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Autore: apeirmon    13/02/2019    3 recensioni
Il nuovo incarico di sceriffo è per Emma l'occasione di riunire una famiglia. Ma per Henry è la possibilità di avere degli amici.
Storia partecipante al contest ‘With or Without you -Con o senza di te-‘ indetto da Emanuela.Emy79 sul forum di Efp
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Ava Zimmer/Gretel, Emma Swan, Henry Mills, Nicholas Zimmer/Hansel
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- È ovvio che sono stati quei due.

Tengo lo sguardo basso mentre la Regina Cattiva accusa Ava e Nicholas di aver riempito il mio zaino di merendine rubate. Mi dispiace per loro. Lo so che questa volta ha ragione, ma credo fermamente che siano brave persone. E lei li sta trattando con freddezza.

Ovvio, mi sono sentito come Pinocchio nella pancia del pescecane quando, subito dopo che Ava mi ha chiesto di passare del tempo con loro, il signor Clark ha svuotato il mio zaino accusandomi di furto. Ma riconosco quando qualcuno agisce per paura e conosco il signor Gold da troppo tempo per prendermela con loro.

Prima che usciamo dal negozio, Emma apre la porta.

Mi sento uscire dalla pancia dello squalo e tornare alla spiaggia.

La Regina Cattiva le dice che il suo intervento è inutile e mente sull’importanza del suo legame con me. Ma la mia unica mamma è tosta: mette in chiaro che sta facendo il suo lavoro di sceriffo.

Mentre la Regina Cattiva mi trascina fuori, lancio uno sguardo ai miei nuovi amici, sperando che mamma li aiuti e di poterli rivedere presto.

 

Appena torno a casa, mi siedo sul divano aspettando il momento giusto.

- Henry, non voglio che si riavvicinino a te. Sei mio figlio e gente del genere è un oltraggio alla tua reputazione. Promettimi che starai lontano da loro.

Annuisco in fretta storcendo la bocca, mentre mi raccomando di trovarli subito.

Mi assicuro che la Regina sia uscita di nuovo, prima di correre in camera e prendere il mio Libro.

 

Mezz’ora dopo busso alla porta di Biancaneve, che mi apre dopo due secondi.

- Henry! Cosa ci fai qui?

- Salve, signorina Blanchard. Mia madre è in casa?

Lei abbassa lo sguardo: - No, ma… quello è il libro che ti ho regalato? Se il sindaco lo vede io…

- Non si preoccupi, sto attento. Le ha detto per caso cos’è successo a due ragazzi oggi?

Nonna distende i muscoli della fronte: - Be’, puoi chiederlo direttamente a loro.

Spalanca la porta, così che io possa vedere Ava e Nicholas seduti al tavolo. Lui guarda il piatto ad occhi fissi, mentre lei sposta i suoi da me al pavimento mordendosi le labbra.

- Ciao! - li saluto, avvicinandomi al tavolo per poggiare il Libro.

Ava fa scattare la mano in alto, prima di riportarla in grembo.

- Cia’. - mormora Nicholas senza alzare lo sguardo.

- Io vado in lavanderia dieci minuti. - ci avvisa. - Posso fidarmi di voi?

Entrambi annuiscono senza parlare.

- Henry, controlla che restino qui, per favore. - mi sussurra nonna prima di uscire.

Mi siedo guardando il tavolo e lascio passare qualche secondo, prima di dire loro che li capisco.

Ma Ava mi anticipa: - Ci dispiace di averti coinvolto.

Guardo suo fratello, che rimane immobile.

- Non preoccuparti. Certo, avrei preferito diventare vostro amico e regalarvi le merendine, ma non potevate sapere se vi avrei aiutato.

Ava inspira profondamente e Nicholas fissa gli occhi su di me.

- Però avere fiducia è importante. Gli amici credono nell’aiuto che si danno.

La ragazza sposta l’attenzione sul tavolo: - È un libro di fiabe?

- Sì. Mi aiuta a passare il tempo quando sono solo. Più o meno sempre.

- Ma non hai tua madre? - continua lei.

- Non è la mia vera madre. Mia madre è lo sceriffo Swan. Il sindaco è il motivo per cui sono solo. Mi impedisce di stare con lei e occupa il mio tempo così che non possa avere amici. Almeno voi avete la famiglia. Anche prima, volevo stare con voi, ma mi ha obbligato a tor...

