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Autore: 9624_nu    07/02/2019    0 recensioni
Io, Kurt Hummel, sono fermamente convinto che gli occhi delle persone possano mentire. Possano seguire gli ordini della persona a cui appartengono, fingendosi innocenti quando sono colpevoli, o felici quando sono tristi.
O è così, o le anime vengono ignorate. Perché, care signore e cari signori, se gli occhi fossero lo specchio dell’ anima, la sofferenza trasparirebbe da ogni sfumatura delle pupille e le persone dovrebbero accorgersene.
E fidatevi.
Non è mai così.
Mai.
Quindi no, gli occhi non sono lo specchio dell’ anima.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Burt Hummel, Kurt Hummel, Santana Lopez, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Kurt, Brittany/Santana, Finn/Rachel
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Nel Glee club le voci maschili erano piuttosto…mediocri. Finn aveva una bella voce, ma troppo scontata per essere la star. Sam era troppo Justin Bieber e gli altri non erano degni di nota. (La mia voce è troppo acuta per essere considerata maschile)
Per le regionali era assolutamente indispensabile una voce maschile all’ altezza mia e di Rachel, che avrebbe cantato un duetto con me e uno con lei. Così, disperati, decidemmo di mettere un annuncio nella bacheca all’ entrata del McKinley (come se qualcuno l’ avesse veramente considerata). Sono ancora sconvolto dal fatto che la fortuna abbia deciso di degnarci di uno sguardo, quel lontano 5 febbraio, quando un ragazzo bassino con i capelli ricci e gli occhi più grandi che io abbia mai visto, entrò dalla porta con un sorriso smagliante.
-Ehm…ciao. Ho letto che cercate un solista per le gare di canto, giusto?-
È carinissmo, pensò Kurt per qualche secondo.
 Ma trovava esagerato che tutte le ragazze del glee fossero rimaste a bocca aperta.
 E qualcuno dovrà pur accoglierlo, no?
-Ciao. Sì, cerchiamo un nuovo solista. Di solito non sono tutti così silenziosi, te lo assicuro. Kurt Hummel comunque- gli disse porgendogli la mano
-Blaine Anderson- rispose lui stringendogliela.
-Hai capito Hummel. Hai fatto colpo eh?- gli sussurrò Santana.
-Carino è carino. Gay è gay sicuro- aggiunse Rachel.
-Ehm…io sarei qui- intervenne imbarazzato Blaine.
-Lasciale perdere, non hanno nulla da fare se non spettegolare. Allora, cosa ci canti?- gli disse leggermente arrossato.
-Teenage dream, al pianoforte però- rispose Blaine con le guance rosse.
È adorabile con le guance rosse e i ricc…non lo sto pensando davvero. Nemmeno lo conosco. Potrebbe anche essere uno di quegli stronzi omofobi che mi prenderanno a granitate in faccia.
-Wow. Il palc…l’ aula è tutta tua- si corresse Finn con un sorriso.
 
 
Kurt non aveva mai sentito una voce più perfetta. Roca e profonda al punto giusto, ma che era anche acuta.
Le nostre voci sarebbero perfette insieme…
-Però, ha una voce che si adatta alla tua. E non solo per il canto, non so se mi spiego- gli disse Santana all’ orecchio.
-Sei disgustosa, Santana-
-Me l’ hai insegnato tu Hummel-
Dannazione, ha ragione in entrambi i casi.
-Beh, wow. Direi che sei assolutamente dei nostri, Blaine- disse Finn ammirato mentre gli altri annuivano alle sue parole.
-Grazie- disse Blaine sorridendo e alzandosi per cercare un posto e sedersi.
Santana fu fulminea. Si spostò accanto a Rachel lasciando la sedia accanto a Kurt vuota.
Dannazione Santana. Beh non mi dispiace affatto. Anzi. Magari scopro se è gay…
-Ehm…ciao- sussurrò Blaine, per cominciare a conversare.
-Ciao a te, miracolo appositamente disceso dal cielo per farci vincere le Provinciali- rispose Kurt sorridente.
E da quando sono così simpatico?
-Addirittura. Beh grazie tante per il complimento.-
-Sei nuovo, vero?-
Ti avrei notato prima se non lo fossi.
-Sì, vengo da Westerville-
-Aspetta, tu andavi alla Dalton?- chiese Kurt sgranando gli occhi
-Sì.- rispose lui abbassando lo sguardo
-Adoro quella scuola. Ci sarei voluto andare anche io,  ma la retta è piuttosto costosa-
-Già, è per questo che sono venuto qui. Al McKinley-
-Ma la Dalton è una scuola a tolleranza zero contro i bulli giusto?-
-Sì, mi ci sono trasferito l’ anno scorso. Il primo anno ero in un’ altra scuola, ma mi hanno pestato a sangue dopo il ballo della scuola perché ci ero andato con l’ unico altro ragazzo gay dichiarato della scuola e sono andato alla Dalton. Poi a mio padre è venuto in mente che non può spendere tanti soldi solo perché suo figlio è gay, quindi mi ha mandato qui.-
Che grandissimi stronzi omofobi
-Capisco i tuoi problemi, credimi. Ma sai che entrando nel glee verrai preso di mira? Granite in faccia, lanci nei cassonetti, spintoni contro gli armadietti-
-Quando ero al primo anno lasciavo che mi ferissero, che mi dicessero chi dovevo essere, poi ho capito che non valeva la pena cambiare per loro e ho deciso di essere me stesso. Mi piace cantare? Lo faccio. Nessun problema con le ripercussioni. Che mi dici di te?-
Wow.wow.wow.wow. Dove diavolo sei stato fino ad ora?
-Ehm. Vediamo…ho scoperto di essere gay all’ età di sei anni, gli altri se e sono accorti alle medie. Al liceo sono riuscito ad entrare nel glee club e quest’ anno farò domanda per la NYADA-
-Wow, la NYADA. Pensavo di fare domanda ì, magari mi prendono-
Ti prendono, ti prendono.
-Beh, non hai nulla da perdere, no?- disse Kurt incatenando i suoi occhi a quelli del moro.
I suoi occhi. Potrei passare ore ad osservarli senza stancarmi mai.Insomma, di che colore sono? Nocciola? Verdi? Sono fantastici.
-No, nulla- rispose l’ altro continuandolo a guardarlo, passandosi inconsciamente la lingua sulle labbra.
Wo.WoWoWoWo. Sexy. Molto molto sexy.
-Ehi ragazzi. Che fate di bello?- disse Sam costringendoli ad interrompere il contatto visivo.
-Nulla- risposero insieme.
Il sorriso di Santana non passò inosservato.
 
