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Autore: _kookieo    17/02/2019    1 recensioni
Jimin ha rispettato la promessa fatta a quel ragazzo misterioso incontrato alla stazione. Gli ha rivolto poche parole, ma sufficienti a cambiargli la vita e per questo Jimin vorrebbe incontrarlo di nuovo e ringraziarlo. Non sa però nulla su di lui, tranne che si chiama Yoongi. Ormai sono passati quasi due anni, quanto ancora dovrà aspettare?
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jung Hoseok/ J-Hope, Kim Taehyung/ V, Min Yoongi/ Suga, Park Jimin
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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MEET ME HALFWAY

 

 

Jimin si era raggomitolato sotto le coperte e ripensava alla serata appena trascorsa. Era andato tutto molto bene a casa di Hoseok-hyung, si erano divertiti e l’idea del film era stata buona. Erano in particolar modo proprio quel paio di ore trascorse davanti alla televisione che Jimin stava adesso ripercorrendo nella mente. Si era ritrovato sul divano al buio di fianco a Yoongi e sarebbe stato sciocco provare a negarlo: metà del tempo la sua attenzione era stata rubata al film dalla consapevolezza di avere il ragazzo così vicino sè. Era forse anche arrossito un paio di volte, quando Yoongi si era mosso un po’ sfiorandogli appena il braccio, e aveva ringraziato l’oscurità che li avvolgeva. Anche le loro ginocchia erano state vicine tutto il tempo, e in quei punti dove si erano toccate Jimin aveva provato un formicolio bruciante. Risuonava ancora nelle sue orecchie il rumore leggero del respiro del ragazzo regolare e la sensazione di calore data dal suo corpo era qualcosa che Jimin era sicuro non avrebbe mai scordato. Non riusciva a smettere di pensare a quanto sarebbe stato bello poter stare così con Yoongi, ma da soli. Averlo al buio tutto per sé, vicino, poterlo toccare, accoccolarsi contro di lui. Forse non sarebbe nemmeno stato poi così impossibile, se solo… strinse nel pugno le lenzuola e cercò di non pensarci. Ma come poteva? Aveva una paura incredibile del futuro. Voleva sapere il verdetto di quei giudici nei confronti di Yoongi con la stessa intensità con cui lo temeva. Aveva cercato di indagare, quella sera, ma non era servito a nulla perché Yoongi si era tenuto sul generico e poi era arrivato Taehyung. Ma Jimin voleva davvero sapere che cosa avrebbe fatto qualora non ce l’avesse fatta. Era l’incognita più grande e più importante, perché era l’unica in grado di poter drasticamente cambiare le cose. Negli ultimi giorni Jimin si era convinto di avere una speranza con Yoongi, ma se una bomba del genere fosse piombata tra loro lui non riusciva davvero a prevedere cosa sarebbe potuto succedere. Ma era piuttosto sicuro che lo avrebbe perso per sempre.

In ogni caso avrebbe saputo tutto l’indomani o il giorno dopo. Si addormentò sperando che l’universo non si fosse ancora stancato di ascoltare le sue preghiere.

 

***

 

Il giorno dopo Jimin era estremamente distratto a lavoro e se Hoseok e Taehyung non fossero stati a loro volta piuttosto immersi nei propri pensieri lo avrebbero senz’altro notato.

La sera prima Taehyung non era neppure lontanamente ubriaco, però di certo quel po’ di soju che aveva bevuto non lo aveva reso più lucido e se quella notte stessa, tornato a casa, non aveva avuto modo di riflettere sulle sue azioni perché troppo assonnato, la mattina invece non aveva potuto evitarlo. Che diamine aveva combinato? Era questo il motivo per cui odiava bere troppo: l’alcool lo rendeva sicuro di sé in modo quasi eccessivo e a Taehyung non piaceva quando qualcosa era imprevedibile. Come gli era saltato in mente di entrare in quel modo in camera di Hoseok? Di accendere addirittura il suo computer? Certo, i due battibeccavano spesso e era senz’altro capitato altre volte che il più piccolo si comportasse con confidenza con lui, ma in quel modo non era mai successo. E poi... e poi…

Dio, ma sul serio gli ho preso le mani così dal nulla? Il ragazzo si fece color fuoco e si portò i palmi sugli occhi scuotendo forte la testa. Da quando si era svegliato la mattina questa era la millesima volta che ripensava alla stessa scena e ogni volta la sua reazione era la stessa. Avrebbe voluto urlare per l’imbarazzo, ma si trovava a lavoro e non gli sembrava il caso di aggiungere qualcos’altro alla lista delle sue figure del cavolo. Rimise a posto un paio di libri solo per poi accorgersi di averli riposti sullo scaffale con la costina al contrario. Li sistemò di nuovo sbuffando. Cercò di razionalizzare.

