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Autore: Lady Lara    18/02/2019    2 recensioni
Tratto dall'incipit.
“Mi dispiace … mi dispiace veramente … ma il mio cuore deve restare di ghiaccio!”
La sua mente se ne stava facendo una convinzione e stava alzando dei muri spessi intorno a quel cuore. Ne aveva bisogno perché … perché quegli occhi verdi e quelle labbra di ciliegia, erano riusciti a scalfire quel ghiaccio irrimediabilmente!
Una giovanissima Emma Swan, studentessa universitaria, incontra "casualmente" un giovane che sconvolgerà la sua vita e la condizionerà nelle sue scelte professionali e sentimentali. Il destino è spesso crudele e la vita lascia traumi difficili da superare. L'amore a volte può essere un trauma, specialmente quando ti viene strappato agli albori, quando le speranze sono tante e i sentimenti sono potenti ma, una nuova possibilità fa risorgere la fenice dalle sue ceneri. Emma si chiederà come si è potuta ingannare e innamorare in breve così profondamente. Dovrà lavorare duramente su se stessa per erigere i muri che la proteggeranno, ma se la fenice risorgerà dalle sue ceneri? Sboccerà ancora l'amore? Sarà Emma la fenice? O sarà il bellissimo uomo misterioso che, da un quadro visto in un museo, tormenta i suoi sogni con i suoi magnetici occhi azzurri?
Genere: Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo 49
 

L’assassino alla porta
 
 
 
Un leggero chiarore filtrava tra due dei pannelli malchiusi del chiosco. Era la luce del lampione di rimpetto e, se era così, significava che fosse notte.
 
Il dolore alla nuca era lancinante ed Eloise Gardener, appena rinvenuta, ancora era sdraiata sul pavimento. Tutto era così buio intorno a lei! Solo quella fessura di luce sembrava accenderle una piccola speranza nella mente.
 
– Raimundo … Raimundo!
 
Chiamò suo marito, ma poi il ricordo e il dolore le riaffiorarono ferocemente nella mente e nel cuore. Lui non c’era più! Era stato ucciso dai narcotrafficanti … erano passati già due anni! 
 
- Aliceee!
 
No, sua figlia non era con lei. La piccina era al sicuro. Nessuno le avrebbe fatto del male! Era in una casa famiglia, coccolata e accudita da una coppia di persone meravigliose!
 
Cercò di alzarsi, ma la testa le girò vorticosamente ed ebbe un forte conato di vomito. Si voltò istintivamente su un fianco per non strangolarsi con quel liquido acido e tossì liberandosi la gola e le narici intasate. Poggiata sull’avambraccio destro cercò di respirare, ma oltre al mal di testa sentiva una sorta di formicolio in tutto il corpo.
Rimase poggiata sul fianco, con la confusione che non accennava a schiarirsi nella sua mente. Che cosa le era successo? Era nel chiosco? Si, era lì, l’odore dei fiori e delle piante le davano nausea! Che ci faceva per terra e perché quel mal di testa?
 
Si toccò la nuca e si accorse che i capelli erano bagnati e appiccicaticci nel punto in cui le faceva più male. Cercò di ricollegare i ricordi di quelle ultime ore.
Ricordò che stava chiudendo il chiosco per la notte, doveva tornare in comunità per la mensa serale. Un ultimo cliente era arrivato …
La nebbia nel cervello si diradò facendole vedere nuovamente il viso dell’ultimo cliente.
 
“La Signora Pereira! Lei! Siamo entrate … lei era dietro di me …”
 
Possibile che l’Avvocatessa Alexandra Pereira, donna dai modi garbati e gentili, l’avesse colpita alle spalle?
 
“ Possibile? Perché avrebbe dovuto? È stata così carina con me le volte che è venuta ad intervistarmi!”
 
Un altro conato di vomito la colse improvvisamente e si sporcò la maglietta e il grembo. Stava malissimo! Aveva bisogno di aiuto. Doveva alzarsi! Nessuno passava in strada a quell’ora. Chissà che ore erano!
Un forte tremore la invase, provò ad alzarsi e le sembrò uno sforzo immane.
 
