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Autore: Uptrand    18/02/2019    14 recensioni
Gli Yahg hanno deciso di non rispettare gli accordi con il Consiglio della Cittadella e una numerosa flotta di conquista si sta muovendo verso la colonia salarian indipendente di Erinle.
Da due settimane sotto assedio degli yahg e difesa dalle forse dell Iniziativa di Difesa Galattica (I.D.G.) agli ordini del Consiglio.
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Per conoscere qualcosa in più sulle armature trovate dalle ragazze consiglio la lettura di questa OS:
https://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3818382 Quod Mores: passione formato krogan


Dal finestrino della corazzata turian Hilaso era ben visibile il portale della Nebulosa Crescent, da lì la flotta del Consiglio della Cittadella sarebbe arrivata direttamente nel sistema Osun. 
Presto sede di una battaglia contro le forze del Dominio Yahg, se il futuro non prendeva una svolta improvvisa. Dalle ultime notizie dei droni spia sembrava un presente ormai certo. 
C'era però una stranezza che non era sfuggita a nessuno degli ufficiali presenti a quella riunione, da cui si godeva la vista del portale.
« Perché la flotta Yahg avanza così lentamente? » domandò l'ammiraglio turian Tulter Dectus, sul volto una linea bianca a forma di S indicava la sua colonia d'origine.
I sistemi Osun e Plotari, dove aveva sede il pianeta d'origine degli Yahg, si trovavano ambedue nella nebulosa Hourglass. Gli Yahg avrebbero dovuto godere di un notevole vantaggio temporale, invece era ancora navigazione verso il sistema Osun. 
Gli analisti parlavano di tecnologia spaziale arretrata, di superati motori a eezo di prima generazione che non potevano certamente far correre una corazzata spaziale. 
Essa rappresentava la spina dorsale delle forze yahg, possedendone un numero ben maggiore della flotta del Consiglio. 
Non diede tempo agli altri ufficiali di rispondere « Abbiamo letto tutti i rapporti degli annalisti, chiamatemi vigliacco ma io sento odore di fregatura. Questa lentezza secondo me è voluta, ha una ragione strategica. » 
I presenti non annuirono, erano suoi parigrado e altrettanto esperti. Accettarono la sua opinione, come un semplice dato di cui tenere conto in futuro. Il comando della flotta era stata affidata al turian, quale fosse il suo piano dovevano ancora scoprirlo.
« Ho ideato una strategia basilare per questa operazione, ma dovrebbe darci la vittoria senza correre rischi inutili. La flotta sarà divisa in tre tronconi, a breve distanza l'uno dall'altro. La prima linea impegnerà il nemico da subito. La seconda avrà il compito di circondarlo prendendolo sui lati, la terza rimarrà di riserva intervenendo dove e quando necessario. »
L'idea era che se il nemico stava progettando qualche trappola, la terza linea avrebbe dovuto far guadagnare tempo per riorganizzare il fronte. 
Il suo comando venne affidato a Olivia W. Shepard, le fregate dell'ammiraglio I.D.G. erano le più veloci di tutta la flotta. Nel caso di un intervento rapido e imprevisto per controbilanciare un'azione nemica erano perfette.  
Sistemato il “come” avrebbero combattuto nello spazio, l'attenzione si spostò sull'argomento successivo: la battaglia di terra. 
« Comandate capo Steve Shepard, come pensa di coordinarsi con le altre forze di terra? » 
Lui assunse un'espressione corrucciata, Olivia indovinò senza problemi i pensieri del fratello. 
“Turian rompi cazzo” ma non gli sfuggì l'occhiata di Olivia. 
“Steve, fai il bravo. Sono nostri colleghi.”
“Capirai, so io cosa fare.”
“Steve...”
“Ok, faccio il bravo.” 

Si dissero con delle semplice occhiate, in pochi istanti. 