“Ok, ok” mugugnò tra sé e sé “sto esagerando, non è accaduto nulla di grave, insomma gli avrà fatto solo piacere, che io gli abbia detto...” strizzò gli occhi gli occhi forte e arrossì di nuovo. Ma si Taehyung, in fondo che cosa hai fatto? Gli hai solo detto che non lo lascerai da solo guardandolo negli occhi e tenendogli le fottutissime mani!!! Ma a che stavi pensando??!! E che penserà lui!

Sistemò qualche altro libro e annotò un paio di titoli di cui dover fare rifornimento, ma come distrazione ebbe vita breve.

Però tutto sommato l’ho solo incoraggiato… mi sembrava avesse bisogno di qualcuno... dai Taehyung, non gli hai fatto una dichiarazione! Sarò stato un po’… melodrammatico, ma… non credo ci sia molto che hyung abbia potuto pensare. Va tutto bene, va tutto bene, va tutto bene.

Si allontanò dagli scaffali per avvicinarsi a degli altri, ripetendosi va tutto benecome un mantra e cercando di auto convincersi che non c’era niente per cui essere così in imbarazzo. Ripensò anche a come Hoseok si stava comportando quella mattina con lui: convenne che nulla sembrava essere fuori dalla norma e le sue paranoie erano assurde, pur continuando in fondo a chiedersi che cosa mai pensasse il suo hyung di tutta questa storia.

 

Se la mente di Hoseok non era nello stesso stato confusionale di quella di Taehyung, comunque anch’essa al momento si trovava in un certo qual modo in fermento. Non aveva visto molto il ragazzo quella mattina perché era di turno al piano superiore, mentre lui era rimasto dietro la cassa al piano terra insieme a Jimin, che invece si occupava di girare tper il negozio e aiutare i clienti. Aveva dunque avuto un po’ di tempo da solo per pensare. Ricordava bene la conversazione avuta con Taehyung la sera prima e avrebbe mentito se avesse detto che non gli aveva fatto piacere. Non aveva messo in programma di parlare ancora con nessuno della sua decisione di volersi iscrivere finalmente all’università, ma la faccia di tosta di Taehyung lo aveva in fondo aiutato a sbloccarsi. Ora che ne aveva discusso si sentiva meglio perché aveva reso tutto più ufficiale e concreto e soprattutto aveva avuto conferma da un’altra persona che ciò che stava facendo non era follia. Taehyung non avrebbe potuto rivolgergli parole migliori, per quanto Hoseok non potesse fare a meno di domandarsi quanto di ciò che gli aveva detto – e anche del modoin cui lo aveva fatto – rispecchiasse davvero il pensiero del ragazzo, soju a parte.

Non lasciarlo solo… questa promessa era come acqua sul deserto del suo cuore. Era come se qualcuno avesse annaffiato la pianta della speranza dentro di lui e essa avesse ripreso a mettere radici. Non poteva contarci troppo però. Taehyung avrebbe terminato l’università prima di lui e Hoseok sapeva che sarebbe diventato un architetto talmente bravo e ricercato non solo a Seul, ma in tutta la Corea del Sud, che non avrebbe senza dubbio avuto più molto tempo per stare dietro a lui. Ma questo si sarebbe visto più avanti. Per il momento Hoseok voleva concentrarsi su quanto di bello aveva intorno e Taehyung era sicuramente la cosa più bella. Era felice che fosse stato proprio lui il primo a cui aveva annunciato la sua decisione e sapeva anche di potersi fidare: non lo avrebbe detto a nessuno, nemmeno a Jimin, senza il suo consenso e tale idea lo rendeva tranquillo.

Ciò che non lo rendeva tranquillo era tutt’altro. Era il modo in cui il suo cuore aveva sussultato quando le mani del ragazzo si erano posate sulle sue. Il modo in cui la vista di Taehyung così vicino a sé, con gli occhi velati di lacrime e le guance un po’ rosse, gli aveva per un attimo annebbiato il cervello e gli aveva fatto desiderare di… di… Ecco, continuava a pensare a questo. E questo lo preoccupava molto.

