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Autore: masquerade930    02/02/2019    1 recensioni
E' il 1973. Due comunissime ragazze italiane - Cecilia e Rossella - riescono ad ottenere una borsa di studio per proseguire gli studi all'estero. Molto diverse tra loro ma amiche per la pelle, si ritrovano da un giorno all'altro catapultate a Londra, la patria della musica.
In che modo le loro vite si intrecceranno con quelle di Freddie Mercury, Brian May, Roger Taylor e John Deacon?
La storia è ambientata negli anni '70, poco dopo la pubblicazione del primo album dei Queen.
La fantasia si sovrappone alla realtà e, per esigenze letterarie, alcuni fatti realmente accaduti sono stati anticipati o posticipati di alcuni anni.
Spero vi piaccia, buona lettura!
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Brian May, Freddie Mercury, John Deacon, Roger Taylor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Oddio..siamo a Heathrow, ti rendi conto Ross? Questa è la vita vera? O è solo fantasia? -  Cecilia sembrava in trance...seguiva Rossella in silenzio bloccandosi di tanto in tanto per fermarsi a guardare semplici scene di quotidiana vita aeroportuale ma che in quel momento le riempivano il cuore di emozioni: bambini che riabbracciavano la propria mamma ritornata da qualche trasferta lavorativa, piloti che rivedevano dopo lunghi viaggi le proprie fidanzate, addii in cui il tradizionale buona fortuna veniva sussurrato tra mille lacrime.
Rossella intanto era riuscita a raggiungere il nastro bagagli; “sì, deve essere questo” disse tra sé e sé..e aggiunse - mi raccomando Ceci, smettila di sognare ad occhi aperti e stai pronta ad afferrare la valigia- , - agli ordini capo! -  replicò Cecilia che iniziò a farsi largo tra gli altri passeggeri per avvicinarsi ulteriormente al nastro bagagli. In pochi minuti le due ragazze riuscirono a recuperare le rispettive valigie e si incamminarono verso l’uscita alla ricerca di un taxi.

- Ehi Brian, finalmente siamo a casa! Vedrai che ora in pochissimo tempo si sistemerà tutto - aggiunse John alzandosi dal proprio sedile e avvicinandosi all’amico ancora addormentato. Brian aprì faticosamente gli occhi... nonostante avesse dormito parecchie ore si sentiva stanchissimo, le gambe gli tremavano, il corpo sembrava ribellarsi alla sua volontà; ci mise tutto sé stesso per fingersi tranquillo e non allarmare ulteriormente i propri amici ma i suoi occhi nocciola esprimevano meglio di qualsiasi parola il suo stato d’animo. - Sto bene ragazzi, sto bene..sono solo un po’ stanco - e così dicendo tentò di alzarsi; era quasi riuscito a mettersi in piedi quando improvvisamente non sentì più le gambe. Roger e John che gli erano accanto lo afferrarono al volo - è stato solo un capogiro, ce la posso fare da solo, davvero... -  tentò di giustificarsi con un filo di voce - ma neanche per idea! - ribatterono Roger e John all’unisono e il biondino proseguì - non voglio mica avere un chitarrista sulla coscienza io? vedrai che all’ospedale ti daranno qualcosa che ti farà sentire immediatamente meglio ma fino ad allora, per tua disgrazia, sei nelle nostre mani - concludendo il suo sermone con un sorriso beffardo ma allo stesso tempo pieno di affetto.
- Roger ha ragione, non voglio mica rovinarmi la carriera per omissione di soccorso -  aggiunse Freddie con tono ironico. Il poveretto fece un sorriso tirato ma allo stesso tempo sincero in segno di gratitudine e i quattro si incamminarono così verso l’uscita dell’aereo. Una volta arrivati in aeroporto Fred iniziò a dare disposizioni su come dividersi i compiti  - io, John e Brian ci incamminiamo lentamente verso l’uscita, tu Rog corri a recuperare i bagagli e raggiungici il prima possibile. Ti aspettiamo al negozio di dischi, poco prima dell’uscita 7. 
Neanche il tempo di finire la frase che Roger iniziò a correre verso il nastro trasportatore; i suoi capelli biondi rimbalzavano soffici sulle spalle mentre i movimenti affannosi delle braccia gli sollevavano il già corto giubbotto di pelle, andandogli così a scoprire ad intermittenza parte della sua bianca schiena destando l’interesse delle ragazze presenti.
I tre intanto avevano raggiunto faticosamente il negozio di dischi e si erano fermati a contemplare la vetrina  - vedrete compagni, tra qualche mese ci saremo noi in questa vetrina...e non saremo semplicemente un gruppo famoso, ma una vera e propria leggenda, ve lo prometto - Freddie stava ragionando ad alta voce sul futuro della band quando fu interrotto da un trafelato Roger - Eccomi, ho recuperato tutto. Freddie che diavolo hai messo dentro alla valigia, pesa più delle altre tre messe insieme - 
- Non c’è tempo per lamentarsi, caro batterista, e poi mi sono semplicemente portato dietro tutto ciò di cui necessita una vera star -  ribattè il cantante atteggiandosi da prima donna: - meglio lasciar perdere, piuttosto incamminiamoci verso la stazione dei taxi - disse sconsolato Roger.

