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Autore: SuperCorpKL    21/02/2019    4 recensioni
"Giuro solennemente di svolgere fedelmente il ruolo di Presidente degli Stati Uniti d’America. Giuro che nel massimo delle mie capacità, io tutelerò, proteggerò e difenderò la Costituzione della Nazione."
Con il peso del mondo libero sulle spalle,Lena Luthor dovrà adattarsi alla sua nuova vita alla Casa Bianca, dove conoscerà il suo staff. In particolare una bionda dagli occhi magnetici, Kara Danvers, sin dall'inizio l'attrazione tra le due donne è palpabile. Tanti segreti ruotano attorno alle due donne, segreti in grado di...
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Alex Danvers, Kara Danvers, Lena Luthor, Maggie Sawyer
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Al contrario di Lena, Kara adorava le sorprese, la facevano sentire meno sola e proprio per questo ne aveva organizzata una per Lena.
Lena continuò a scrutarla con uno sguardo confuso, che non fece che ingrandire il sorriso di Kara che si appoggiò con nonchalance alla porta.
 
" Le sto solo chiedendo di fidarsi di me..." la guardò intensamente con i suoi occhioni azzurri, chi non poteva fidarsi di quegli occhioni?
 
La mora la fissò ancora per lunghi secondi, pensando. Non sapeva come spiegarlo ma qualcosa di Kara la spinse a concederle fiducia, cosa molto rara per lei, soprattutto da quando era diventata presidente.
Ma si rese conto che la donna di fronte a lei l’aveva in pugno e questo era solo l’inizio.
 
"D’accordo." disse alla fine.

" Ok, grande! "Rispose Kara alzandosi. "Ho pensato che non avesse che tenute ufficiali qui con lei quindi mi sono permessa di comprare degli abiti molto più casual che le permetteranno di passare più inosservata..."
 
Si chinò per afferrare le diverse buste che aveva posato ai suoi piedi e le diede a Lena che continuava a guardarla incuriosita.
 
"La aspetto fuori." disse prima di allontanarsi verso i divani in salotto.
 
Lena le lanciò un ultimo sguardo prima di chiudere la porta della sua stanza, sorridendo.
 
Uscì qualche minuto dopo, vestita con dei pantaloni neri, un semplice top verde che risaltava i suoi occhi e stivali che le arrivavano ai polpacci.
 
Kara alzò gli occhi quando la sentì entrare nella stanza e deglutì. Nel vederla vestita sobriamente, non poteva evitare di pensare ancora una volta a quanto quella donna fosse bellissima.
 
"Credo sia passato un secolo dall'ultima volta che ho messo questo genere di vestiti." ammise Lena guardando in giù verso i suoi abiti.
 
"E' un peccato, perché è incantevole." commentò Kara adocchiando le gambe.
 
Le ci volle qualche secondo per rendersi conto di ciò che aveva appena detto e all'improvviso distolse lo sguardo.
 
"Pronta a partire all'avventura? "Chiese, in piedi, cercando di ignorare il calore che aveva la meglio sulle sue guance.
 
"Lo so che è una follia, ma sì!" Lena rispose con voce entusiasta. "La seguo!"
 
Kara le rivolse un ultimo sorriso porgendole la sua giacca prima di dirigersi in sua compagnia, verso la doppia porta che conduceva fuori alla suite presidenziale.

Quando l’aprì, gettò uno sguardo fuori e fece un cenno con la testa verso James che alzò il pollice in alto per indicare che la via era libera. Istintivamente, mise una mano sulla parte bassa della schiena di Lena e la guidò verso l'ascensore.
 
Quest'ultima soffocò un gemito percependo quel contatto e  cercò di mantenere un minimo di compostezza, anche se sentiva un calore divorarla sotto il tocco di Kara.
 
Ci vollero poco più di cinque minuti per lasciare l'hotel senza farsi notare quando arrivarono all’esterno, senza grandi difficoltà, con l'aiuto dei compagni di squadra di Kara. Lena fu sorpresa nel vedere che lei aveva piazzato diverse persone sul posto tranne la sorella che molto probabilmente non sapeva nulla della sorpresa, sembrava che avesse pensato ad ogni dettaglio, anche alla macchina nera con vetri oscurati che le aspettava fuori.
 
