11/02/2019
3 recensioni Ciò che non ti ho mai detto
Day one
[1]
Gray[1]
-Perché non si sveglia? – chiedo cercando di mascherare le mie emozioni. Se fuori sembro totalmente freddo e assolutamente tranquillo per non dire distaccato, dentro di me so che sto per avere una crisi di nervi, molto probabilmente da un momento all’altro.
Nel corso dei miei diciannove anni di vita ho perso più persone di quante qualsiasi altro essere vivente su questo pianeta sia disposta a perderne, e so, senza alcun’ombra di dubbio, che non posso perdere anche lei, semplicemente non posso lasciarla andare, non dopo che lei ha sacrificato se stessa per potermi permettere di vivere.
-Non lo so- dice Porlyusica fissandomi negli occhi, occhi di ghiaccio che sostengono il suo sguardo.
-Beh, la devi svegliare- affermo secco avvicinandomi a lei.
-Per prima cosa- esclama puntandomi l’indice sul petto –io non ho una bacchetta magica, e seconda cosa: non provare mai più a minacciarmi ragazzino- conclude.
Lo so che non dovrei prendermela con lei, non è colpa sua, ma mia. Lo so, eppure non riesco a fare altro che dare la colpa a lei per il mio errore, per la mia debolezza.
Dovevo fare una cosa sola: proteggere la mia famiglia. Eppure ho visto Juvia sacrificarsi davanti ai miei occhi pur di proteggere me, ho combattuto e ho cercato di uccidere Natsu, ho deluso Erza. Dovevo essere io a proteggerli tutti ma ho fallito miseramente, e ora Juvia non si sveglia più.
Abbiamo vinto la guerra contro Zeref, eppure dentro di me so di aver perso.
Tutti noi abbiamo perso.
-*-
Present day
[oggi]
[oggi]
Voltandomi guardo Lucy e Happy che accanto a me sono in piedi davanti alla bocca della caverna a fissare l’oscurità e il vuoto al suo interno.
-Siete sicuri di volerlo fare? – chiedo serio.
-L’idea è stata mia- dice Lucy continuando a fissare dritta davanti a se. –Si, sono sicura di volerlo fare- afferma fredda. Nella sua voce non c’è il minimo segno di incertezza o ripensamento.
-Aye sir- concorda Happy altrettanto determinato.
Senza aggiungere altro la bionda accende, per fare luce, la lacrima che tiene in mano iniziando ad incamminarsi in silenzio all’interno della voragine, e dopo aver guardato per un breve istante la sua schiena che si allontana nell’oscurità la seguo senza proferire parola.
-*-
Day three
[3]
[3]
-È pronta- mi avverte Lyon entrando in infermeria. È ora penso a mia volta, e anche se non sono pronto e molto probabilmente non lo sarò mai, devo farlo, almeno per lei. Chiudendo e riapprendo gli occhi cerco di scacciare via i brutti pensieri mentre, in silenzio, mi avvicino a Juvia. Passandole un braccio dietro la schiena e l’altro sotto le ginocchia la sollevo dal letto senza il minimo sforzo.
Facendomi strada guardo Lyon davanti a me percorre i corridoi di Fairy Tail come se fossero quelli della sua gilda, è sicuro di se e svolta ogni angolo senza il minimo dubbio e senza mai sbagliare strada. Ha ancora delle escoriazioni sulla faccia e tanti cerotti un po’ ovunque, ma a distanza di tre giorni dalla fine degli scontri e della guerra sembra esserne uscito abbastanza bene.
Lui come molti altri membri di molte altre gilde, così come molti altri cittadini di Magnolia ci stanno aiutando a raccogliere i pezzi, non solo della nostra gilda, ma anche della nostra famiglia, ormai andata distrutta.
Arrivati al piano terra continuiamo a scendere ancora più giù, gradino dopo grandino non riesco a farmi una ragione di tutto quello che sta succedendo.
Guardo giù verso Juvia. I lunghi capelli blu le ricadono in avanti coprendole parzialmente il volto che sembra totalmente sereno. Indossa un leggero vestito azzurro portatole da Wendy. Anche se sono giorni che è incosciente e Porlyusica ha detto che non si risveglierà più non ho intenzione di starmene con le mani in mano ad aspettare, infatti non appena riusciremo a ricostruire la città e forse a riunire i pezzi di quella che era Fairy Tail, partirò e girerò in lungo e in largo questo continente finché non avrò trovato qualcosa che la possa svegliare. E se in questo continente non troverò niente, andrò in un altro, e in altro ancora, non importa quanto tempo ci metterò.
Aprendo le doppie porte dei sotterranei della gilda Lyon si fa da parte per farmi passare. Al centro della grande stanza una bara trasparente, fatto dello stesso materiale del cristallo in cui era racchiusa la prima, è aperta.
Facendo un profondo respiro avanzo verso di essa. Anche se Juvia non può svegliarsi non può neanche rimanere in infermeria oltre, le sue ferite stanno già guarendo a poco a poco.
Metterla già da ora nel cristallo è l’unica opzione che abbiamo, per adesso.
La adagio delicatamente nella bara per poi scostarle i capelli dalla faccia rilassata, se sta facendo un sogno, spero che sia uno di quelli belli.
In silenzio chiudo il coperchio.
In silenzio chiudo il coperchio.
Angolo autricee!
Ciauuu! Eccomi quaaa!
Innanzitutto ringrazio di cuore Sissi1978 per avermi permesso di scrivere la sua bellissima idea! GRAZIE e grazie per tutti coloro che come sempre sono arrivati fino a qui!
Lo stato di coma di Juvia ovviamente ha portato a delle conseguenze che via via esplicherò meglio nei prossimi capitoli! Come avrete notato invece la storia è intrecciata tra: i vari giorni dopo la guerra, e il “presente” che verrà specificato a sua volta più avanti.
È la prima volta che scrivo una storia con un intreccio simile e se per caso qualcosa non ha senso o non torna, non fatevi problemi a dirmelo!
Alla prossima!
33NaLu33