« Noi del I reggimento siamo una forza autonoma, coordinarci con altri è solo un problema. Fateci sbarcare e assicuratevi la supremazia aerea, al resto ci pensiamo noi. » 
« Voi siete cinquemila, il nemico ha cinquantamila soldati. Pensate di vincere? » 
« Si. »
« Come? »
« Uccidendoli, colpendoli alle spalle e compiendo ogni tipo di bassezza. »
Spiegazione che non dissipò minimamente i dubbi dell'ammiraglio turian che immaginava da dove tanta fiducia potesse arrivare « Essere troppi sicuri spesso porta alla rovina, non crede di avere troppa fiducia nel suo armamento e in quella donna? »
Steve lo guardò incredulo « Troppa fiducia? Io? Questa è la prima volta che me lo dicono. Ci sono ragioni pratiche per cui il primo non può operare con altri reparti presenti, se volete attaccarlo da altri settori non c'è problema. La sola cosa importante è che il I rimanga separato dagli alleati, anche solo qualche chilometro di distanza va bene. »
« Detta così è una richiesta assurda, va contro ogni esempio di strategia militare. Mi piacerebbe sentire qualcuna di queste ragioni. »
Lui fece una smorfia, ma sapeva che il turian aveva ragione « Il problema è il nostro armamento, è troppo diverso da quello abituale che usano le altre forze militari. Operare assieme ci penalizzerà tutti. » 
Tulter annuì, quella era una ragione che comprendeva anche se non ne era del tutto convinto. 
« Il suo piano? »
« Puntare dritto sul nemico. »
« Così facendo si attirerà addosso tutte le forze yahg presenti. »
« Un nemico ammassato è l'ideale per il I reggimento. » 
« Invece della sua arma segreta, Isabella, cosa mi può dire? »
Lui sorrise « Conosce l'espressione “Come un gatto attaccato ai coglioni”? Perché Isabella sa essere proprio così con i nemici. » 
Intanto Olivia si era coperta il viso con le mani per la vergogna. 
« Sei un'idiota. » fu il secco commento di Olivia al termine della riunione, quando uscendo dalla sala furono soli. 
Lui rise di gusto, ma fu una risata breve. « Avrei bisogno di farti una confidenza. » 
Lei si fece attenta.   

Il phantom non capiva bene il perché alla gente piacesse fare foto, sopratutto non riusciva a comprendere il motivo dell'entusiasmo di farne una con lei. 
Almeno i soldati del I reggimento rispettavano il limite di starle distanti tre metri, fin tanto che lo facevano potevano farle tutte le foto che volevano per quello che le importava.
Sempre meglio dei giornalisti, si avvicinavano in maniera quasi aggressiva per farle foto e domande. 
Alzò appena il capo, identificando solo dal suono dei passi chi si avvicinava. 
« Beh? » gridò Steve lievemente stupito, facendo sobbalzare chi gli dava le spalle per fissare la donna.
Isabella aspettava elegantemente distesa su un fianco, sopra alcune casse di rifornimenti. Il fatto che indossasse solo il sotto armatura le dava un'area più sensuale del solito. 
Si trattava di un indumento estremamente aderente, il cui scopo era rendere più comodo indossare l'armatura evitando fastidiosi attriti con la pelle. 
Dava però un effetto vedo non vedo che attirava non poco l'attenzione, sopratutto se indossato dalla modella più acclamata dalle riviste di moda. 
Al richiamo del ufficiale i soldati si dispersero velocemente, come adolescenti scoperti a spiare nel bagno delle ragazze. 
Lei inclinò appena il capo a destra. 
« Per il momento aspettiamo. » fu la risposta di lui. 
Quella del phantom fu gonfiare le guance e mettere il broncio, si stava stancando di aspettare. Voleva andare in guerra, uccidere. 
« Signore, è andata come previsto? » chiese Derica avvicinandosi al suo comandante, adesso che era ritornato a bordo della nave che trasportava il primo reggimento. 
« Si. » rispose al suo secondo in comando. 
« Davvero crede sia meglio non spiegare a nessuno le sue paure? » domandò la nativa americana.
