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Autore: elfin emrys    17/02/2019    3 recensioni
{post5x13, sorta di postApocalisse, Merthur, 121/121 + epilogo}
Dal capitolo 85:
Gli sarebbe piaciuto come l’aveva pensato secoli prima, quando era morto fra le braccia del suo amico, non ancora consapevole che sarebbe tornato, con Merlin, sempre, sempre con lui.
In fondo, non aveva mai desiderato null’altro.
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Merlino, Nuovo personaggio, Principe Artù | Coppie: Gwen/Artù, Merlino/Artù
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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I Grant – Capitolo 7
 
Passarono tre giorni senza che avvenisse nulla di particolare. Arthur stava cominciando a lamentarsi della mancanza di carne nella sua nuova dieta e dell’estrema calura del luogo, ma a parte questi brontolii sembrava aver trovato un equilibrio. Merlin aveva continuato a prendersi cura del popolo e, prima che se ne fosse reso davvero conto, molta meno gente aveva cominciato a evitarlo quando camminava da una parte all’altra del villaggio. Aveva chiesto a Frederick di dargli una mano, quando poteva, e aveva scoperto che gradivano la compagnia l’uno dell’altro. Aveva aiutato anche gli stallieri, che gli erano stati tanto grati da portargli, in segreto, un vecchio libro che era appartenuto al nonno di uno di loro. Poiché nessuno sapeva leggere, tranne Grant stesso, era per loro inutile, ma avevano giustamente supposto che uno sciamano sapiente come Merlin avrebbe saputo cosa farci.
Era un volume di storia e il mago, in effetti, sapeva perfettamente come farlo fruttare. La stessa sera in cui gli era stato donato, aveva cominciato a leggerlo per informare Arthur degli avvenimenti che erano accaduti dopo la sua scomparsa. Era uno studente intelligente, Merlin doveva ammetterlo, e sembrava capire e ricordare velocemente tutto quello che gli veniva detto.
Il mago iniziò a fantasticare su come sarebbe stato incontrare Arthur il periodo in cui lui stesso aveva incominciato ad andare in università, perché all’epoca non aveva titoli di studio recenti e possibili per l’età che sembrava avere. Il re avrebbe sicuramente fatto storia e sarebbe stato divertente parlarsi nel lasso di tempo in cui Merlin aveva, invece, deciso di darsi all’ingegneria.
Presto, tuttavia, quelle fantasie avevano cominciato a fargli male e aveva deciso di smettere di immaginare cose che non erano successe e che, ormai, non sarebbero mai potute accadere.
Senza volerlo, si era fatto più silenzioso con Arthur, il quale tentava di riavvicinarsi a lui, eppure non ci riusciva come avrebbe voluto. C’erano momenti leggeri, di allegria, la mattina o la sera, ma non erano abbastanza. Il re, abituato ad avere Merlin con sé tutti i giorni e tutto il giorno, si era scoperto incapace di chiudere i tempi e, per occupare i minuti di stasi fra loro due, aveva cominciato a pensare.
Aveva saputo da Edward, il capo della cava, che degli esploratori erano tornati in fretta dalle terre del sud, ma Merlin non gli aveva rivelato nulla al riguardo, né avevano parlato del fatto che, a quanto si diceva, i Niall avessero accusato i Grant di rubare loro le carcasse delle prede. Arthur si era ritrovato in preda a un circolo ostile, in cui la rabbia per il sentirsi nuovamente all’oscuro di un pezzo del mago sfumava in una profonda malinconia, per poi ricominciare. I suoi compagni della cava parevano non farci caso e, anzi, lo sopportavano bene e avevano iniziato a essere molto amichevoli con lui. Il biondo si era reso conto che stavano instaurando uno strano rapporto: in qualche modo, lo vedevano come parte del popolo non meno di quanto lo erano loro stessi.
Forse fu il distacco che Merlin aveva posto fra se stesso e il re, o forse furono proprio le nuove relazioni che avevano cominciato a stabilirsi nella sua vita, ma Arthur, una sera, sentì un peso enorme sullo stomaco.
Guardando il soffitto scuro della tenda, la pancia molto più vuota rispetto a quello cui era sempre stato abituato, il re aveva finalmente iniziato a realizzare…
Trattenne il respiro, tanto a lungo che persino Merlin, che quella sera aveva deciso di non rivolgergli la parola, allungò la mano per controllarlo.
-Arthur?
-Sono morti…
Il biondo continuò a guardare in alto, fisso, e strinse le labbra, lasciando andare un sospiro. Se n’era appena reso conto. Fino a quel momento, preso dal ritorno alla vita, dal riabituarsi a sentire il sangue scorrere nel corpo e il cuore battere, dal capire come convivere con i Grant, non ci aveva davvero pensato. Era stato come se quella consapevolezza fosse stata soffocata, in qualche modo, in maniera volontaria perché non se n’era semplicemente dimenticato o aveva ignorato quella verità così pesante, solo, era stata come quando pensava ai tesori che vi erano nella cripta del castello: sapeva che stavano lì, eppure non ci faceva caso.