“Perché mi ha colpito quella donna? Credevo fosse un’amica! Non era vero niente! Ha preso delle informazioni da me … voleva scrivere un libro … “
 
Nonostante la confusione mentale e delle strane luci che le sembrava di vedere in quel chioso buio, Eloise cercò di capire e si avvide della sua situazione di testimone.
 
“Era tutta una farsa … mi sono fidata da perfetta stupida! Non ho raccontato nulla a Killian … forse mi avrebbe detto di non fare l’intervista! Lui non c’è mai se io lo voglio! È impegnato con il suo lavoro, lo devo ringraziare per quello che ha fatto fino ad ora per me e mia figlia … Dio mio! Alice, la mia povera piccina! Killian mi aiuterà ancora con lei … me lo ha detto chiaramente che il nostro matrimonio serve solo per quello … ha un’altra nel cuore … Forse … forse se io mi comporto bene si innamorerà veramente di me! Ho perso l’amore della mia vita … Killian non voglio perderlo! Pensavo che non avrei amato nessun’altro dopo Raimundo, invece è arrivato lui come un angelo dal cielo!”
 
Intanto, facendosi forza e pensando a quel nuovo amore e alla speranza di una vita migliore per sé e per sua figlia, in Irlanda, al suo fianco, si rimise in piedi, appoggiandosi al banco di lavoro. Annaspò con le mani sul ripiano. Cercò di orientarsi per ricordare dove fosse l’interruttore della luce. A tentoni lo trovò e l’accese. Gli occhi le bruciarono e lacrimarono. Le sembrava di avere dolore in tutto il corpo e un bruciore le stava salendo forte dallo stomaco, attanagliandole la gola. Era tremendamente caldo nel chiosco, lo era stato tutto il giorno, il sole di luglio lo aveva surriscaldato e lei sentiva gli abiti completamente appiccicati addosso per il sudore. Si, stava sudando copiosamente, sentiva i rigagnoli sulla pelle. La vista le si annebbiò, sembrò quasi che la luce si spegnesse.
 
“Che mi sta succedendo?!”
 
Si passò una mano sulla fronte per scostarsi i capelli biondo ramati che le erano ricaduti sugli occhi. Si riappoggiò con il braccio sinistro teso e sentì un dolore provenire dall’incavo del gomito.
 
“Cosa …”
 
La vena le tirava in quel punto e, guardando meglio, vide un buco al centro dell’incavo.  Sbiancò nel capire cosa significasse.
 
“Mi ha iniettato qualcosa … mi ha iniettato qualcosa! Ho bisogno di aiuto … il mio cellulare … dove l’ho messo?!”
 
Malferma sulle gambe, si trascinò fino alla sedia, facendo cadere parte degli oggetti posti sul banco da lavoro. La borsa era sulla sedia e cercò il telefonino. Le mani le tremavano come il resto del corpo e non ci vedeva più chiaramente. Cercò di fare il numero …
 
“Noo! È scarico … si è scaricato! Devo uscire di qui, ma prima … “
 
Un’idea le attraversò i pensieri confusi e nello stordimento che la stava assalendo cercò di agire. Doveva arrivare alla porta del chiosco e uscire di lì …
 
 
Dublino, due giorni dopo …     
 
Quel foglio A4 bianco, posto sul tavolo della sala da pranzo, risaltava sul mogano con il suo chiarore e le lettere scoordinate di giornale, che vi erano state incollate per formare le parole.
 
Emma era consapevole della frase detta poco prima da Killian:
 
“La mia copertura è saltata!”
 
Era decisamente evidente da quello che il foglio diceva.
 