« Sinceramente no, ma davvero non posso dire agli altri ufficiali che i loro soldati rischiano di morire per fuoco amico a starci vicino. Tranne noi, nessuno ha un'esperienza reale di quanto sia potente un fucile T-17. Dato che si tratta di un armamento protetto dal segreto militare, ci è stata vietata ogni simulazione con forze militari esterne. Noi non siamo addestrati ad operare con altri e viceversa, non voglio uccidere nessun alleato ma non voglio nemmeno fare una figura di merda a dire “ A starci vicino, correte il rischio di farvi sparare addosso da noi”. Sembreremo degli idioti. »
« Non si preoccupi signore, da soli andremo benissimo e se vinciamo nessuno avrà da ridire. Il piano che ha elaborato con Gatius è ottimo. » gli rispose Derica, cercando di tirarlo su di morale. 
Una luce blu elettrica illuminò l'ambiente. 
Isabella provava una strana sensazione a cui non sapeva dare un nome, li aveva visti parlare davanti a lei ignorandola. Gli aveva dato fastidio non avere l'attenzione del suo amico.
Dopotutto lei era lì per giocare alla guerra con lui. 
La donna la guardò perplessa, Steve si limitò a dire « Lo so, lo so l'attesa non piace a te come a me. » Quindi ebbe un'idea, si sedette davanti a lei « Mancano ore prima che succeda qualcosa e ormai è tutto pronto. Ho alcuni giochi sull'omnitool, ci facciamo una partita. »
Isabella annuì entusiasta, felice di poter giocare con lui in attesa che la guerra iniziasse.
Derica lo guardava incapace di decidere, se un ufficiale che si metteva a giocare a poche ore dall'inizio di un importante operazione militare fosse coraggioso o sconsiderato. 
« Signore, le sembra il caso? »
« Perché? È tutto pronto o c'è qualcosa da fare? » rispose lui.
« Tutto pronto, ma... »
« Allora riposiamoci, fino a quando non serviamo. Non voglio soldati e ufficiali stanchi quando sarà il momento. » 
 
L'ammiraglio Dectus aprì un canale di comunicazione, sullo schermo olografico apparve il volto di Olivia. 
« Ammiraglio. » disse lui salutandola.
« Signore, ha bisogno? »
« Cosa nasconde suo fratello? Non perda tempo a negare, faccio questo lavoro da anni e riconosco un ufficiale che non dice tutto per paura di finire a pulire cessi a vita.» 
Lei per un attimo fu stupita ma aggiunse « È una discussione informale? » 
Il turian annuì « Se non è niente di grave, si. »
Convinta da quelle parole Olivia gli spiegò la confidenza che gli aveva fatto il fratello.
Dectus si incupì ad ogni parola « Una mancanza a cui nessuno aveva pensato. Non è qualcosa che si può dichiarare, senza ricevere il biasimo altrui. Però voglio la sua opinione. Suo fratello e il I reggimento potrebbero farcela? Sono cinquemila contro cinquantamila. » 
La risposta di lei fu sicura e senza esitazione « Si, Steve non si lancerebbe mai in un'operazione che non potrebbe vincere. Se gli servisse aiuto, sarebbe il primo a chiederlo. Non è assolutamente così orgoglioso da pensare di poter fare tutto lui e non cerca medaglie. » 
Dectus annuì pensieroso « Va bene, all'inizio faremo come ci ha proposto il comandante capo del primo. Opereranno autonomi e distaccati da ogni altra forza alleata, il I punterà dritto sulla base nemica mentre il resto dell'esercito lavorerà per tenere inchiodate le forze nemiche sul fronte. Questa implicherà che il primo dovrà lo stesso occuparsi di trentamila soldati nemici nella migliore delle ipotesi, ma se ci saranno problemi il resto delle forze di terra entrerà in azione. Lo comunicherò agli altri. » 
« La ringrazio. » 
« Ancora un dettaglio, riguardo alla richiesta di copertura aerea fornita da suo fratello. Se tutto andrà bene nello spazio, darò ordine che la terza linea da lei comandata ripieghi su Erinle per proteggere le forze al suolo. Fino a quel momento dovranno però farsi bastare quello che i caccia riusciranno a fare. » 
« Agli ordini signore. » disse lei entusiasta. 
Dectus saluto con un cenno della testa e chiuse il canale, si mise alla scrivania scrivendo su extranet la parola gatto. Gli era rimasta una curiosità anche se aveva intuito il significato di quella frase, ignorava cosa fosse un gatto e voleva scoprire se davvero sulla Terra questo animale si attaccava ai testicoli dei suoi abitanti. 
