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Autore: Spensieratezza    04/02/2019    2 recensioni
L'incantesimo creato da Ruben, ha riportato Sam e Dean nel passato, in un'altra epoca, a quando erano figli degli Dei, non si conoscevano e non erano fratelli. Di nuovo senza memoria, Dean, Sam e i loro amici, ripercorreranno di nuovo tutto da capo.
-Sequel della fanfiction The love of the Gods
Crossover con Harry Potter e Sailor Moon :)
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: AU | Avvertimenti: Incest | Contesto: Nessuna stagione
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- Questa storia fa parte della serie 'Sam, Dean e gli Dei '
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La spiegazione sull'amore e sull'odio 




Sam, Dean e Marte continuavano a camminare per le strade del villaggio quando, in un locale, incontrarono una donna piangente, seduta al tavolo della locanda con la testa china sulle braccia.
“Venere!” disse Marte, precipitandosi da lei.
Dean e Sam si fissarono.
“Venere, sorella.” Disse Marte, accarezzandogli i lunghi boccoli biondi che gli arrivarono fino alla schiena.
 
“Marte? Oh, Marte.” Disse lei, gettandogli le braccia al collo.
“Che cosa succede, Venere?” chiese Dean. Di tutti quelli che lui aveva creduto essere suoi fratelli, lei era la sua preferita.
“Non lo vedi, frat... Dean!” esclamò Marte. “Anche lei è umana.” Disse poi.
“Dice la verità?” chiese Dean sbalordito.
 
“Sì.” Disse lei, aggrappata al fianco del fratello.
Insieme uscirono dalla locanda.
 
 
 
*
 
Giove ha deciso di punire non solo mio fratello Marte, ma anche me.” Raccontava agli altri ragazzi, mentre camminavano.
“Giove, brutto bastardo! Come osa prendersela con te. Dio senza cervello. Te cosa c’entri? Lascia che gli metta le mani addosso e..”
“Marte, fratello, adesso calmati.” Disse la donna, posandogli una mano sul braccio e il Dio si calmò all’istante.
 
Dean e Sam restarono esterrefatti. Marte non aveva mai dato retta a nessuno, finora.
 
“Giove ce l’ha con me, perché io... ho sempre difeso Marte, a dispetto del mio stesso elemento.” Spiegò agli altri due.
“Che cosa significa a dispetto del tuo stesso elemento?” chiese Dean.
“Mia sorella governa l’elemento dell’amore, è nella sua natura odiarmi! O almeno, dovrebbe esserlo.” Disse Marte, spazientito.
Dean e Sam sembrarono ancora straniti.
 
“Beh, è difficile da capire? Io non lo faccio, no?” disse Venere, asciugandosi gli occhi e scrollando le spalle. “A dispetto dei nostri elementi, io voglio bene a mio fratello. Andiamo d’amore e d’accordo.”
 
“Questo non sta ovviamente bene a Giove! Sostiene che c’è troppo disequilibrio e dislivello. A causa dei nostri sentimenti, che proviamo l’uno per l’altra, condizioniamo anche il potere che emaniamo nell’aria. La gente non può amare in modo sano, se è attratta o prova compassione per l’odio e la guerra, viceversa, non può esistere vera malvagità, se si diffonde come un cancro, la credenza e la convinzione che l’odio viene alimentato dalla mancanza di AMORE. L’amore e l’odio non posso attirarsi naturalmente, questo genererà un mondo insano, l’amore dovrebbe tenere alla larga quello che amore non è, non cercare di convertirlo. Naturalmente sostiene che questo disequilibrio è colpa nostra, a causa del nostro legame.”
 
“Ma tutto questo sembra i deliri di un folle!” si lamentò Sam.
 
“Non posso odiare mia sorella, solo perché secondo gli ordini di un Dio, io sono destinato ad odiarla. Nonostante governo l’odio, non posso non rimanere affascinato dalla sua dolcezza, dalla sua bontà.” Disse Marte, accarezzandole una guancia.
“E io non posso odiare mio fratello. E’ la persona che mi capisce più di tutti, forse perché siamo i due Dei più incompresi dell’Olimpo. Solo insieme possiamo sentirci compresi.” Disse Venere, sorridendogli dolcemente.
 
Entrambi i fratelli si presero le mani e a Dean e a Sam sembrò come una scena troppo intima. Desiderarono di essere altrove.
“Ma perché Giove ha deciso di toglierti i poteri?” chiese Dean cercando di indagare.
 
