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Autore: taisa    15/02/2019    4 recensioni
Bulma ha le potenzialità per realizzare tutti i suoi sogni, ma può riuscirci mantenendo un segreto chiamato Vegeta?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ordinaria amministrazione

“Vegeta” Bulma si appoggiò con i gomiti al bancone osservando il barista servire un cliente un po' distante da lei. Lui si voltò, adagiò la birra davanti all'uomo che la stava aspettando e si avvicinò a lei.
“Ho finito i conti che mi hai chiesto e ho messo i documenti sulla scrivania nel magazzino” gli disse additando la porta del deposito. Bulma era lì per quello, essendo minorenne non poteva servire dietro al banco o gestire gli alcolici, ma a quello ci pensava Vegeta, la ragazza doveva solo tenere sotto controllo lo carico-scarico merci.
L'uomo incrociò le braccia “Puoi tornare a casa allora” Bulma si sentì un po' delusa, per un attimo aveva sperato che le chiedesse di restare ancora. Le piaceva il posto, o per meglio dire le piaceva lui.
“Sei sicuro? Se ti serve posso dare una pulita sul retro” si offrì “No” rispose risoluto il proprietario. La ragazza aprì bocca per replicare, quando si accorse che qualcosa alle sue spalle aveva attirato l'attenzione del barista. Bulma si voltò, c'era un gruppo di clienti impegnati in una discussione che sembrava piuttosto animata.
Vegeta sollevò la sbarra che divideva il bancone dal resto del locale e con sguardo assorto continuò a fissare la scena. “Che succede?” gli domandò tornando a guardarlo, ma non ottenne risposta.
“Bulma, vai in magazzino e chiudi la porta. Non uscire finché non te lo dico io” l'avvisò l'uomo. “Perché? Cos...” la sua frase fu interrotta da un frastuono che echeggiò nel bar “Muoviti!” l'ammonì d'urgenza.
Con passo sicuro si avvicinò agli uomini, ora in preda a quella che pareva essere diventato un diverbio anche fisico. Qualcuno aveva fatto ribaltare una sedia che aveva causato il rimbombo di poc'anzi.
Bulma comprese che qualsiasi cosa stesse succedendo era pericolosa, il suo istinto le suggerì di ascoltare l'ammonimento di Vegeta e chiudersi in magazzino, ma una parte di lei fu vinta dalla curiosità, impedendole di muoversi.
Da quella distanza non fu in grado di sapere cosa gli uomini, alla quale si era ora aggiunto Vegeta, si stessero dicendo. Alcuni di loro parvero agitati e dai loro gesti la giovane spettatrice si accorse che le cose stavano cominciando a scaldarsi.
Quello che successe in seguito parve svolgersi in un lampo.
Uno degli uomini si scagliò contro il proprietario nel tentativo di colpirlo con un pugno. Vegeta lo evitò, abbassandosi, per poi sferrare un colpo con la mano destra centrando il colosso sul mento facendogli perdere l'equilibrio.
Fu l'inizio del caos, anche le persone che non avevano nulla a che fare con la discussione cominciarono a scagliarsi l'uno contro l'altro.
Qualcosa volò accanto all'orecchio di Bulma che si accorse di essere in una posizione rischiosa. La bottiglia che l'aveva sfiorata non era l'unica a volare per la stanza, la prossima volta poteva non essere così fortunata.
I suoi occhi si scostarono sulla porta del magazzino, che era ora inaccessibile. Due uomini si stavano scazzottando proprio davanti ad essa. Quella d'ingresso invece era molto più lontana, per raggiungerla avrebbe dovuto attraversare tutto il locale.
Pentendosi di non aver ascoltato Vegeta quando le aveva dato l'ordine, decise che doveva trovare un posto al sicuro. Si acquattò e si rifugiò dietro il bancone proteggendosi il capo con entrambe le mani.
Dopo un tempo indeterminato, Bulma decise di verificare la situazione nella sala, sbirciando oltre il tavolo.
Si accorse subito che Vegeta stava affrontando da solo tre individui che non sembravano essere in grado di tenerlo a bada. Ironicamente, se all’inizio dello scontro qualcuno avesse fatto scommesse sull'esito dello stesso, non avrebbe puntato sul barista, molto più basso e scarno rispetto a tutti gli altri.
Eppure sotto gli abiti Vegeta nascondeva muscoli possenti in grado di mettere al tappeto uno dopo l'altro tutti gli uomini di grossa taglia che si scagliavano contro di lui.
Per quanto durò quella ressa non fu facile da capire, poteva essere trascorso un secondo o un secolo. Tuttavia quando si acquietò era rimasto in piedi solo Vegeta. Uno dopo l'altro gli uomini uscirono malfermi dal locale. Quando anche l'ultimo abbandonò il bar, Vegeta si avvicinò al bancone.
Sapeva che Bulma era rimasta lì, aveva notato la punta delle sue scarpe da dietro il banco. “Ehi... stai bene?” le domandò affacciandosi.
“Sì, e tu?” rispose, sollevando lo sguardo ed osservando l'uomo in volto, scoprendo che dalla sua tempia scorreva un rivolo di sangue, per il resto stava bene non aveva nemmeno il fiatone.