Kara aprì la portiera posteriore e la invitò a infilarcisi dentro.
 
-"Signora Presidente." la salutò Winn, seduto al posto del conducente abituale.
 
Lena gli gettò un’occhiata con un cipiglio prima di voltarsi verso Kara che le si mise accanto e si chiuse la portiera alle spalle.
 
"Sto assistendo al mio rapimento?" scherzò.
 
Kara rise mentre la macchina cominciò a muoversi. Fece un cenno di intesa a Winn che la guardava dallo specchietto retrovisore, poi si voltò di nuovo verso Lena.
 
"Stia tranquilla, faremo solo un giro per la città e torneremo prima che qualcuno si renda conto che è sparita e soprattutto prima che mia sorella si renda conto della mia assenza... Quindi potrà fare tutto ciò che una donna comune può fare a Roma. Ed io la sorveglierò assicurandomi che sia al sicuro."
 
Nuovamente le sopracciglia in Lena si avvicinarono, mostrando la sua confusione, ciò spinse Kara a continuare:
 
"Voglio solo offrirle una serata in cui potrà scrollarsi di dosso lo stress quotidiano. Una serata in cui potrà uscire fuori dal ruolo soffocante di leader del mondo libero."
 
Fece una pausa per immergersi negli occhi verdi della donna.
 
"Una serata dove sarà solo Lena." aggiunse riprendendo le parole che la mora aveva utilizzato in precedenza.
 
Lena rimase in silenzio per lunghi secondi, commossa dalle attenzioni del suo agente.
 
"Questo significa che anche lei potrà essere solo Kara?"
 
Un enorme sorriso apparve sul volto di Kara che inclinò la testa da un lato in segno affermativo.
 
"La sua serata, le sue regole." disse con semplicità un istante dopo.
 
Le labbra Lena si contrassero in un sorriso simile al suo.
 
"Il concetto mi piace ..."
 
Si sistemò sul sedile prima di voltarsi di lato e tirare la cintura di sicurezza, poi si rivolse a Kara.
 
" Prima regola della serata."  disse, alzando il dito indice, "dimenticare le formalità... Non credo di mentire dicendo che ti considero un’amica ora."
 
Kara la fissò in silenzio per qualche secondo, ponderando sulle sue parole. Sapeva che era pericoloso, avrebbero superato il limite nel loro rapporto professionale, quel limite che le vedeva flirtare dopo la loro prima interazione. Lei, che aveva voluto mettere dei paletti sin da subito, aveva fallito miseramente. E sapeva che organizzando quella serata, si sarebbe impantanata ancora di più nella sua totale mancanza di indifferenza verso il suo capo.
 
Ma, stranamente, non le importava ... L'unica cosa che contava in quel momento era continuare a far sorridere Lena e vedere quello scintillio malizioso brillare nei suoi bellissimi occhi verdi. Voleva far sparire la tristezza e la rabbia che aveva visto fino a poco prima e se per questo doveva correre qualche rischio e infrangere alcune regole, era pronta a farlo.
 
Infine alzò gli occhi per incontrare quelli della mora e annuì lentamente. Sì, poteva definitivamente essere solo Kara quella sera ...
 
Dopo un giro di alcuni minuti durante il quale Lena aveva cercato, invano, di farsi dire dove fossero dirette, Winn fermò la macchina e comunicò loro che erano arrivati a destinazione.
 
Kara scese per prima della vettura e tenne la portiera aperta finché la mora non fosse uscita.
Lei la ringraziò, poi lanciò un'occhiata confusa verso il luogo in cui si trovavano. Winn si era fermato in mezzo al nulla, in una piccola strada tortuosa del centro città e, dalla reazione Kara, sembrava fosse non ci fosse nulla di strano. Quest'ultima scambiò qualche parola con il suo agente prima che l’uomo tornasse di nuovo in macchina e se ne andasse, lasciandole sole.
 
