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Autore: GeoFra    20/02/2019    0 recensioni
“Prima di fare colazione penso a sei cose impossibili...”
Se Charlotte dovesse stilare una lista scriverebbe:
1. Arrivare in ritardo il primo giorno;
2. Sbattere contro un tipo rovesciandogli il caffè addosso;
3. Essere invitata fuori da un gnocco pazzesco dopo una figura di merda;
4. Finire in “punizione” per sbaglio;
5. Rivelare un segreto alla persona sbagliata;
6. Trovarsi nella situazione di non saper scegliere;
***
Quando Charlotte si scontra con Aaron Lewis macchiandogli la camicia, come nei più classici film d'amore, non sa ancora che quel ragazzo renderà la sua vita all'Università di Los Angeles molto più movimentata e che lei fra gli oroscopi della sua migliore amica e le battute dei due gemelli dovrà cercare di arrivare a fine anno con i nervi intatti.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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Capitolo 3: “Ho bisogno di una birra”

 

 

“Tutto si risolverà,

in un modo

o nell’alcool”

 

«Mr. Camicia macchiata » dissi a denti stretti, mentre lui mi squadrava come se fossi sbucata dalla sabbia.

«La Bella Addormentata… Sei riuscita a bere il tuo caffè?» mi provocò lui freddo, i suoi occhi non mi mollarono un secondo.

 

Gli rivolsi un’occhiata truce mentre uno dei gemelli diceva:

«Ma vi conoscete?! »

«Già come fate a conoscervi? Voi non siete del primo anno?! » cinguettò odiosamente la ragazza che si era avviluppata al suo fianco.

Era molto bella e lei ne era ovviamente consapevole dal modo in cui si toccava i capelli biondi e sbatteva i suoi occhi blu.

 

Ovviamente quel pallone gonfiato sta con questa oca bionda…

 

La cosa non mi sorprese affatto.

Kim mi strinse il braccio guardandomi, aveva capito che era lui quello di cui parlavo a pranzo.

 

«La rossa qui ha deciso di battezzarmi stamattina… Con il caffè bollente» disse lui prima che potessi parlare.

«Il tuo ragazzo avrebbe bisogno di un paio di occhiali » replicai acida, rivolgendomi alla bionda.

 

James e Jacob scoppiarono a ridere.

« Già ci piaci, cara Charlie » dissero circondandomi entrambi con un braccio.

« Comunque io sono Kim e lei è Charlotte » la mia migliore amica ovviamente fece gli onori di casa, sfoggiando un sorriso amichevole.

 

Ma non ha capito che quel maleducato va solo preso a noci di cocco in testa?  

 

«Io sono Alexa e lui è il mio ragazzo, Aaron» la bionda allungò la mano su cui spiccavano lunghe unghie laccate di rosso.

 

«Noi non stiamo insieme » la corresse Aaron a denti stretti, scrollandosela di dosso.

 

Inarcai un sopracciglio mentre lo guardavo andarsene.

«Bene, ragazze, noi andiamo a cuocere un po’ di marshmallow, volete venire?» domandò James, estraendo un pacco e indicando il falò. Alexa se ne andò sbuffando, ma Kim annuì e mentre li aiutava a infilzare i marshmallow sugli spiedini io mi sedetti su una panca e cominciai a sfogliare il libro che mi ero portata appresso, illuminata dalla luce del fuoco.

 

***

 

[Aaron]

 

«Mr. Camicia macchiata » esordì lei scorbutica facendomi andare il sangue alla testa.

«La Bella Addormentata… Sei riuscita a bere il tuo caffè?» le risposi io non staccando gli occhi dai suoi. James intervenne indagando in merito a questa spiacevole conoscenza.

Ma cosa diavolo ci fanno i miei migliori amici con lei?

 

Alexa cominciò come al solito a fare la fidanzata gelosa, forse un tempo aveva anche il diritto di farlo ma ora...

«La rossa qui ha deciso di battezzarmi stamattina… Con il caffè bollente» cominciai a raccontare io, e lei ribattè acida: «Il tuo ragazzo avrebbe bisogno di un paio di occhiali».

 

No, io ho bisogno di un’altra birra.

 

Jacob e James la circondarono con un braccio, parlottando tra loro mentre mi guardavano. La moretta accanto a loro si intromise nella conversazione presentandosi e permettendo alla ragazza aggrappata al mio braccio di parlare, ancora «Io sono Alexa e lui è il mio ragazzo, Aaron ».

 

Ho assolutamente bisogno di un’altra birra.

 

«Noi non stiamo insieme » la corressi a denti stretti.

Me la scrollai di dosso guardando negli occhi la ragazza che avevo di fronte e mi diressi verso il bar. Saltai la fila, ma nessuno sembrò avere nulla da ridire.

 

In fondo essere Capitano della Squadra di Basket aveva i suoi privilegi.