So dove sei Captain Hook
 Non è stato così difficile trovarti
Pagherai per quello che mi hai fatto
 
– Sa perfettamente chi sei Killian e ha una forte motivazione di vendetta nei tuoi confronti …
- Evidente direi!
– Alle altre vittime non aveva lasciato simili lettere … non risulta dai fascicoli.
– No infatti …
- Vuole far in modo che tu sia terrorizzato, vuole destabilizzarti per colpirti a sorpresa quando poi meno te lo aspetti.
– Quello che ha fatto già con i miei agenti. Ma io non mi lascio spaventare tanto facilmente Swan!
“Tu no! Ma io sono terrorizzata all’idea che questo tizio possa riuscire nel suo intento!”
 
Killian l’aveva guardata con un’espressione decisa e sicura di sé, ma Emma era veramente preoccupata, anche se non voleva dimostrarlo.
 
– Dobbiamo assolutamente capire chi è questa persona Killian!
– Se fosse stato facile tu ora non saresti qui Tesoro! Di nemici ne ho un’infinità e nemmeno li conosco tutti. Captain Hook ha pestato i piedi agli elementi peggiori della criminalità invischiata nel narcotraffico!
– Intanto la lettera deve essere esaminata dalla scientifica!
– Si, Love … la devo far avere ai miei biologi, ma intanto posso controllare le telecamere …
- Le telecamere?
– Love, pensi che con il lavoro che faccio, il luogo dove abito non sia controllato? Ho organizzato un sistema per cui riesco ad avere informazioni su cosa succede in casa mia anche quando non ci sono!
– Scusa … vuoi dire che hai registrato anche cosa è successo tra noi questa notte?
 
Nel vedere le guance infiammate di Emma e  la sua espressione imbarazzata, Killian esplose in una risata sonora. 
 
– Ammetto che non mi dispiacerebbe rivedere la nostra performance di questa notte Swan, sai … nelle sere solitarie potrebbe aiutare!
 
Emma era ormai al limite estremo delle tonalità di rosso, dalle gote alla scollatura della camicia che indossava.
 
– Calma baby! Quando sono entrato ieri sera con te, ho interrotto la registrazione dell’interno, ma non dell’esterno della palazzina. Un vero peccato! Non speravo che avremmo fatto l’amore!
– Bugiardo che sei! Non ci speravi per niente?!
– Come si erano messe le cose da quando sei arrivata alla base … non me lo sognavo proprio, però … in effetti ci speravo si!
 
Erano già vicini, visionando il foglio sul tavolo, ma il ricordo delle ultime ore, passate insieme a ritrovarsi, e quella dannata chimica che si scatenava tra loro solo con uno sguardo, li ricongiunse nuovamente, con le mani di Killian che percorsero i fianchi e la vita di Emma, stringendola ancora a sé, risalendo sotto la stoffa,  e spingendoli in un nuovo contatto delle loro labbra insaziabili.
Era bellissimo perdersi in quegli abbracci, in quello scambio tenero e sensuale, ma la preoccupazione di Emma per l’uomo che amava era  qualcosa di più urgente del loro desiderio reciproco. Si sciolse dall’abbraccio spingendo via Killian con le mani.
 
– Capitano … così non tiriamo fuori un ragno dal buco! Dobbiamo lavorare e tu mi “devi” lasciar lavorare! Concentriamoci sul da farsi!
– Io ero parecchio concentrato Love!
– Si! A frugarmi sotto la camicetta per sganciarmi il reggiseno! Basta per ora!
 
Killian ridacchiò. Non era facile tenerle le mani lontane. Lei aveva una pelle setosa che lui adorava accarezzare, ma sapeva che lei avesse ragione. Dovevano capire qualcosa di più sull’autore della lettera.
 
– Ok Dottoressa! Hai ragione, ma non ti dispiace che ti frugo sotto la camicetta! Ti sento perfettamente reagire anche attraverso la stoffa!
– Jooones! Finiscila!
– Ok, Ok! Basta … per ora!
 
Emma ancora con le gote imporporate sollevò gli occhi al cielo. Sarebbe riuscita prima o poi a concentrarsi su quel caso?
Killian in un attimo cambiò espressione, ridiventando il Capitano integerrimo e pignolo che in realtà era nel suo lavoro.
 