 
***** 

Entrare nel laboratorio di Mores per curiosare non fu un problema. Dentro il disordine era assoluto e vi si trovava di tutto. 
« Come avete fatto ad aprire la porta? » chiese Decunia, non avendo per niente chiaro come Diana ci fosse riuscita semplicemente fissandola. 
« Si tratta di un comando mentale, lunga storia, non vale la pena di raccontarla. » le spiegò William che raggiunse subito dopo il fratello. 
Henry aveva trovato qualcosa con tanti fili, lucine e che lasciava chiaramente intendere che toccarlo era un'idea stupida. Tutte cose a cui i gemelli Coats non sapevano resistere. 
« Ve l'avevo detto. » esordì Diana « Il laboratorio di Mores ha sempre un sacco di roba interessante. »  
« Non mi convince stare qui. » commentò Taiga. 
« A curiosare non facciamo male a nessuno, non portiamo mica via qualcosa. » disse Trish per rassicurarla.
Da piano quella sarebbe dovuta essere una toccata e fuga, per andare poi in qualche galleria commerciale. 
Una lastra di metallo, appesa per dei test, si arroventò in pochi istanti cominciando a sciogliersi. 
Henry e William risero entusiasti, non capendo bene cosa dovesse essere quel abbozzo di progetto avevano deciso di personalizzalo. Qualsiasi cosa potesse essere stata prima, adesso era un lanciafiamme al plasma. 
Taiga alzò gli occhi al cielo, corse a riprenderli. A distanza di anni certe cose non cambiavano mai. 
Dante si guardava attorno, ben protetto e immobilizzato dall'abbraccio di Decunia. 
La turian si comportava come se fosse in un campo minato, dove solo sfiorare qualcosa avrebbe comportato un'esplosione. 
Ma quando le videro, fu evidente a tutti che il piano era appena cambiato. 
Per capirlo bastava osservare lo sguardo di vivo interesse delle sorelle Weaver, rivolto alle tre armature da phantom che facevano bella mostra di se su una pedana.
Bastava guardarle per capire che erano tutto tranne che ordinarie. I colori erano quelli classici: bianco, nero e giallo ma ogni altro dettaglio era stato aggiornato. 
Forse da sole non ci sarebbero mai riuscite a portare fuori quelle armature da Caninea, per provarle in tranquillità. Ma i gemelli Coats avevano anni di pratica nel elaborare i più svariati sotterfugi. 
Le misero in una cassa, una finta bolla creata dai gemelli dimostrava che era merce che avevano acquistato e la presenza delle sorelle Weaver evitò molte domande.  
Prendere una navetta fu altrettanto facile ma rese necessario alle ragazze nascondersi, proprio la loro assenza fece si che la sicurezza non facesse troppe domande, tutti i presenti erano nell'archivio di Divisione N e nessuno dubitò della scusa di accompagnare a casa loro Decunia e Dante. 
In ogni caso un viaggio da Caninea all'equatore, dove si trovava la base militare I.D.G., era giusto a un tiro di schioppo.
La turian non era particolarmente convinta di quel piano, ma l'entusiasmo del suo fratellino adottivo  la fece decidere per accettare. Dopotutto erano passate diverse ore, ancora un'ora al massimo e sarebbero dovuti rientrare a casa. 
Non viste, il minimo per qualcuno addestrato da phantom, le sorelle Weaver salirono mentre la navetta si staccava dal suolo.
Diana si mise ai comandi desiderosa di dimostrare le proprie abilità di guida, aveva preso la patente da pochi mesi, ma per ogni evenienza Henry le sedeva accanto.
Dietro, nella zona passeggeri sedevano gli altri. William, tramite il suo omnitool, stava cercando di capire le funzioni di quelle armature. Si era aspettato i soliti programmi di supporto, con in aggiunta quelli medici da cui era possibile controllare da remoto la salute delle Weaver e fare interventi di primo soccorso, come inviare una scarica elettrica per stimolare il cuore.
Già solo questa funzione era tutt'altro economica e nessun esercito l'adottava per il costo. 