 

Ordinai una birra e la scolai in un secondo ma quella sensazione di disagio non se ne andava ancora così ordinai qualcosa di più forte. Il sapore secco del gin mi riportò alla realtà.

 

Festa.

Ero ad una festa.

 

Mi avvicinai al falò in cerca del resto della squadra, che ovviamente non trovai così cominciai a guardarmi intorno. Alexa era in un angolo circondata dalle sue amiche probabilmente intenta a lamentarsi come al suo solito per qualche sciocchezza, scorsi i gemelli poco lontani da me e decisi di raggiungerli. Ma quando mi incamminati in quella direzione il mio sguardo si fermò su una figura davanti al fuoco.

 

Charlotte… Charlie…

 

Era seduta lì a qualche metro di distanza da loro e teneva un libro tra le mani, sembrava così assorta che non mi resi conto di quanto tempo passai a guardarla. Anche ora i capelli le ricadevano sul viso ma la sua espressione questa volta era rilassata, la luce emanata dal fuoco le donava un’aria quasi magica…

 

Aaron svegliati! Lei è la causa di tutti i problemi che avrai con Nucci!

 

E poi chi diavolo si metteva a leggere ad una festa?

 

Mi avvicinai e mi sedetti accanto a lei che sembrò non rendersene nemmeno conto, mi schiarii la voce, ma ancora niente.

 

Ma che cazzo? Ora mi ignorava pure?

 

«Ma che razza di sfigata si mette a leggere ad una festa? » non mi trattenni dal provocarla e diedi una spinta al libro, cercando di farglielo chiudere.

 

Lei si voltò lanciandomi un’occhiataccia e perse la presa sul libro, che cadde direttamente dentro le fiamme di fronte a noi.

 

Ops…

 

***

 

[Charlotte]

 

«Ma sei coglione allora! » gridai, cercando di afferrare la copertina del libro ormai in fiamme.

Osservai scioccata le pagine accartocciarsi nel fuoco e mi montò una rabbia irrefrenabile dentro.

 

«Era della biblioteca deficiente! Perchè non ti metti le mani nel culo la prossima volta?»

 

Lui mi guardò con aria colpevole e poi scoppiò a ridere.

 

Ma io ti ammazzo...

 

«Non l’ho fatto mica di proposito… Ma la tua faccia è impagabile» lui continuò a ridere, mettendo in mostra i denti bianchi e perfetti.

 

«No, questo è impagabile...» ringhiai, afferrando la mia birra mezza vuota e svuotandogliela sulla testa.

 

«Tu sei pazza» ringhiò Aaron, scrollandosi i capelli.

«Ma almeno questa volta la tua camicia è salva» replicai soddisfatta, lanciando un'occhiata al suo torace.

 

Lui scattò in piedi, afferrandomi il polso della mano che teneva la birra. Lo strinse forte e feci una smorfia mentre lui sussurrava: «Ti conviene stare molto attenta a chi provochi, Charlotte».

Scandí il mio nome con rabbia, il suo viso era ad un soffio dal mio, il suo profumo inebriante era coperto dal forte odore di birra.

 

Ma stai attento tu che la prossima volta ti cospargo di vodka e ti lancio un fiammifero addosso…

 

«Non ti azzardare a toccarmi » svincolai dalla sua presa.

«Spiegaglielo tu domani a Nucci che uno dei suoi personalissimi libri ha preso fuoco perché hai la delicatezza di una foca ubriaca.. Anzi se vuoi glielo spiego io! » incrociai le braccia soddisfatta.

 

Avevo intuito che il suo punto debole era proprio il professor Nucci.

 

Gli occhi di Aaron lampeggiarono pericolosamente.

«Non oseresti, e poi chi diavolo si porta i libri di Nucci ad una festa? » sibilò, facendosi nuovamente vicino come per intimidirmi.

«Le persone che sanno leggere per esempio! Dovresti imparare, è divertente…» lo scimmiotai, avvicinandomi a mia volta.

 

«Parli tu di divertimento… Se volevi leggere te ne restavi in camera tua, non venivi ad una festa in spiaggia! »

Ormai eravamo così vicini che la sua fronte quasi toccava la mia, i suoi occhi saettavano minacciosi mentre il suo respiro, quasi ansimante, mi arrivava sul viso.

 

Non è nemmeno finita la giornata che ho già trovato chi mi sta sul cazzo in questo posto…

Voglio un premio perché credo di aver battuto tutti i record.

 

«Va tutto bene qui? » ad intromettersi fra di noi fu un ragazzo che ci allontanò piano.

«Sì Kevin, la rossa qui deve solo imparare due o tre cosette, come il rispetto… » Aaron si ritrasse al suo tocco senza togliermi gli occhi di dosso, il suo sguardo poco sobrio continuava a vagare sul mio viso, indugiando di tanto in tanto sulle mie labbra.

 

«E tu impara a tenerti le mani in tasca o la prossima volta te le taglio...» ribattei incrociando le braccia sulla difensiva.