– Voglio vedere la registrazione della telecamera che dà sul portone e la strada. Vediamo chi ha portato questa letterina!
 
Emma lo osservò mentre, con movimenti sicuri di sé e delle proprie conoscenze tecniche, Killian prendeva un piccolo portatile e digitava velocemente sulla tastiera. Apparvero sullo schermo una serie di riquadri che lui ingrandì e rimpicciolì secondo il suo volere. Emma non era un genio informatico ma se la cavava piuttosto bene con il computer e diversi programmi, ma non riusciva a capire come Killian stesse facendo quel tipo di lavoro. Un lavoro altamente specialistico. Il computer era collegato Wi Fi alla rete delle videocamere, da quello che si capiva.
 
– Hai inventato tu questo metodo di sicurezza?
– Ovvio Love!
– Sei veramente bravo Killian!
– Si lo so! Sono semplicemente geniale!
– Anche molto modesto aggiungerei!
 
Killian le lanciò un’occhiata furba, ma Emma non poté nascondere il suo sguardo ammirato.
 
– Eccolo qui Swan! Guarda!
 
Dalla registrazione si vide il loro arrivo davanti al portone e Killian che apriva con le chiavi. Andando avanti di pochi minuti di registrato, apparve una sagoma scura che si abbassò davanti al portone. Aveva messo in quel momento la busta sotto l’uscio, poco dopo il loro rincasare. Era probabile che li avesse seguiti.
Killian aprì altre finestre sullo schermo, le ingrandì. Erano visuali di un maggior raggio dalla porta verso la strada, sia a sinistra che a destra e difronte.
 
– Maledizione! Eccolo là tra gli alberi appena siamo arrivati! Ha visto che eri con me Emma! Sa che non sono solo, che ho portato una donna a casa mia e ci ho passato la notte …
- Quindi? Ti stai preoccupando per me ora?
– Emma, mi preoccupo sempre per te! Anche se non ti do questa impressione con i miei trascorsi! Lo sai che ti amo e non voglio essere ulteriormente la causa di guai per te!
– Riesci a capire chi possa essere il tizio?
– No maledizione! Ha il viso completamente in ombra! Anche fisicamente non mi dice nulla, se non il fatto che tu abbia ragione per l’esame balistico. Sembra alto non oltre il metro e sessanta!
– Corrisponde all’altezza del killer! Possiamo dire che sia sicuro che si è presentato di persona sotto casa tua!
– Già! Bel passo avanti con le indagini!
 
Killian aveva un tono amareggiato e ironico, ma Emma colse anche la punta di preoccupazione che trasparì dalla sua voce.
 
– Killian devo esaminare ancora bene i fascicoli, abbiamo tutto il giorno davanti a noi. Ho portato il materiale con me. Non è necessario andare al tuo ufficio.
– No Swan! Non resteremo qui, né andremo al rifugio. Sa che abito qui, ma non è detto sappia della base segreta!
– Che vuoi fare?
– Intanto avviso il Commissario della Polizia sulle novità e chiamo la mia squadra per dare direttive, poi io e te faremo un viaggetto verso un luogo difficile da raggiungere per chiunque ci stia osservando o seguendo!
– Dove vuoi andare?
– Lascia fare a me! Devo solo controllare se il tizio si sia avvicinato alla mia macchina nottetempo! Non vorrei trovare sorprese esplosive che ci riducano a brandelli!
– Ne dubito visto l’idea della punizione e dell’espiazione che il killer attua con quel rituale della Cocaina, comunque meglio star tranquilli!
                     
Killian fece quanto aveva appena detto ad Emma, dalle telefonate al controllo dell’auto tramite la registrazione della telecamera frontale.
L’auto non era stata avvicinata da nessuno durante tutta la notte e ambedue tirarono un sospiro di sollievo.
 