 

***

 

Nonostante tutti e tre i ragazzi avessero ognuno la propria parte di ansie, preoccupazioni e turbamenti, la giornata del mercoledì trascorse in modo tutto sommato tranquillo. La clientela al negozio fu costante, ma non numerosa e quando Jimin e Taehyung tornarono al loro appartamento non potevano dire di sentirsi poi così stanchi e fu così anche per Hoseok. Rincasò con l’intenzione di occuparsi di un po’ di faccende che erano diversi giorni che rimandava, sperando che Namjoon lo aiutasse per quelle che erano alcune questioni riguardanti la casa. Al suo posto però trovò solo un biglietto sul tavolo: “Non aspettarmi per cena, Seokjin-ssi mi ha invitato da lui ;) Buona serata Hoseokaaaah”.

Hoseok rimise il foglietto dove l’aveva trovato, si guardò un po’ attorno nella casa vuota e infine decise di aver bisogno di un bagno calda.

Quando ne uscì una ventina di minuti dopo si sentiva meglio, ma c’era comunque qualcosa che continuava a turbarlo. Una piccola sensazione di fastidio che non riusciva a spiegarsi. Mentre si metteva il pigiama in camera lo sguardo gli si posò sul calendario da tavolo che teneva sulla scrivania. Fra quindici giorni la data ultima per iscriversi ai corsi di laurea che partivano nel semestre successivo sarebbe arrivata. Doveva fare qualcosa. Forse quel fastidio che provava, natogli dentro dopo aver letto il messaggio di Namjoon, era dato dall’impressione di star rimandando la propria vita e di non star procedendo né in una direzione, né in un’altra. Ripensò alla sera prima e decise che non doveva essere per forza così. Avrebbe messo un punto a tutto, in quello stesso momento, e buttato via il suo quaderno ormai logoro per prenderne uno completamente nuovo. E sapeva già cosa scrivere, sulla prima pagina bianca.

Prese il telefono e cercò il numero nella rubrica. Uno squillo. Due squilli. Clack.

Hyung? È successo qualcosa?”

“No Taehyungie, va tutto bene, scusami l’ora, volevo solo… puoi parlare un attimo?”

 

Ricevere una chiamata da Hoseok a quell’ora della sera non era molto frequente – che si scambiassero messaggi era normale, ma che si telefonassero a quell’ora proprio no – e Taehyung guardò allarmato Jimin, seduto a tavola con lui, prima di rispondere. Per fortuna il più grande lo rassicurò.

No Taehyungie, va tutto bene, scusami l’ora, volevo solo… puoi parlare un attimo?

“S-si, certo. Dimmi” il suo cuore prese a battere più velocemente. Di cosa mai voleva parlare?

Questo weekend… mi piacerebbe iscrivermi. Posso farlo direttamente online, è tutto molto veloce. Non mi va più di rimandare, una volta fatta è fatta. Ti andrebbe di essere con me quando lo farò?” Taehyung esitò nel rispondere – troppo sorpreso dalla richiesta – e Hoseok aggiunse “Mi farebbe piacere che tu ci fossi”.

Dopo un altro attimo di silenzio Taehyung disse con voce calda e ferma:

“Certamente. Ci sarò”.

Grazie” il sorriso di Hoseok traspariva dalle sue parole“A domani allora, Taehyungie

“A domani hyung”.

Taehyung richiuse il telefono in uno stato quasi sognante e Jimin battè le mani per attirare la sua attenzione:

“Tae! Ci sei? Che voleva hyung?”

Taehyung guardò Jimin come se non capisse per quale motivo si trovasse lì, ma poi tornò subito in sé:

“Ma niente, stai calmo! Solo avere informazioni sul mio turno di domani”.

Jimin rispose perplesso:

“E ti ha chiamato?”

“Ma che ne so Chim, lo sai che hyung è un po’ strano, chissà che cosa gli stava passando per la test-ah!!!” Taehyung si portò una mano sulla fronte “Jungkookie! Dovevamo dargli un orario per oggi, abbiamo scordato!”

Jimin anche sgranò gli occhi. Non ci aveva per niente ripensato.

“Porca miseria, è vero, mi è del tutto passato di mente! E poi stasera…”

Taehyung aveva già preso a digitare una risposta e scuoteva la testa:

“No, per stasera ormai niente, meglio passare. Gli dico di sentirci domani”.