Merlin forse lo capì perché gli mise una mano sulla spalla e la strinse leggermente.
-Sono…
Arthur deglutì e prese, silenziosamente, un respiro più profondo per trovare il coraggio di dirlo ad alta voce.
-Sono morti tutti.
Il re tentò di regolarizzare il proprio respiro e storse il labbro, tirando su col naso.
-Sai dove sono seppelliti? O dove le loro barche sono state… mandate al largo?
Merlin scosse il capo e abbassò lo sguardo. Si vergognava di non sapere dove poter portare saluto a coloro che erano stati i suoi amici, i suoi compagni, eppure era consapevole che, allora, non avrebbe potuto sopportarlo. In quei primi anni c’era stato solo un unico pensiero, un’unica idea fissa e costante: il suo re, che aspettava guariva nel lago di Avalon.
-Guinevere?
La voce di Arthur si incrinò e, con essa, un po’ il cuore del mago.
-Cosa mi state chiedendo precisamente?
Cosa voleva sapere? Che era stata un’ottima regina? Che aveva provato con tutta se stessa a ristabilire la magia a Camelot, senza riuscirci? Che non aveva mai avuto figli? Che qualche anno dopo si era risposata? Che Merlin l’aveva invidiata –oh, così tanto profondamente- perché era riuscita ad andare oltre la morte di Arthur, mentre lui non riusciva a staccarsene un solo secondo?
-È stata felice?
La domanda gli colpì il ventre come un pugnale e il moro non riusciva neppure a dirsi il motivo.
-Sì. Credo di sì.
Sicuramente più felice di me.
Vide Arthur sorridere tristemente nella penombra –ed ecco che la lama girava e colpiva ancora e ancora.
Non poté fare a meno di avvicinarsi a lui, il calore dei loro due corpi che si mischiavano.
Da una parte, Merlin avrebbe voluto allontanarsi, scappare dalla tenda e non tornare mai più, dall’altra non poteva, semplicemente non riusciva a fare a meno di stringersi al suo re e c’era una piccola parte nel suo petto, nel profondo, che si scioglieva sentendo il braccio caldo dell’altro vicino al suo.
Restarono così a lungo.
Merlin finse di non vedere una lacrima brillare all’angolo dell’occhio di Arthur.
E lui fece altrettanto.
 
-Largo! Fate largo!
Merlin alzò lo sguardo, vedendo Arthur e un giovane portare un uomo ferito sotto braccio.
-Cosa è successo?
Frederick si avvicinò a loro e li aiutò a posare il Grant fra i cuscini.
-È stato di nuovo quell’animale…
-È il quinto che mi portate.
-Non siamo bravi nella caccia, non riusciamo a prenderlo.
Merlin guardò significativamente negli occhi il biondo, che era stato in silenzio fino a quel momento.
-Non attacca mai nelle mie vicinanze.
Annuì e finì di togliere la maglietta strappata al ferito, mostrando le lacerazioni. Era più grave del solito.
-Tu l’hai visto?
Merlin iniziò a pulire i bordi della pelle, attendendo la risposta dell’altro giovane.
-L’animale?
-Sì.
-Non sono sicuro perché nella cava è buio, essendo sotterranea, ma sembrava una specie di cane, ma non era un cane, né un lupo. O almeno credo.
-Aveva del pelo?
-Sì sì, era a quattro zampe e ha la pelliccia chiara, come bionda, penso, ma non sono sicuro.
Il ferito gemette e Merlin si scusò per la poca delicatezza. Allungò la mano per prendere la pasta che usavano per disinfettare, poiché la popolazione non sembrava voler rinunciare a quella sorta di intruglio che conoscevano bene e di cui si fidavano. Il mago lo usava solo per rassicurarli, quasi, dato che le sue proprietà non erano particolarmente efficaci contro i tagli più profondi, come aveva potuto constatare fin dalla prima volta in cui l’aveva vista. Mise, dunque, il disinfettante sulle ferite e l’uomo gli bloccò debolmente il polso.
-Aveva delle… macchie.
-Macchie?
-Sì, e le orecchie erano… come tonde e a punta solo… in cima.
-Ssssh, grazie, ora risparmia le forze. Preferisci che le ferite si curino in modo naturale e che la mia magia assicuri solo che non ci siano infezioni o…?