No che non ci fossero, c'era semplicemente troppo roba. Per la precisione c'era un archivio dati di oltre tre zettabyte, quando normalmente non superava il mezzo terrabyte e sempre se c'era. Era un accessorio generalmente posseduto dai soli ufficiali, per conservare i dati della missione. In più aveva una capacità di calcolo enorme, questa era data dalla presenza di un processore di ultimissima generazione e non del tipo che si poteva trovare in un computer moderno a uso domestico. 
Più indagava meno ci capiva. 
Erano delle armature da fanteria, quel gigantesco archivio dati non aveva senso così come quella capacità di calcolo data dal processore. La seconda forse poteva anche aver un'utilità pratica, ma per usarla bisognava almeno essere laureati in informatica. Insomma, era impensabile che anche solo una delle sorelle Weaver potesse farne un uso corretto. 
Sospirò frustato, forse ci avrebbe capito qualcosa se fosse riuscito a vedere i dati contenuti nell'archivio. Peccato che ogni suo tentativo si concludeva in un fallimento, qualsiasi cosa ci fosse al suo interno era davvero ben protetta.  
Seduto accanto a lui il dodicenne Dante non si accorse di aver involontariamente iniziato a fissare Alexya. Lei e Trish avevano cominciato a indossare la corazza, aiutandosi a vicenda nel controllare che le singole parti fossero fissate a dovere. 
Non avevano il sotto armatura, ma dato il breve uso non ne avrebbero avuto bisogno. 
I normali vestiti sarebbero andati più che bene. 
Anche se non lo dava a vedere Alexya sapeva di essere distratta in quel momento, ed era proprio essere fissata da lui ad agitarla “Adesso perché mi fissa? Non che mi dispiaccia a priori che lui lo faccia...è così carino, sembra un peluche che ha preso vita. Di un dodicenne mi dovevo infatuare...se solo la lettura del corpo con lui funzionasse almeno capirei la direzioni dei suoi pensieri, cosa gli da piacere o fastidio non sarebbe un mistero.”
« Alexya. » la chiamò lui, lei sollevò appena lo sguardo con il solito contegno. « Sei bella, quest'armatura ti sta veramente bene. Mi fai pensare alle figure epiche di donne guerriere descritte in poesia e nei miti. Se erano come te, credo di capire perché sono tanto affascinanti. » 
« Ma che ometto coraggioso. » dichiarò William in modo canzonatorio, Taiga lo fissò incredulo.
« Dante! Non va bene essere così diretti con qualcuno con cui non sei in confidenza! » lo riprese Decunia. 
« Nessun problema. » commentò tranquilla Alexya « Chi riesce a dire in maniera diretta il proprio pensiero, merita complimenti. » asserì, affermando quella che era sempre stata la sua linea di condotta. Il fatto che Dante ci riuscisse, era uno dei motivi per cui lo trovava carino.  
In quel momento la navetta si fermò atterrando, voltandosi verso di loro dalla cabina Diana disse « Credo che qui vada bene. » 
Era una vasta pianura innevata, ed essersi avvicinati all'equatore faceva si che il tempo tendesse al bello come in quel momento e la temperatura fosse sui meno cinque gradi. 
« È proprio necessario? » domandò Decunia, si erano fermati per provare di nascosto le nuove armature. Questione che per lei non era di nessuna importanza. 
« Dai Taiga, unisciti almeno per il riscaldamento. » la invitò Trish.
« Ma... »
« Allenamento con Taiga, mi piace. » commentò divertita Diana a quell'idea. 
« Non sarà diverso che allenarsi con me, quando siamo a scuola. » dichiarò Alexya, facendola decidere per si « Ma attenzione alla neve, i tuoi movimenti saranno più lenti di quello che credi. » 
Decise di accettare e indossò una corazza ambientale, per poter stare all'aperto senza sentire freddo. L'interno della navetta, anche con il portellone aperto, manteneva una temperatura costante tramite campi ambientali. Il riscaldamento era comunque stato acceso avendo una turian con loro, da sempre una razza molto sensibile alle basse temperature.
