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Autore: Journey    07/02/2019    0 recensioni
La prima volta che i miei occhi incontrarono i suoi rimasi sbalordito dalla profondità di quel blu. E quando le sue braccia mi accolsero per la prima volta per confortarmi, credo di aver percepito il tempo scandire i secondi allo stesso ritmo con cui batteva il mio cuore. Mai, prima di quel momento, avevo sentito il mio cuore battere così forte. E così, finalmente ho capito: non avrei mai potuto amare nessuno come amavo lei. Mi ero quasi dato per vinto. Avrei vissuto il resto della mia vita uscendo con ragazze interessanti delle quali non mi sarei mai innamorato e piano piano avrei visto lei invecchiare tra le braccia di un altro.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altro Personaggio, Jennifer JJ Jareau, Spencer Reid, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Capitolo 11

“Mi ha chiamato Will” disse Spencer uscendo dalla macchina e sbattendo forte lo sportello. Avevo appena chiuso la porta di casa di Penelope e per il freddo mi stringevo il maglione attorno al corpo.

“E quindi?” gli chiesi scendendo i gradini e avvicinandomi a lui. Continuava a fare avanti e dietro nervoso.

“Spence” gli dissi toccandogli il braccio per fermarlo. Lui mi guardò e per un attimo mi mancò il fiato. Era bellissimo. I suoi capelli disordinati, i suoi occhi da cucciolo, le sue labbra. Sentivo il bisogno di assaggiare quelle labbra. Sentivo il bisogno di accarezzare i suoi capelli arruffati. Volevo disperatamente che i suoi occhi guardassero solo me.

“Mi ha chiamato Will e vuole sapere da me chi è l’uomo di cui ti sei innamorata e per cui l’hai lasciato. Pensa che io ne sia al corrente perché sono il tuo migliore amico. Dice che non c’è nessuno che ti conosca meglio di me”.

Mi sentii tremendamente in colpa. Spencer odiava mentire. Dovevo assumermi le mie responsabilità e dovevo farlo da sola, senza trascinare lui in questo casino.

“Non preoccuparti, me la vedrò io. Gli spiegherò tutto io.”

“Non voglio più mentire, JJ. Odio farlo. E Will è un brav’uomo, non se lo merita”

“Pensi che non sappia che Will sia un brav’uomo? Pensi che non mi stia logorando internamente per tutto quello che ho combinato? Ho rovinato la vita di due persone con il mio egoismo. Ti sembra poco? Al momento faccio difficoltà anche io a convivere con me stessa. Non ho scelto di innamorarmi di te. Non ho scelto di accorgermene solo ora. Purtroppo è successo. E mi dispiace, Spence. Mi dispiace davvero.” Gli dissi con le lacrime agli occhi allontanandomi da lui per non mostragli la mia debolezza. Non volevo che mi vedesse piangere ancora.

“Devi smettere di ripeterlo. Non migliori la situazione. La peggiori. Ogni volta che mi ricordi che sei innamorata di me, mi uccidi.”

“Pensi che sia facile per me ricordarmi ogni volta che il mio sentimento non è ricambiato? E mi fa sentire incredibilmente stupida, perché ogni volta che pronuncio quelle parole, spero sempre che ad un certo punto mi risponderai dicendomi che mi ami anche tu. Che vuoi stare con me”

Mi guardò senza proferire parola. Poi inspirò profondamente e chiuse gli occhi. Si voltò, dandomi le spalle. Appoggiò una mano sullo sportello dell’auto. I secondi passavano lentamente, sembravano interminabili minuti. Lui non si muoveva. Io non mi muovevo.

Ma qualcuno doveva fare qualcosa. Così presi coraggio e mi avvicinai a lui. Gli misi una mano sulla spalla. Non si mosse, continuò a fissare per terra, rivolto verso lo sportello della sua auto.

“Grazie per essere passato. Me la vedo io con Will, torna a casa ora” gli dissi e mi allontanai.

