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Autore: Happy_Ely    20/02/2019    0 recensioni
Dove è quel vampiro cattivo?
Quello che nella notte quando ti si avvicina, rimani impietrito senza muovere un dito, terrorizzato dal brillare dei canini al chiarore di luna, ma allo stesso tempo sei attratto da quel carisma sovrannaturale?
Quello da cui vorresti fuggire, ma sai che non ci riuscirai mai, e perché resistergli? Non è dolce il suo abbraccio che fa scivolare lentamente la vita, via via che il sangue ti viene succhiato?
Genere: Introspettivo, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Nuovo Personaggio, Zero Kiryu
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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“ C’è condanna peggiore
di non sapere perché,
senz’odio, e senz’amore,
ha un cuor tanto dolore? ”


Capitolo quattro: Le zanne lo sanno, quest’amore è solo una parte
del grilletto della nostra condanna.


( Pov’s Kaiba )

Le luci del primo mattino erano entrate nellla mia stanza inondandola completamente e costringendomi a porte il braccio a coprirmi il volto.
 
Odiavo con tutto me stesso la luce del sole perché mi ricordava loro due e quando i ricordi affioravano non riuscivo più a controllarmi.
 
- Emiko…Hera… perché siete morti? – Guardavo la foto che ritraeva noi tre, insieme, e a quel punto i ricordi presero di nuovo il sopravvento su di me, li amavo entrambi e non mi sarei mai perdonato per quello che gli era successo.
 
Il mio sguardo si poso poi sul soffitto mentre nella mia testa si affollavano le immagini di noi tre assieme mentre vivevamo felici la nostra adolescenza.
 
Emiko era piombata come un fulmine a ciel sereno nella vita mia di e di Hera, sconvolgendola totalmente.
 
 
- Ancora mi devi spiegare perché siamo venuti qua! – Disse Hera mentre si portava una mano per spostarsi i capelli dagli occhi.
 
- Te l’ho già spiegato cinque volte, siamo qui per controllare se lo voci sul fantasma, sono vere. – Risposi io mentre mi giravo ad aiutarlo per salire su una roccia.
 
- E tu ci credi? Non è da te Kaiba! – Rispose lui mentre afferrava la mia mano per salire, per un attimo i nostri sguardi s’incrociarono ed entrambi scoppiammo a ridere.
 
- Allora perché lo vuoi vedere ad ogni costo? – Insistette lui mentre continuava a salire il colle per giungere alla radura dove il fantasma era stato avvistato più volte.
 
- Intanto è una lei, ed è un modo per stare insieme con te e fuggire dalla monotonia della mia cosa, i miei genitori non fanno che rompere le palle. – Risposi mentre mi stiracchiavo le braccia.
 
- O non sarà una scusa per bere il mio sangue e rapirmi?  - Insistette Hera mentre si sporgeva verso di me offrendomi una buona visuale del suo collo.
 
- Se ti comporti così, potrei anche accettare… - Dissi mentre prendevo il suo viso tra le mani, ci guardammo per un tempo che parve infinito e poi scoppiammo entrambi a ridere.
 
Ormai era la nostra rutine quotidiana comportaci così, lo facevamo anche davanti ai nostri genitori per poi scappare via per evitare qualche punizione.
 
Continuammo a camminare ancora per un po’ finchè non giungemmo davanti alla radura, era un luogo isolato, circondato da un lago e da un fitto bosco di abeti secolari.
 
- Allora dove potrebbe essere la ragazza fantasma? – Hera si scrutava intorno, cercando di captare ogni singola vibrazione dell’aria, era stranamente teso.
Il mio migliore amico non era mai stato così, sembrava avere paura di qualcosa, come se di punto in bianco un hunter potesse saltare fuori dai cespugli e agredirci.
 
- Che ti succede? – Dissi non sopportando più la vista del suo corpo teso, non era da lui.
- Non riesco a capire questo strano odare che c’è nell’aria, senti? È come se qualche animale fosse stato ferito ma quest’odore… sembra così umano… anzi quasi vampiresco… - 
 
Aveva ragione, nell’aria si sentiva un forte odore di sangue, ma non avevo pensato che fosse di quelche vampiro.
 