Taiga si scansò a destra evitando un pugno di Diana, non cercò però di afferrarlo come avrebbe fatto con Alexya. I movimenti della prima erano più rapidi della seconda, saltellò all'indietro incrociando le braccia al ultimo per parare un diretto di Trish, cercando nel contempo di farle lo sgambetto che l'amica evitò senza problemi. 
Ebbe un attimo di pausa « Ragazze potete anche impegnarvi, ormai non impressionate più nessuno di noi. » disse sarcastica.
Le tre sorelle si guardarono un attimo incerte, ma alla fine annuirono. 
L'aria diventasse pesante, come contaminata da qualcosa d'invisibile. Taiga aveva provato quella sensazione tante volte anche se mai diretta contro di lei, ormai ci aveva fatto l'abitudine. La prima volta non riusciva a smettere di tremare, quello che provava adesso era niente. 
Era solo un inganno della mente quello che percepiva, uno stupido scherzo del suo subconscio, qualcosa che le sorelle Weaver sapevano provocare benissimo. Non subivano ridicole trasformazioni, rimanevano tali e quali perché quella era la vita reale e non un cartone animato. 
Ma quando volevano riuscivano a far sentire chiunque in pericolo per la propria vita. 
Come se andando per strada, ci si imbattesse in una tigre? Mantenere il controllo in quegli istanti avrebbe potuto fare la differenza tra la vita e la morte. 
Farsi influenzare da quella sensazione in un combattimento vero significava distrarsi, un solo attimo di disattenzione e lo sfortunato avversario sarebbe morto. Voltarsi e scappare, senza un piano, avrebbe avuto la medesima conseguenza. 
Taiga rimase calma e mantenne la posizione, perché in realtà non era cambiato niente. 
Sorrise pensando al nome con cui erano solite riferirsi a quell'abilità: stupido trucco. In fondo era un nome azzeccato, era proprio qualcosa di stupido da cui farsi influenzare. 
Ma tra i presenti che assistevano a questo riscaldamento, c'era chi non era abituato a quella sensazione. 
Decunia, sotto un bocchettone d'aria calda, si sentiva agitata. Aveva una gran voglia di correre via urlando, arrivare a casa e chiudersi dentro per sentirsi al sicuro. 
Solo la presenza degli altri gli impediva di farlo, Henry e William erano straordinariamente calmi mentre Dante... “Per gli spiriti! Che sta facendo?”
Il ragazzo si era seduto sulle ginocchia, anche se lo vedeva di sbieco, aveva in viso un'espressione che si sarebbe potuta solo definire di estasi. Anche i gemelli Coats se ne accorsero.
« Tutto bene? » chiese Henry sospettoso. 
« Certo. » rispose infarcendo quella parole di una gioia incontenibile. « Non sono stupende? Alexya è incredibile! » 
A quelle parole i due si scambiarono un'occhiata « Qualcuno ha gusti particolari. » commentò William .
« Piccoli maso crescono, o forse sado? » dichiarò Henry scherzoso verso di lui. 
« Allora tu cosa dovresti essere? Stando con Diana. » lo riprese William.
« Frena, nessuno di noi andava in brodo di giuggiole la prima volta che le vedeva...beh...fare questo. »
« I gusti son gusti. » 
Dante li ascoltava distrattamente, sapeva di star tremando ma la percepiva come una sensazione lontana. La sola cosa che udiva era il battito del suo cuore a mille.
Il lato pericoloso di Alexya, lo stesso che lei gli aveva mostrato al loro primo incontro mesi fa, conferiva alla ragazza un aspetto che lui trovava glorioso.
Sebbene Diana e Trish trasmettessero le stesse sensazioni e fossero altrettanto attraenti, il contegno che Alexya riusciva a mostrare in ogni momento in coppia con quel senso di pericolo a lui la faceva sembrare bellissima. 

Taiga finì nella neve a un metro davanti a loro, si alzò soddisfatta dicendo « Per me basta così. » 
Aveva resistito due minuti e quaranta secondi. Poteva dirsi contenta. 
Si sedette accanto a William che le disse « Ti sei fatta onore. »
« Grazie. »
Nel frattempo le Weaver avevano deciso che era il momento di far sul serio, si presero un attimo di pausa per recuperare dalla navetta le loro spade. 