– Swan prendi i fascicoli e la valigia, ti servirà il tuo cambio i prossimi giorni e qui non torneremo per il momento!
– Non mi vuoi dire dove andiamo?
– Lo scoprirai presto Love!
 
Boston, stesso giorno.
 
Sebastian Jefferson non vedeva l’ora di arrivare alla stanza di Lorna. Si era fermato a prenderle un mazzo di fiori e un profumo. Gli piaceva sorprendere la sua donna con regalini improvvisi, senza la necessità di una festa o una ricorrenza.
Sorrideva tra sé e sé, quando passò alla reception dell’ospedale. L’infermiera al banco lo guardò sorridendogli e salutandolo. Che la donna avesse un debole per lui si era capito da come si dimostrava sempre solerte alle sue richieste, a prescindere dal minimo sindacale richiesto dalla professionalità.
 
- Bellissimo mazzo di fiori Agente! La Dottoressa Stone è una donna veramente fortunata!
– Grazie infermiera Demy!
 
 
Fortunata? Sebastian pensò che Lorna era fortunata ad essere ancora in vita!
Gli passò un brivido per la schiena. Aveva rischiato di perderla e non se lo sarebbe mai perdonato. Amava infinitamente Lorna, non solo la trovava affascinante e bella nell’aspetto, la stimava profondamente e l’apprezzava per quello che era nel carattere e nella professione. Se mai fosse esistito un ideale di donna per lui, quella era proprio Lorna! Aveva faticato a conquistarla, a farla capitolare e ad ammettere che anche lei nutrisse i suoi stessi sentimenti per lui, ma ora finalmente erano insieme e da mesi convivevano serenamente. Si capivano ed avevano una grande complicità, per non parlare dell’intesa sessuale. Lorna l’aveva attratto come una calamita dal primo momento che l’aveva vista ed era ormai sicuro che anche a lei, allora sposata, avesse fatto un certo effetto già da allora. Lorna non lo avrebbe mai ammesso! Sicuramente ancor adesso non lo avrebbe confessato!
 
Sperò di trovarla un po’ meglio. Erano giorni che era stata ferita e operata d’urgenza. Purtroppo aveva perso un rene e avrebbe dovuto fare dialisi per un periodo, da quanto detto dal medico.
L’avrebbe aiutata e assistita, qualsiasi cosa fosse ancora capitata, lui sarebbe stato al suo fianco! Lorna era troppo importante per lui ed ora con lei c’era una piccola vita che cresceva nel suo grembo. 
All’idea di quel tenero germoglio del loro amore, così vitale e forte da resistere al grave ferimento della sua mamma, Sebastian deglutì commosso.
 
L’ascensore aprì la porta sul corridoio che portava alla stanza di Lorna. Era una stanza singola, lei aveva bisogno di un ambiente silenzioso e poco frequentato. Era uscita dalla terapia intensiva, ma ancora era sotto osservazione, l’espianto di un rene non era una cosa da poco!
Seb aprì piano la porta della stanza, pronto ad un sorriso smagliante. Sorrise comunque, anche a vederla appisolata. Si avvicinò al letto e la guardò amorevolmente. Era molto pallida e si notava il grigiore delle occhiaia sotto i suoi occhi. Al braccio sinistro era infilata l’ago collegata alla flebo e da un lato del letto sporgeva una bustina di plastica collegata al tubicino e al catetere che le avevano impiantato.
Con tristezza Seb notò che il liquido in quella sacchetta era ancora opaco e rossastro di sangue. Lorna andava migliorando, come gli aveva detto il medico, ma ancora ce ne voleva per rimettersi in piedi!
 
Senza far rumore posò i fiori e il pacchetto regalo sul comodino, affianco al letto, e si mise seduto al capezzale della sua donna. Le accarezzò il dorso della mano destra e poi la prese nella sua, portandola alle labbra e tenendola poggiata alla guancia.
Rimase così finche lei non aprì gli occhi.
 