- E se un Hunter avesse attaccato un gruppo di vampiri?  Questo almeno spiegherebbe perché l’odore è così forte, saranno i soliti livelli E. – Dissi io posandolgi una mano sulla spalla, cercai di mantenere un tono di voce calmo anche se l’idea che un Hunter potesse arrivare da un momento all’altro non mi piaceva per niente.
 
- Mi sembra strano, questo è un territorio protretto da varie famiglie di vampiri, lo usano come loro territorio di caccia per evitare di attaccare gli esseri umani, ma… non so dobbiamo andare a indagare. – Insistette Hera mentre s’incamminava verso il bosco.
 
- Aspettami baka, non voglio che ti perda e resta vicino a me. – Dissi raggiungendolo, poi alzai lo sguardo verso il bosco, già dall’esterno si notava che era molto fitto, la luce del solo faticava ad attraversare le fitte cime degli alberi.
 
- Vorrei ricordarti che il mio senso dell’orientamento è migliore del tuo . – Disse lui mentre cercava di mettersi davanti a me per condurmi dentro il bosco.
 
- E tra i due io sono quello più forte, rimani vicino a me intesi? – Dissi io mentre lo spingevo contro la corteccia dell’albero, era sempre divertente vedere il suo viso cambiare espressione.
 
- Il solito, che cosa dicono le voci riguardo a questo fantasma? – Chiese Hera cambaiando discorso, si era sistemato i capelli color marrone chiaro per evitare che gli cadessero davanti agli occhi e anche per nascondere il crescente imbarazzo.
 
- Sembra che sia una donna, non più grande di noi dai capelli neri e dalla pelle pallida, si aggira per questi boschi appare per un secondo e poi scompare misteriosamente, ma tutti hanno affermato che sul suo volto c’era sempre un’espressione terrorizzata. – Risposi mentre ricontrollavo il quaderno con gli appunti che avevo preso mentre intervistavo le persone.
 
- Da quando in qua i fantasmi hanno  paura? Credi che sia realmente un fantasma? – Sul suo volto era appena parso uno sguardo cupo e allo stesso tempo preoccupato.
 
- Non lo so, è questo che voglio scoprire, molti dei miei intervistati hanno aggiunto che era ferita e che sembrava essere molto debilitata dalle ferite... voglio vederci meglio in questa situazione, da quando in qua i fantasmi perdono sangue? - La mia era una domanda retorica, era una cosa impossibile, ma tutte le persone avevano sostenuto di aver visto sangue sul luogo, dove era apparsa la ragazza fantasma insieme a degli strani rumori come se ci fosse qualcuno che la braccasse.
 
- E le famiglie di vampiri che abitano qua? Hai fatto qualche domanda pure a loro? – Hera aveva appena spostato un cespuglio per vedere cosa c’era dietro, e nello stesso tempo l’odero di sangue aumentò.
 
- No, non sono riuscito a rintracciare nessuno, tengono alla riservatezza qua. – Risposi mentre mi giravo in torno, era come se una strana presenza ci stesse osservando da qualche parte nella radurna.
 
- Qui c’è troppo sangue, sembra che ci sia stato un combattimento e dalle orme non sono stati due animali. –
 
- Guarda una è più piccola dell’altra e sembra essere scalza, mentre questi sono stivali pesanti adatti a questi terreni. – Dissi mentre mi chinavo a osservare le orme .
 
- Sembra inoltre che quello dalle orme piccole sia anche riuscito a scappare, però ha perso molto sangue. – Con i suoi occhi verdi Hera stava guardando verso un punto specifico della foresta come per cercare di individuare altre tracce.
 
- Forse ho capito perché tengono alla riservatezza questi nobiliari. – Dissi di punto in bianco mentre riprendevamno a camminare.
 