- Come diavolo è possibile che non ci sia nemmeno un taxi! Siamo nel più grande aeroporto di Londra, dove sono finiti tutti! - urlò Freddie con voce stridula - e ci sono pure tre persone in attesa..ma che caspita sta succedendo qui?!? -
Nel sentire queste parole Cecilia, che nell’attesa si era seduta a cavalcioni della sua gigantesca valigia, e Rossella, che era in piedi accanto all’amica, si voltarono simultaneamente. Un ragazzo vestito in total white, truccato in viso e dai capelli nero corvino si stava lamentando gesticolando in maniera molto teatrale seguito da tre ragazzi; uno portava un cappello nero un po’ storto da un lato che metteva in risalto i suoi capelli biondi, un altro aveva dei lunghi capelli castani e una giacca beige dalla quale spuntava una buffa camicia scozzese mentre il terzo... - Ross, ma quel ragazzo non sta affatto bene, guarda com’è giallo! Che cos’ha? - esclamò preoccupata Cecilia.
- In primis non urlare, anche se parli in italiano il tuo tono di voce non è di certo rassicurante per quel poveretto -  le fece notare l’amica, - oddio che figura, non ci avevo pensato! - rispose Cecilia coprendosi la bocca con la mano - ma che cos’ha? tu lo sai? -  aggiunse in maniera apprensiva - credo sia epatite.. anzi, ne sono praticamente certa - rispose con estrema tranquillità Rossella. Il terzo ragazzo era vestito totalmente di nero e portava un grande cappello, anch’esso nero, dal quale spuntavano bellissimi boccoli scuri; era molto magro e, nonostante fosse leggermente incurvato per farsi sorreggere dai due compagni, era il più alto di tutti.
Nel frattempo i ragazzi, capeggiati da Freddie, si erano avvicinati alle due ragazze. Entrambe avevano da poco compiuto ventiquattro anni; Rossella era piuttosto alta, capelli castano chiaro lisci che le coprivano praticamente tutta la schiena, occhi scuri leggermente a mandorla e vestiti sportivi, Cecilia era più bassa, probabilmente non arrivava al metro e sessantacinque, ma era molto ben proporzionata, vestiva in maniera un po’ dandy, aveva dei grandi occhi verdi e una cascata di morbidi boccoli castano scuro che le arrivavano quasi a metà schiena.
Vedendo i ragazzi avvicinarsi a loro, Cecilia, che spesso reagiva in maniera impulsiva, balzò nervosamente in piedi.
 
  
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