Venere ci pensò su un attimo.
 
“Per darmi una lezione, suppongo. Da quando ho perso i miei poteri, vengo consumata dal bisogno, dalla fame d’amore. Ho come l’impressione che nessuno mi ami, nessuno mi voglia... Le persone mi evitano, mi respingono, anche chi non mi riconosce come la Dea dell’amore.”
 
“Fa sempre tutto parte del piano di Giove. Vuole dimostrare a mia sorella, che l’amore non corrisposto, genera ODIO.” Disse Marte, realizzando all’improvviso. “Vuole che lei cominci a subire gli effetti della mancanza d’amore, affinchè cominci anche lei a provare ODIO, nella speranza che odiando il mio elemento, alla fine odi anche me.” concluse desolato.
Delle lacrime scivolarono fuori dagli occhi di Venere.
 
“Invece per quel che riguarda te, vuole che tutto il mondo ti odi e che odi quello che sei, fino a farti venire così dipendente dall’amore, così affamato, da farti odiare proprio quell’amore, come le persone finiscono per odiare sempre quello che non possono avere.” Disse Dean.
“Esatto. Ci siete arrivati.” Disse Marte.
 
“Non credevo che avrei mai odiato qualcuno più di tuo fratello, Dean.” Si intromise Sam.
“Neppure io.” Ammise Dean.
 
“Suppongo che non possiamo fare nulla per cambiare le cose. Dobbiamo solo accettare il nostro destino e aspettare che ad altri venga data la carica di Dio della guerra e Dea dell’Amore.” Disse Venere sconsolata.
“No.” disse Dean scioccando tutti.
“No?” ripetè Marte basito.
 
“No.” confermò lui. “Non oso neanche immaginare come potrebbe diventare il mondo se diventerà come Giove l’ha previsto. Il mondo adesso è difficile, ma preferisco sempre vivere in un mondo in cui l’amore è così potente che a volte può sconfiggere l’Odio, e l’Odio in fin dei conti deriva dalla mancanza d’Amore, perché vuole dire che finchè sarà così, ci sarà ancora speranza per le nostre anime, piuttosto che un mondo privo di compassione, empatia e perdono. Io in un mondo così non vorrò mai starci.”
 
Marte e Venere li guardarono sbalorditi.
Venere si mise le mani sul viso e proruppe in singhiozzi, allontanandosi.
“Suppongo che essere umani, la rende più emotiva del solito. Ma voi..TU..intendi ancora aiutarmi dopo quello che ti ho fatto? Dopo quello che ti ho detto? Devi essere impazzito.” Disse Marte fissando Dean.
 
“O forse, sono solo influenzato da voi. “ disse Dean.
“Ma adesso abbiamo perso i nostri poteri!” disse Marte basito.
Sam prese la parola.
 
“Non l’hai ancora capito, Marte? Quello che seminiamo nel mondo, nella vita, è talmente potente, da continuare a circolare anche quando noi non ci saremo più.”
Mille brividi cosparsero la schiena di Marte.
 
“Quello che avete seminato voi, è così potente da non esser cancellato tanto facilmente. Non importano le punizioni..o le magie..e questo dimostra che voi siete i VERI e UNICI Dei dell’amore e della guerra.” Disse Sam.
 
“Ora, la vogliamo fare, questa sfida di riportarvi i vostri poteri?” disse Dean sorridendo.









Il primo bacio di Dean e Sam




Marte aveva appena assistito a una madre che aveva gettato una culla con un neonato nel fiume, e ora stava vomitando sopra il ponte.
“Marte. Il bambino sta bene. Hercules l’ha salvato.” Disse Iolao, mettendogli una mano sulla spalla, per confortarlo.
“Lei è stata fermata?” chiese Marte.
“Purtroppo è riuscita a scappare.” Disse Iolao.

Marte ruggì e cercò di inseguirla ma Venere lo abbracciò, impedendoglielo.
“Che vuoi fare? È una donna.”
Ha cercato di uccidere un neonato!! Nemmeno io sarei arrivato a tanto!! Non toccare i bambini!! è stata una delle mie prime leggi!!”

“Ma adesso tu non sei più il Dio della Guerra.” Gli disse Venere con gli occhi lucidi.
Marte fece una smorfia e si buttò tra le braccia di Venere, continuando a singhiozzare.
“Come può una madre voler uccidere chi ha generato? Non ha amore dentro di sé?”
La risposta gliela diede Hercules/Dean.