"Perché sta andando via?" Chiese Lena, sentendosi invadere da un leggero senso di panico.
 
Ciò non passò inosservato a Kara che ridacchiò leggermente prima di avvicinarsi a lei.
 
"Calma Lena, siamo arrivate alle seconda parte della serata... Ora, data la tua volontà di trascorrere una serata nei panni di una donna normale, che ne dici di utilizzare una normale macchina italiana?"
 
Anche in quel caso, Lena le rivolse un'occhiata interrogativa alla quale lei rispose annuendo indicandole di guardare alle sue spalle.
 
Quando si voltò, la mora vide una cinquecento rossa parcheggiata poco più avanti nella  viuzza.  Lena si avvicinò all'auto e guardò dentro.

"L'autista?" chiese e Kara sorrise.

"Eccomi qua." Si indicò.

" Non puoi essere seria?!" esclamò Lena.

"Non ti fidi? Non guido molto di solito però ti assicuro, ho preso la patente e non ho ucciso nessuno." disse seria.

Lena la guardò e scoppiò a ridere.

"Mi fido di te, ovvio." disse convinta e Kara arrossì. "Solo che è strano per me...però come hai detto tu, questa sera siamo delle persone come le altre." annuì felice.

Lena si avviò alla portiera e aprì.

"Come hai fatto ad organizzare tutto in così poco tempo?" 

"Segreto." disse sorridendo. 
  E Lena la guardò divertita poi salì in macchina, per la prima volta non si era accomodata dietro e questo la faceva sentire davvero una donna normale. 

Mise la cintura  e sorrise alla donna la suo fianco.
 
"Gra..." stava per dire.

"Non devi ringraziarmi, non sappiamo ancora se la mia sorpresa ti piacerà quindi niente ringraziamenti." disse bloccandola prima di mettere in moto.



Kara alzò gli occhi e vide la donna immobile a fissarla con un luccichio nello sguardo.
 
" Cosa?" Chiese, imbarazzata.
 
"Perché fai tutto questo?"  Rispose Lena." Voglio dire,  tu stai rischiando il tuo lavoro per soddisfare uno dei miei capricci, potresti litigare con tua sorella a causa mia, forse è meglio tornare in hotel..." Abbassò la testa.
 
"Sto facendo il mio dovere patriottico." Kara scherzò. "E non preoccuparti, mia sorella non scoprirà nulla e anche se fosse mi terrebbe il muso per qualche giorno, posso sopportarlo mentre non posso sopportare di saperti triste." la guardò intensamente e Lena sentì lo stomaco attorcigliarsi, quella donna la faceva sentire davvero un'adolescente. 
 
Lena si ritrovò per la prima volta dopo tanto tempo, senza parole. Quella era una delle poche volte che qualcuno l’aveva ammutolita per l’emozione. Continuò a fissare, con sorpresa, la donna vicino a lei con  uno sguardo eloquente prima di rivolgerle un sorriso commosso.
 
"Grazie..."
 
"Cosa ti ho detto?"

"Va bene, va bene." alzò le mani in arresa. "Andiamo?"

Kara annuì.
Tutti i rischi che stava prendendo quella notte ne valevano la pena. Forse era pazza, irresponsabile o troppo esaltata, come Alex spesso le rimproverava, ma ne valeva la pena. Per Lena ne valeva la pena ...
 
"Andiamo, abbiamo un programma da rispettare."
 
" Al ritorno posso guidare?" Domandò Lena, speranzosa.
"Da sempre ho avuto un'autista a disposizione ma nonostante tutto ho voluto prendere la patente e prima di diventare presidente, per calmarmi guidavo la macchina di Maggie."
 
" Mi stai chiedendo troppo."  ridacchiò Kara rivolgendole una smorfia di scuse. "Al ritorno vediamo?" aggiunse poi vedendo l'espressione di Lena.


