Cap.11 La fiducia dei bambini
Jamie spalancò la bocca ad
o, correndo in strada, stringendo
a sé il proprio slittino. Altri bambini, in pigiama si
accalcarono nella via,
tenendo il capo sollevato.
“Quello è Santa
Clause” disse il piccolo, alzando la mano
verso uno schermo gigantesco di magia che era apparso in cielo,
illuminato
dalla luce della luna.
“Sì,
è Babbo Natale” gli fecero eco diverse voci.
“Sono in colpa, un
criminale se abbandono ora questa mia
crociata! Io voglio continuare a proteggere voi bambini.
Datemi la forza di diventare nuovo
guardiano più potente, di
sostituire Omino della luna” pregò North.
“Datti una
mossa!” gridò Dentolina in lontananza. La si
vedeva volare da una parte all’altra, schivando i colpi del
nemico.
“Non capisco
perché abbiamo dovuto usare lui! I bambini
avrebbero ascoltato di più me, sono così
coccoloso” disse Calmoniglio. Attivò
un uovo di pasqua granata e lo lanciò contro
l’avversario.
L’esplosione fece tremare
le colonne del palazzo e un po’ di
stucco del soffitto si staccò, cadendo a terra.
“Natale più
importante” ribatté Babbo Natale, voltandosi
verso il coniglio pasquale.
Jack si affacciò nel
comunicatore, la sua figura era
illuminata dalla luce argentea della luna.
“Bambini, probabilmente voi
non mi vedete…”. Iniziò a dire.
“Perché ora
stanno tutti zitti?” chiese la bulletta del
quartiere.
“Santa Clause guarda il
vuoto, forse è una trovata
pubblicitaria… In fondo questo schermo lo sembra”
disse
“No,
c’è un ragazzino che ci sta parlando. Ha detto di
chiamarsi Jack Frost” s’intromise Bennett.
“Un ragazzino? Noi non
vediamo niente” brontolò una bambina.
“Io lo vedo”
disse Jamie.
“… Dovete
credere in me per riuscirci e dovete credere in
noi per farci vincere. Vi prego, Babbo Natale ha bisogno di voi per
sconfiggere
il male. Salvate Santa Clause, salvate non solo il Natale, ma anche
tutte le
altre feste” li implorò Jack.
“Oh, non lo vedete
perché non ci credete. Ascoltatemi,
dovete credere che c’è un ragazzo dai capelli
grigi che ci sta parlando” spiegò
Bennett.
La bulletta serrò gli
occhi, si concentrò e li riaprì.
“Ora lo vedo
anch’io questo Jack Frost!” gridò. Uno
dopo l’altro
i vari bambini iniziarono a gridare di vederlo, tranne uno che si
allontanò
dicendo: “Io non vedo più nulla, neanche lo
schermo”.
“Dobbiamo credere nelle
feste! Crediamo nel Natale, salviamo
Babbo Natale!” gridò Jamie alzando la mano. Gli
altri bambini sbraitarono a
loro volta, alzando i pugni al cielo.
Iniziarono ad intonare dei cori
natalizi.
Dalla finestra si era affacciata
anche la sorellina di Jamie
e cantava sbagliando le parole, fischiando ogni tanto a causa dei due
denti
davanti mancanti.
“Sì!
Così! Voi non arrendetevi neanche!
Vinceremo questa crociata!”
gridò Babbo Natale, applaudendo.
Pitch, nascosto dietro una colonna,
roteò gli occhi e
sospirò, guardandosi le mani.
“Tutti questi buoni
sentimenti mi fanno venire la nausea.
Preferivo le care vecchie crociate che si vincevano con la morte, il
sangue e
tanto sacrificio, ma soprattutto un’incredibile paura in
corpo” si lamentò.
Osservò di sottecchi Jack
intento ad incitare i ragazzini,
la testa circondata da fatine dei denti grandi un pugno che si
esprimevano con
eccitati versetti striduli.
< Però lo
spettacolo tutto sommato è sopportabile, è
così
seducente così luminoso.
Sì, penso proprio che
riusciranno in questa loro folle
crociata e finalmente mia figlia sarà al sicuro >
pensò.
Seraphina, nascosta accanto al padre,
guardava lo scontro
dei Guardiani contro l’Omino della luna.
< Stanno facendo tutto questo
solo per ‘salvarmi’. Soprattutto
Jack, avevo ragione a volermi fidare di lui >
rifletté.