- Che cosa pensi che facciano qua? – Hera si era girato verso di me e nei suoi occhi leggevo una lieve preocupazione mista a curiosità.
 
- O questa è una riserva di caccia dove periodicamente rilasciano degli umani e giocano al cacciatore e alla preda o qui conducono vari esperimenti sulle capacità di noi vampiri e creano nuove armi in base ai dati raccolti qua. – Dentro di me sentivo che ci stavamo andando a cacciare in guai molto seri.
 
- Quindi potrebbero essere coinvolti o i vampiri nobiliari o l’associazione?  Non ci sono degli accordi tra le due parti? – Anche Hera sembrava del mio stesso parere.
 
- Credo che siano coinvolte entrambe, in questo modo nessuna delle due parti potrebbe rimetterci, è come l’hai appena definito tu, un accordo. – Risposi mentre scavalcavo un tronco che ingombrvava la strada.
 
- Sì, ci stiamo cacciando in guai molto grossi, e se venissimo scoperti? Cosa ci faranno? – Ora la preocupazione era aumentata nel suo tono.
 
- Sta tranquillo ci sarò io a difenderti. - Dissi mentre gli posavo una mano sulla spalla, anche se questa volta sapevo che dovevamo stare molto attenti, un palso falso ed io ed Hera ci avremmo rimesso la pelle, quella non era una delle nostre solite avventure.
 
Continuammo a camminare finchè non arrivammo alle sponde del lago e a quel punto decidemmo di fermarci, era pomeriggio inoltrato e a noi serviva una pausa.
 
- Di un po’, senti ancora quella presenza vicino a noi? Forse potrebbe essere quella ragazza. – Hera era sdraiato sul prato vicino a me e continuava a guardare il cielo.
 
- Può essere, dopo di tutto quello che abbiamo visto nel bosco, non mi stupirebbe che quella poveretta ci stia osservando. – Dissi guardando gli oggetti che avevamo trovato, uno scialle color azzurro tenue, una borsa grande contenente vari oggetti femminili e un ciondolo con su scritto Hemiko.
 
- Spero di trovarla, da come scrive in questo diario, sembra una ragazza dolce e gentile. – Aggiunse il castano mentre leggeva il diario che avevamo trovato dentro la borsa.
 
Poi un rumore ci ridesto, ci alzammo di scatto e ci girammo dietro di noi e in quel momento vidimo con i nosti occhi la ragazza della nostra conversazione.
Era magra, sambrava che non bevesse sangue da tanto tempo e i suoi occhi erano segnati da profonde occhiaie ed erano pieni di paura.
Era scalza, le sue gambe erano piene di ferite e di lividi e il suo abito era strappato in più punti.
Tremava con una preda messa con le spalle al muro e si stringeva le braccia al petto come se avesse paura di essere ferita o attaccata.
 
Quella ragazza aveva passato l’inferno ma era ancora viva, doveva possedere una grandissma forza di volontà.
 
Hera si mosse verso di lei, ma questo la spaventò, indietreggiò di un passo e poi si arrestò.
- Ei tranquilla non vogliamo farti del male. – Dissi avanzando verso di lei ma il movimento fu troppo brusco e lei indietreggio ancora.
 
- Baka non devi fare così la spaventerai! – Hera mi aveva appena dato un pizzocotto alla guancia e poi si era messo davanti a me.
 
- Sei Emiko giusto? Tranquilla io e Kaiba non vogliamo farti del male, siamo venuti qua per aiutarti. – Disse lui sorridendo, il suo sorriso aveva il potere di far avvicinare tutti in qualsiasi situazione ci trovassimo.
 
- Io sono Hera, tranquilla Emiko nessuno ti farà più del male ora. – Continuò a parlare mentre provava ad avvicinarsi a lei. – Sai devi scusare Kaiba, è un po’ brusco ma in fondo è un gentiluomo, voleva solo sapere come stavi. - Le sue parole l’aveva quasi fatta calmare, anche se ogni tanto continuava a tremare.
 