Due ore dopo le due ragazze avevano fatto tappa al Colosseo, si erano fermate in una piccola pizzeria dove Lena per la prima volta in vita sua aveva mangiato una pizza intera senza lasciarne un pezzo, avevano chiacchierato liberamente come fanno due migliori amiche o magari due...fidanzate. Tra di loro c'era una strana magia quando parlavano, Lena si era trovata più volte a vedere arrossire Kara e anche lei si era trovata a arrossire davanti la sincerità della ragazza, se in lei spesso c'era un tono malizioso in Kara era tutto puro e genuino.

"Dai, vieni Lena." Disse felice la ragazza. "Devi esprimere il tuo desiderio."

Lena la guardò scettica.

"Credi a queste cose?Pensi che una fontana sia così magica da avverare i miei desideri?"

"Certo! Però un solo desiderio..." le porse una monetina e le indicò una delle fontane più famose di Roma, la fontana di Trevi.

"Che cosa hai desiderato tu?" Chiese curiosa e allo stesso tempo divertita Lena.

"Non posso dirlo! Se riveli il desiderio poi questo non si avvera." 

Lena la guardò per qualche momento e poi si avvicinò e prese la monetina, lei non credeva a queste cose ma quella ragazza era in grado di farle fare qualsiasi cosa. 

"Ecco brava, adesso lanciala." Kara la prese delicatamente per le braccia e la fece posizionare di spalle vicino la grande fontana, quel contatto e quella vicinanza scosse entrambe. I loro occhi si scrutarono attenti come mai, Kara abbassò lo sguardo un solo momento e la voglia di posare le sue labbra su quelle della donna crebbe ma scosse appena la testa e fece un passo indietro. Quando il contatto si ruppe a Lena mancò per un momento il respiro.

"Devi mettere la mano destra sulla spalla sinistra." spiegò con gli occhi che brillavano ma mantenendo la distanza di sicurezza, Lena annuì. "Chiudi gli occhi e lanciala."

Lena chiuse gli occhi e lanciò la monetina alle sue spalle.

"Aspetta, lancia anche queste due." 

"Non hai detto che si può esprimere un solo desiderio?" Chiese Lena aprendo gli occhi.

"Sono diverse le leggende, tu lancia anche queste." 

"Come desideri." sorrise e prese le altre due lanciandone prima una e poi un'altra. "Va bene così?"

"Perfetto, adesso possiamo andare."

"Abbiamo già finito?" chiese delusa Lena.
 
  "C'è un'ultima tappa." la informò Kara.

Lena sorrise felice, aveva amato ogni minuto della loro fuga e stare insieme a Kara ancora qualche altra ora la rese felice.
 
Aveva conosciuto meglio la Danvers. Sapeva che era una donna piena di entusiasmo spesso soppresso dal suo ruolo ma non aveva immaginato che quel suo entusiasmo fosse in grado di coinvolgere lei, Lena Luthor, se sua madre l'avesse vista le avrebbe fatto una ramanzina ma ovviamente a lei non importava di Lillian. Lena era felicissima di averla seguita nella loro folle avventura senza farle domande.
 
In realtà,  non le importava dove la bionda la portasse, a lei piaceva trascorrere del tempo  in sua compagnia. Poteva sembrare un cliché ma Kara era riuscita a farla sentire se stessa.
 
Nonostante le numerose telefonate che aveva dovuto fare durante l’intera serata per assicurarsi che tutto andasse bene, Kara era riuscita a farle dimenticare che era il Presidente degli Stati Uniti e le aveva regalato una serata magica. Lei le aveva offerto un magnifico regalo e la donna non era pronta a rinunciarvi. 

^^^^^^
 
"Siamo arrivate?" chiese Lena per l'ennesima volta, non era una persona impaziente però in quel momento era davvero curiosa di scoprire dove Kara la stava portando. Camminavano da circa dieci minuti su per una stradina senza asfalto e Lena non riusciva a vedere altro che alberi.

"Ci siamo quasi...sei più impaziente di me. Non ti facevo così, Lena Luthor." disse senza fiatone e continuando a camminare.

