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Autore: sexy_sadie    04/02/2019    0 recensioni
Clara è una ragazza sveglia, che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno. E' una neo diciottenne pronta alla vita. Ama divertirsi e uscire con i suoi amici di sempre. L'amore non le interessa molto, frequenta qualcuno occasionalmente ma è ben lontana dal cadere ai piedi di un ragazzo, per quanto bello possa essere.
Forse però non è lei che vuole stare lontana dall'amore; forse è l'amore che ancora non l'ha minimamente sfiorata.
Per il momento..
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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La cena è terminata. Mia madre e mia sorella iniziano a portare in tavola dei dolci dall'aspetto delizioso. Anche se mi sa che li prenderò domani a colazione dato che sono immensamente piena.
 

 

«Allora ragazzi, volete un po' di vino?», chiede mio padre.

 

«Si, grazie.» rispondiamo in coro sia io che i due fratelli. Mia sorella invece non beve.

 

«Non chiedevo a te, ma eccoti servita. Dopo questo basta però».

 

Dai qua padre, che ne ho bisogno. Neanche immagini cosa riesco a bere quando esco. Povero ingenuo.

 

«Con il vostro permesso andrei a fumare» dice quello che dovrebbe essere Edoardo.

 

«Ma certo, vai pure! Clara, accompagnalo in balcone!». Ma mica si perde... vabbè, ne approfitto per fumarmene una anche io a questo punto. Dopo tutto questo ben di Dio ne ho bisogno.

 

«Vengo pure io. Dopo cena ci sta» pronuncia suo fratello Alfredo.

 

«Perfetto, seguitemi allora».

 

 

Li accompagno nella mia stanza, dove si trova uno dei balconi della casa. In silenzio raggiungiamo quella che definisco la mia dimora.

 

«Non fate caso al disordine. Alle volte capita che sia anche ordinata», scherzo, per smorzare un po' l'imbarazzo.

 

Alfredo ride, mentre Edoardo accenna un sorriso, più per gentilezza che altro.

Simpatia portami via.

 

Prendo il pacchetto dal mio zaino e apro il balcone.

 

«Ah, io non fumo. Mi raccomando» non voglio che i miei genitori lo scoprino, soprattutto per merito loro.

 

«Non preoccuparti, non siamo due infami», precisa Alfredo. Lui mi sta decisamente simpatico. L'altro invece sta zitto, accende la sigaretta e mi passa l'accendino.

 

«Grazie...» giusto perché sono gentile, io.

 

«E quindi questa è la tua cameretta. Vedo che ascolti molta musica». Mi chiedo se il dono della parola l'abbiano dato solo ad uno dei fratelli.

 

«Si, abbastanza. Per me è essenziale. Ci sono cresciuta con la musica, non riuscirei a farne a meno. Ti piace qualche cd dei miei?»

 

«Si, ne ho visto qualcuno di Vasco Rossi. Io, mio fratello e mia madre siamo grandi fan.» Ah, bene. Anche io! Punto a favore.

 

«Prendetene uno, quello che più vi piace! Come regalo di benvenuto, sarei più che felice di regalarvelo. Giuro che non sono rovinati!»

 

«No davvero, non possiamo privartene» dice, un po' timoroso.

 

«Macchè non ti preoccupare! Ve lo do più che volentieri! Nessun problema, davvero» sorrido per essere più convincente. Alla fine non mi dispiace regalargliene uno. Alfredo sembra un ragazzo simpatico, ed anche i loro genitori non sono da meno. Sembrano una bella famiglia. Certo, parlasse anche Edoardo...

 

«Grazie mille, gentilissima!»

Alfredo va a vedere quali cd di Vasco possiedo e rimango in balcone con Silente. Ah, nomignolo trovato!

 

«Ma tu non parli mai o ti girano solo i coglioni?» chiedo a questo punto. Magari è silenzioso perché non è facile abbandonare tutto e ricominciare da zero, specie in questa fascia d'età. Credo abbia i miei stessi anni, e se dovesse succedere a me di trasferirmi ora, cadrei in depressione.

 

Silente si gira verso di me. Per un nanosecondo riesce addirittura a guardarmi negli occhi. Peccato per la pessima resistenza, dato che subito dopo lo sguardo ricade nella scollatura.

 

Sbuffo. «Uff ho capito, vado a mettermi una felpa». Neanche il tempo di girarmi che prende parola.

«No scusami, non volevo metterti in imbarazzo. Non hai bisogno della felpa, stai benissimo così».

 

Oh santo cielo, non ero pronta a tutte queste parole messe in fila da parte sua. Alleluja.

