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Autore: Recchan8    10/02/2019    4 recensioni
"Quando sei una studentessa universitaria sull'orlo di una crisi di nervi e rimasta quasi al verde, sei disposta a tutto pur di salvarti quello che viene volgarmente chiamato culo”.
Delia, studentessa universitaria, per motivi economici decide di prestare il suo appartamento all'home sharing. Un click su di un pulsante sbagliato segnerà l'inizio di una settimana che Delia e il suo ospite non potranno dimenticare.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Min Suga era stato fin troppo chiaro: nessuno di loro doveva presentarsi all'aeroporto. Da quel suo messaggio era trasparita un'autorità talmente dittatoriale che nessuno, neppure Jin e Namjoon, avevano osato contraddirlo.
-”Ehi Kookie, quanto manca?”- domandò Hoseok all'amico, seduto insieme a lui sul divano del soggiorno.
Jungkook alzò lo sguardo dal cellulare e cercò di incrociare gli occhi con Namjoon.
-”Huyng!”- lo chiamò quando vide che era inutile tentare di contattarlo telepaticamente. Purtroppo sua madre gli aveva donato tutto (bravura, bellezza, talento, simpatia) tranne dei poteri psichici.
-”Che c'è?”- si girarono tutti a guardarlo.
Seokjin arrivò a passo spedito dalla cucina. Agitò le bacchette di metallo per aria, indignato.
-”Questa storia va avanti da più di cinque anni, te ne rendi conto?”- rimproverò il maknae.
Jungkook sprofondò nel divano e sghignazzò.
-”Lo so, ma è divertente!”-.
Jin fece roteare gli occhi e tornò in cucina a finire di preparare la colazione per tutti. Ricordava che Yoongi sarebbe tornato verso le otto e mezza, per cui aveva contato anche lui per il primo pasto della giornata.
-”English-hyung”- riprovò Jungkook, questa volta riuscendo a ottenere l'attenzione di Namjoon. -”Quanto manca?”-.
RM controllò l'ora sul cellulare.
-”Tra poco dovrebbe arrivare”- rispose. -”Non saltategli addosso e lasciategli i suoi spazi. Sapete com'è fatto e sapete pure quanto pesi sul fisico di una persona il jet lag”- si raccomandò guardando i compagni uno a uno.
Jimin e Taehyung annuirono e risposero che ci avrebbero provato; iniziarono a confabulare tra loro, architettando chissà quale scherzo per l'amico in arrivo. Namjoon saltò su e cercò di dissuadere la 95 Line dal far infuriare Yoongi.
-”Vado a dare una mano a Jin”- disse Hoseok dopo aver riso alle spalle del leader per un po'. Guardò Jungkook e gli chiese cosa avesse intenzione di fare.
-”Aspetterò qui sul divano”-.
L'accesa discussione del terzetto lasciò l'ambiente comune e si spostò al piano di sopra. Le risate di Jimin e Taehyung superavano le pareti, così come le grida disperate di Namjoon e i suoi sospiri esasperati. Jungkook si tirò su il cappuccio della felpa e, occhi incollati al cellulare, sorrise.
Non passava giorno in cui non ripetesse a se stesso quanto fosse stato fortunato a incontrare degli amici del genere.
Teneva molto ai suoi sei fratelli maggiori, nonostante fosse risaputo che si divertisse un mondo a far saltare i nervi a tutti loro. Quando Yoongi aveva iniziato a mostrare segni di aridità artistica, Jungkook, contrariamente a quel che dava a vedere, si era preoccupato. Non aveva confidato i suoi timori a nessuno, decidendo di rimanere in disparte e di non mettere pressione al frustrato Suga. Sperava davvero che il viaggio in Italia avesse giovato al suo hyung.
Dei sei ragazzi in trepidante attesa, sparpagliati per tutta la casa e agitati come trottole, solo il “piccolo” Jungkook, rimasto da solo in soggiorno, si accorse della silenziosa apertura della porta d'ingresso. Lanciò il cellulare sul divano e scattò in piedi, pronto a richiamare gli altri e a dare un caloroso bentornato a Yoongi, ma lo sguardo inspiegabilmente tagliente di quest'ultimo gli sigillò le labbra. Suga chiuse la porta una delicatezza che scozzava pesantemente con la sua espressione furiosa; sembrava essere arrabbiato col mondo intero.