Il suo sguardo sembrava essersi rasserenato, ma allo stesso tempo la puara non l’aveva lasciata del tutto.
Improvvisamente i suoi occhi si fecero più cupi, il suo viso divenne ancora più bianco e le sue palpebre iniziarono a chiudersi.
 
Stava per svenire ma per fortuna Hera riuscì a prenderla in tempo, prima che cadesse a terra.
 
- Dannazione è ferita e si sta mettendo a piovere! Dobbiamo trovare subito un riparo! – Disse mentre la guardava.
 
- Mentre venivamo sulla strada ho visto una shale di montagna, andiamo là non è molto distante. – Risposi mentre la prendevo in braccio, prima, però Hera l’aveva coperta con il suo giubotto per coprirla dalla pioggia.
Iniziammo a correre e dopo un po’ bagnati fradici arrivammo davanti allo shale che avevo visto.
 
- È chisuo adesso che facciamo? – Hera aveva cercoto di aprire la porta forzandola ma non ci era riuscito.
 
- Tienila, adesso la sfondo con un calcio. – Dissi mentre consegnavo la mora ad Hera, mi posizionai davanti alla porta e sfoderando uno dei miei calci migliori colpii la porta. 
 
Per fortuna si aprì subito e così entrammo, mentre Hera adagiava Emiko sul letto che c’era nella stanza io, richiudevo la porta e la barricavo con la poltrona.  Dentro di me sapevo che era meglio usare i miei poteri per protegerci, così senza pensarci ancora evocai tre ombre e le mandai a sorvegliare il perimetro.
 
- Serve al più presto un kit medico, puoi vedere, dove si trova? – Hera si era girato verso di me, aveva tolto la giacca bagnata ad Hemiko e ora era seduto accanto a lei.
 
Iniziai a cercare in ogni singolo posto mentre il mio amico iniziava a pulire le ferite di Emiko con un’assciugamono e con dell’acqua calda.
 
Alla fine riuscì a trovare il kit medico sotto il mobile del bagno e corsi verso Hera: - Come sta? – Chiesi mentre mi sedevo dall’altra parte dle letto e gli porgevo il kit medico.
 
- È viva, ma credo che abbia bisogno di molto riposo e di sangue, tanto sangue, appena si riprenderà dovremmo portarla via di qui. – Disse Hera mentre le toglieva il vestito, Emiko non portava niete sotto ma il suo corpo mostrava i segni di quell’inferno.
 
- E se ci fossero altri come lei in queste condizioni? – Chiesi mentre la sorreggevo per aiutare Hera a bendarla.
 
Solo alcune di quelle ferite erano profonde, le altre inveceera superficiali.
I lividi avevano varie sfumature dal violaceo al giallognolo, era come se qualcuno si fosse divertito a torurare quella povera ragazza.
 
- Non lo sapremo finchè non si riprenderà, ma ho come il presentimente che lei sia l’unica a essere sopravvisuta, non mi riesco a spiegare il perché ma ho questa strana sensazione. - Quando Hera avvea una delle sue sensazioni, spesso si avveravano, era molto difficile che sbagliasse.
 
- Dovremo trovarle dei vestiti puliti, non può restare nuda. – Dissi poi alzandomi per cercare qualcosa, rovistai in uno dei tanti armadi e dopo un po’ trovai delle camice.
 
- Almeno sono pesanti, cambiamoci anche noi siamo sporchi di sangue non vorrei farle venire un colpo . – Dissi porgendogli due camici, poi aggiunsi: - Pensaci tu a lei, io accendo il fuoco e cerco qualcosa di caldo da bere per scaldarci, poi sposteremo il suo letto vicino al camino così potrà riscaldarsi più velocemente. –
 
Hera mi fece un cenno del capo così mi allontanai verso il camino, per forntuna dentro la casa trovai della legna, riuscii subito ad accendere il fuoco, mi alzai per andare a cercare qualcosa su cui mettere l’acqua.
 