Jimin annuì. Si sentiva davvero mortificato per essersi dimenticato della videochiamata con Jungkook e maledisse la sua perenne sbadataggine. È che oggi era stato così preso a pensare a Yoongi e ad attendere una sua chiamata per fargli sapere del verdetto che semplicemente non era riuscito a far spazio ad altro. Trovò però strano che anche Taehyung si fosse scordato, proprio lui che di solito era sempre così preciso, soprattutto poi quando si parlava del più piccolo. Comunque stessero le cose, ormai era andata. Jungkook rispose subito che non c’era problema e che si sarebbero tranquillamente potuti sentire tutti e tre l’indomani. Glielo avevano promesso e andava fatto, ma Jimin non poté evitare di sentirsi un po’ in ansia perché l’indomani sarebbe stato giovedì, il giorno in cui si sarebbe finalmente saputa la verità. Un terribile dubbio tra l’altro aveva preso a torturarlo da circa il primo pomeriggio, orario dell’ultimo messaggio scambiatosi con Yoongi: che avesse già ricevuto la fatidica notizia, ma non gli avesse ancora detto nulla perché la risposta era stata negativa e quindi stava ancora cercando di processarla. Jimin avrebbe voluto chiedergli un aggiornamento, ma aveva il terrore di fare quel passo e rivedersi di nuovo la vita stravolta.

Il giorno dopo non andò meglio. Fino a metà mattinata sembrò di si: di nuovo telefonò a Yoongi e quantomeno seppe che non aveva ricevuto ancora nessuna notizia. Poi però di nuovo ci fu silenzio e Jimin iniziò ad agitarsi di nuovo. Sarebbe voluto andare da lui, ma doveva lavorare fino a metà pomeriggio e poi tornato a casa lo aspettava la chiamata con Jungkook. Non poteva davvero rimandarla più.

 

***

 

Non appena il volto tondo e solare del giovane Jungkook fece la sua comparsa sullo schermo del computer la sensazione dei due ragazzi più grandi fu la medesima: di essere a casa. Ogni volta che rivedevano o risentivano Jungkook si ricordavano di quanto ne sentissero la mancanza. Si salutarono con entusiasmo e come prima cosa i più grandi si scusarono di nuovo per avergli dato buca la sera prima.

"Hyung davvero non dovete preoccuparvi" Jungkook sembrava effettivamente tranquillo "anche io non ho avuto molto tempo ultimamente con la scuola e alcuni test importanti".

"Beh si immagino" concordò Jimin sollevato dalla risposta "neppure tu avrai molto tempo".

"Jimin-ssi! È inutile che mi dai ragione per portare acqua al tuo mulino! Ti piacerebbe cavartela così!" il suo tono di rimprovero fece arrossire Jimin "La tua scomparsa prolungata non è comunque accettabile"

“Ma- ma ti pare questo il modo di rivolgerti al tuo hyung??"

"No no" replicò Jungkook deciso "non provare a far cadere il discorso su di me. Il problema è tuo perché guarda un po' come a Tae voglio bene come prima".

Taehyung si portò le braccia sulla testa a formare un cuore esclamando:

"Ti voglio bene anch'io!" mentre il più piccolo sogghignava soddisfatto.

"Va bene mi dispiace! Mi dispiace davvero Kookie... è che sono accadute tante cose"

"Quali cose?"

"Ahh ma Kookie qui non sa nulla di Yoongi-ssi!" disse Taehyung

"Yoongi? Chi è?! Jiminie cosa mi nascondi!! Voglio sapere tutto! Ma mi lasciate all'oscuro cosi??"

Poiché Jungkook sapeva già del ragazzo della stazione, per Jimin fu piuttosto semplice entrare direttamente nell’argomento. Raccontò, cercando di essere il più breve possibile – Taehyung doveva essere stufo ormai di tutta la storia – di come avesse avuto la fortuna di rincontrare Yoongi e come avesse avuto modo di instaurare un rapporto con lui anche grazie all’emergenza contest. Jungkook ascoltò tutto con attenzione e alla fine parve entusiasta di questa novità.

Ma guarda tu il nostro Jiminie cosa combina! Bene bene! E noto anche che già lo chiami Yoongi! Che cosa è successo tra voi? Siete diventati intimi?!

“Cosa? Ma che ti viene in mente di dire! Non è successo proprio un bel niente ancora. Niente!”

Intervenne anche Taehyung in favore di Jimin:

“Kookie, è che Yoongi si fa chiamare così da tutti, ha detto a Jiminie che gli onorifici non gli piacciono”.

Ah davvero?” Jungkook sembrava perplesso e per qualche motivo non intenzionato a lasciar cadere il discorso “che cosa… strana? E te lo ha proprio detto lui?