– Ciao dolcezza!
– Seb … da quando sei qui?
– Da poco amore … come ti senti?
– Ho avuto periodi migliori di sicuro!
– Torneranno vedrai! Come stai rispetto a ieri?
– Mi hanno aumentato il dosaggio di antibiotici. Questo dannato catetere mi da un fastidio che non puoi immaginare, sembra di avere un pugnale piantato, in più si infetta facilmente e quindi per evitarmi altri danni eccoti questa bella flebo di antibiotico!
– La schiena ti fa ancora tanto male?
– Mi sento così pesta che non so più nemmeno io casa mi faccia più male! Comunque in generale ogni giorno va un po’ meglio, tranquillo!
 
Che Sebastian fosse in apprensione per lei era evidente dal suo sguardo e Lorna non voleva farlo preoccupare oltre il necessario.
 
– Ho una bella notizia da darti Seb!
– Ecco! Menomale, almeno una bella notizia!
– Il ginecologo ha deciso di farmi un’ecografia questa mattina!
– Mio Dio! L’hai fatta? Avrei voluto essere presente!
– Questa è la bella notizia … non l’ho voluta fare per aspettarti … volevo vedessi con me la prima volta nostro figlio … ho detto al medico di farmela appena arrivavi oggi pomeriggio!
 
Sebastian aveva lo sguardo felice come un bambino all’idea e a Lorna faceva bene al cuore vederlo così. Gli accarezzò la guancia e lui le baciò il palmo della mano. 
 
– Ora, Seb, se chiami la medicheria avvisano il dottore per l’ecografia. Dai sergente datti da fare se vuoi vedere tuo figlio!
– Agli ordini Maggiore!
 
Nel giro di pochi minuti il personale ospedaliero si organizzò per portare l’ecografo nella stanza della paziente, senza smuoverla. 
Sebastian fu attentissimo ad ogni movimento del ginecologo, dal momento che mise il gel sul ventre di Lorna, al momento in cui le immagini trasmesse dal manipolo apparvero sullo schermo.
 
– Ecco qui il piccolo guerriero! O guerriera!  L’embrione è ben impiantato Signora!
– Mi faccia capire bene dottore! Quel cosino è lui?
– Il cosino? Se intende questa specie di vermotto! Si Agente, questo è l’embrione! Al momento sta andando benissimo, cresce come deve! Non ci sono state conseguenze con l’incidente e l’intervento. Ve l’ho detto che questo signorino è un guerriero!
– Ma si può capire se è maschio o femmina?
 
Il ginecologo e Lorna sorrisero all’impazienza di Seb.
 
– Un po’ prestino non trova? Ma viste le misure dell’embrione, per l’età, potrei pronosticare che verrà una figliola alta e robusta o un bel maschietto. Avete preferenze?
 – No dottore! Voglio solo che Lorna e mio figlio stiano bene, poi sia quel che deve essere!
– Ben detto Agente Jefferson! Facciamolo crescere ancora un po’ e poi facciamo la morfologica. Se il feto sarà posizionato in modo ottimale, allora sapremo anche con chiarezza il sesso!
 
Il medico finì con il suo lavoro e, aiutato dall’infermiera di turno, portò via il macchinario e tolse il disturbo, lasciando i due che sorridevano ancora emozionati per quella esperienza appena vissuta.
 
– Mio Dio Lorna! Abbiamo appena visto il nostro piccolino!
 
Sembrava che Seb ancora non riuscisse a crederci e Lorna gli prese la mano e se la portò sulla pancia, nel punto in cui avevano appena visto fosse posizionato l’embrione.
 
– Puoi crederci amore … tra poche settimane sentirai anche che si muove quando metterai la mano così!
– Veramente?
 
Lorna annuì sorridendo .
– Mi fa proprio strano Lorna! Eppure non ho mai provato una gioia più grande! Tu? Sei felice del nostro piccolo?
 
Gli occhi di Lorna si inumidirono. Un figlio era la cosa che più le era mancata fino ad allora, avendo perso il primo che aveva aspettato dal suo ex marito, e non avendone più avuti.
 
