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Autore: LilithGrace    17/02/2019    0 recensioni
Due mondi diversi, un incontro casuale nelle terre scandinave.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Stefan Levin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Erano seduti sugli spalti di un palazzetto, di quelli con pochi campi, circa uno per ogni disciplina.
Anja guardava attentamente l’allenamento di futsal di alcuni ragazzini di circa quindici o sedici anni, seduta accanto al bell’attaccante svedese.
Il perché erano lì?
Poco prima, si erano sentiti e gli aveva chiesto di accompagnarla ad assistere a quell’allenamento e poi voleva parlagli, ma non aveva accennato nulla sul tema della chiacchierata.
Da lontano, un ragazzo dai capelli biondo cenere, con la maglia numero 11, l’aveva salutata con un gran sorriso: “è mio fratello, gioca come laterale…” spiegò interrompendo il silenzio: “ho voluto assistere perché lui è titolare ed uno nuovo, il 17, sta facendo di tutto per fargli male e prendersi il posto… sono venuta a verificare. Se vedrò qualcosa di storto, andrò a parlare direttamente con l’allenatore dei portieri, visto che è l’unico dello staff a non essere cambiato negli anni e conosce mio fratello da quando aveva il ciuccio”.
Il ragazzo sospirò e si voltò lievemente verso di lei: “Non ha provato a parlargli o parlare col mister?”. Quella era una bella domanda: “Beh sì, ma il mister dice che mio fratello finge di farsi male, mentre l’altro risponde che è una femminuccia che si lamenta. Sai, Richard non è tipo da rissa o da litigi…” si interruppe per un momento notando che il giocatore numero 17 aveva dato una spallata sullo sterno all’ 11. Il ragazzo rimase per terra per alcuni secondi; Anja strinse la ringhiera fino a far diventare bianche le nocche e trattenne il respiro finché non vide che il suo amato fratello era in piedi.
L’allenamento finì e si alzarono dalla tribuna e si trovarono il mister dei giovani davanti: “Non posso crederci! Cosa la porta qui, signor Levin?” solo a sentir ‘Signor’, Anja iniziò a sghignazzare; si schiarì la voce e rispose lei alla domanda non rivolta a lei: “è venuto con me ad assistere all’allenamento di Richard”. Il mister la guardò e si notò che ci mise un po’ ricollegare il viso a Richard: “tuo fratello mi dice che non sei tifosa, come mai oggi qui?” la sua domanda era carica di sarcasmo, perché sapeva perfettamente il motivo, ma nonostante Anja fosse sarcastica almeno quanto lui, Stephan intervenne prima che lei potesse rispondere: “il numero 17 è troppo violento. E’ controproducente infortunare qualcuno della propria squadra per di più forte, a meno che non ci sia un interesse. Siamo venuti a verificare e lei voleva un esperto”.
Il mister diventò paonazzo dalla vergogna e fissò la ragazza. Lei ricambiò lo sguardo: “Sa perfettamente quanto valga mio fratello, sa anche delle proposte di squadre importanti, anche di calcio… lei non vuole che lui vada via, giusto? E allora faccia in modo che Richard non debba subire più queste cattiverie”. Detto questo, si spostò e andò a salutare il fratellino, abbracciandolo, seguito da Stephan. Il ragazzino, alla vista del campione, allargò le labbra in un sorrisone a trentadue denti: “Ti prego, dopo possiamo farci una foto insieme? E mi fai anche un autografo? Cavolo, mi dispiace tu abbia incontrato mia sorella, è una rompina…”. La maggiore non badò affatto alle affermazioni del minore, prese il cellulare e fece segno ai due di avvicinarsi per scattare una foto;
dalla folla di ragazzini emozionati per la presenza del campione, ma troppo timorosi per avvicinarsi, uscì un 17 furioso che da lontano si mise a inveire contro i due fratelli: “Bravo! Cos’è, adesso hai anche le raccomandazioni perché tua sorella è riuscita ad arruffianarsi un giocatore famoso? Chissà che metodo ha usato!” senza neanche aspettare una risposta, si dileguò sbattendo la grande porta a vetri del palazzetto.
“Se sapesse davvero che metodo ho usato, si farebbe due risate…” si voltò verso Stephan: “quante parole svedesi ho azzeccato a Stoccolma?” chiese curiosa: “Poche, infatti ti avevo chiesto di parlare in tedesco…”. Lo guardò interrogativa: “ma al pub avevi detto che ero stata brava… mi hai mentito”. Si guardarono di nuovo, Anja guardò l’espressione interrogativa del fratello e si misero a ridere tutti e tre.





Dopo aver riaccompagnato a casa la giovane promessa, decisero di concedersi una pausa in un qualche locale: Stephan ordinò un’acqua tonica e Anja un Earl Grey Imperial Rose.
“Dovevi parlarmi anche di qualcos’altro?” lei lo guardò: “Non mi sto più allenando con Jörg e probabilmente cambierò ballerino o genere… Sto prendendo in considerazione di seguire Yvone: lei balla in singolo e balla bachata”.
“Come mai?” la interruppe lui. Si guardò intorno, evitando il suo sguardo freddo: “perché hanno fatto una selezione a sorpresa per chi avrebbe fatto uno spettacolo insieme ad una coppia di artisti internazionali di mambo e NY Style… hanno preso solo lui e hanno scartato me, benché fossimo in coppia insieme… Hanno detto che si nota che alcuni movimenti ancora non riesco a farli perché la gamba mi dà fastidio e gli hanno detto che lui è più avanti di me in movenze, tecnica e padronanza di passi… Giustamente lui non ha rifiutato, ma sono un po’ pensierosa: lo sono perché la mia stupida gamba è guarita, ma è ovvio che non è elastica come prima, perché forse mi sarei aspettata che Jörg dicesse qualcosa in mia difesa, ma invece è stato concentrato solo su se stesso… forse è stato il momento di gloria e l’entusiasmo, ma so che non l’ha fatto di proposito” accennò un sorriso e si bloccò quando notò che il ragazzo le stava stringendo la mano. Si stupì, non se l’aspettava da lui. Ricambiò la stretta e gli sorrise, venendo ricambiata subito: “Qualcuno disse: ‘che cosa sarebbe la vita se non avessimo il coraggio di fare tentativi?’ e ‘il successo talvolta è il risultato di una lunga serie di fallimenti’ “ alzò lo sguardo e lo fissò per alcuni secondi prima di ridacchiare sottovoce: “inizierò ad odiarti… usare la mia stessa arma contro di me non è divertente”. Strinse la mano di lui e senza pensarci, quasi istintivamente, il ragazzo se la portò alle labbra lasciandovi un lieve bacio e quasi si immobilizzò quando si rese conto del gesto; lei non fu da meno, anzi, sentì un brivido e avvampò. Fu lui ad interrompere il momento di momento di imbarazzo: “Allora è vero che sai tutte le citazioni a memoria di Van Gogh!”



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Piccolissima nota: L'earl grey imperial rose è il classico earl grey imperial con l'essenza di rosa.
  
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