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Autore: AlekHiwatari14    05/02/2019    0 recensioni
Riku, per qualche strana ragione, viene convocato da Yen Sid il quale gli affida un compito importante che nessun altro dovrà mai sapere, essendo l'unico maestro di keyblade in grado di farlo. Dovrà aiutare una fanciulla a chiudere le dimensioni, ma non una qualsiasi. Il viaggio che intraprenderà lo metterà a dura prova, ma non solo. Tra nuove amicizie e scoprendo nuovi mondi nascerà qualcosa di unico che nessuno mai dei protagonisti si sarebbe aspettato.
Raccontata attraverso gli occhi di Riku e dando un ipotetico futuro alla storia di Kingdom Hearts 3 (anche se non l'ho ancora finito e mi baso solo tramite i vecchi Kingdom Hearts già visti e conosciuti e qualcosina vista dai trailer, quindi niente spoiler del 3).
Preparatevi a godervi questa storia attraverso i nuovi mondi.
Buona lettura.
Genere: Avventura, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altro Personaggio, Nuovo personaggio, Riku
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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Capitolo 1.
 
Silenzio.
Solo silenzio c'era intorno a me.
Era un silenzio imbarazzante.
Mi voltai alla mia destra, verso quella aiutatrice che avevo accanto. Era silenziosa e aveva le braccia incrociate e l'aria imbronciata. Sembrava infastidita. Forse, in realtà, non voleva essere aiutata, ma aveva bisogno del mio aiuto. Era come una costrizione per lei. Ebbi questa sensazione, ma ancora non riuscivo a capire cos'avesse nella mente. Era così... dura, tenebrosa e... misteriosa.
Aveva quel velo di mistero che mi incuriosiva sempre di più.
"Vai verso la Città di mezzo." Ordinò improvvisamente, vedendo che eravamo arrivati nello spazio. Annuii, per poi svoltare con la Gummiship in quella direzione. Spostai lo sguardo su di lei. Aveva gli occhi da tutt'altra parte, cose se pensasse ad altro. Confuso, cominciai a fare domande.
"Allora... Non mi hai detto molto di te..." Borbottai non sapendo come iniziare il discorso, ma lei mi interruppe bruscamente con quelle parole: "Meno sai, meglio è."
Di nuovo. Le stesse parole utilizzate da Yen Sid. Meno sai, meglio è. Era come se dovessi rimanere all'oscuro di tutto. Rimasi per un'attimo in silenzio. Era come se non potessi realmente sapere la situazione in cui andavo incontro.
Ero perplesso e cercavo di capire nonostante non potevo e non dovevo: "Si, ma non so nulla sul posto in cui andremo."
"Non è un posto, non è un luogo, è semplicemente l'universo." Rispose, bloccando ogni mia domanda. Era difficile andarci d'accordo. Era impossibile avere un dialogo con lei. Tentai di cambiare discorso, ma l'esito fu lo stesso.
"Da quanto tempo sei una aiutatrice?"
"Non è una domanda pertinente alla missione. Ti basta sapere che dobbiamo chiudere i varchi. Inizieremo dal più distante, così potrai tornare facilmente nel tuo mondo a fine missione. Quanto tempo ci vuole per arrivare alla Città di mezzo?"
"Ehm... credo ci vorranno circa tre ore. Perché?"
"Continua a volare diritto verso il varco dimensionale. Dovremo volare per circa altre tre ore dopo, quindi dovrei farcela." Avvertì, prendendo un orologio dalle tasche del gilé e mettendoselo al collo, ma non prima di averlo cronometrato.
"Farcela per cosa?" Cercai di capire. Lei sorrise e si voltò verso di me dicendomi: "Per svegliarmi."
"Cosa?! Vuoi addormentarti ora?"
"Il tempo è oro e il mio tempo non è come il tuo. Mi sveglierò anche prima delle 6 ore, tranquillo." Rassicurò, per poi mettersi comoda al suo posto per addormentarsi.
In quell'istante pensai che fosse la persona più strana che avevo conosciuto. Addormentarsi nella gummiship mentre eravamo in viaggio, cioè... era assurdo. Si trovavano mille imprevvisti nello spazio, tutti lo sapevano e lei che faceva? Dormiva. Assurdo. Semplicemente assurdo.
Il viaggio non andò per niente bene, anche perché trovai un bel po' di heartless che vagavano e che mi contrastavano.
"Assurdo. Con tutto questo frastuono e questi vuoti d'aria lei riesce ancora a dormire. Tsk..." Pensai a voce alta, vedendo che quel casino non l'aveva minimamente svegliata.
