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Autore: kamy    20/02/2019    0 recensioni
[Remake del precedente Like brothers].
Quanto sarebbe stata diversa la storia se accanto a Vegeta ci fosse stato un personaggio così spesso frainteso?
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Chichi, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo ispirato alla canzone Son of man di Phil Collins, soundtrack di Tarzan.

 

Cap.8 "Son of man"

 

"Ka-Kakaroth, aspettami… una buona volta" urlò un giovane uomo, ansimando, socchiudendo i suoi occhi intensi, dalle profonde iride color ossidiana. I suoi capelli a fiamma erano neri come la notte, ed ondeggiavano ai suoi movimenti.

< Assurdo come il tempo cambi le cose, un tempo ero io quello che distanziava in velocità quel ‘mocciosetto’ ed ora gli sto dietro a malapena. È rapido come il vento e gli sto dietro con il fiato corto > pensò.

"Muoviti, "fratellone". Lo devi vedere!!" lo spronò il più giovane.

 

Il bambino si passò le mani nella zazzera di capelli mori, sporca di terra e rametti, anche di fango violetto.

“Era bello il nostro pianeta?” domandò, mentre delle ciocche aggrovigliate gli coprivano il viso tondo.

Vegeta era seduto al suo fianco, un ginocchio piegato e l’altra gamba distesa per terra, aveva lo sguardo perso nel vuoto, mentre fissava l’oscurità spaziale sopra di lui.

“I saiyan erano davvero più forti?” chiese Kakaroth, saltellandogli intorno.

“Certo” disse Vegeta. Si voltò verso il più piccolo ed utilizzò la manica della sua tuta per pulirgli il visetto. “Un giorno sarai anche tu il più forte e crescendo diventerai anche saggio. Datti solo tempo”. Gli accarezzò la spalla.

Kakaroth chiuse gli occhi e ridacchiò.

“Un giorno sarò più forte di te” promise, mentre Vegeta gli scompigliava i capelli.

“Intanto cresci” gli rispose.

 

Vegeta si posò una mano sul fianco e respiro affannosamente, socchiudendo gli occhi.

< Il suo viso è rimasto lo stesso di quando era bambino, ma… Ormai il suo corpo è da uomo, è riuscito a farsi più muscoloso sia di Radish che di Turles.

Però… per me resta sempre piccolo, ma si capisce che paragonarlo fisicamente a quel colosso di Nappa ormai è solo una scusa > pensò, evitando d’inciampare in una roccia che fuoriusciva dal terreno.

 

“Possibile che con Turles tu debba sempre fare i capricci?” domandò serio il principe dei saiyan, mentre il bambino gli rivolgeva un sorriso monello.

“Lui è antipatico” borbottò Kakaroth.

< Deve essere difficile non avere tuo padre accanto, non hai nessuno a guidarti o a prenderti per mano. So cosa vuol dire, ma abbi fede. Comprendi questo mondo con una gentilezza e un’attenzione che a me mancano.

Vedrai, passerai dall’essere un ragazzo all’essere un uomo senza neanche accorgertene > pensò Vegeta.

 

Notò che Kakaroth si era arrestato e accelerò il passo.

< Oh, non pensavo tu avessi una tale predisposizione per la battaglia. Col la crescita hai ottenuto il potere per essere forte, ma forse è proprio perché sei saggio che non vuoi combattere. Ormai potrei portarti in missione con me, non ti devi più nascondere da Radish, ma… Così dolce e timido come avrei potuto farti vivere una vera battaglia? Preferisco lasciarti libero di a scorrazzare per lo spazio, girovagando da solo con la tua navicella, per raggiungermi solo quando ti chiamo una volta finito > pensò.

“Quando ho scoperto questa cosa, ho pensato che dovevo assolutamente fartelo vedere!” lo chiamò Kakaroth.

“Adesso arrivo!” gridò Vegeta.

 

Vegeta si lasciò cadere pesantemente su una roccia, il tanfo del sangue e dei vari focolari gli pungeva le narici. I corpi puntellavano il prato fiorito, i loro occhi bianchi lo fissavano senza vederlo.

Vegeta notò una farfalla e allungò la mano, coperta dal guanto sporco di sangue, verso di lei.

< Mi ricorda quello strano moccioso che è cresciuto con me, una cosa così pura nata e cresciuta nella battaglia > pensò.

 

< Incredibile come il suo cuore, rinchiuso nel corpo di un saiyan, riesca ad essere così puro > rifletté Vegeta, riuscendo a raggiungere Kakaroth.

"Tsk. Si può sapere cosa c'è in questo insulso pianeta, insignificante e disabitato, di tanto importante da meritare l'attenzione del principe dei saiyan?"chiese altezzoso. Si mise ritto a fatica, respirando affannosamente e ingoiando aria per riprendere fiato.

"Alza gli occhi e lo vedrai" rispose Kakaroth con tono sognante. Vegeta alzò il capo e spalancò la bocca con aria sorpresa. Una pioggia di stelle cadenti si susseguivano nel cielo rosso fuoco.

“C’è da rimanere a bocca aperta, vero?” domandò Kakaroth.

Vegeta deglutì.

“Tu-tutto qui?” dissimulò la sua sorpresa.

"Non mi sarebbe piaciuto vedere di nuovo questo spettacolo senza di te, "fratellone"" disse Kakaroth, sorridendo solare.

"Non chiamarmi "fratellone"" ripeté il maggiore per abitudine.

< Sei l’unica persona che si preoccupi così tanto per me, ma non mi sarei ugualmente aspettato queste parole da te.

Il tuo spirito s’innalza, liberalo. Un giorno camminerai a testa alta con orgoglio >.

"Umphf. Ora andiamo, Nappa e tuo fratello ci staranno aspettando" disse guardando da tutt'altra parte, i suoi occhi erano diventati lucidi.

"Sai, non accade spesso questo strano fenomeno. Pensavo che per esaudire il mio desiderio più grande ci sarebbero volute tantissime stelle cadenti" disse Kakaroth, parlando così velocemente da mangiarsi alcune parole.

"Desiderio?" domandò confuso Vegeta.

"Non te lo dico o non si avvererà" rispose il più giovane, facendo una linguaccia e ricominciando nuovamente a correre. "Stavolta non mi batti!" urlò, allontanandosi rapidamente.

"Tsk, se vinci e solo perché non mi abbasso ad un livello infantile come il tuo, "moccioso"!" gli urlò il principe, correndogli dietro.

< Vegeta, continuerò ad allenarmi senza tregua, riuscirò un giorno ad eguagliare gli allenamenti infernali in cui ti sottoponi tu. Un giorno ti difenderò, sconfiggerò Freezer e libererò te e gli altri, me stesso compreso.

La speranza nel mio cuore sarà l’ultima cosa che morirà > pensò Kakaroth, il vento gli sferzava il viso e ridacchiò, saltando.

  
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