Alexya, Diana e Trish sfoderarono rispettivamente Taiga, Het e Yakshi. 
William ridacchio dicendole « Ricordi la prima volta che si svelarono a vicenda i nomi delle spade? Diana e Trish erano quasi indispettite per non aver pensato di usare il tuo nome, aver vinto la scommessa su chi avrebbe dato il nome più figo alla spada è stata una delle poche volte in cui Alexya si è proprio vantata. »
« Lo ha fatto solo perché siamo amiche. » 
« Direi che c'è anche una buona dose di rispetto, considerando che misurano tutti a partire da Dasha Weaver non è una cosa da poco. » 
« Finito di giocare all'innamorato? Cerchiamo di capirci qualcosa su come funzionano queste armature. » borbottò Henry accanto a lui. 
Taiga si voltò dall'altra parte arrossendo, William verso il gemello « Sei un'idiota. »
La sola risposta fu uno sguardo divertito. 
Ne frattempo le sorelle Weaver si stavano scatenando, bagliori blu elettrici illuminavano tutto l'area mentre chili di neve si sollevavano in aria in violente esplosioni. 
Dante osservava estasiato.
I gemelli Coats avevano il loro da fare.
Decunia guardava a bocca aperta « Ma quanto sono potenti? »
« Non preoccuparti, dopo il primo centinaia di volte non si rimane più sorpresi. » le rispose Taiga.
« Ma siamo certe di essere al sicuro qui? » 
« Si, tanto più fanno casino meno fanno sul serio. »  affermò Taiga. 
« Cosa vorrebbe dire? »
« Sono phantom, specialiste nell'infiltrazione, sabotaggio e assassinio. Se fanno sul serio, non le senti o vedi. » ma notando l'espressione esultante del bambino, tirò William per un braccio « Che succede a Dante? »
« Niente, gli ormoni, probabilmente ha una cotta per Alexya. » fu il commento disinteressato del ragazzo.
« Cosa? » disse esterrefatta lei.
« Andiamo...non crederei sia il caso di agitarsi? È una cotta innocente o forse mi vuoi dire che sarà un bambino a far capitolare “l'imperatrice”? »
« Si, hai ragione. » rispose lei tranquillizzata da quelle parole. Alexya si era sempre comportata come al solito, a quell'età capitava di innamorarsi. 
“Niente di strano, però sarà meglio che ne parli con Alexya nel caso lui le confessasse qualcosa. Non vorrei fosse troppo dura nel rifiutarlo” pensò Taiga. 
Intanto William e Henry erano riusciti a scoprire qualcosa, quelle armature erano più simili a un reattore a eezo con il biotico nella parte del combustibile. 
Si alimentavano dall'energia che il biotico perdeva naturalmente, assorbendola direttamente attraverso la pelle e facendola fluire attraverso i circuisti stampati nella corazza stessa. Un sistema che dava la massima resa possibile. 
Nessuna batteria o cavo, questo faceva guadagnare in leggerezza. Ma dal grafico apparso sullo schermo sembrava che le prestazioni impiegate non superassero il tre per cento, motivo anche del bassissimo consumo energetico segnalato.  
Un tasto segnalava la possibilità di attivare un programma denominato: Analisi e Valutazioni.
Henry si alzò, fece un fischio e chiamò a gran voce le sorelle Weaver che si radunarono subito.
« Notato qualcosa di strano? Funzioni mancanti o qualcuna in più? »
La risposta fu un no, se la parte meccanica dell'armatura era favolosa quella software era quella abituale. 
Henry e William si scambiarono uno sguardo, c'era un solo modo per risolvere ogni mistero. 
Un solo click da parte del secondo e “Analisi e Valutazioni” fu avviato.
***** 

« Chi c'è al cancello? » esclamò Arturus, l'avevano chiamato dal solo e unico punto d'ingresso della base sotterranea per informarla che una persona si era presentata a piedi chiedendo di lui. 
Era un nome che non sentiva da due anni o più, dalla fine della guerra contro i grigi. 
Jessie Taylor, così almeno si era presentata la misteriosa persona che aveva chiesto di lui. 
« Voglio vederla sullo schermo. » ordinò, controllando a stento la propria impazienza. 