“Una volta parlai con un medico. Mi disse che molte donne dopo il parto vanno in una specie di tristezza infinita e struggente, impossibile da capire, in cui odiano i loro stessi figli, ma mi disse anche che dopo un po' di tempo, le madri imparano ad amarli. Questo perché l’amore può superare il dolore, ma da quando è stato strappato l’odio e l’amore a voi, sono tornati ad essere sentimenti puri e inscindibili, il dolore rimane solo il dolore e non è influenzato dall’amore e quando è così, il dolore diventa odio.”

“Odio per una creatura innocente?” chiese Marte strofinandosi gli occhi.
“Ma certo. Odio per tutto quello che ti impedisce di essere felice.” Disse Hercules.
 
 
Quella notte, Marte sembrava in una valle di lacrime.

Ovunque andavano, l’odio regnava e sembrava impossibile da riuscire a lenire.
Madri e figli si odiavano, amici di vecchia data si odiavano, fidanzati dopo un litigio si odiavano e si innamoravano alla velocità della luce di chi li faceva stare meglio.
Le persone non volevano andare più a lavorare, odiavano il loro lavoro, gli altri, perfino le loro case.

“Come ho fatto a vivere tanto a lungo senza odiarmi?” si chiedeva Marte.
Venere gli stava vicino. Era notte e continuava ad accarezzarlo e abbracciarlo, poi lo trascinò per dormire insieme nella loro tenda.
 
Poco distante, Hercules /Dean stava ammanettando Iolao/Sam a un albero.

“Iolao..è davvero necessario?” domandava Hercules.
“Sappiamo entrambi che lo è, Hercules. Anche io sto cominciando a cambiare. Mi odio. Odio me stesso per non poter fare abbastanza per te, per i nostri amici.”

“Iolao..una persona meravigliosa come te, non può odiarsi.”
“Ma è cosi che mi sento! Mi odio perché non sono abbastanza speciale per salvare il mondo, per salvare te! Per essere al tuo fianco!”
Hercules lo fissò sbalordito.

“Iolao..che cazzo stai dicendo? Io penso che tu sia straordinario!”
Iolao lo guardò, sul suo viso un’espressione triste.
“Non sono abbastanza perché tu possa amarmi. Perché tu possa volermi baciare.”
Mille brividi presero la schiena di Hercules.
“Stai..stai vaneggiando. Deve essere…”

“Madre Natura, sì!!” sospirò Iolao con sguardo sognante guardando il cielo. “Ella solo è così buona e gentile e misericordiosa con tutti noi! Lei sola è la dea che regna su tutti noi, anche sopra Giove. Per cercare di salvarci, lei ha gettato una pioggia di patina dorata su tutti noi, quando l’odio e l’amore diventano troppo e minacciano di ucciderci. Ci confonde la testa.”

Hercules gli accarezzò i capelli sudati dalla fronte.

“Questo è necessario, ma prima o poi tutto questo finirà..te lo prometto..quando troveremo la spada di Marte e l’amore di Venere…”
“Oh, io non ho fretta che finisca, mio caro amico!”
Hercules lo fissò stranito.

“La mente confusa può vedere il Divino. E io VEDO. Mio giovane amico. Quello che finora non riuscivo a vedere. Un altro mondo. Fango sulla mia pelle! Siamo fatti di sogni di cartapesta e di fango, prima di nascere!”
“Iolao..” Hercules era molto preoccupato per il suo amico.

“Io ti ho salvato..E tu hai salvato me. è da tutta la vita che ti aspetto. Anzi da prima.”
Quelle parole gettarono qualcosa sul cuore di Hercules, come un velo che aveva lasciato sul cuore. I suoi occhi cominciarono a lacrimare, tolse le manette dai polsi di Iolao, poi lo abbracciò e inaspettatamente lo baciò.

Premette le sue labbra sulle sue e dopo lunghi attimi in cui sembrava che Iolao fosse ancora assente, cominciò a rispondere, attirando Hercules a sé per il collo.

Fu un bacio appassionante e voglioso, desiderato e sensuale.

Hercules fece sdraiare Iolao per terra, sovrastandolo con il suo corpo.

La bocca di Iolao sapeva di pane grano saraceno, di vino dolce bianco, era meraviglioso.







La sofferenza di Venere



Venere aveva avuto un’altra crisi, infatti, anche se aveva passato tutto il giorno precedente a consolare suo fratello, Marte, cominciava ora, a risentire anche lei della sua stessa forte depressione.

