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Autore: apeirmon    09/02/2019    1 recensioni
L'incontro tra Tremotino e Milah è stato determinante per la creazione del Sortilegio. Sarà stato dettato dal Destino?
[Storia partecipante al contest “Missing Moments” indetto da Ghostmaker sul forum di EFP]
Genere: Fantasy, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Milah, Signor Gold/Tremotino, Sorpresa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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 Stacco il filo dall'orlo della camicia e lo taglio.
Mi alzo per posare l'abito sul banco della merce, quando sento la porta cigolare alle mie spalle.
I suoi capelli sono paglia nera: lucenti, malleabili, pesanti e preziosi come non ne avevo mai visti. Quasi non noto gli occhi verdi da quanto mi paralizzano.
E non è la solita paralisi.
- Buon giorno. Non sono del villaggio e ho fatto un lungo viaggio. Ho ricevuto una lettera in cui mi è stato scritto che posso rivolgermi a Voi per rammendare i miei calzari.- mi racconta la donna. - Siete Tremotino, vero?
- Sì, sono io. Prego, prego... Siete nel posto giusto.
Provo a pensare a un motivo per farla aspettare nella sartoria, ma la possibilità che mi vada tutto liscio mi spaventa.
Lei mi tende le calzature e io le esamino in modo da distogliere lo sguardo e iniziare una conversazione.
- Cosa Vi ha portato a viaggiare?
- Mio padre mi ha cacciato di casa. Al mio villaggio non sono riuscita a trovare marito e mia madre è morta. Così sono diventata un peso per lui.
Sento i muscoli delle guance tremare appena.
- Anche mio padre mi ha cacciato dal luogo in cui vive. E ho perso anche io mia madre. Da molto tempo.
- Il mestiere lo avete ereditato da loro?
Sento la sofferenza uscire da una bocca modellata per una risata.
- Oh, no... No: sono state tre tutrici ad insegnarmi. Posso insegnare anche a Voi, se...
Mi blocco. Non so perché ho cominciato questa frase. Non l'ho nemmeno pensata.
- Ve ne sarei eternamente grata. Ma non ho denaro per pagarVi.
- Non importa. Il Vostro lavoro sarà più che sufficiente. Posso condividere con Voi vitto e alloggio, se necessitate.
Lei mi osserva con ammirazione. Osserva un patetico omuncolo che nasconde una dichiarazione sotto un tappeto d'ospitalità.
- Non ho mai incontrato un uomo tanto premuroso.
Sorrido compiaciuto.
- Posso sapere il nome della mia allieva?
- Puoi chiamarmi Milah.
- Bene, Milah: ripariamo le tue calzature.
Mentre mi volto verso l'arcolaio, mi sembra di scorgere un'ombra muoversi con la coda dell'occhio.

- Hai consegnato la lettera? - chiese impaziente. Ricevette un cenno d'assenso.
- E vivranno insieme?
L'ombra annuì di nuovo.
- Ottimo. Non mi resta che aspettare che mio nipote cresca. 
   
 
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