– Per me è un miracolo insperato Seb … pensavo che ormai non ne avrei più avuti. Invece sei arrivato tu … Pensavo tu fossi il regalo più bello che avessi potuto avere e invece mi hai portato un regalo ancora più grande! Grazie Seb!
 
Sebastian sapeva dell’esperienza dolorosa vissuta anni prima da Lorna e quella dichiarazione lo riempì di orgoglio e tenerezza per lei.
 
– Ti amo Lorna … ti amo come non avrei mai creduto e sono io a ringraziarti per la gioia che mi stai dando!
 
Tenendole ancora la mano nella sua, Seb si sporse sul viso di Lorna e le diede un dolce bacio sulle labbra. Rimasero ancora vicinissimi a guardarsi negli occhi e a scambiarsi tenerezze, finché un suono fastidioso non provenne dalla tasca di Seb.
 
– Il cellulare! Chi diavolo sarà ora?
 
Infastidito Seb si staccò dal capezzale di Lorna e rispose al numero comparso sullo schermo.
 
– Si? Dottore mi dica … si certo … Cosa?!! Mi prende in giro?! Solo adesso mi informa? Lei sa la situazione di quella donna e ha aspettato tre giorni per chiamarmi? Nemmeno la polizia?!! Lei è un pazzo o un incosciente!
 
Seb riattaccò bruscamente.
– Razza d’idiota!
– Che succede?
– Eloise Gardener!
– Eloise?
– La moglie di Killian per intenderci!
– Si avevo capito … che le è successo?
– Scomparsa da tre giorni! Ti rendi conto? Sono tre giorni che non rientra in comunità e quell’idiota dello psichiatra che la segue in comunità mi avvisa solo ora! È ancora sotto la mia tutela, doveva avvisarmi immediatamente! Chissà cosa diavolo è successo! Devo trovarla! Anche se ha ormai testimoniato non è fuori pericolo. Inoltre non è una persona stabile e potrebbe cacciarsi in qualche guaio! Dovrò avvisare Killian e non ne sarà contento! Ha già parecchi gratta capi!
– In ogni caso dovrai chiamarlo e dirglielo!
– Aspetto di indagare con la Polizia, spero di non dovergli dare brutte notizie! Devo andare ora! Sarei rimasto ancora ma questa non ci voleva proprio!
 
Con la preoccupazione nella mente, Sebastian diede un ultimo bacio alla sua Lorna e uscì dalla stanza, lasciandola pensierosa nel suo letto.
 
– Chissà come staranno andando le cose tra Killian ed Emma. Speriamo bene sia per il caso sia per loro due!
 
 
 
 
 
Angolo dell’autrice
 
Spero bene anche io per Emma e Killian. Dove la starà portando il bel Capitano? Cerca un posto dove non potranno essere raggiunti. Avete qualche suggerimento da dargli?
Intanto si è capito che l’assassino sa chi è Killian, dove vive e che ha una ragazza con sé.
Non si sa cosa sia successo ad Eloise, scomparsa senza lasciar tracce da tre giorni e Seb dovrà indagare. Nel frattempo c’è stato un dolce momento con Lorna. Mi mancavano questi due e ce li ho voluti mettere.
Non è il mio solito lungo capitolo, ho avuto poco tempo, a parte l’O.S. di San Valentino, per scrivere, ma volevo accontentare le amiche di penna che mi hanno spronato a pubblicare. Mi dispiace … vi avevo lasciato con l’ansia, ma temo di avervi lasciato ancora nelle stesse condizioni! Non odiatemi troppo! Alla fine mi farò perdonare!
Si, lo so! Ve lo dico sempre ;))
Grazie comunque a chi segue, ai lettori che continuano ad aggiungersi, a chi lascia commenti e a tutti coloro che si sono affezionati a questi appuntamenti.
Buona settimana a tutti!
Lara
 

 
   
 
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