Non so come successe esattamente, ricordo solo che, mentre camminavo per raggiungere la porta di Penelope, mi sentii cingere da dietro. Qualche istante dopo, ero ancora intrappolata tra le braccia di Spencer che mi guardava. Mi guardava come mi aveva guardato quella notte in hotel. Aveva gli occhi scuri, come mai erano stati prima. Non mi parlò, mi guardò soltanto e mi sentii avvampare come una ragazzina. Prima che potessi accorgermene, si fiondò sulle mia labbra trascinandomi in un bacio famelico, bisognoso. Fuochi d’artificio, farfalle nello stomaco, tachicardia, i segnali c’erano tutti. Avevo sognato quel bacio, sperato di averlo e mentre succedeva continuavo a pensare che fosse meglio di quanto avessi immaginato. Lui stava con un’altra e avrei dovuto fermarlo per quello. Ma non lo feci. Non ci riuscii. Volevo quel bacio, volevo lui più di ogni altra cosa al mondo e non mi interessava quanta gente avrei fatto soffrire. Sperai che non finisse mai. Mi aggrappai alla sua giacca più forte possibile, ma questo non bastò. Quel bacio giunse al termine e Spencer scappò via lasciandomi lì ad interrogarmi, piena di domande, con la testa ormai stracolma di speranze.

Quando tornai dalle mie amiche, Penelope mi fece il terzo grado. Emily era altrettanto interessata a scoprire cosa ci fossimo detti e cosa fosse successo. Ma non me la sentii. Volevo solo andare a letto e riposare. Chiudere un attimo gli occhi e ricordare quel bacio. Il mio primo bacio con l’uomo che amavo. Il mio primo bacio con il mio Spence.

La mattina seguente lasciai i bambini a scuola e con le mie colleghe andai al lavoro. Mi tremavano le ginocchia all’idea di rivedere Spencer e di rivederlo con Sarah. Non sapevo come avrei reagito alla sua vista. Non avevo idea di come comportarmi. Così, cercai di ritardare il momento del confronto e mi rifugiai nell’antro di Penelope, sicura di trovare lì un posto sicuro.

Ma, mentre ero seduta sulla sua sedia aspettando che tornasse dal bagno, Spencer entrò nella stanza.

“Penelope sto impazzendo” disse prima di accorgersi che Penelope non c’era e che, al suo posto, c’ero io. Sgranò gli occhi quando mi vide.

“Scusa!” esclamò e tentò di uscire.

“Spence!” lo chiamai “Possiamo parlare?”

Lui mi guardò e non disse nulla. Poi si guardò intorno, notò una sedia vicina alla porta e si sedette lì, ben lontano da me.

“Prendi le distanze da me?” gli chiesi.

“Sì, dopo ieri sera, preferisco così” mi rispose.

“A proposito di ieri sera, ti va di parlarne?” domandai.

“Sinceramente JJ, non mi va”

“Ti prego Spence. Aiutami a capire. Mi dici che non provi nulla per me, ma poi mi baci. Io sono pazza di te e se mi baci e poi vai via, mi confondi”

“JJ sono confuso anche io. Tu sei tutto ciò ho sempre voluto, tutto ciò che ho sempre desiderato. Sei la prima persona che ho amato, profondamente. E ieri sera sentivo di doverti baciare. In quel momento sapevo che era la cosa giusta da fare. Non so perché. E io so sempre il perché delle cose.”

“Spence è possibile che il tuo amore per me non sia del tutto svanito?” gli chiesi avvicinandomi a lui.

“No. Io amo Sarah. E ti prego di non avvicinarti” mi disse. Ma non lo ascoltai. Continuai ad avvicinarmi a lui fino a quando non fui così vicina da potergli toccare le spalle senza allungare completamente le braccia.

“Se amassi Sarah come dici, non mi avresti mai baciato. E sono più che disposta a scommettere che se ne avessi l’occasione, mi baceresti ancora” risposi. Stavo rischiando. Ma ormai non potevo più tirarmi indietro. Avevo avuto un assaggio di Spence e non mi era bastato. Volevo di più. Lo volevo tutto per me, volevo le sue labbra, le sue braccia, lui… tutto per me. Così, chiusi la porta e approfittai del fatto che fosse seduto per mettermi a cavalcioni su di lui.

“JJ” mi disse guardandomi negli occhi.

“Spence, shh”

Piegai la testa di lato e cominciai a baciargli il collo mentre le sue mani si aggrapparono ai miei fianchi. Sorrisi a quel contatto. Continuai a baciarlo. Il collo, il mento, le guance, fino ad arrivare alle labbra. Gliele morsi delicatamente prima di concentrarmi avidamente su di loro. Stavo sbagliando. Lo sapevo. Spencer non era un uomo libero. Ma non mi interessava. Lui era l’uomo della mia vita. E in quel momento era solo mio.

Finalmente mio.

   
 
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