Anime & Manga > Zankyou no Terror
Ricorda la storia  |      
Autore: angelwithashotgun_    17/02/2019    5 recensioni
"La risata della bambina si fece più alta, più cattiva, fino a risultare un urlo, e Twelve si svegliò di soprassalto.
Forse aveva urlato anche lui, a giudicare dalla velocità con la quale Nine accanto a lui, si era svegliato. Era sudato, il cuore che gli rimbombava nelle orecchie, lo riusciva a sentire pulsare ovunque."
[Partecipa alla challenge "Midnight in the Garden of Good and Evil" del gruppo Facebook Boys Love - Fanfic & Fanart's World]
Genere: Angst, Horror, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Five, Nine/Arata Kokonoe, Twelve/Touji Hisami
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Questa storia partecipa alla challenge "Midnight in th Garden of Good and Evil" del gruppo Facebook: Boys Love - Fanart & Fanfic' s World"
Fandom: Zankyou no Terror

Scelta: Maschera Nera - Angst (Horror)






 
Silenzio.
Il silenzio regnava sovrano, in quella notte senza luna.
Tokyo era andata a dormire da un bel po' e nel bilocale malandato in cui si erano stabiliti Nine e Twelve, tutto quello che si poteva udire nel silenzio, era lo sfarfallare delle lampadine nude che pendevano dal soffitto del piccolo corridoio. Strano, pensò, forse un calo della tensione.
Twelve era disteso nel letto matrimoniale cigolante, senza la possibilità di muoversi per non svegliare il compagno, beatamente addormentato alla sua destra.
Aveva tentato di addormentarsi, ma il ticchettio del suo orologio da polso, sembrava fare troppo rumore, nel silenzio della stanza.
Sospirò, poi lentamente e con cautela si alzò, deciso a prendere una boccata d'aria fresca. Approfittò per lasciare un piccolo e dolce bacio sulla spalla di Nine, il quale era disteso su un fianco, rivolto dalla parte opposta.
Poggiò i piedi contro il pavimento freddo e si spinse con le mani contro il materasso, limitando i movimenti ai necessari, quando la sua testa scattò, rivolta verso il corridoio.
Nel silenzio della casa, una risata limpida, bianca, agghiacciante attraversò l’aria, infrangendosi contro i suoi timpani.
Si arrestò sulla soglia della porta, una strana sensazione d'ansia ad attanagliargli il petto e a chiudergli la gola che lo fece dubitare di quello che stava facendo.
Non osò muovere un muscolo, nell'attesa di una minuscola conferma che quella voce provenisse dall'appartamento dei vicini.
Di nuovo però, quella voce risuonò tra le pareti della casa, e un brivido gelido gli percorse la schiena.
Chiunque -o qualsiasi cosa- fosse, si era avvicinata, quasi al ritmo del tremolio della luce nel corridoio.
Twelve guardò Nine addormentato e deglutì nervosamente, chiedendosi come potesse non svegliarsi, con quella risata così chiara e limpida che riecheggiava tra le pareti. Decise di affacciarsi fuori dalla stanza in un moto di coraggio, e il sangue gli si gelò nelle vene nel momento in cui quella voce iniziò a cantilenare qualcosa di completamente insensato, ancora più vicina.
Nel fare un passo, i suoi piedi nudi finirono per camminare in quella che, abbassando lo sguardo, riconobbe a tutti gli effetti come una vasta pozza di sangue denso.
Ebbe paura di alzare lo sguardo, sapendo che la fonte di quella cantilena inquietante fosse esattamente davanti a lui, alla fine del corridoio.
Una strana bambina dai particolari capelli gonfi e bianchissimi gli stava rivolgendo un terrificante sorriso, le labbra tese e chiuse tra di loro, gli occhi spalancati di un lilla chiarissimo che nella penombra, risultava quasi luminescente.
Era vestita con un camice bianco da ospedale, completamente intriso e gocciolante di sangue, lo stesso che macchiava il pavimento, le mani di lei e i piedi di Twelve.
Indietreggiò appena, non riuscendo ad emettere un singolo suono, la gola chiusa dall’ansia e dalla paura che gli serrava lo stomaco.
Fu quando le luci sfarfallarono nuovamente, che il corridoio divenne buio per istanti brevissimi, l’intermittenza delle luci a dettare però il movimento della figura attraverso l’oscurità. Ogni volta che la luce tornava ad illuminare l’ambiente, la bambina era sempre più vicina.
All’improvviso Twelve notò che la figura stesse tenendo tra le mani sporche qualcosa di rotondo, forse una palla, anch’essa grondante di sangue denso, come le strisciate cremisi lungo le pareti ammuffite del corridoio.
La bambina rise di nuovo, quasi sovrastando quella specie di canzoncina inquietante e il ragazzo indietreggiò, l’odore acre e ferroso del sangue rappreso stava iniziando a dargli il voltastomaco, ma urlò, finalmente quando lei si avvicinò ancora, e gli lanciò ciò che teneva stretto al petto.
La palla rotolò a terra, fino ai piedi di Twelve che con orrore, scoprì non essere tale, bensì una testa mozzata; quella di Nine.
Terrorizzato e inorridito urlò di nuovo, tentando di scappare. I suoi piedi erano incollati a terra, sembravano non volersi muovere, le gambe di piombo e il cuore che pareva arrivargli in gola. La bambina rise di nuovo, alla realizzazione del ragazzo che tutto quello non fosse possibile, non sarebbe potuto esserlo, semplicemente perché poco prima Nine era nel loro letto e la sua testa era attaccata al corpo.
Il tremolio delle luci si fece più intenso e per alcuni secondi, il corridoio calò nell’oscurità più totale, la voce della bambina di fronte a lui, immediatamente sparì e tutto tornò silenzioso.
Twelve si guardò attorno, il respiro affannoso e il panico che lo aveva avvolto completamente, osservando come nell’oscurità, gli occhi vitrei e spalancati di Nine –o della sua testa-, lo stessero fissando.
Nuovamente, all’improvviso la luce tornò ad intermittenza e la cantilena della bambina tornò chiara, diretta alle sue orecchie e in fondo al corridoio apparvero tre figure, due delle quali decapitate.
La bambina, il corpo di Nine e il proprio, la cui testa era nelle mani di lei, che rideva.
Urlò fino a sentirsi girare la testa, i piedi che non ne volevano sapere di staccarsi dal pavimento, le gambe immobilizzate dalla paura.
La risata della bambina si fece più alta, più cattiva, fino a risultare un urlo, e Twelve si svegliò di soprassalto.
 
Forse aveva urlato anche lui, a giudicare dalla velocità con la quale Nine accanto a lui, si era svegliato. Era sudato, il cuore che gli rimbombava nelle orecchie, lo riusciva a sentire pulsare ovunque.
«Ehi, va tutto bene… Twelve, sono qui, era solo un incubo.» disse il moro, sussurrando al suo orecchio, in un abbraccio stretto nel tentativo di calmarlo.
Il ragazzo annuì spaventato, passandosi una mano sul viso imperlato di sudore e prese un sorso d’acqua dal bicchiere che teneva sul comodino.
«Sì- va tutto bene…» si convinse annuendo e guidato da Nine, si sdraiò nuovamente, rannicchiato con la schiena contro il suo petto, era felice che fosse vivo.
Stava per chiudere gli occhi e riaddormentarsi, quando il tremolio delle luci si udì, chiaro in tutto il corridoio.
 
   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Zankyou no Terror / Vai alla pagina dell'autore: angelwithashotgun_