“Si” rispose Jimin “è stata praticamente la prima cosa che mi ha detto quando ci siamo… bah, non so nemmeno se definirlo presentati”

Perchè dici così?

Jimin aveva quasi dimenticato quanto Jungkook potesse essere puntiglioso a volte. Se la sua curiosità non veniva soddisfatta del tutto era capace di stare anche delle ore a fare domande. Cercò di essere più esaustivo possibile nella sua risposta:

“È solo perché il nostro è stato un modo un po’ strano di scambiarci i nomi e tutto… Da ciò che sa lui io ho ufficialmente scoperto il suo mentre scrivevo i suoi dati anagrafici al computer per registrarlo come nostro cliente. Stessa cosa per l’età, ho letto ad alta voce la sua data di nascita dalla carta d’identità che mi aveva dato e lui mi ha subito detto che, sì, era più grande di me, ma comunque odiava gli onorifici e quindi di non usarne con lui”.

Aah ok ho capito!” Jungkook sembrava soddisfatto, o quasi “beh, devo dire Jiminie che mi fa un po’ strano immaginare te, così timido, mentre tiri fuori la questione dell’età con un cliente quasi a voler suggerire di adottare un modo di parlare più informale. Specialmente poi se il cliente in questione è un bel ragazzo che ti interessa!

Jimin ridacchiò, non aveva tutti i torti:

“E infatti non è andata così! Io non ho mai aperto nessun discor-” si bloccò a metà frase e un brivido gli corse lungo la schiena “io non…”

Taehyung sedutogli lì di fianco gli rivolse uno sguardo interrogativo.

 “E’ che… sto un attimo ripensando a quel giorno e… beh Kookie ha ragione, non avrei mai avuto il coraggio di chiedergli l’età così dal nulla e dirgli la mia. Non credo proprio di avergliela mai detta in effetti. Ora che mi è stato fatto notare sto cercando di ricordare, ma non riesco proprio. Io non ho mai detto di avere meno di lui, eppure lo sapeva…”

“Ma Jiminie, è impossibile, non vi eravate mai presentati prima di allora, devi averglielo detto per forza” disse Taehyung pragmatico. Jungkook seguì:

Presentati no, ma…

“Ma parlati si” disse Jimin. Il brivido che aveva sentito si stava trasformando in vertigine. Sgranò gli occhi fissando un punto nel vuoto, il cervello che lavorava freneticamente “Oh mio dio. Oh mio dio!! Non può essere!”

Si alzò di scatto dalla sedia rovesciandola e iniziò ad ansimare. Taehung scattò subito prendendolo per un braccio e lo scosse:

“Jiminie che ti prende?!”

Fu Jungkook a rispondere per lui:

Ma Tae non capisci? Come poteva Yoongi-ssi sapere l’età di Jimin con così tanta certezza? Non avevano mai parlato in merito prima di allora. Qual è l’unica altra occasione in cui Jimin potrebbe aver accennato alla sua età se davvero non lo ha fatto al negozio?

Taehyung anche finalmente capì.

“Vuo-vuoi dire che…”

A Jungkook brillavano gli occhi, come sempre succedeva quando il ragazzo si sentiva sicuro di sé:

Non c’è altra spiegazione. Yoongi si ricordava di Jimin”.

Jimin si portò una mano alla bocca e delle lacrime iniziarono a formarglisi negli occhi. Taehyung pensò fossero di felicità e se da un lato la cosa avrebbe reso felice anche lui, dall’altro non voleva che il suo migliore amico si nutrisse di speranze vane. Capì però presto che Jimin al momento aveva tutt’altro per la testa.

“Jiminie, non siamo sicuri, non ci conterei troppo se fos-“

“Contarci? Contarci?! Taehyung se Yoongi ricordava… se Yoongi davvero si è sempre ricordato di me, cosa che a questo punto non credo di poter mettere più in dubbio, lo sai cosa significa? Che per tutto questo tempo ha creduto che lo avessi dimenticato! Dopo quello che ha fatto per me, io gli ho fatto credere di non ricordare niente di lui!! Sono due giorni che non lo sento! E se gli hanno dato una risposta negativa? Potrebbe aver deciso di prendere e andarsene senza dirmi niente, tanto perché farlo? Da ciò che lui sa, per me è stato solo un’ombra, non sa nulla di ciò che significa per me, e forse non lo saprà mai…”