A Nicholas cade la forchetta. Ava si copre gli occhi e si alza.

- Scusa, mi è entrato un moscerino in un occhio. Vado in bagno a risciacquarlo.

La ragazza lascia la cucina, seguita con lo sguardo dal fratello.

- Non abbiamo genitori. - mi dice lui.

Mi sembra di essere stritolato dalla carrozza di Cenerentola mentre si ritrasforma in zucca.

- Vivete da soli?! - gli domando sottovoce.

- Non volevo metterti le merendine nello zaino! È Ava quella intelligente, non ce la farei a vivere senza il suo aiuto! Dovevamo farlo, non sai che vuol dire avere fame ogni giorno!

Si ferma per ansimare e io devo sbattere le palpebre più volte prima di parlargli.

- Io non li conoscevo, i miei genitori, fino a qualche mese fa. Mio padre non so ancora chi sia. I vostri com’erano?

Nicholas mi guarda intensamente. Sembra parlare più con gli occhi che con la voce. Be’, è il modo più autentico per farlo.

- Neanche noi abbiamo mai conosciuto nostro padre. Mamma, invece, ci dava sempre consigli. Io mi fidavo molto di lei. E poi mi ha tradito. Ora mi fido solo di Ava.

Mentre lo ascolto, mi torna in mente una pagina del Libro e sento la zucca espandersi di nuovo.

- Devo parlare con mia mamma! Torno presto.

Afferro il Libro ed esco dall’appartamento.

Prima di richiudere la porta, avverto la disperazione di Hansel aumentare di nuovo.

 

- Ma tu sei speciale! - ricordo ad Emma nel suo ufficio. - Sei la prima forestiera, qui. Da sempre.

Provo a farle capire quanto possa cambiare la vita a tutti noi se solo lo volesse.

- Già, dimenticavo… Be’, se il padre è ancora qui lo troverò. - mi risponde iniziando a consultare le cartelle che ha preso.

La delusione per la risposta ironica viene subito sostituita da un altro pensiero.

Mi siedo vicino a lei sulla sua scrivania: - Che cosa… puoi dirmi di lui?

- Non ne so ancora nulla. - risponde evitando il mio sguardo.

- Non del padre di Ava. Del mio.

Mi guarda a bocca aperta.

Io ti ho parlato dei tuoi genitori e ora… vivi persino con tua madre!

- Mary Margaret non è… Lei non è… - comincia, mentre la fisso assottigliando le labbra. - Lascia perdere.

Lo vedo che non le ho riportato ricordi piacevoli. Ma voglio sapere almeno qualcosa.

- Ti prego.

Mi racconta di averlo conosciuto come un cliente nel ristorante in cui lavorava. Devono aver riso molto insieme in quel ristorante. Faceva il vigile del fuoco! Vuol dire che era un Salvatore anche lui! Gli piaceva la torta di zucca. Si sarebbe trovato bene a parlare con Ashley. Forse l’avrebbe aiutata a sposarsi prima del parto.

- E poi vi siete sposati? - le chiedo.

Mi risponde di no, che erano solo usciti qualche volta prima che si separassero e venisse arrestata.

- Prima ancora, però, ho scoperto di essere incinta di te.

Sorrido. È come se mi trasformassi in un cigno. Devo averli fatti rincontrare in qualche modo.

- Allora ho provato a cercare tuo padre. E così ho saputo che era caduto in servizio, salvando una famiglia da un palazzo che andava in fiamme.

Avrei preferito che non l’avesse trovato. Ma almeno so che rischiava per migliorare il mondo. Ora che so chi è, vorrei mantenere il ricordo con un suo oggetto o una foto. Ma non ne ha.

 

Più tardi, vado di nuovo nell’appartamento di Biancaneve e trovo Hansel e Gretel da soli.

- La signorina Blanchard è andata a prendere gli ingredienti per fare dei dolci. - mi informa lei.

- Ve l’avevo detto: gli amici si danno fiducia. - rispondo.

- Tua mamma sta cercando nostro padre con la bussola che ci ha passato la nostra. - mi dice Hansel.