Erano costretti a vedere come l’amore svaniva con la stessa velocità della luce dell’alba, una volta che veniva privato del piacere. Venere non riusciva più a tollerare un simile affronto, vedere il suo stesso elemento svilito così, la faceva piangere e in quel momento stava cercando di convincere due ex fidanzati a riconciliarsi.
“Siete stati innamorati fin dall’asilo, ti ricordi, Alex, la tua prima caramella l’hai data a lei, a questa bambina tanto caruccia.” Cercava di dirgli Venere.

Erano in un boschetto, ma la luce del sole sembrava non illuminare i cuori dei due giovani.
“È stato tanto tempo fa, una vita fa! Il mio futuro è da un’altra parte, così come il suo.” Disse il ragazzo.
La ragazza dai lunghi capelli ricci assentì, delle lacrime scivolarono dalle sue guance.

“Ma tu stai piangendo! Guarda la tua ragazza, piange!” disse Venere.

Il ragazzo la fissò, sembrò impallidire e per un attimo fare un gesto come se volesse abbracciarla, ma si bloccò.
La ragazza si asciugò distrattamente le lacrime.

“Non me ne sono resa conto, credo però siano lacrime di gioia. Sì. Finalmente un nuovo futuro. E quando il domani ti guarda con fiducia, ti commuovi. Addio.”
 E gli girò le spalle.

“Se n’è andata per non farsi vedere piangere da te!” gridò l’ex dea dell’amore.
“Non è vero! Se ne va perché non mi ama più.” uno strano scatto di rabbia pervase il ragazzo, che si sforzò di sorridere.

“Non è vero! Se n’è andata perché è troppo orgogliosa!! Ricorda, ricorda Steven, cosa dicesti tanto tempo fa. La paragonavi a un fiore ricordi? Un fiore troppo orgoglioso.”
“I fiori sono effimeri..” disse il ragazzo. “Come le chimere, e se l’ex dea dell’amore le difende, allora è come loro!” disse il ragazzo guardandola con rabbia e strattonandola.

Subito un pugno arrivò a intercorrere e a separare il ragazzo dalla dea.
“Toccala ancora e tu invece assomiglierai a un brutto incubo con i connotati smontati.” Disse Marte.
Venere era sconvolta.
“Marte! So difendermi benissimo da sola!”

“Certo! È quello che dicevi sempre anche prima. E invece io non facevo che vedere l’amore venire annientato dalla sofferenza, tutte le volte. Se non fosse per il MIO ELEMENTO, il tuo avrebbe ucciso tutti gli sciocchi che amano troppo. Li avrebbe sterminati dalla faccia della terra, alla faccia di nostro padre!”
“Marte..” disse Venere tentando di toccarlo.

“Lasciami stare!” disse lui allontanandosi.
 
 
 
*

Iolao e Hercules si stavano ancora baciando in una locanda, su un letto.

“Raccontami ancora di quel sogno..di quella visione anzi..di un altro mondo..è un mondo migliore di questo?” gli diceva Hercules/Dean sulle sue labbra, sbaciucchiandolo e mordendogliele, sensualmente.
“Non ricordo…” disse Sam, poi sembrò ripensarci. “Sembrava un mondo senza identità..ma non per questo meno doloroso..anzi, forse ancora più doloroso..se ci togli noi stessi, cos’altro rimane?”

“Tutti noi dovremmo sapere chi siamo..ma grazie all’AMORE forse possiamo scoprirlo..L’amore, Iolao, è questo che rimane.”
“Quindi tu mi ami? Sai che non sei costretto a dirlo, sai, vero? Che se anche tu non mi amassi, io lo farei..”

Dean sentì bruciare le guance nel punto in cui Sam lo stava toccando.

“Sento di amarti da molto prima di averti incontrato, non mi resta che una cosa, che sperare nell’esistenza di altri mondi e sperare che io ti abbia amato anche in altri, perché se non l’ho fatto, sono uno sciocco, e non potrò mai perdonarmi per questo, se così deve essere, allora desidererei non essere mai vissuto prima.” disse Dean.

“Oh, Hercules…” gli prese di nuovo il viso tra le mani e riprese a baciarlo.

Una solennità che scioglieva i cuori di entrambi. Loro erano destinati a restare insieme, lo sapevano, anche se non in maniera romantica, quella era solo una cosa in più, arrivata grazie alla palpitazione dei loro cuori, ma se anche non si fossero innamorati..