E voi penserete che io mi sia innamorato di lui come fanno tutti gli adolescenti: uscendo con lui, baciandolo delicatamente e diventando il suo ragazzo.
Ma la mia vita potrebbe mai essere così semplice?  No.
-Piccolo , forse dovresti spiegare con calma…-
-Ti lascio parlare solo perché sei tu e ti amo-
Vedete come mi rende coccoloso? Caz…cavolo.
-Ti amo anche io-
Non posso sorridere come un ebete ogni volta.
Ma se mi guardi così…
Oh al diavolo, sì che posso.
 
Dicevamo…
Il lunedì era sempre stato un giorno orribile.
Sì, era un cliches.
Ma era fottutamente vero.
Niente era peggio che entrare a scuola dopo aver passato il fine settimana a divertirsi senza aver pensato al gusto della prima granitata che ti avrebbero lanciato addosso alla fine del week-end.
Ma quando entri a scuola e la prima cosa che vedi, la pima persona che vedi, è Blaine Anderson con dei vestiti indecentemente perfetti addosso e ti accorgi che quel cogli…ragazzo antipatico di nome Karovsky sa per lanciargli addosso una granita, non puoi che prendertela al suo posto.
Kurt è assolutamente convinto di averlo fatto solo per non fare un torto alla moda, solo per quello.
-Oh Hummel, che carino che sei, difendi il tuo ragazzo. Mi fai tenerezza- ridacchia quel c-ragazzo.
-Non è il mio ragazzo, è un mio amico. E se non hai nient’ altro di meglio da fare che lanciarci granite addosso, ti consiglio di trovarti un passatempo- lo guardò truce il biondo, andando verso il bagno.
Non vide che Blaine lo seguiva.
-Kurt, mi dispiace. Insomma non volevo che…prendesse te. Non avevo visto che stava per colpirmi…-
-Non ti preoccupare non me l’ hai certo chiesto tu- gli disse dolcemente lui.
-P-perché l’ hai fatto?- sembrava così timido, come se si aspettasse una risposta.
E Kurt non voleva deluderlo.
 
 
-Non ci ho pensato. L’ ho fatto e basta, mi sembrava giusto-
 
 
A Blaine sembrò bastare.
 
La verità era che nemmeno lui sapeva perché l’ aveva fatto. Lo conosceva a malapena da una settimana, ma sentiva qualcosa…qualcosa che lo spingeva a volerlo proteggere.
E questo metteva in discussione tutto.
Ogni suo modo di vedere il mondo.
Si ritrovava a  cercarlo con lo sguardo senza accorgersene, quando era nervoso era pensare a lui che lo tranquillizzava. Quando lo guardava, si ritrovava ad osservare per minuti interi i suoi movimenti. E il suo sorriso.
Dio, il suo sorriso.
Il sorriso di Blaine era come una boccata d’ ossigeno nell’ apnea più totale. Quel ragazzo era capace di far crollare tutte le sue barriere soltanto accennando uno di quei sorrisi mozzafiato.
E non andava bene.
No, non andava proprio bene.
Kurt si era ripromesso che non si sarebbe mai innamorato.
Mai.
Mai nella sua vita l’ avrebbe fatto. L’ amore porta inevitabilmente dolore e lui aveva sofferto già abbastanza senza trovare l’ amore e poi lui stava benissimo così.
Non aveva bisogno di qualcuno che gli sussurrasse parole dolci e che dormisse accoccolato a lui.
Non aveva bisogno di baci rubati e canzoni dedicate.
Lui non aveva bisogno di Blaine.
 
Ma potevano sempre essere amici, no?.
 
 
   
 
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