- Sei davvero fortunato ad averla ritrovata. - aggiunge la sorella.

La porta si apre e io mi volto a guardare Biancaneve con le buste della spesa.

- Sei arrivato al momento giusto, Henry! Ti va di aiutarci a cucinare?

 

Più che aiutarla, noi tre mangiamo gli ingredienti. A un certo punto risponde al telefono.

Finita la chiamata, ci annuncia di dover uscire di nuovo.

- Oggi ho chiesto a Emma di mio padre. Faceva il pompiere. Era un uomo buono. - racconto loro continuando a spizzicare la cannella. - Però adesso è morto.

Restiamo in silenzio tutti e tre.

Mi chiedo come ci si sente a imparare a vivere dal proprio padre e sentirlo vicino che ti protegge.

- Anche tu sei buono. - mi dice Hansel, sorprendendo sia me che sua sorella. - Deve averti comunque indicato la direzione da seguire, anche senza lasciarti una bussola.

- Grazie, Nicholas.

Chissà se mi accompagna senza che me ne accorga come fa l’ombra di Peter Pan.

- Ma hai preso anche da tua madre: ho saputo che ha salvato il sindaco in un incendio. - mi chiede Gretel curiosa.

- Questa è solo una delle tante cose che le ha fatto!

E così inizio a raccontare di tutto quello che è successo tra le due; finché la maniglia della porta non si abbassa e ce le troviamo di fronte.

- Dobbiamo andare a Boston. Mi dispiace. - annuncia mamma con occhi afflitti.

 

Guardo i miei amici salire sull’auto dello sceriffo, con la mano della Regina Cattiva su una spalla.

La sua crudeltà deve crollare. In qualche modo devono restare con me. Non posso perderli proprio adesso che ho capito di poter contare su qualcuno. Devo farle sapere il pericolo che corrono.

- Andiamo a casa, Henry. - mi ordina lei. Ma io corro al finestrino del guidatore.

- No! Non puoi portarli via! Non possono uscire da Storybrooke! Gli accadrà qualcosa di brutto.

Con la coda dell’occhio vedo i gemelli ascoltarmi disorientati, ma salvarli è più importante che mantenere la loro stima.

- Purtroppo è già successo qualcosa di brutto. - mi risponde Emma mettendo in moto.

Li guardo allontanarsi con la sensazione che il Cappuccetto Rosso mi stia per divorare.

Non mi resta che sperare nel nuovo Cacciatore.

 

La mattina dopo esco di casa prima del solito. Ho sentito che la Regina Cattiva era furiosa perché il centro di affidamento di Boston aveva ricevuto una disdetta, quindi sono andato a trovare mamma per sapere dove abitano.

Quando arrivo a casa del meccanico, trovo Hansel seduto sui gradini, con lo zaino in spalla. Appena mi vede, si alza e io lo saluto sorridente.

- Ciao, Nicholas! Come ti senti con tuo padre?

- Ciao, Henry. Grazie! Siamo felici! Grazie. Voglio starti vicino per tutta la vita.

Lo guardo perplesso. Lui riabbassa gli occhi e arrossisce.

- Vo… Volevo dire… Ti sarò riconoscente per tutta…

Capisco i suoi sentimenti e rimango spiazzato. Non me lo aspettavo. Ma avere un amico è molto più improvviso che sapere che piaci a un bambino più grande di te.

- Ti… Ti sei innamorato di…?

- No! N… Non lo so. - mi grida e poi mormora, sollevando lo sguardo. - Fino ad ora ho sempre vissuto con una femmina e mi mancava conoscere un ragazzo. Poi sei stato così… Non volevo che lo sapessi.

- Per me possiamo continuare ad essere amici. Non c’è problema.

- Grazie, ma non lo so se riesco a…

- Henry! - esclama la voce di Gretel. - Papà, lui è il figlio dello sceriffo Swan! Anche lui ci ha aiutato a trovarti!

Così faccio conoscenza anche io del Boscaiolo. Ma non sono tornato dopo quel giorno.

Hansel ha preso l’abitudine di cambiare direzione ogni volta che mi vede, e sua sorella deve aver pensato che gli abbia fatto qualcosa, perché non si è riavvicinata a parlarmi.

Neanche per farmi rubare delle merendine.

   
 
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