-Secondo te a chi appartiene questo posto? – Hera era ancora seduto accanto ad Emiko, stava finendo di chiuderle la camicia.
 
- A qualcuno che è malato di the inglesi… - Risposi mentre una valanga di bustine mi cadeva sopra di me.
Hera rise, cercava di trattenersi ma non ci riusciva.
 
- Sei sempre il solito, in una situazione critica riesci a sdrammatizzare tutto. – Disse mentre si asciugava le lacrime agli occhi, risi a mia volta mentre prendevo alcuni infusi ai frutti rossi, poi presi la teiera e la disposi sul fuoco, dopo averla riempita di acqua.
 
- Sai, è una bella ragazza. – Dissi per sdrammatizzare il silenzio che si era venuto a creare, guardavo il fuoco e dentro la mia testa non riusciuvo a mantenere un pensiero fisso.
 
- Si hai ragione, mi spiace che il suo corpo sia ridotto così male, alcune ferite mi sembrano strane, come se siano delle suture. – Hera si era seduto accanto a me si era stretto nelle braccia per cercare di placcare i brividi del suo corpo.
 
Aveva paura.
 
- Riusciremo a risolvere questa faccenda sta tranquillo. – Risposi mentre gli passavo un braccio sulle spalle, non riuscivo a vederlo così cupo e triste, poi aggiunsi: - Pensa al lato positivo, ora abbiamo conosciuto una nuova amica, potrà stare con noi e riniziare tutto da zero. –
 
- Non ha una famiglia? – Hera mi guardava sbaloridito ma i suoi occhi erano pieni di felicità per quello che avevo detto.
- Non credo che lei ci voglia tornare, dal suo diario sembra che l’abbiano mandata via. – Risposi girandomi per controllare se Emiko si fosse svegliata.
 
E in quel momento due occhi blu si posarono su di noi.
Hemiko si era appena svegliata.
 
 Hera si alzò subito per andare a vedere come stava, subito lo segui  ma questo nostro gesto la fece spaventare.
 
Emiko  teneva stretto a se le lenzuola del letto e tremamava come una foglia, non riuscivo a vederla in quello stato.
 
- Ei tranquilla, non ti vogliamo fare del male. – Disse il mio amico mentre con calma si avvicinava verso di lei, anche se Hemiko continuava a tremare e il suo sguardo cadeva su ogni finestra o sulla porta, sembrava che temesse l’arrivo di qualcuno.
 
- Nessuno ti può fare del male, sei al sicuro con noi. – Hera si era seduto accanto a lei facendola indietreggiare e scontrare  contro la parete di legno, nel movimento la camicia le era scivolata dalle spalle scoprendole tutto il decoltè.
 
Emiko si alzò dal letto pronta per scappare ma per forutna risuscì a prenderla prima che potesse andare verso la porta.
 
- Senti calmati! Non siamo qui per farti del male ma per salvarti dai tuoi aguzzini! – L’avevo leggermente scossa mentre parlavo e la camicia si era abbassata ancora di più mentre lei cominciava a tremare e il suo sgaurdo tornavaa a essere pieno di terrore.
 
In quel momento sentii un colpo alla testa e lascia la presa sulla ragazza.
- Il solito baka! – Hera mi guardava male, forse avevo di nuovo esagerato.
Emiko era caduta a terra e si era rannicchiata su se stessa cercando di coprire ogni parte del suo corpo, tremamava era come se trattenesse le lacrime.
 
- Ei tranquilla, te l’ho già detto prima Kaiba è un po’ brusco ma fa così solo perché non sa come reagire, è un gentiluomo.  – Hera si era inginocchiato davanti al lei cercando di allungare una mano verso il suo viso.
 
MI abbassai pure io alla sua altezza e aggiunsi: - Perdonami, non volevo farti soffrire o farti rivevire qualcosa di spiacievole. -
Avevo il presentimento che le parole servissero a ben poco in quella situazione, dovevavmo dimostrarglielo con i fatti, così cercando di essere più gentile nei movimenti le sistemai la camicia per coprirla, il suo sguardo emanava paura e stupore allo stesso tempo.
 
