L come…
…Labbra
Il tuo sorriso scalda il mio cuore,
non credo di poter resistere ancora eppure attendo, sciocca aspetto il momento,
quel momento. Eppure non arriva mai e tra le mie dita scivola il tempo, se
avessi saputo, se avessi capito quanto poco ce ne restava. Eravamo ancora solo
tu ed io, nessun noi, eppure, eppure il noi era lì, ad afferrarlo bastava un
momento, quel momento che mai arrivava.
Il cielo è azzurro e i miei occhi non
riescono a staccarsi dai tuoi e quel momento lo hai afferrato tu e le tue
labbra si sono posate sulle mie. Un istante che è diventato tutto.
È perfetto anche nella sua
imperfezione, ridiamo della nostra goffaggine, scherziamo e poi lo facciamo
ancora: le tue labbra sulle mie.
Un istante che avrebbe dovuto bastare
per sempre. Un’eternità condensata in un singolo momento.
Ho creduto che non avrebbe mai più
potuto piovere, che su di noi, per noi, avrebbe solo brillato il sole.
Quanto tempo abbiamo avuto? Quanti
mesi, settimane e giorni?
Non abbastanza…
…Lacuna
Il silenzio sembra nulla, l’omissione
sembra niente, la lacuna solo un dettaglio. Non capivo… sciocca, non
immaginavo. Era così normale, non era mai pesata tra di noi l’omissione. Non ho
visto l’ombra che stavo chiamando, non ho capito l’errore che stavo facendo.
Nascondevo una parte di me e pensavo
che quello che mostravo sarebbe bastato. Il noi avrebbe vinto, credevo, anche
sul temporale più tremendo. Non capivo che io stessa stavo addensando nubi.
Il segreto iniziava a pesare, ma io
ignara bacio le tue labbra credendo, sperando, che basti.
…Lacerarsi
Lo vedo nei tuoi occhi. Increduli
prima, sorpresi dopo, pieni di orrore infine. La mia maglia è in pezzi, ma non
vi sono ferite sul mio petto da fermare. Le tue mani cercano invano, mentre i
tuoi occhi capiscono.
“No…” Mormori e sento il mio cuore
lacerarsi, sento il temporale annunciarsi.
“Posso spiegare.” Farfuglio e quegli
occhi che tanto amo si chiudono, mentre le labbra che bacio con amore si stringono.
“Non c’è nulla da spiegare.”
Il temporale che prima era
all’orizzonte e non vedevo, ora si fa sentire e la tua voce è un vento freddo,
le tue mani, lontane da me ora, i pugni stretti, sono tuoni e lampi in un cielo
nevoso.
“Credevo che tra te e me non ci
fossero segreti. Mi sbagliavo.” Un passo indietro, un altro.
E non rimane più nulla del noi che
eravamo.
Oh, il noi c’è ancora, nel mio
appartamento, ovunque io posi gli occhi, nella mia vita, ovunque io posi la
memoria.
Ma non per te. La lacuna ha lacerato
qualcosa anche dentro di te. Io ho spezzato qualcosa dentro di te.
“Buona fortuna: prenditi cura di te stessa, Supergirl.”
Dici ed sei beffarda, così beffarda che è come ricevere uno schiaffo.
…Livore
Mi odi, prima era con cieca rabbia,
ora con il preciso e freddo odio della tua famiglia.
Non riesco a fermarti, non posso. Mi
spezza il cuore e va bene così, perché so di aver spezzato il tuo. Parlo, urlo,
sussurro, non basta, piango… e lo vedo, lo vedo quel bagliore nei tuoi occhi.
Il noi è vivo anche nella tua
memoria, il noi esiste e forse, di notte, nel tuo letto, anche tu piangi ciò
che eravamo.
Ma il livore è troppo forte, la tua
fierezza troppo importante. Ti ho ferita e ora tu ferisci me.
Un gioco crudele e senza fine che
distrugge entrambe eppure, eppure spero ancora che le tue labbra, un giorno, si
posino di nuovo sulle mie, che il tuo cuore venga di nuovo sfiorato dal mio,
che i nostri occhi si trovino ancora… che il noi torni ad avere senso.
Ma come può? Adesso che è lo stesso, adesso che è cambiato tutto?
Io non posso, non posso odiarti,
maledirti o respingerti, posso solo impedirti che ti faccia male e lo faccio, ti
salvo ancora e ancora, da te stessa, da tutti e malgrado tutto.
E a sorpresa questa volta tu salvi
me, poco importa se devi salvarmi dalla tua stessa minaccia. Poco importa se
ora è il tuo sangue a scivolare via lentamente, mentre nel cielo le nubi
cariche di pioggia iniziano a lasciar cadere le prime gocce.
…Lacrime
Piove. Gocce fredde sulla mia pelle
calda, istanti di memoria che si infrangono uno dopo l’altro.
Ricordo te che sorridi, ricordo te
che scherzi, ricordo te che mi guardi. Ricordo noi.
Ma la pioggia cade, anche su quel noi
e lo cancella via.
“No.” Sussurro piano. “Non sono
pronta.” Ma so che non basterà. “Ti prego.” Aggiungo, un respiro soltanto che
vola da me a lei.
La tua mano si alza, accarezza il mio
volto, sembra voler cacciare le lacrime. Ma c’è la pioggia che cancella via
ogni cosa e ti impedisce di vedere… o forse no, forse sai. Sorridi.
Piove ed è perfetto. La tua pelle
chiara sembra ancora più pallida ora, i tuoi occhi ancora più chiari, persi, rivolti
verso il futuro, un futuro nel quale non posso seguirti, non ancora… non
ancora…
“Andrà tutto bene.” Mormori e per un
istante i tuoi occhi sono di nuovo qua e sono di nuovo morbidi e caldi.
La pioggia passa da me a te,
scivolando anche sul tuo volto ora. Le mie mani si aggrappano al tuo corpo.
“Non ce la faccio…” Ammetto, ma tu sorridi.
“Ricordati ciò che eravamo.” Bisbigli,
la tua voce è fragile. “Non ciò che siamo diventate.”
Guardo la mia nemica, stringo tra le
braccia la mia amica, piango la donna che amo.
Come faccio, come faccio a lasciarti
andare? Quando l’unico modo per respirare
è attraverso te?
…Lena
Ti amo e ti amerò per sempre.
Note: Questa storia è stata scritta per l’Iniziativa “Red as your lips 2019” indetta dal gruppo LongLiveToTheFemslash. Questo il prompt che mi è stato consegnato:
“Dici che mi devo prender cura di me stesso
E adesso che non è lo stesso adesso che è cambiato tutto
Ma l'unico modo che conosco per volermi bene è attraverso te”
(“Nove primavere” - Ermal Meta).
Ho modificato un po’ l’ultimo verso, spero che Giorgia non me ne voglia…
Ho cercato di mantenere l’idea che la canzone mi ha trasmesso, malgrado ciò, adattandola alle SuperCorp, mi sono ritrovata a scrivere qualcosa di più drammatico quando invece la canzone era molto “vera” e “reale”. Spero che Giorgia mi perdoni anche questo. XD
L’ho scritta sull’onda dell’emozione e spero sappia trasportavi.
Grazie Earwen82 per il titolo!! Sapevo che prima o poi lo usavo ed è stato prima. ;-)