 

Il ragazzo si rivolse a me, sfiorandomi il braccio.

«Ha allungato le mani? » domandò preoccupato e solo in quel momento spostai lo sguardo su di lui.

 

Aveva i capelli biondi spettinati, la mascella contratta e i suoi occhi chiari mi scrutavano con attenzione. E ovviamente era alto quasi il doppio di me, fra quei due io mi sentivo decisamente una nana.

 

Possibile fossi finita in Gnoccolandia? Non avevo ancora incontrato uno che fosse brutto in quel posto.

 

Professor Nucci a parte, ovvio.

 

Arrossii prima di farfugliare: «No...» feci per aggiungere qualcos'altro quando Aaron mi ricordò della sua fastidiosa esistenza dicendo: «Per chi mi hai preso? Figurati se allungo le mani ad una come lei… Non mi piacciono neanche le rosse… ».

 

Inarcai le sopracciglia, la sua ultima frase era uscita in modo poco convincente, ma sorvolai.

 

Quel tipo mi aveva già rotto le palle, oltre a essere maleducato e maldestro era pure un cafone!

 

«Strano perché non ti ho mica invitato io a sederti vicino a me prima… Non vedo davvero perché dovrei degnarti di un'altra parola» detto questo mi voltai di scatto, sferzandogli il viso con i capelli che lo schifavano tanto e me ne andai a grandi passi, alla ricerca di Kim che era sparita con i gemelli per prendere la cioccolata da abbinare con i marshmallows.

 

«Ehi rossa!» identificai la voce alle mie spalle come quella del tipo nuovo che si era intromesso poco fa.

 

Mi girai sulla difensiva.

«Che c’è? Anche a te non piacciono le rosse? » sbottai più aggressiva di quanto non volessi essere.

Lui si fermò lanciandomi un'occhiata sorpresa.

«No, in realtà a me piacciono… Parecchio».

 

Arrossii e distolsi lo sguardo imbarazzata, quel tipo aveva un modo sfrontato di osservarmi e la cosa non mi dispiaceva affatto.

«Volevo solo dirti di lasciare perdere Aaron, perde il controllo quando beve e diventa più… molesto» lo giustificò il ragazzo.

 

«Più stronzo vorrai dire» lo corressi rapida, strappandogli un sorriso mozzafiato.

 

«Comunque io sono Kevin, piacere » mi tese la mano e io gliela strinsi titubante.

Era enorme e calda, mi piacque subito perché trasmetteva calore e sicurezza.

 

«Io sono Charlotte, per gli amici Charlie» mi presentai sorridendogli «E di solito non così scontrosa, ma il tuo amico è da stamattina che mette alla prova i miei nervi» spiegai.

 

Kevin rise.

«Lui è il mio compagno di stanza ed è anche il capitano della mia squadra di basket, non siamo proprio amici, ma ci guardiamo le spalle».

 

« Basket eh?! Non l'avrei mai detto» commentai indicando la sua statura.

 

Kevin rise di nuovo, aveva una bella risata: una di quelle che avrei potuto ascoltare tutto il giorno. Mi rilassai un poco, la tensione accumulata per colpa di Aaron scivolò via sotto lo sguardo rassicurante di Kevin.

 

«Mi dispiace ancora per come ti ha trattata, permettimi di rimediare alla sua maleducazione» Kevin si portò una mano sul petto sorridendomi gentile «Domani mattina hai lezione?» mi chiese scrutandomi attento.

 

Io avvampai.

 

Ero diventata del colore dei miei capelli, ne ero certa.

 

«Sì ho linguistica» risposi, riportando alla memoria l'orario.

«Perfetto allora possiamo fare colazione insieme nel bar vicino all'aula. Ti aspetto lì alle 8» Kevin mi rivolse un ultimo sorriso mozzafiato prima di voltarsi e andarsene.

 

Rimasi lì impalata come una pallina di gelato sciolta al sole, incredula per quella tutta sfilza di avvenimenti che avevano riempito la mia giornata.

 

Forse il mio oroscopo aveva ragione…

Questo inizio settimana aveva portato più di qualche piccante novità e avevo avuto ben due scontri inattesi… Sempre con la stessa persona.

 

Quasi richiamata dai miei pensieri sull’astrologia sbucò Kim con un piattino di marshmallows coperti di cioccolato.

 

«Ma che fine avevi fatto, io e i gemelli ti abbiamo cercato vicino al falò » disse lei allungandomi il piattino.

 

Pescai un marshmallow e dissi: «Domani mattina la sveglia dobbiamo assolutamente sentirla».

______
Rieccoci, 
io e Fra questa settimana aggiorneremo tutti i giorni, e dalla prossima in poi solo lunedì e giovedì.
Fateci sapere se la storia vi piace e se la coppia vi intriga!
Attendiamo qualche vostro commento, 
baci
Geo. 

   
 
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