"Capisco che tu sei allenata e non hai neanche il fiatone però devi capire che le distanze più lunghe che ho percorso negli ultimi mesi sono quelle che vanno dal mio ufficio al mio appartamento." 

Kara rise sentendole il fiatone.

"Prendimi pure in giro." Sbuffò Lena.

"Non mi permetterei mai." disse Kara rallentando il passo.

"Perchè sono il presidente?" chiese Lena alzando un sopracciglio.

"No, sei una mia amica, ricordi?Questa sera non sei il presidente." 

Gli occhi di Lena brillarono.

"Se stai per ringraziarmi non lo fare!" anticipò Kara prima che Lena aprisse bocca.

"Adesso oltre che rendermi la donna più felice del mondo, hai il potere di leggere nella mente? Sei una superoina allora!" esclamò e Kara si bloccò un momento, non perchè l'aveva definita una superoina ma per la prima parte del discorso.

"Kara?" chiese Lena non capendo l'espressione della bionda che si era fermata di punto in bianco. "C'è qualche problema?" 

"Cosa? Ehm...no, scusami. Siamo quasi arrivate." riprese a camminare con Lena silenziosa al suo fianco.

Arrivate davanti una scalinata Lena sgranò gli occhi.

"Ci sono anche le scale?" si lamentò.

"Ti porto in braccio fino a su? " scherzò Kara, l'avrebbe potuto fare senza problemi ma ovviamente non poteva quindi si limitò a scherzare.

"Non sarebbe una cattiva idea." Sorrise maliziosa. Kara deglutì e scosse la testa.

"Vieni, sono solo pochi scalini." Le porse la mano che Lena afferrò subito e un brivido le percorse la schiena, poteva ogni contatto causarle quelle sensazioni? Se lo chiedeva ogni volta.

Silenziosamente e con le mani intrecciate salirono la scalinata, Kara ascoltava il cuore di Lena battere velocemente forse era per la stanchezza, pensò. Finite le scale Lena si ritrovò davanti una vista mozzafiato su tutta Roma, le luci della città eterna la lasciarono senza parole.

"Ti piace?" chiese Kara timorosa.

Lena strinse di più la mano di Kara e si voltò a guardarla.

"Oh...è è meraviglioso." i suoi occhi brillavano di pura felicità e il ritmo del cuore di Kara aumentò. Lena la trascinò con sè verso la ringhiera dove un binocolo era puntato verso la città. 

"Ho pensato che...considerato il fatto che non avremo tempo di visitare questa meravigliosa città potevi vedere i monumenti più belli da qui. Ho chiesto in giro e mi hanno consigliato in molti questo posto."

Lena era completamente immersa nella vista della città.

"E' in assoluto il posto più bello che io abbia mai visto, senza nulla togliere alle altre città che ho visitato." sorrise e accarezzò il cannocchiale. "Ne avevo uno simile da bambina, adoravo usarlo."

"Che aspetti?" la incitò Kara e Lena sorrise come una bambina avvicinandosi al cannocchiale.

Mezz'ora dopo erano entrambe sedute su una panchina ad osservare la città che da lassù sembrava magica e silenziosa.

"Grazie, Kara." sussurrò Lena con gli occhi pieni di lacrime. "Mai nessuno ha fatto tutto questo per me." la voce che le tremava.

"Meriti anche più di questo, sei una donna meravigliosa Lena." anche Kara si trovò in preda all'emozione.

"Sin da bambina sono stata abituata ad altro e questo mi ha reso più rigida, ho sempre dato poca fiducia alle persone. Ma tu, Kara Danvers...sei la persona più pura che io abbia mai visto." Si voltò a guardarla e i loro sguardi si incontrarono. "I tuoi occhi...Mio Dio...sono qualcosa di stupendo." le disse sincera e tremando leggermente.

"I tuoi lo sono di più." le accarezzò la guancia dove una lacrima ribelle le era sfugita, quella donna oltre a portare il peso del mondo sulle spalle soffriva a causa della sua famiglia, come potevano farle del male? Si chiese Kara.
 