“Se anche non ti amassi, non potrei mai lasciarti..lo sai, vero? Sei il mio migliore amico, non potrei stare senza di te.”

“Per me è lo stesso, amico mio, ma non riesco a immaginarmi di averti al mio fianco senza amarti. È impossibile standoti vicino.” Disse Hercules, abbracciandolo.
 
 
 
 
*

Venere aveva assistito a un bambinetto che piangeva per un coniglietto morto, nel bosco, per poi asciugarsi gli occhi e correre felice nel boschetto.

“Ragazzino, perdonami se ti parlo in questo modo, ma non stavi piangendo per la tua creatura, pochi minuti orsono?”
Il bambino sembrò disorientato.
“È vero..ma adesso è passato..”

“Perché? “ poi più dolcemente. “Non è male piangere chi si ama, non devi temere di farlo..”
Il bambino sembrò contrariato.

“Sì che lo è invece. Soffrire è dolore, è una cosa brutta. Sono felice di riuscire ad abbandonare tutto ciò che mi fa soffrire.”
Venere sembrò disorientata come lo era lui poco fa.

“Perché tu vuoi farmi sentire una persona orrenda per questo?? Perché vuoi riportarmi indietro, perché vuoi che soffra? Se tu vuoi questo, allora anche tu..sei una persona cattiva.”
“No, no, io..”

“Ti ho riconosciuta! Sei la ex dea dell’amore! Ecco perché. L’amore è un sentimento brutto, che fa soffrire e tu ne sei la dimostrazione! Tanto più ami, tanto più soffri! E se tu vuoi questo, beh, anche tu SEI CATTIVA!”
“No!! Ti prego non dire così!!”

“MOSTRO!!” e scappò divorato dalla sua ossessione.
Venere si mise le mani sugli occhi, chinandosi, piangendo a dirotto.
 

“Vuoi che inseguo il marmocchio e gli do io una buona ragione per soffrire?”
“NO!! SMETTILA! È UN BAMBINO! SI PUÓ SAPERE CHE TI PRENDE???” strillò Venere.
Marte la guardò corrucciato.

“Ti ha fatto piangere!! Ha fatto piangere la donna che…” ma si fermò.
Si sentì terribilmente in imbarazzo.
E un Dio non dovrebbe mai sentirsi in imbarazzo.

“La malvagità non è mai giustificata!! Anzi!! Se punisci qualcuno per essersi comportato male, non è altro che un’altra sconfitta per l’Amore!!”
Marte era più disorientato che mai, non sapeva cosa dire, sapeva solo che la sua adorata sorella stava molto male e lui non sapeva cosa fare.

“Questo è…è tutto colpa di Giove. È colpa dell’incantesimo che ha creato, privandoci dei nostri poteri..quando li riavremo riacquisiti tutto tornerà come prima..vedrai..”
“Forse io non voglio più essere una Dea!”
“Cosa??” Marte era diventato bianco come un cencio.

Il mio elemento fa SOFFRIRE!! Io faccio soffrire la gente, le persone. Non merito di possederlo.”
Marte guardò Venere, sembrava straziata da cento anni di dolore, all’inferno.

Marte ricordava di quando aveva attraversato l’Ade, in quel frangente vide centinaia e centinaia di anime soffrire, in quel momento Venere gli sembrò una di loro.
 
 
*

Tempo dopo, Marte, Sam e Dean, tornarono nella locanda, nella stanza che avevano affittato e scoprirono Venere con la testa su un cappio, che penzolava.

“NOOOOOOO!” gridò Marte, afferrandola per toglierla da li, con l’aiuto degli altri due.“Perché l’hai fatto. Perché!”
“Perché…mi hai fermato..” disse Venere, accarezzandogli una guancia. “Io faccio soffrire..non merito..di vivere..”

Marte desiderò andare da Giove e colpirlo, colpirlo, fino a farlo sanguinare e macchiare la sua corona di quel sangue.





 






















Note dell'autrice: Marte che perde i poteri è ispirato a episodi davvero andati in onda sulla serie Hercules :D 
ora sembra un po' tirato per le righe, ma vi prometto grandi emozioni! Preparatevi anche a conoscere Venere  la DEA DELL'AMORE, che a sto punto posso rivelare che era la PROFESSORESSA ARIEL!! L'avevo fatta anche vestire di rosa apposta xd ^^

E sì, Giove, fratello di Odino! ahhah vi piace l'idea??
   
 
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