- Vuoi venire vicino al fuoco? Così ti potrai scaldare, abbiamo preparato un thè ai frutti rossi spero ti piaccia. – Hera le prese una mano per condurla davanti al camino e mettendosi vicino a lei la aiutava a camminare.
 
Si sedettore davanti al fuoco mentre io prendevo delle tazze e versavo il thè.
Hemiko si era portata le gambe al petto e scrutava il fuoco, il suo sguardo era strano, come se cercasse di trovare qualcosa da dire ma non ci riuscisse.
 
- Tieni così non sentirai freddo. – Il mio amico le aveva appena messo una coperta sulle spalle poi le porsi la tazza con il thè:- Attenta che scotta. - Lei non sembrava farci caso e iniziò a bere mandando giù più sorsate.
 
- Va meglio? – Chiesi mentre mi sedevo accanto al camino.
 
Emiko annui poi provò ad aggiungere qualcosa  ma non ci riusciva, si teneva stretta la gola come se le facesse male.
 
- Posso vedere? – Hera le chiedeva sempre il permesso, il mio amico era furbo, sapeva che comportandosi così non l’avrebbe fatta preoccupare.
 
- Ti hanno trasformato? – Chiese poi il castano osservando meglio il morso sul collo dellla ragazza.
 
Scosse la testa, le nostre supposizioni erano confermate Emiko era una vampira. Guardando meglio il suo collo era martoriato, notai che vi erano altri morsi meno recenti ma erano tanti, stavano guarendo con fatica.
 
- Vuoi bere del sangue ? – Chiesi continuando a osserevare il morso, era fresco e profondo.
 
Lei si stupì della richiesta, i suoi occhi si spalancarono e s’iniziarono a riempire di lacrime.
- Er…a… da tan.to…te…mpo che… - Stava provando a parlare ma la sua voce era rovinata, colui che l’aveva morsa la voleva zittire.
 
- Non ti sforzare Emiko, hai bisogno di riprendere le forze. – Disse Hera mentre le sistemava i capelli e le sorrideva, i suoi sorrisi avevano la capacità di cancellare l’oscurtià che attenagliava una persona.
 
- Gra…zie…gr... a.zie… io n..on s..o… - Si sforzava di articolare una frasse ma la voce sembrava farle
veramente male. 
Incominciò a piangere e con le maniche cercva di trattenersi le lacrime, tratteneva anche i singuozzi e il
suo respiro era diventato affannata, sembrava stesse cercando di trattenere le lacrime.
 
- Emiko se vuoi piangere fallo, sfogati. – Disse Hera mentre si avvicinava ancora di più a lei e poi
accadde tutto in un secondo, Hemiko si fiondo tra le braccia di Hera e incominciò a piangere, stringendolo forte.
Era un pianto liberatorio, sembrava che non piangesse da tanto tempo.
 
Hera la strinse a se e poi mi guardo e ci capimmo al volo.

 

Mi ridestai dai miei ricordi a causa delle mie zanne, avevano cominciato a duolermi come se il mio corpo cercasse di riportarmi alla triste e dura realtà.
 
- Emiko da quel giorno non abbiamo mai permesso a nessuno di farti piangere o di farti soffrire di nuovo. – Dissi ad alta voce mentre stringevo la foto che ci ritraeva tutti e tre assieme.
 
- Il destino non ci ha mai voluto grazziare in fin dei conti, il nostro amore che provavamo tutti e tre non era visto di buon occhio da parte della nobilta, solo ora mi accorgo di quanto tu e Hera abbiate sofferto. – Continuai a parlare alla fotografia sperando che loro potessero sentirmi.
 
C’eravamo amati tutti e tre allo stesso modo, non di meno e non di più, e quando Emiko ci aveva detto di essere incinta di me e di Hera mi sembrava di aver toccato il paradiso io e il mio migliore amico eravamo al settimo cielo.  
 