"Non meriti di stare male." sussurrò avvicinandosi di più a lei.

L'aria intorno a loro iniziò mancare improvvisamente quando i loro sguardi incatenati erano pienamente consapevoli del cambiamento di atmosfera.
 
Si guardarono per lunghi secondi.
Kara, portò gli occhi  verso le sue labbra, desiderando solo di sentire quelle labbra sulle sue. Quelle labbra che riuscivano a farle perdere il controllo solo guardandole. Poteva sentire il suo respiro, poteva sentirla abbandonarsi completamente quando la mora chiuse gli occhi in attesa del momento in cui bionda si sarebbe decisa, finalmente, a coprire la distanza rimanente che le separava e dando loro ciò che entrambe aspettavano da quando si erano conosciute.
 
Dopo aver fantasticato su quel momento per settimane, Kara era pronta a baciare Lena. Era finalmente pronta a saziare il desiderio che la consumava da giorni per il Presidente degli Stati Uniti.
Due centimetri...solo due e sarebbe successo. Lo squillo di un telefono fece tirare indietro bruscamente Kara e di scattò Lena aprì gli occhi. Lo stavano per fare davvero se solo...

"Il mio è...è il mio telefono." disse scattando in piedi goffamente Kara, prese il telefono e quando lesse il nome sullo schermo sbiancò leggermente. "Rispondo, un attimo."

Lena si limitò ad annuire cercando di ignorare il fatto che il suo cuore stesse pericolosamente minacciandola di lasciare il suo petto.


"Pronto, Alex?" si passò una mano sul viso, tremava, non per paura della sorella. "Non urlare, ti prego. Alex, va tutto bene! Lei sta bene, non sono irresponsabile...Che cosa?No! Non chiamare J'onn, dammi il tempo di arrivare e ne parliamo. Invece sì."

Lena seguiva a fatica il filo del discorso ma era facile capire che la sorella era davvero furiosa.

"A tra poco Alex!" disse a denti stretti e mise giù. "Dobbiamo andare." una smorfia dispiaciuta comparve sul suo viso.

"No...non devi essere dispiaciuta. La colpa è mia..." abbassò la testa.

"Lena, non devi sentirti in colpa! L'ho voluto io."

"Ma adesso...avrai delle ripercussioni?" chiese con aria timorosa.

"Ehi...non preoccuparti, risolverò. Promesso." si sentì in dovere di prometterlo davanti lo sguardò spaventanto della donna. "Adesso andiamo."
Lena si limitò ad annuire e ad afferrare la mano di Kara. Scesero silenziosamente verso la macchina.

 
Il tragitto verso la destinazione la macchina sembrò davvero breve. Lena si sentiva terribilmente, se solo non avesse fatto la stupida quella sera...Kara era nei guai per un suo capriccio. 
 
***
 
 
 
"La via è libera?" Domandò Kara a James.
 
Il giovane lanciò un'occhiata all'interno della hall dell'hotel prima di voltarsi verso di lei e annuire, spiegando che non c’erano problemi.
 
Kara aprì la portiera della vettura e Lena scese, gli sguardi incatenati di nuovo. Kara sorrise per rassicurarla nonostante la paura regnava sovrana in lei, non aveva voglia di litigare con la sorella ma era sicura che lo avrebbe fatto.
 
Camminaro fino alla porta sul retro. Kara la aprì ed entrarono.
Nel corridoio ad aspettarli trovarono Winn con un'aria dispiaciuta, Alex con le braccia incrociate e uno sguardo infuocato e Maggie, probabilmente anche lei arrabbiata.

Le donne si guardarono e Kara, con grande sorpresa per l'altra, le lasciò un bacio sulla guancia. Non le importava dello sguardo della sorella su di lei.

"Buonanotte, Lena." le sussurrò.

"Notte, Kara." rispose lei incapace di dire altro.

Si separarono, entrambe pronte a ricevere dei rimproveri.
Kara e Alex camminavano silenziose verso la loro stanza, la quiete prima della tempesta. 