Ormai singhiozzava e Taehyung guardò allarmato Jungkook. Non sapeva che cosa fare, non aveva mai visto Jimin così fuori di sé e anche se ciò che diceva era completamente senza senso aveva comunque paura che qualunque cosa avesse detto potesse peggiorare ancora di più la situazione. Fu allora il più piccolo a prendere la parola, senza esitazione alcuna:

Jimin-ssi! Piangere e battere i piedi adesso non serve a niente, cosa ci guadagni? Se hai davvero così tanta paura di perderlo allora vai da lui! Vai da lui ora, subito, non perdere nemmeno un attimo. Corri! E se credi di averlo già perso, corri ancora di più perché nel confessargli tutto hai nulla da perdere e tutto da vincere” gli sorrise per rassicurarlo “Andrà tutto bene Jiminie. Però se sei spaventato non puoi rimanere qui, devi davvero andare da Yoongi”.

Jimin, il respiro ora più regolare, passò con lo sguardo da Jungkook e Taehyung e vide l’amico annuire.

“Vai. Jungkook ha ragione”

“Grazie” disse con la voce strozzata “Grazie Kookie.. se-se tu non avessi-”

Tick tock. Jiminie, esci”.

Jimin annuì e obbedì, schizzando come una saetta verso la sua camera lasciandosi Taehyung e Jungkook alle spalle.

Iniziò a frugare nel cassetto della scrivania come un forsennato:

“Dov’èdov’èdove’èdove’è?? Ero sicuro di averlo messo- eccolo!”

In mezzo al disordine di uel cassetto, Jimin ritrovò la scatola che stava cercando. Era una scatola sottile e consunta, che non ricordava più nemmeno dove si era procurato, ma il suo contenuto importantissimo. Dentro vi aveva riposto, impacchettato per bene, il libro che Yoongi aveva lasciato cadere in stazione due anni prima. Lo aveva sempre custodito gelosamente e quando finalmente aveva rincontrato il ragazzo aveva deciso di impacchettarlo come se fosse un regalo. Sperava di avere il coraggio di riuscire a darglielo un giorno, se mai Yoongi si fosse ricordato di lui. E invece, di nuovo, non aveva capito niente. Cercò di non mettersi di nuovo a piangere mentre prendeva velocemente il primo giacchetto che gli capitò a tiro e si precipitò fuori dalla porta senza neppure salutare.

Taehyung guardò sconsolato Jungkook da attraverso lo schermo e il più piccolo fece spallucce, come a dire doveva andarecosì.

Speriamo solo che riescano a chiarirsi

“Già… A volte mi chiedo se tutta questa storia con Yoongi avrà mai una fine. È davvero troppo tempo che vedo Jimin giù per questa cosa. A volte in realtà l’ho visto anche su. Ma è proprio questa altalena che mi spaventa, capisci? Vorrei solo che finalmente avesse un po’ di pace”

Beh, credo che l’unica cosa da fare sia avere pazienza”.

“Si, ma quanta ancora?”

Jungkook non rispose. C’erano tante cose che anche lui ancora stava aspettando e sebbene cercasse ogni giorno di ricordarsi che era solo una questione di tempo, spesso prendevano anche a lui momenti di sconforto.

“Mi manchi Kookie” la voce di Taehyung era scura e i suoi occhi velati di tristezza “Non dovrei dirtelo, perché fa star peggio tutti e due, ma mi manchi tanto. Mi sembra sempre come…”

Come se ci fosse un pezzo fuori posto?

Taehyung annuì:

“Come se ci fosse un pezzo fuori posto”.

Un giorno saremo di nuovo tutti e tre hyung. Questa situazione non sarà per sempre. Non so ancora come, ma un modo si troverà, è solo questione anche qui-”

“Di aspettare. Già” rimase un momento in silenzio e poi si riprese “ma non volevo rattristare l’atmosfera! Tu invece cosa mi racconti? Ci sono novità? Ah! Io e Jiminie abbiamo visto il tuo ultimo video!”

Così i due ragazzi iniziarono di nuovo a chiacchierare in modo fitto e concitato e si persero talmente tanto nei loro discorsi che sentirono il cellulare di Jimin suonare solo quando lo fece per la terza volta.

Taehyung si accorse del rumore e interruppe Jungkook:

“Aspetta un attimo, sento un rumore” guardò meglio oltre il computer ed eccolo lì “Jimin ha dimenticato il suo telefono qui sul tavolo! Era Yoongi, lo ha chiamato tre volte!”

Oddio, sarà successo qualcosa a Jimin?!