L’uomo lo guardò per un secondo, indeciso, poi mormorò un debole “Ricucile” e si lasciò andare, la stanchezza dovuta al dolore fisico che si faceva sempre più largo nel suo corpo. Merlin si fece portare un ago e del filo e, con estrema attenzione, mise i punti. Senza farsi notare dal ferito, usò la magia per assicurarsi che cicatrizzassero bene, poi cominciò a sistemare il paziente e gli attrezzi che aveva usato.
Arthur gli si avvicinò.
-Cosa pensi che sia?
-Non sono sicuro.
-Non credi che sia… una creatura magica?
-Nessuno degli uomini che mi avete portato ha avuto complicazioni, nulla fa pensare che si possa trattare di qualcosa di più di un semplice animale.
-Ho sentito il verso. Sembra un ululato, ma sono sicuro che non si tratta di un lupo, né di un cane.
-Purtroppo è difficile capire cosa sia. Non mi vengono in mente animali tipici della zona con quelle caratteristiche e che sia un predatore.
Frederick, che fino a quel momento li aveva guardati in silenzio, li interruppe.
-Scusate se mi permetto, potrebbero servirci delle immagini? Possiamo chiedere a uno di quelli che l’ha visto di disegnarlo.
-Ma se nessuno di noi lo conosce?
-Bisognerà studiarlo.
Una vocina li interruppe.
-Io ho un grande libro sugli animali…
Un bambino febbricitante che Merlin aveva accolto quella mattina nell’infermeria improvvisata li stava guardando attentamente.
Frederick aprì le labbra, esterrefatto.
-Un libro? Il nostro capo di solito li usa per accendere i falò. Come fai ad averne uno?
Il bimbo sorrise, sognante.
-Aveva delle immagini tanto belle! Quindi…
Tossì.
-Quindi l’ho tenuto.
Il mago si fece avanti.
-Dove si trova?
-L’ho…
Il bimbo tossì.
-L’ho messo sotto il tronco che uso come panchina vicino alla mia tenda. La mamma sa dov’è.
Merlin gli accarezzò dolcemente i capelli e il piccoletto sembrò godersi la coccola.
-Grazie, Kevin…
Arthur parlò con tono gentile.
-Dov’è la tua tenda?
Il giovane che aveva accompagnato il ferito li interruppe.
-So io dov’è.
Merlin guardò il suo re e i due annuirono di intesa: ci sarebbero andati entrambi.
-Portaci lì.
 
Alzarono il tronco e sotto ci trovarono una buca foderata di tessuto grezzo. Merlin iniziò a prendere i volumi che c’erano dentro.
-“Gli invertebrati”, “Il Grande Libro della Natura”, “I pesci d’Inghilterra”, “Il Re Leone”, “Gli animali della Savana”… Questo ragazzino ha una vera e propria passione.
Prese il tomo più grosso e pesante. Era molto rovinato e non solo dal tempo: era evidente che il bambino l’aveva ripreso qualche giorno prima e che, in generale, l’aveva usato spesso. Era un’enorme enciclopedia animale per bambini. Merlin percorse l’indice, cercando il punto dove voleva arrivare, poi cominciò a girare le pagine. Quasi rise a sentire il giovane sconosciuto mormorare “Sa leggere…” a Frederick e, alzando brevemente lo sguardo, vide Arthur trattenere un sorriso divertito.
Il mago iniziò a passare una pagina dopo l’altra con grande lentezza, permettendo a tutti i presenti di vedere le immagini.
-Eccolo, è quello!
Merlin si bloccò e il ragazzo tornò indietro di un paio di pagine.
-È questa qui.
Arthur si chinò a guardare.
-Cos’è?
-È una iena macchiata.
-Una che?
Il mago poggiò la fronte contro la mano e sospirò.
-È come sospettavo: è uno degli animali che fuggirono dagli zoo dopo la guerra. Normalmente non arrivano fino a qui, ma visto che noi stiamo diventando di più credo si sia spinta oltre per trovare da mangiare.
Arthur alzò un sopracciglio.
-Zoo?
-Non credevo sarebbero potuti sopravvivere degli esemplari con il clima che abbiamo qui… Non dovrebbe essere più freddo?
Il biondo alzò le braccia.
-A me sembra che faccia molto più caldo da quando me ne sono andato. Molto, molto più caldo. E parlo di un’afa costante, ti entra proprio dentro.
I due Grant erano incuriositi dal discorso: era evidente che, nella loro testa, mancava un pezzo della storia per capire pienamente come le loro parole si aggregavano insieme.
Lo sciamano continuava a leggere le descrizioni.
-Pare che sia un animale che mangia parecchio.
-Possibile sia l’autore dei furti dai Niall?
Merlin alzò gli occhi dal libro.
-Quello è sicuro! Non è strano per le iene rubare le carogne altrui, tuttavia dubito sia proprio questo esemplare. Il popolo dice di sentire delle risate e il verso di richiamo della iena è famoso proprio per assomigliare a qualcuno che ridacchia. Ce ne devono essere altri.