Kara entrò in camera e si mise a sedere sul letto, in attesa delle urla della sorella che non tardarono ad arrivare appena chiusa la porta.

"Sei impazzita, Kara?" urlò Alex. "Che diamine ti dice il cervello?"
 
"Calmati Alex..."

"Calmati? Kara, fai sul serio? Mi stai chiedendo di calmarmi..." 

"Non è successo nulla. Lei sta bene mi sembra." 

"Tu non capisci! Lei non è una donna qualunque. Hai portato il Presidente degli Stati Uniti in giro per la città, sai quante cose potevano succederle e succederti? Hai anche convinto i miei agenti ad aiutarti." scosse la testa, era ferita. "Mi fidavo di te Kara..."

"Aveva bisogno di un momento per sè, Alex..." provò a spiegare.

"Non è a noi che deve importare! Noi dobbiamo solo occuparci della sua sicurezza...a meno che tu..." Il suo sguardò cambiò e scosse la testa.

"Io...cosa?" 

"Provi qualcosa per quella donna? Non parlo di amicizia."

Kara perse un battito e strinse i pugni. La conosceva appena, non poteva di certo provare qualcosa per quella donna. 

"Non provo nulla per lei!" la voce le tremò. "Non provo niente!" ripetè. "La considero un'amica, è sbagliato e lo so...Non farò mai più nulla di sbagliato, Alex."

"Kara..."

"Ti prego, Alex...credimi." Kara  si avvicinò alla sorella. "Farò bene il mio lavoro e le sarò amica, ne ha bisogno."

"Ha già un'amica, Kara! Maggie la conosce da anni."

"La conosce da anni, è vero, ma non basta." le prese le mani e le strinse appena. "Lo sai bene che con me non è in pericolo, potrei stendere dieci uomini solo battendo le mani."
Kara la guardò intensamente negli occhi e la sorella scosse la testa.

"Dovrei dirlo a J'onn..." sembrò ammorbidirsi lei.

"Se lo dirai a lui dovrò andarmene, ti prego di non farlo..."

Alex sembrò rifletterci un attimo e poi annuì poco convinta.


"Prometti che non farai più stupidaggini, prometti che se proverai qualcosa di più dell'amicizia andrai via tu stessa." Kara vacillò un momento alla sola idea, voleva bene a Lena e stavano quasi per baciarsi prima...stavano per baciarsi, il cuore le accellerò in petto ma si costrinse a non pensarci e si concentrò sulla sorella.

"Prometti di non metterti in pericolo e soprattutto non mettermi nella posizione di avere la squadra contro."

"Te lo prometto."

"Non farmene pentire, Kara. Giuro che al primo errore ti mando a casa io stessa." 


"Nessun altro errore, promesso." Kara sorrise e strinse la sorella.

"Piano, piano." 

"Scusa...Posso chiederti un ultimo favore?"  chiese staccandosi e mordendosi il labbro.

"Dimmi..."

"Lena...cioè il presidente sarà in pensiero per me. Potrei andare da lei?Cinque minuti solamente." 
 
"Kara!" la guardò male Alex. 

"Uffa! Ho capito...le parlerò domani." disse mettendo il broncio.

"Brava."

"Piuttosto tu che ci facevi con Maggie?"

Alex arrossì violentemente pensando al bacio che si era scambiata con la donna.

"Io...io non devo darti spiegazioni. Andiamo a letto."

Kara aveva già capito tutto e con un semplice sorriso andò a cambiarsi per poi mettersi a letto. Quella sera si sarebbe addormentata con l'immagine dei meravigliosi occhi felici del presidente.



Buongiorno, ecco a voi il capitolo! Sono sempre più felice che vi piaccia questa storia. Kara e Lena finalmente si danno del tu e sono anche andate oltre peccato che il telefono ha interrotto qualcosa, stupido telefono! Che mi dite di questo capitolo? Piaciuta la sorpresa? Fatemi sapere. Grazie sempre per le recensioni, a presto. 
 

   
 
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