Cap.6 Punishment
Vegeta si chinò, arcuando
la schiena, appoggiò un ginocchio
per terra e adagiò la mano, coperta dal guanto candido,
sull’altro, tenendo lo
sguardo basso.
“Lord Freezer, abbiamo
portato a termine la missione sul
pianeta Sherth” disse con tono atono.
Nappa era inchinato alle sue spalle,
i muscoli in tensione,
si teneva sollevato facendo leva con un pugno sul pavimento.
“La popolazione si
è arresa completamente in un solo giorno
di combattimento” spiegò il principe dei saiyan.
< Sento l’ira
scorrermi dentro le vene… > pensò Vegeta,
alzando di sottecchi lo sguardo sul dittatore.
Le labbra viola di Freezer piegate in
una smorfia, sulla
pelle violetta si erano andate a delineare delle rughe di espressione
ed i suoi
occhi rossi brillavano nella penombra.
< So di dover cedere,
altrimenti mi metterei in una
situazione scomoda, ma la rabbia mi acceca anche al solo pensiero di
piegarmi a
lui, figuriamoci quando devo, a conti fatti, realmente inginocchiarmi
ai suoi
piedi. Odio dovermi sottomettere ad un essere così
spregevole, anche se ci ha
comunque dato un posto dove stare dopo l’esplosione del
nostro pianeta natale
> rifletté il principe dei saiyan.
“Oh, ma dici
davvero?” sussurrò Freezer. Si portò
due dita
alle labbra e le sfiorò, sporgendole, mentre assottigliava
gli occhi. “Bravi…”
li canzonò. Ghignò e allargò le
braccia, mostrando i palmi, mentre la punta candida
della sua coda si ergeva da sotto il sedile volante, in mezzo alle sue
gambe.
Zarbon incrociò le braccia
al petto, ergendosi accanto al
trono levitante, dall’altro lato del dittatore spaziale si
trovava Zarbon, che
si stringeva l’addome rigonfio, trattenendo a stento
l’ilarità.
“…
Però non crediate che questo possa soddisfarmi”.
Aggiunse
Freezer, guardandosi le unghie nere, laccate e aguzze.
Nappa si lasciò sfuggire
un basso verso, simile a un ringhio.
“Cosa volete
dire?” domandò Radish, alzando di scatto il
capo con aria sorpresa.
Vegeta serrò le labbra.
< Strano, sembra sospettoso
> rifletté.
Freezer schioccò le dita,
indicò Zarbon e spostò il dito
fino ad indicare i saiyan davanti a lui, dall’altra parte del
salone,
rischiarato dalla luce violetta delle lampade elettriche.
“È stato trovato
questo nelle tue stanze, Vegeta” disse
Zarbon, alzò la mano e mostrò, adagiato sul
palmo, un pomo d’oro.
“Sì, uno dei
tesori del nostro adorato Lord Freezer. Volevi
rubarlo, vero?” domandò Dodoria, leccandosi le
labbra.
Radish impallidì.
“Questa è una
sporca calunnia” ringhiò Nappa, Vegeta lo
zittì con un cenno della mano.
< Nessuno è tanto
stupido da derubare un conquistatore
potente come Freezer e lui lo sa. Sta credendo a questa farsa soltanto
per
potersi divertire alle mie spalle, ma se il pensiero lo avesse davvero
sfiorato, sarei già morto > pensò.
Corrugò la fronte, vedendo Zarbon piegare
le labbra in un sorriso, le iridi color oro gli brillavano.
“Non dovevate tentare di
derubare il nostro signore” disse
con voce vellutata, ma con un tono canzonatorio.
“Sì che ti dai
sempre tante arie come guerriero, ma sei solo
uno sporco ladro” disse Zarbon. Le spesse membrane viola
sotto i suoi occhi,
dalle iridi nere porcine, si gonfiarono vibrando.
< Non devo perdere la testa.
Freezer vuole semplicemente
punirmi. Sa che agogno la vendetta nei suoi confronti e gli piace
umiliarmi
proprio per questo, inoltre, infliggendomi una pena pubblica,
servirò da monito
per eventuali infrazioni future. Per non parlare che questi castighi
sono molto
spettacolarizzati, e si rivelano un’ottima distrazione nella
noiosa routine dei
mercenari > rifletté Vegeta.
Freezer accentuò il
sorriso mostrando i denti bianchi, con
la coda recuperò l’oggetto dalla mano di Dodoria.
“Zarbon, sono convinto che
per te sia un gioco da ragazzi…”
sussurrò
mellifluo.
Vegeta vide un lampo e un dolore
lancinante lo colse, mentre
del sangue schizzava tutt’intorno.