 

«E' solo che è difficile non buttarci un'occhiata». Ecco, forse era meglio se restava zitto.

 

«Perfetto, così non mi hai messo assolutamente in imbarazzo. Ottimo lavoro».

Sorride. Ma wow quante reazioni tutte insieme. Facciamo progressi.

 

«E tu e tuo fratello che scuola frequenterete adesso?» dico più per mantenere viva la discussione che per vera curiosità.

 

«Mio fratello continuerà l'alberghiero, mentre io invece farò il classico», mi fa sapere mentre tira l'ultima boccata di nebbia.

 

«Ah bene, anche io faccio il classico! Sai già in che classe sarai inserito?» oddio vuoi vedere che me lo ritrovo pure in classe con me?

 

«Si, è la VB». Pericolo scampato.

 

«Mi sa che abbiamo la professoressa di italiano in comune. Io sono nella VA invece». Butto giù la sigaretta. «Ehi, hai deciso quale prendere?» chiedo ad Alfredo. Nel frattempo rientro in camera, seguita da Edoardo.

 

«Credo di sì. Se non ti dispiace prendo questo live del '93» dice, ancora titubante.

 

«Ma sì prendilo senza farti problemi. Davvero!». Nel frattempo prendo una delle mie caramelle al limone, giusto per mascherare un po' l'odore che non si sa mai. Ne offro una anche ai fratelli ma declinano l'offerta. Meglio così, me ne rimane solo un'altra.

 

Scendiamo giù nella sala da pranzo. Ma poi perché si chiama 'sala-da-pranzo' se alla fine ci si cena anche? È un quesito che mi pongo da una vita. Perché porre un limite al nome di una stanza della casa, nonostante questo venga palesemente superato? Chiamiamola sala da cibo!

 

Interrompo la riflessione perché mi accorgo dello sguardo di Edoardo, stavolta non sulle mie tette. Almeno quello.

 

«Tutto bene?» chiede. Cavoli, l'ho proprio sbloccato.

 

«Oh sì, stavo solo riflettendo...»

 

«Capisco». Ma che devi capire?! Non ha idea di quanto sia contorta la mia 'testolina', come dice Michele.

 

Mantengo lo sguardo su di lui. Se c'è una cosa che i documentari di focus mi hanno insegnato, è che lo sguardo non va mai abbassato. È così che in natura gli animali eleggono il capo branco. O il maschio Alfa. Certo, non sono un maschio, ma posso comunque essere Alfa. Il maschio qua in mezzo è sicuramente lui. Anche un bel pezzo di maschio, devo ammettere: una bellissima pettinatura, con dei bei riccioli castani dall'aspetto morbido, occhi verdi veramente ma veramente belli mannaggia a lui, una bella barba alla Jared Leto che complimenti vivissimi, e un fisico asciutto e slanciato. Alla fine una bella visione.

 

«Mamma guarda che ci ha regalato Clara». Alfredo mostra il cd ed io con una punta di soddisfazione vado a prendermi i complimenti.

 

«Ma grazie cara, non dovevi!» mi dice Roberta rivolgendosi a me con un enorme sorriso.

 

«Non preoccupatevi, l'ho fatto veramente con molto piacere!» Ma che brava persona che sono.

 

 

 

È quasi mezzanotte e nessuno accenna ad andarsene. Sto morendo di sonno qui seduta sul divano mentre provo a restare con gli occhi aperti. Sono felicissima per i miei e per i loro amici ritrovati, mi hanno fatto morire dal ridere con i loro racconti, ma adesso la stanchezza ha preso il sopravvento su di me. Vorrei solo mettermi comoda a letto. Anche se alla fine il divano è altrettanto comodo. È decisamente faticoso mantenere dritta la testa: non ce ne accorgiamo durante il giorno, ma pesa parecchio. Magari se la abbandono un minutino sul petto di papà la riposo un attimo. Non credo che gli dispiacerà, lui adora trattarmi come se fossi ancora la sua piccola, piccolissima principessa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il titolo che ho scelto è tratto da un album di Vasco Rossi uscito nel 1993, disco che per l'appunto ha segnato il tour del cd che Clara regala a Roberta ed ai fratell:.
Quello che hai qui di fronte / È un uomo e tu lo sai / Non mi fai più neanche / Paura ormai / L'uomo che hai qui di fronte / È un uomo e tu lo sai / Non gli fai più neanche / Paura ormai / Sa quello che vuole / È grande ormai / E non è più il bambino / Che aveva lo sai / Bisogno d'amore / E tu invece no / Tu avevi già te...

  
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