“Non credo, dovrebbe essere vicino a casa di Yoongi, ma non ancora lì-”

Il telefono prese a vibrare di nuovo. Era la quarta chiamata nel giro di nemmeno di dieci minuti, era davvero il caso di rispondere. Taehyung emise un flebile “pronto?”.

 

***

 

Jimin correva. Correva, correva, correva. Si fermò solo due volte per riprendere fiato ed entrambe riprese poi a correre più veloce che poteva, proprio come gli aveva detto Jungkook. Il pacchettino stretto in mano, non gliene importava niente se senza sciarpa il vento gli sferzava violento il viso, o se il giacchino che aveva preso era decisamente troppo leggero per quella gelida serata di febbraio. Correva e correva, pensando solo a raggiungere Yoongi. Era troppo stanco di rimandare. Una minuscola parte di lui gli diceva di essere pazzo, che non c’era tutta questa urgenza, che sarebbe potuto andare da Yoogni anche l’indomani, magari avvisandolo. Ma troppo tempo era stato perso, troppo, e adesso ogni secondo senza Yoongi al suo fianco era per Jimin insopportabile. Una fiamma si era impossessata di lui e doveva dirgli la verità ora, subito, non poteva aspettare un attimo di più. Quanti metri ancora mancavano? Mai quel tragitto gli era parso così interminabile. Nella sua corsa folle andò a sbattere con diverse persone, senza mai curarsi di girarsi per chiedere scusa, poi svoltò un angolo troppo bruscamente e quasi inciampò, ma all’ultimo riuscì a riprendere l’equilibrio. Aveva il fiatone, il sudore gli si stava ghiacciando addosso e la gola gli bruciava, ma c’era quasi. Attraversò la strada senza quasi guardare ed infine lo vide, il palazzo di Yoongi. Si precipitò su per le scale che conducevano alla porta d’ingresso per suonare al citofono e tenendo la testa bassa per guardare i gradini ed evitare di inciampare sui suoi stessi piedi non si accorse che qualcuno era appena uscito. Gli andò a sbattere quasi con tutto il peso e solo per pochissimo non caddero entrambi a terra.

“Jimin!”

“Yoongi?!” di fronte a lui c’era proprio Yoongi, i capelli neri scompigliati, un piumino blu addosso e uno sguardo incredulo. Jimin parlò a fatica, ancora ansimante “Che-che fai qui fuori?”

“Cosa ci fai tu! Ti ho cercato al telefono poco fa, ma ha risposto Taehyung e mi ha detto che stavi venendo qui e che era meglio se ti venivo incontro. Jimin ti ho telefonato perché… volevo avvisarti subito! Mi hanno chiamato dal contest!”

Così dicendo Yoongi gli appoggiò le mani sulle spalle e Jimin scattò in avanti aggrappandosi al suo piumino. Ora che lo vedeva meglio, si accorse che gli occhi di Yoongi erano leggermente rossi e lucidi, come se avesse pianto. Pregò non fosse accaduto il peggio.

“E?!”

“E mi hanno preso Jiminie! Sono dentro! Sono… sono finalmente dentro!”

Jimin lanciò un urlo e si avvinghiò al collo di Yoongi, stringendolo forte e prendendo a saltellare.

“Yoongi Yoongi Yoongi!! Ma è bellissimo!!” sentì anche lui le lacrime arrivare e strinse il ragazzo ancora più forte. Adesso stavano saltellando insieme, lì in cima a quelle scale, ignari del freddo così come dei passanti che spediti camminavano per strada. Quando si staccarono Yoongi stava piangendo di nuovo:

“Quando me lo hanno detto mi sono sentito svenire. Non ci credevo, gli ho chiesto se non si fossero sbagliati. Jimin… Jimin è anche tua questa vittoria” gli prese le mani e Jimin sentì tanto calore affluirgli in tutto il corpo “se non ci fossi stato tu io non so se ce l’avrei mai fatta”.

“No! No Yoongi, ti prego, non mi devi dire niente. Non è stato merito mio, sei stato tu a vincere questo premio, solo tu. Ed io ti ero debitore”

Lo sguardo di Yoongi si fece confuso, ma prima che potesse dire qualcosa Jimin gli mise il pacchetto tra le mani.