Il re si passò la mano sul mento.
-Noi intanto ci occuperemo di questo qua.
Con un cenno Frederick e l’altro ragazzo si avvicinarono a lui.
-Venite, andiamo a conferire con il vostro capo.
 
-Non puoi continuare a mandare persone lì dentro con l’animale in libertà!
-Nessuno di noi sa cacciare.
-Io sì. Dammi un paio di uomini e…
-Darti un paio di uomini?
Grant rise e ripeté la frase a bassa voce, come se fosse stata la cosa più divertente che avesse mai sentito.
-Allora almeno manda me.
-E perdere così ulteriore manodopera?
-Non mi ucciderà.
-Non ti ho mai visto cacciare, come faccio a sapere che ne sei davvero capace?
Arthur aprì le labbra, sdegnato.
-Stai insinuando che sono matto?
-Un uomo che non appartiene a nessuna tribù che un giorno prende tutto e parte, si fa chilometri di strada, che si affida a uno sciamano che gli era ignoto e che, addirittura, si fa frustare al posto suo! Sì, mi sembri un lunatico.
-Io sono sanissimo e…
Grant alzò la mano.
-Non mi serve continuare a discutere, quando la mia decisione rimane la stessa. Gli uomini continueranno ad andare alla cava e a tirare fuori i materiali del pre-guerra.
L’uomo si alzò e fece cenno a delle guardie di mandare fuori i visitatori. Merlin, fuori la tenda, li attendeva.
-Ebbene?
-Non farà nulla per quanto riguarda la…
-Iena.
-Sì, la iena. Ha addotto come scusa quella che nessuno del popolo sa cacciare e non vuole mandare me.
-Non vorrà darti potere agli occhi della tribù. Probabilmente farà qualcosa al riguardo, ma ci deve pensare, perché non sa come risolvere la situazione, per ora. Chiederà a me di fare qualcosa.
Il mago adocchiò i due giovani Grant che avevano seguito Arthur.
-Cosa hai intenzione di fare…?
Il biondo si mise le mani sui fianchi e guardò in avanti, pensieroso.
-Non posso lasciare che altri rimangano feriti o, addirittura, muoiano mentre lui “ci pensa”. E non lascerò che sia lui a risolvere il problema: questa gente…
Ruotò il capo, per indicare la totalità del villaggio.
-…È fin troppo soggetta alla sua volontà.
Arthur si diresse verso i ragazzi, posando le mani sulle loro spalle e iniziò a mormorare qualcosa. I volti dei due si fecero sorpresi, poi entusiasti, dubbiosi e, alla fine, sembravano convinti. Il re si girò verso l’amico.
-Tornerò prima di cena.
Merlin sorrise, vedendoli allontanarsi.
 
Note di Elfin
Arthur Pendragon is the new “Non ci sono più le mezze stagioni!”. Aspettate che finisca l’estate e arrivi il “Non è tanto il freddo, è l’umidità che t’ammazza”. Poverino, nel Medioevo il clima era diverso rispetto a quello del post Quarta Guerra Mondiale, eh XD Inoltre, come avrete capito, i Grant non sono grandi mangiatori di carne… Il nostro re ne è parecchio amareggiato, non è un fan del pesce *alza le spalle*
Ora, questa storia della iena… In realtà non ho la più pallida idea di come sia uscita fuori. No, sono sincera, mentre scrivevo sapevo che c’era un animale nella cava, ma nella mia testa doveva essere una citazione a una creatura della serie tv (non vi dico quale, perché ho una mezza idea di usarla in altro modo più avanti)! Mentre scrivevo è diventata una iena, per motivi totalmente ignoti anche a me. Il mio inconscio ha fatto tutto, non ho avuto il potere di fermarlo, ahahah.
Nel prossimo capitolo ci sarà una lunga chiacchierata, con l’apparizione decente di due altri OC. Non so se notate il pre-Merthur che avanza: sappiate che continuerà ad apparire in giro fino al punto di volta, come del resto continuerà ad apparire anche l’ex matrimonio Arwen. Non posso ignorare il fatto che Arthur e Gwen siano stati sposati, per quanto io li shippi entrambi con altre persone, abbiate pazienza!
Dieci punti a chi indovina con chi si è sposata Gwen per il suo secondo matrimonio :) Sappiate che è un pairing che mi piace molto e che ormai il fatto che lei si sia risposata con questa persona è un mio headcanon fisso.
Complimenti a tutti voi per essere arrivati fin quaggiù!
Ringrazio con un balletto dreamlikeview che ha recensito lo scorso capitolo e, assolutamente, Asialive, che è arrivata fino al quarto! Mi fa tanto piacere sapere cosa ne pensate.
Kiss
   
 
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