Dopo circa tre ore di viaggio, giunsi alla terra di mezzo e la sorpassai proprio come mi era stato detto, ma non riuscii a proseguire per molte ore. Il carburante mancava e decisi di fare una sosta su un pianeta poco lontano che distanziava circa un'ora dopo la terra di mezzo.
Scesi, guardandomi intorno. Erano delle strade molto simili a quelle viste nella città delle campane, ma era diverso. Non sapevo di essere atterrato in un mondo nuovo. Non sapevo di essere a New Ranopoli.
"Scusate, sapete dove posso trovare del...?" Cercai di domanda, ma ero come invisibile per loro. Andavano tutti di fretta e non comprendevo il motivo.
"Ehi, vieni a trovarci. Siamo nella strada in fondo a destra." Disse un tipo dandomi un foglio tra le mani.
"Veramente, io..." Era già andato verso altre persone a dare lo stesso e medesimo volantino. Volsi lo sguardo e notai che era l'inaugurazione di un ristorante.
"Forse lì troverò qualcuno che può indirizzarmi." Pensai ad alta voce, per poi dirigermi lì. Aprii le porte del ristorante e con grande stupore vidi quella gente ballare e cantare jazz insieme allo stesso tipo che mi aveva dato il volantino, mentre una tipa si avvicinava a me: "Ehi, benvenuto al ristorante. Io sono Tiana, la direttrice del ristorante. Cosa posso offrirti?"
"Veramente non sono qui per mangiare. Avevo bisogno di informazioni."
"Informazioni? Come posso aiutarti?" Chiese gentilmente e allora io colsi l'opportunità: "Sa dove posso trovare del carburante?"
"Certo, Naveen. Smettila di fare Jazz e viene ad aiutare il nostro ospite."
Il tipo scese dal palco per poi venire da me. Mi aiutò a trovare il carburante e a portarlo verso la Gummiship. La cosa strana era che quello era uno dei pochi mondi mai presi di mira dagli heartless. Non ne avevo visto nemmeno uno e la cosa era strana, ma anche bizzarra.
"Non avete avuto problemi qui?" Domandai, rimandendo sul vago.
"Problemi? In che senso?"
"Non so... invasori da altri mondi, heartless..."
"Heartless? Cosa sono? Dei topi o cose del genere?"
Quella sua sete di curiosità mi fece capire che lì non c'erano ancora stati. Era strano. Come mai non era stato ancora preso di mira quel mondo? Possibile che fosse perché era un bel po' più distante degli altri?
"Ehm...lascia stare." Dissi, per poi continuare il cammino. Arrivammo alla Gummiship e cercai di mettere il carburante al suo interno, ma non fu una pensata saggia portarmi dietro quel Naveen.
"Cos'è? Non ho mai visto un oggetto del genere?"
In quell'istante non sapevo cosa rispondere, ma qualcuno lo fece per me: "Oh... è un modello sperimentale."
Mi voltai sentendo quella voce. Era lei. Era Lady R.
Aveva un espressione strana e non esitò a dire: "Qualcosa che i neri come te non possono capire."
"Ehi!" Cercai di farla ragionare su ciò che diceva, ma Naveen se l'era presa e non poco: "Neri? Ma cos'è? Un discorso razzista?"
"Vattene. Fuori dai piedi. Hai fatto il tuo lavoro, nero." Lo umiliò e il tipo non riuscì a rimanere lì. Se ne andò con una mano tra i capelli e il morale a pezzi. Non riuscivo a capire quell'atteggiamento di quell'aiutatrice.
Senza nemmeno pensare, cominciai a prendermela con lei: "Pensavo che le aiutatrici aiutassero e non demoralizzassero."
"Tranquillo. Questo mondo ha la serratura chiusa. Gli heartless non verranno qui e nemmeno i distruttori. Questo mondo si avvicina molto al mio e so come vanno le cose qui."
"Si, ma questo non ti autorizza a trattare male le persone." Le dissi, mentre lei se ne stava per entrare all'interno della Gummiship.
Sospirò, per poi mettersi una mano sul fianco e l'altro sulla fronte. Si voltò verso di me, uscendo dal veicolo e venendomi incontro.
"Sentimi bene. Questo mondo è ambientato negli anni cinquanta. In quegli anni i neri erano presi di mira dai bianchi come noi. Per quanto mi faccia male trattarli in quel modo, non esiste amicizia tra bianchi e neri. Se c'era, il nero sarebbe stato schiavo del bianco. Quindi adeguati." Quelle parole non le capivo. Non ci riuscivo nonostante provavo e riprovavo a comprenderle.
"Adeguarmi? Ma di che stai parlando? Io non mi adeguo. Non sono discorsi da fare."
"Forse, ma il ragionamento di questo mondo va così. Adesso entra e continuiamo. Abbiamo ancora molta strada da fare." Mi interruppe per poi darmi nuovamente le spalle, mentre mormoravo: "Sei pessima."