“Tieni! Questo ti appartiene” sentiva altre lacrime iniziare a scendergli. Tutto quel tempo perso… tutto quel tempo perso… “avrei dovuto dartelo prima, ma non… non ho avuto il coraggio…” la voce gli morì sulle labbra nel momento in cui la sottile carta in cui aveva avvolto il libro cadde a terra e Yoongi posò lo sguardo sulla copertina. Dalla luce che vide nei suoi occhi capì che lo aveva riconosciuto “io non ti ho mai dimenticato Yoongi. Io so chi sei. Sei il ragazzo della stazione di Daegu. Il ragazzo che mi ha salvato la vita. Ti ho cercato per così tanto Yoongi, e quando mi sei apparso davanti io non ho saputo fare nien-”

“Jimin…” Yoongi guardava ipnotizzato il libro e anche le sue guance sembravano esserglisi fatte rosse. Guardò poi Jimin dritto negli occhi “questo è il giorno più bello della mia vita”.

“Non sei… non sei arrabbiato? Yoongi ti ho mentito, non è vero che non mi ricordavo di te, mi disp-”

 “Non ha più importanza adesso” lo interruppe con dolcezza Yoongi facendoglisi più vicino “tu sapevi chi sono Jiminie”.

Così dicendo Yoongi posò con delicatezza le proprie labbra su quelle di Jimin, non lasciando all’altro nemmeno il tempo di prendere il respiro. Il più piccolo sentì la testa girargli e per un attimo temette di svegliarsi. Ma era tutto vero. Le labbra di Yoongi erano morbidissime e il loro calore iniziò a propagarsi in ogni fibra del suo essere. Ricambiò il bacio, prima con delicatezza poi un po’ più di intensità, e fu lì che Yoongi si staccò piano. Jimin fece per cercare di nuovo le labbra del più grande, il respiro ancora corto e le guance di fuoco, ma Yoongi gli si sottrasse, prendendogli con delicatezza le mani e ridacchiando della sua foga.

“Jimin, siamo in mezzo alla strada, entriamo”.

Lo condusse dentro, prima nell’atrio poi nell’ascensore e Jimin lo seguì senza dire una parola, ancora sconvolto da quanto stava avvenendo. Una volta dentro il piccolo ascensore Yoongi premette il numero 7 e poi gli si fece di nuovo vicino, unendo ancora una volta le loro labbra. Jimin stavolta rispose da subito con più foga, cercando di avvicinarsi a Yoongi quel tanto che gli consentivano i loro giubbini, ma il più grande anche qui prese il controllo e lo costrinse a dei baci più lenti.

“Perché me lo hai tenuto nascosto?” chiese piano tra un soffice bacio e un altro “ero qui… sono stato qui tutto il tempo”.

Jimin scosse la testa e gli dette un profondo bacio prima di rispondere “No-non lo so, io… non so…”

Yoongi ridacchiò, Jimin in stato confusionale era dolcissimo. Strofinò il naso contro il suo:

“Siamo arrivati, adesso ne parliamo in casa, mh?”.

Uscirono dall’ascensore ed entrarono nel piccolo appartamentino. Jimin si sentiva leggero come l’aria.

 

 

 

 

 

Note dell’autrice:SALVE! Io non so se questo sviluppo delle cose proprio in questo capitolo fosse prevedibile o meno… però c’è stata una bella impennata, no? LO YOONMIN KISS. Ne avevo bisogno io come voi, giuro. Allora, con ordine. Intanto grazie per aver letto il capitolo, spero vi sia piaciuto. Non è l’ultimo della storia, ma comunque quello principale per lo snodo finale, che avverrà nel prossimo capitolo. Per chiunque fosse preoccupato su JK: niente da temere! L’ho tenuto fuori da tutto il resto della storia, ma potevo dimenticarmi di lui? dargli solo una parte di contorno? Ovviamente no. C’è pochissimo, ma direi che la sua presenza è stata fondamentale, no? ;) come ogni capitolo importante scriverlo non è stata semplicissimo, spero che tutto sia al suo posto e le cose non sembrino senza senso. La realizzazione di Jimin in particolar modo. I dubbi sul se Yoongi si ricordasse di Jimin o meno erano già chiariti tutti sin dall’inizio ehheheh Aiuto non so come scriverle queste note, stanno venendo sconclusionate… è che questo capitolo parla un po’ da solo? Si, facciamo così, facciamolo parlar da solo, io oggi sto zitta. Aggiungerò altro sul prossimo capitolo, che, purtroppo, sarà anche l’ultimo. Mi sento di avvisare in merito, ma ci sarà poi anche una sorpresina in aggiunta di cui vi dirò ^^ Allora io per il momento mi eclisso, grazie anche ancora per aver letto, ci vediamo sul prossimo capitolo! ♥

Baci, Elle

   
 
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