Jessie era, come loro, una dei figli delle leggende della Normandy SR2. 
Sua padre Jacob aveva aiutato il comandante Shepard nella guerra contro i razziatori, sua madre Brynn Cole era tra le più brillanti scienziati dell'Alleanza dei Sistemi.
Ma al termine dell'ultima guerra aveva tagliato i ponti con tutti, abbandonando il lavoro presso l'Alleanza si era fatta assumere nel settore privato presso la C.D.W.
Questa era una grossa industria di armi che ne faceva una rivale della Noveria Corps nel fare affari con l'Alleanza. 
Sullo schermo vide apparire una donna umana di colore, la riconobbe all'istante « Jessie, cosa fai qui? »
« Arturus, per favore, devo parlare con Olivia è urgente. » dichiarò lei carica di apprensione. 
« Io... al momento è impossibile, lei non è qui. Che sta succedendo? »
« Non qui, ti prego, incontriamoci e ti dirò tutto. » 
« Io... va bene...» e diede ordine di scortarla fino al carcere. 

***** 
 
Dante sapeva che se si fosse fermato a riflettere non avrebbe mai fatto qualcosa di simile, aveva come la sensazione che fosse un'altra persona a muovere il suo corpo mentre si alzava in piedi. 
Le sorelle Weaver si guardavano perplesse tra loro, non avevano davvero capito l'utilità di quella nuova funzione. Non era difficile da usare, ma non serviva a niente. 
Alexya si voltò appena notando Dante davanti a lei
« Vi posso invitare a casa mia? Per la gentilezza di averci accompagnato. » domandò rivolgendo l'invito a tutti, ma nel farlo fissava solo Alexya.
« Io non ho nulla in contrario. » dichiarò lei con il solito distacco, gli altri furono dello stesso parere a patto che si trattasse di una visita veloce. Quelle armature andavano riportate indietro. 
Dante ne fu enormemente felice, avrebbe trascorso qualche istante in più con Alexya.
Scoprì anche di essere così felice da sentirsi rimbambito da quella sensazione, si chiese tra se se c'era un nome da dare a quella situazione. 

 
***** 
 
Quina Falso, il comandante del III reggimento I.D.G., sedeva nervosamente sul ponte della sua nave nell'orbita di Erinle. Per due settimane i suoi uomini erano stati bloccati nell'orbita, assicurandosi che gli yagh non mandassero rinforzi ma nel contempo non potendo mandarne lei ai suoi commilitoni del V a difesa della colonia. 
La turian provava quindi impazienza dopo due settimane di inattività, in quel periodo di tempo non era successo nulla. Non una volta gli yahg avevano fatto un qualche tentativo di mandare rinforzi. 
Adesso che la loro flotta era in navigazione, sarebbero stati loro i primi a segnalarne l'ingresso  nel sistema. 
Al suo segnale quel conflitto sarebbe ufficialmente scoppiato. Non era quindi strano che fosse nervosa. Avrebbe preferito passeggiare, ma sapeva che non poteva farsi vedere agitata dai sottoposti. 
Con molto difficoltà si stava auto imponendo di rimanere seduta.
« Signore! » gridò un operatore.
« Rapporto! » ordinò lei ma senza ricevere una risposta.
Seguirono secondi di silenzio in cui tutti fissarono il turian che aveva parlato, il suo sguardo era fisso sullo schermo della propria postazione.
« Navi yahg sono entrate nel sistema. » dichiarò con un tono che sembrava esausto, dopo quegli interminabili secondi per ricontrollare le letture che il computer gli forniva. 
« Mandata un messaggio alla flotta alleata. » ordinò Quina e aggiungendo « A tutte navi del III reggimento mettersi in navigazione occulta, avviciniamoci alla flotta nemica, pronti a lanciare ogni drone spia che abbiamo. Voglio fornire all'ammiraglio tutte le informazioni possibili prima della  battaglia, al minimo segno che ci hanno rilevato ritirarsi verso la flotta alleata in arrivo. »
Il conflitto di Erinle era ufficialmente scoppiato. 


NOTA: con questo capitolo la fase preparatoria è completa. Dal capitolo 4 la guerra avrà inizio.
   
 
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