé: “ ‘È un gruppo serio', mi dicevano…‘ti troverai bene con loro’, 'Uno di loro è persino diplomato in astrofica’ qualcuno ha avuto il coraggio di farmi sapere…”. Fece un ultimo sospiro rassegnato e conclude: “Oh, Gesù…”
 
***
 

Freddie ritornò a braccia conserte davanti al mobiletto in cui era rinchiuso Roger e con il piede bussò un paio di volte, dicendo: “Roger, amore, sono Freddie. Sei ancora lì?”

Per evitare di parlargli insieme, il batterista si limitò a battere due colpi come risposta.

Il cantante alzò gli occhi al cielo per quel gesto, ma rispose con tono fermo: “Io, gli altri e Roy ne abbiamo parlato. E… alla fine ho deciso di mettere la tua canzone come lato B del mio singolo.”

Ci fu un attimo di silenzio, che parve così lungo che spinse Freddie a chiedersi se il batterista fosse realmente lì dentro o meno. Infine, però, udì giungere la sua risposta: “Davvero?”

“Sì. Davvero.”

“Me lo dici in un modo ufficiale?”

Freddie percepì il tono divertito ed allo stesso tempo beffardo di Roger. Capì che voleva divertirsi e studiare bene le sue intenzioni, prima di uscire. Il cantante trattenne la rabbia, fece un lungo sospiro e rispose con tono fermo: “Va bene, te lo dico in modo ufficiale. La tua canzone, ossia I'm in Love with My Car, comporrà il lato B del singolo di Bohemian Rhapsody.”

“Sul serio?”

“Sul serio” rispose Freddie, a denti stretti. “E non farmelo ripetere di nuovo. Sono vicino al cassetto dei coltelli e, in questo momento, sono molto incazzato e, soprattutto, sono mooolto tentato di usarli. Perciò, per favore, potresti uscire da lì?”

Dopo pochi secondi di attesa, Roger aprì finalmente il mobiletto e ne uscì alzandosi in piedi, diritto e fiero, come se nulla fosse, con un grande sorriso sul volto e l’aria sicura.

Freddie, a quella vista, girò la testa dall'altra parte con aria irritata.

“Bene, allora possiamo tornare ad incidere! Chiederò a Brian di registrare le parti della chitarra, migliorerò la mia batteria e sarà un brano perfetto! Un capolavoro!” e si diresse subito verso l’uscita della cucina.

Ceeeerto" replicò Freddie, beffardo, lanciandogli un'occhiata folgorante. "Ma sappi che io non la canterò mai!”

“E chi ha detto che avresti dovuto cantarla tu?” rispose Roger, girandosi verso di lui e continuando a camminare all’indietro. “Solo perché sei il cantante principale della band, non vuol mica dire che devi cantare tutte le canzoni. In fondo, la canzone l’ho scritta io, e la canto io.” Si indicò con i pollici. “D'altra parte, non siete l’unico a possedere una voce stupenda, vostra maestà.” Fece un finto inchino, per poi voltargli nuovamente le spalle ed uscire dalla stanza.

Freddie lo guardò con odio e gli urlò da lontano, con un finto sorriso: “Ovvio, mia cara.” Poi, come fu certo di essere rimasto solo e di essere fuori dalla portata del suo orecchio, disse tra sé e sé: “Stupida stronzetta bionda scopa-auto del cazzo.”

E lo seguì in studio per annunciare la notizia agli altri membri del gruppo e al produttore.
 
 
E fu così che I'm in Love with My Car fu inserita come lato B del singolo della storica canzone Bohemian Rhapsody, diventando di fatto una delle canzoni più famose dei Queen.

La canzone, che tutti sottovalutavano, pensando che si trattasse di uno scherzo, divenne uno dei più grandi successi del periodo.

Tutto questo fu possibile in un solo modo: recitando una scena madre e rinchiudendosi dentro ad una credenza.
In questa maniera, Roger Taylor ottenne ciò che si meritava, cantando in un brano strepitoso il suo amore per le auto.

E ciò che meritava era il successo.

FINE

 
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Note:
La prima storia su i Queen!
Di nuovo... 
Lo so, l'avevo pubblicato già prima.
Ma ho dovoto ricoreggere. E rigrazio al mio
amico 
IndianaJones25 che ha avuto la 
pazienza di coreggere questa lunga storia.
Ti rigrazio davvero con il cuore! <3
Comuque, spero che vi sia piacuto questa 
storia! Nata dopo la seconda visione di "Bohemian
Rhapsody" e di aver visto la scena della canzone di
Roger, ho scoperto che il batterista si era
veramente chiuso in una credenza ed è nata questa storia! :D
(Ormai, quella canzone era diventata un meme. povero Roger|)
E spero che questa piccola storia vi sia piacuta e divertita!
Evola 
   
 
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