Adeso loro non c’erano più, erano scomparsi per sempre a causa di un male troppo grande.
Il mio cuore era lacerato ma non sapevo da cosa, il mio comportamento nei confronti dei nostri figli, anche se loro non sapevano che ero uno dei loro papà, non aveva scusanti li avevo allontanati da me e li facevo soffriere tuttora, solo per evitare che loro potessero torcergli un solo capello.
 Anche in questo avevo fallito miseramente e il mio cuore continuava a essere lacerato.
 
- Ancora qui a crogiolarti caro? – Disse una voce a me ben nota, la odiavo a quella dannata donna con i capelli color biondi e dagli occhi neri, la odiavo con tutto me stesso.
 
- Sono morti e se non fai come dico moriranno anche loro tre... come li avete chiamati?  – Disse mentre si metteva su di me a cavalcioni.
 
- Sono due maschi e una femmina? Chi sa se sono perversi quanto voi tre, ma ti rendi conto di quello che facevate a letto tu il tuo amichetto Hera e la mia sorellia? – Le suo parole erano sature di perversione e di odio e mi rendevano ancora più difficile trattenermi dall’ucciderla, mentre sul suo volto si era tinto un sorriso sadico.
 
- In fin dei conti Emiko era come noi sorellina vero? Perversa, forse è una caratteristica di famiglia, insieme a quelle di avere figli da padri diversi, chi sa se la sua femmina è veramente figlia loro... - Il suo sguardo si rivolse verso la porta, dove un’altra vampira si godeva la scena.
 
- Shizuka hai ragione, allora Kaiba non dici niente? Shizuka ti prego vieni a giocare con noi! – Iniziò a strusciarsi contro di me ed io chiusi gli occhi, non riuscivo a guardare negli occhi quella spregevole donna è così era lo stesso per Shizuka, il solo pensiero che fossero imparentate con la mia Hemiko mi faceva ribbollire il sague.
 
- Kimiko come si chiamano quei tre… Daisuke, Erena e il terzo? Forse i primi due non sanno della sua esistenza, siete stati bravi a nasconderlo da noi…ma come diavolo si chiama?Ah si! Ren! Ma che razza di nomi avete scelto hanno un significato così melenso… – Anche l’albina si sedette accanto a me, il suo sguardo gelido mi trafisse, ogni sua parola era intrisa di rabbia mischiata ad odio.
 
- Kaiba oggi ci serve il tuo aiuto, dobbiamo adare a svolgere un piccolo lavoretto o se noi i tuoi cari figli saranno in serio pericolo. – Shizuka puntò i suoi occhi color rosato nei miei e il suo sguardo divenne ancora più duro.
- Preparati! – Disse Kimiko mentre abbracciava la sorella maggiore poi, entrambe uscirono e mi lasciarono di nuovo solo con i miei pensieri.
 
- Proteggete i nostri figli. – Dissi ancora rivolto alla fotografia, quelle due potevamo anche uccidermi ma non avrebbero torto un capello ai nostri ragazzi.
 
Una parte del mio mondo era crollato e l’altra stava per cedere, ma non ero pronto ad accettarlo.
 
Avrei lottato per salvarli.
 



Angolo autrice: 

Lo so, non mi facevo viva da un po' eh?
Mi scuso con tutte le persone che hanno seguito la storia, ma nonostante avessi il capitolo della storia pronto - una volta ogni morte di papa - la cover non era pronta!
Il programma mi dava problemi e con i vari impegni universitari non ho proprio avuto tempo per aggiornare tutto quanto!
Ma bando alle ciance, spero che il capitolo vi piaccia, come avevo annunciato prima ( secoli fa) è incentrato su Kaiba!
Spero che vi piaccia, aspetto un vostro commento!
Molto probabilmente pubblicherò la storia anche sul mio account wattpad,  un caso vi lascio il likn da qualche parte!
Come sempre seguitemi su Devianart :happy-ely
Ci vediamo al prossimo capitolo!
Happy!
   
 
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