-”Hyung...”- boccheggiò Jungkook, incapace di comprendere il volto tristemente adirato di Yoongi.
Il continuo vociare degli altri ragazzi era perfettamente udibile; si riverberava per tutta la casa come un'eco allegra, ma la sua gioia pareva rimbalzare contro l'alone cupo che ricopriva la figura dell'idol appena arrivato. Suga, lasciando i propri bagagli sull'uscio, si avvicinò a Jungkook. I suoi passi erano più pesanti del solito, intrisi di un intenso male di vivere. Gli restituì la preziosa fotocamera, non prima di averle riservato una lunga occhiata sofferente.
-”Ho fatto delle foto. Facci cosa ti pare”- mormorò il rapper senza guardare l'amico negli occhi. Recuperò i bagagli e si diresse come un'anima in pena verso il Genius Lab. Non aprì bocca, non disse niente; non si annunciò e non chiese a Jungkook di chiamare gli altri: si chiuse nel suo spazio privato innalzando un'altissima muraglia tra sé stesso e il mondo circostante.
-”Allora siamo d'accordo!”- ridacchiò Taehyung scendendo le scale seguito a ruota da Jimin. Vide Jungkook in piedi con la macchina fotografica in mano e un'espressione confusa sul volto. -”JK?”- lo chiamò.
-”Qui abbiamo finito!”- disse J-Hope facendo capolino dalla cucina. -”La colazione è pronta, manca solo Min Suga”-.
Il maknae abbassò gli occhi pensosi sulla fotocamera. Yoongi gliel'aveva restituita con disprezzo ma, allo stesso tempo, con rammarico, come se separarsi da essa avesse costituito per lui un'enorme difficoltà.
-”Quella non è l'avevi data a Yoongi?”- gli chiese Seokjin manifestandosi alle spalle di Hoseok con il grembiule da cucina ancora addosso e indicando con un cenno del capo la macchina fotografica. Gli altri quattro si voltarono di scatto simultaneamente a guardare il dispositivo stretto tra le mani di Jungkook.
-”Yoongi è tornato e nessuno di voi l'ha sentito?!”- quasi gridò il più grande.
-”Perché te la prendi con noi?”- si lamentò V. -”Nemmeno tu te ne sei accorto”- gli fece notare. -”JK, potevi chiamarci!”-.
Jungkook, sentendosi chiamare in causa, sussultò e alzò lo sguardo, spezzando il contatto visivo con la macchina fotografica e, di conseguenza, interrompendo il suo flusso di pensieri. Si schiarì la voce e sorrise; mentire contemporaneamente a cinque dei suoi hyung non era una passeggiata.
-”Volevo farlo, ma Suga-hyung me l'ha impedito”- spiegò stringendosi nelle spalle. -”Mi ha detto che voleva andare a riposarsi. Adesso scusatemi ma voglio vedere che foto ha fatto”- tentò poi di eclissarsi.
Sfrecciò davanti a tutti gli altri e salì le scale facendo due gradini alla volta. Sentì Taehyung chiamarlo e chiedergli di aspettarlo perché voleva anche lui vedere le foto fatte da Yoongi, ma Jungkook fece finta di non averlo sentito. Raggiunse la sua postazione davanti al fidato computer e, dopo essersi assicurato di aver chiuso a chiave la porta, iniziò a trasferire tutte le immagini dalla fotocamera al computer. Suga non glielo aveva detto esplicitamente, ma il fatto che si fosse fatto vedere ridotto in quello stato solo da lui poteva significare una cosa sola, e il maknae aveva recepito il messaggio forte e chiaro: “Coprimi finché non mi farò vedere di mia spontanea iniziativa”.
Ma perché Suga non voleva interagire con gli amici che non vedeva da una settimana?
Cos'era successo in Italia?
Le risposte a queste e ad altre domande che svolazzavano come farfalle impazzite nella testa di Jungkook risiedevano nelle foto scattate da Yoongi in Toscana; Jungkook ne ere certo.
