Videogiochi > The Arcana. A Mystic Romance
Segui la storia  |       
Autore: Nymphna    17/02/2019    0 recensioni
[The Arcana Game]
Nymphna arriva a Vesuvia guidata dal suo cuore, dalle sue sensazioni e dalle rune. Sa che qui si consumerà il suo destino, ma non sa come. Sa solo che questo è il luogo che richiede la sua presenza, il suo compito, la sua vita. La capitale la accoglie gremita, difficile, terribile e ben presto si troverà sull'orlo dell'abisso. Ma Nymphna rimane. E sa che rimarrà finché il suo cuore si sentirà legato a questa città.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Arrivo a Vesuvia


 

Con gli occhi chiusi inspiro la brezza marina. La nave su cui sto viaggiando rallenta pian piano, lo sento sotto le suole degli stivali. Avverto il cappuccio che si muove a causa dell'aria, il vento mi scompiglia i capelli.

Il fruscio delle onde sulla prua.

Un gabbiano garrisce e altri gli rispondono.

Ora ci sono altri odori. Odore di pesce, soprattutto. Odore di alghe. Di fumo. Di legno bagnato.

Apro gli occhi.

Vesuvia sembra quasi una visione. Il sole nasce da dietro le guglie del palazzo, lasciando il porto in ombra. Alti palazzi sono sparsi per la città, le guglie terminano con delle cupole a punta. Non riesco ancora a vedere i colori della città, sembra tutta scura.

Un'emozione si impadronisce del mio cuore. Avverto un peso scendere su di esso, come se si trattasse di un'ombra. Un'ombra pesante, densa, che man mano si intreccia al mio cuore.

Mi poggio una mano sul petto.

Vesuvia…

Sono giunta alla mia meta. Mi sembra di guardare ora la città in maniera totalmente differente.

È qui.

Il mio futuro è qui.

Mentre la nave si avvicina al porto i marinai corrono su e giù per il ponte, agli ordini del capitano e autonomamente.

Sono qui. Sono arrivata. Non so che cosa dovrò fare, quale sarà il mio compito, ma so che è qui.

 

Arrivo da un piccolo villaggio delle Terre dell’Ovest, dove impariamo la magia fin dalla più tenera età. Non abbiamo padre o madre, siamo figli del villaggio. Tutti sono nostri fratelli, nostri genitori e nonni. E ognuno di noi, all'età di quattordici anni, deve seguire il proprio destino.

Durante il rituale, mentre gettavo le rune nel fuoco bluastro, ho capito che non sarei rimasta lì. Che avrei dimenticato il nome del villaggio, le persone con cui ero cresciuta fino a quel momento.

“Una Viaggiatrice”, aveva mormorato Ghalyma, la matrona. Poi mi aveva guardata con quei suoi tre occhi penetranti. “Il tuo futuro non è qui, Nymphna. Ma non vi sono indizi. Vi è il mare, vi è il fuoco. Tu viaggerai”.

E così avevo salutato tutti quanti con affetto, qualche lacrima, innumerevoli abbracci. Avevo raggruppato i miei pochi averi. E mi ero diretta là dove le rune mi consigliavano di andare: verso il porto. Avevo attraversato il bosco con tenacia, forte delle mie conoscenze erboristiche per sopravvivere.

Poi erano cominciati i problemi. Non avevo soldi, nemmeno una misera moneta bucata tagliata a metà. Così avevo trovato un'occupazione. Avevo girato di casa in casa, intorno al porto, chiedendo se qualcuno avesse bisogno di servigi magici. Mi era andata piuttosto bene. Per i primi giorni, si era trattato solo di sussistenza: nessuno si fida davvero di una ragazzina di quattordici anni, seppure essa si dichiari una maga. Poi avevo cominciato a farmi una fama grazie alla guarigione di un bambino dalla febbre e alle previsioni meteorologiche corrette. Avevo cominciato a guadagnare.

Dormivo su un pagliericcio di una casa, i proprietari non si erano disturbati a cercare un letto libero, ma avevano decretato che avrei potuto stare comoda nell'androne, vicino ai maiali.

Così era cominciata la mia avventura.

Guadagnato un discreto gruzzolo, qualche Luna dopo, mi ero comprata qualcosa da mangiare ed ero andata dal capitano di una nave.

“Dove mi può portare, se le pago cinque corone?”

Lui si era infilato nella tasca della palandrana le mie corone e mi aveva presa a bordo.

Il primo viaggio in mare era stato a dir poco emozionante. Non riuscivo a smetterla di correre su e giù per il ponte, a prua per cercare la direzione, a poppa per vedere i narvali che giocavano con le onde della nave. I momenti più belli del viaggio li ho passati stesa prona al margine estremo della poppa, all'alba, a guardare narvali, delfini. Non credo che il mio cuore potrà mai dimenticare l'emozione di quando vidi terra per la prima volta. Quando sentii lo stridio di un gabbiano e l'urlo di uno dei marinai: “Terra! Terra!”.

Lì mi scaricarono. Erano le gelide Terre del Sud. Pericolose, fredde, bellissime. Vidi l'aurora boreale e imparai a cacciare. Scoprii quanto poteva essere meraviglioso il fuoco quando la terra gela e guadagnai tanti soldi da avere un capogiro, asciugando gli abiti delle persone, accendendo falò che non si sarebbero spenti nel mezzo della notte e isolando le case dal gelo.

Ma poi dovetti ripartire.

 

Ho visitato molti luoghi durante lo scorso anno e mezzo. I miei occhi si sono riempiti di bellezze, di meraviglie. Di persone cordiali e di lotte all'ultimo sangue. Le mie dita si sono gelate e ho anelato l'acqua in mezzo all'infinita distesa salata. Sono rinata.

La mia pelle si è scurita, le mie mani si sono riempite di calli e le mie gambe si sono fatte muscolose. I capelli, che ho sempre tenuto lunghi, sono stati intrecciati mille e mille volte perché non mi infastidissero quando tirava vento, quando mi buttavo a bagno nel mare e quando pioveva.

 

E infine eccomi qui. Lo sento. Sono arrivata dove devo essere.

 

La nave si accosta alla banchina, il ponte viene calato. Saluto con un cenno della mano il capitano, che ho aiutato dirigendo il vento, talvolta. Mentre la tavola traballa sotto il mio peso, mi sento carica di energia e di aspettative. Sono qui. Sono arrivata.

Mi abbasso il cappuccio del mantello per guardare meglio, ora che il sole è più alto e comincia a illuminare con le sue lame le vie di Vesuvia.

Sono qui.

Sono pronta ad affrontare il mio destino.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > The Arcana. A Mystic Romance / Vai alla pagina dell'autore: Nymphna