***

La ferita sulla testa di Vegeta non era grave, ma andava medicata. Per farlo aveva bisogno del kit di pronto soccorso che teneva nel bagno del suo appartamento. Tuttavia non riuscendo a vedere il punto dalla quale usciva il sangue aveva bisogno di una mano.
Bulma non era mai salita nella casa. Dall'esterno l'aveva immaginata un po' più piccola. La cucina ed il salotto erano un'unica stanza che faceva anche da ingresso. C'era una camera da letto, che riuscì ad intravedere tramite la porta aperta, e un modesto bagno, nella quale si trovavano in quel momento.
Vegeta era seduto sul bordo della vasca. Bulma gli disinfettò il taglio e vi applicò sopra un grosso cerotto per mitigare la fuoriuscita di ulteriore sangue.
Ciò di cui la ragazza non si rese conto era che lui aveva un posto in prima fila per guardatele il decoltè. Cercando di ricordarsi che si trattava comunque di una minorenne, Vegeta si sforzò di non soffermarsi troppo con lo sguardo.
Quando l'improvvisata infermiera ebbe finito, l'uomo si alzò. La sua maglietta era imbrattata di sangue e Vegeta decise di sfilarsela, ignaro che alle sue spalle Bulma stava ammirando i muscoli scolpiti del suo torso.
“Da domani non venire più” le disse afferrando una maglia pulita da un piccolo appendiabiti posto in un angolo del bagno. “Ti pagherò i soldi che ti devo e assumerò qualcun altro per il resto del mese” concluse infilandosi l'indumento. “Cosa? Perché?” domandò Bulma riconoscendo una certa delusione nel tono della sua voce, che sperò Vegeta non notasse.
Lui si voltò a guardarla “Perché cose come quelle successe prima capitano spesso” le spiegò, anche se di solito accadeva più verso l'orario di chiusura, quando molti dei clienti avevano più alcol nelle vene che sangue. “Non importa!” rispose Bulma “Io non ho paura, mi piace questo lavoro, voglio continuare a venire qui” e poi il suo capo era mozzafiato.
Vegeta inarcò un sopracciglio “Sei sicura?” “Sicurissima! Tanto se dovesse accadere di nuovo ci sarai sempre tu a proteggermi”. Per un istante lui ammirò la determinazione riflessa in quegli occhi azzurri.
Pur essendo così giovane e gracile, questa ragazzina era piuttosto coraggiosa. “Tsk, a quanto pare non ho scelta” si lamentò Vegeta, non troppo dispiaciuto... dopotutto.


CONTINUA…

  
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