Il messaggio di avviso che apparve sulla schermata del computer notificò a Jungkook il termine dell'operazione di importazione. Aprì la cartella di immagini appena creata e iniziò a guardare i file uno a uno. La prima foto che catturò la sua attenzione ritraeva una ragazza dai capelli rossicci presa praticamente di spalle, con la chioma rosso mogano che seguiva il rapido movimento appena compiuto dal capo e dal corpo, scattata in mezzo a delle intricate ma bellissime fronde verdeggianti. La foto era stata fatta talmente vicino al soggetto che era impossibile pensare che la ragazza fosse una perfetta sconosciuta: Yoongi doveva sicuramente conoscerla.
Jungkook aggrottò le sopracciglia, chiedendosi se avesse mai sentito il compagno parlare di una qualche amicizia in Italia. Non sovvenendogli niente, riprese a scorrere le immagini.
Restò a bocca aperta quando si rese conto che quella ragazza misteriosa era una costante presenza nelle foto di Yoongi.
Batté le mani sulla scrivania e si protese in avanti, avvicinando il viso allo schermo del computer. Non poteva credere ai suoi occhi. Guardò più e più volte le foto, cercando di capire chi potesse essere quella ragazza dai capelli tinti e dal brillante sorriso, un sorriso talmente brioso da essere riuscito a contagiare quel cadavere ambulante di Suga.
L'ultima foto raffigurante la ragazza era un capolavoro: Jungkook dovette allontanarsi dal computer qualche secondo perché non riusciva a credere che una foto del genere fosse stata scattata da Yoongi, il quale a malapena sapeva quale fosse il pulsante dello scatto di una fotocamera. La ragazza era appoggiata a una balaustra bianca, le caviglie intrecciate su un'insolita pavimentazione a scacchi e il tramonto alle sue spalle che incendiava i suoi capelli rossi danzanti nella brezza marina; in mano aveva una sigaretta accesa e l'altra, sollevata all'altezza della testa, cercava di liberare il volto dai capelli che il vento aveva spostato; rideva la ragazza, rideva di cuore, e Jungkook era sicuro che così avesse fatto anche Yoongi mentre scattava quella foto.
Chi fosse stata per lui quella ragazza era un enigma, ma il maknae sapeva che, qualunque ruolo avesse essa giocato nella sua vita, Yoongi soffriva per la sua mancanza.
Qualcuno bussò alla porta, chiedendogli se avesse intenzione di fare colazione. Jungkook spense il computer il più velocemente possibile, avendo cura di eliminare tutte le foto dalla memoria della macchina fotografica.
-”Sì, arrivo subito!”-.
Lasciò la stanza seguendo Jimin e tornando così al piano terra.
-”Come sono le foto di Suga?”- gli domandò curioso.
Jungkook si passò una mano tra i capelli e si lasciò scappare un sospiro deluso.
-”Uno schifo. Non sono sicuro di riuscire a salvarne qualcuna”- mentì.
-”Peccato! Mi sarebbe piaciuto vedere qualcosa di decente!”- si lamentò Jimin.
Jungkook sorrise e concordò con lui.
Raggiunsero gli altri in cucina e si sedettero al grande tavolo, iniziando a fare colazione mentre, ridendo e scherzando, si auguravano tutti di vedere e poter parlare con Yoongi il prima possibile.
Stai tranquillo, huyng”, pensò Jungkook. “Il tuo segreto è al sicuro”.
Dall'altra parte del tavolo, Namjoon, gli occhi fissi sul maknae, strinse le labbra.

 

 










 

ANGOLO AUTRICE
Si vede che ho finito gli esami e che per il momento sono libera, ahahah!
Yoongi è atterrato e il suo umore non è dei migliori: noi sappiamo il perché, ma gli altri ragazzi ne ignorano il motivo; anzi, non sanno nemmeno che ha qualcosa che non va! L'unico che ha avuto modo di rendersene conto è Jungkook, al quale Yoongi ha restituito la macchina fotografica contenente alcune foto di Delia: lo avrà fatto di proposito o si è dimenticato di quelle immagini? Ad ogni modo, Jungkook ha deciso di non rivelare a nessuno l'esistenza di quella ragazza dai capelli rosso mogano, nonostante gli sia fin troppo chiaro che è proprio a causa sua se Suga non è al top della forma. Crede di poter mantenere il segreto senza problemi, ma è troppo ingenuo: Namjoon sospetta qualcosa.
Grazie a tutti per il supporto <3
Ci vediamo al prossimo capitolo! ^^

 

   
 
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