"Tsk...per questo mi odiano." Borbottò anche lei, mentre intravidi una lacrima scendere sulla guancia. Lo stupore fu tale che non riuscii a non trattenere un: "Cosa?"
Si asciugò velocemente la lacrima per poi voltarsi verso di me e urlare: "Tutti mi odiano per questo, perché mi adeguo alla situazione. Sappi che non sono razzista. L'ho dovuto fare per logica del mondo."
"Logica del mondo?"
"Se qui entra il concetto di amicizia tra bianchi e neri, si aprirà la serratura e se si apre la serratura entreranno gli heartless e se entreranno gli hearless..."
"Ok, basta. Ho capito." Interruppi vedendola irritata e non poco.
"Adesso sali e partiamo. Abbiamo perso già troppo tempo."
Salii, anche se con il cuore in gola. Avrei voluto visitare quel mondo, ma non potevo farlo. Avevo una missione da compiere.
Mi misi a comando e guidai verso la direzione detta da quella Lady R. Diedi un'occhiata in giro notando tanti altri mondi non ancora visitati.
"Non sei mai venuto da questa parte, vero?" Domandò sorprendendomi. Inspiegabilmente era come se mi leggesse nella mente. Mi voltai verso lei e allora lei continuò:"Inutile che fai quella faccia. Te l'avevo detto che sapevo molte cose di te."
"Sai che mondi sono?"
"Quello è il Jazz meow, il mondo dei gatti, affianco c'è Book's Giungla, si dice che sia molto simile a dove abita Tarzan, ma è un bel po' diverso, poi c'è Green ed è il mondo più curioso di tutti. Si dice che ci sia un drago invisibile lì. Poi c'è Treasure Planet, Atlantis, Zootropolis..."
"Ne sono un bel po' di posti non ancora visitati."
"Già, ne sono tanti. Prima c'era anche Randagio, il mondo dei cani, ma alla fine è stato raggiunto dagli heartless e dall'oscurità. A ricordarlo adesso è solo un ristorante nella Città di mezzo."
"Questo... non lo sapevo." Mormorai incredulo. Abbassai lo sguardo. Non sapevo che dire.
C'erano così tanti mondi ed io ne conoscevo solo pochi di quelli di questa dimensione in cui vivo.
Calò il silenzio tra noi, ma dopo un po' lei continuò:"Comunque è a 5 anni."
"Cosa?" Domandai non capendo a pieno le sue parole e allora lei chiarì: "Prima mi hai chiesto da quanto tempo fossi una aiutatrice. Ho incominciato a 5 anni, ma lo sono diventato effettivamente a 15."
"Oh... Quindi qualche anno fa. Anch'io sono diventato maestro di keyblade l'anno scorso, ma sapevo gestire il keyblade già qualche anno prima. "
"Lo so. Tu eri stato prescelto, ma le tenebre ti hanno preso e... il comando è passato a Sora."
"Sai davvero molte cose su di me. Che altro sai?" Chiesi e inaspettatamente mi rispose: "So del tuo incontro con Terra, quando avevi circa 6 anni. So del tuo viaggio nel mondo oscuro, che lo hai fatto solo per trovare la via per dominare l'oscurità dentro te. So che sei stato posseduto da Ansem e che volevi dominare quella forza, ma con lo scontro con Roxas non ci sei riuscito e hai tolto la benda che ti impediva di vedere. So che hai molto a cuore i tuoi amici anche se non lo dimostri, proprio come so che tutto ciò che hai passato è stato solo per farti splendere nell'oscurità. In fondo anche il buio più profondo ha bisogno di una luce di speranza."
Era a conoscenza di ogni cosa, quasi come se fosse stata lì accanto a me e avrebbe vegliato ogni mossa. Era strano. Volevo saperne di più: "Posso sapere come fai a sapere tutte queste cose?"
Ma ovviamente lei non poteva continuare quel discorso. Erano cose non accessibili a me per chissà quale ragione. Così disse quelle parole: "Meno sai..."
"Meglio è. Ho capito."Interruppi completando la frase.
In quell'istante mi resi conto che non era poi così orribile come si mostrava. Aveva un lato buono, ma in qualche modo lo mascherava e questo non lo capivo. Non comprendevo il motivo per cui fare una cosa del genere.
Perché fingere di essere un'altra persona, una dalla personalità fredda e cattiva, invece di mostrarsi gentile e disponibile come lo era con me?
Pensai che probabilmente si era adeguata a come l'avevano dipinta. Non c'era altra motivazione, ma... perché dipingerla in quel modo? Possibile che riguardasse la sua vera natura? Possibile che fosse a causa della dimensione da cui proveniva?

   
 
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