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Autore: _BlueLady_    21/02/2019    1 recensioni
Comincia tutto con un caso. Un piccolo incidente sovrappensiero. Poi succede ancora. E ancora. E ancora. E allora Adrien comincia a pensare che non si tratti più di semplici coincidenze, ma che qualcosa di strano - di Miracoloso? - sta accadendo al suo corpo, qualcosa che va oltre il semplice prendersi troppo sul serio come supereroe. E quando il limite viene oltrepassato, poi diventa difficile tornare al punto di partenza. Forse.
[Raccolta di One-shots dedicate ad Adrien/Chat Noir, e al suo "felinizzarsi" a poco a poco]
Dodici proverbi dedicati ai gatti, per i gatti, sui gatti. Perché se vi siete mai chiesti come può essere la vita di un felino, beh, ora avrete modo di scoprirlo.
#1. Impasto - "Avere le zampe in pasta"
#2. Nastro - "Agli occhi dei gatti, tutto appartiene ai gatti"
#3. Penna - "Tetto che non piove, gatta ci cova"
#4. Farfalla - "Quando il gatto non c'è, i topi ballano"
#5. Fusa - "I gatti atterrano sempre sulle zampe"
#6. Soffio - "Il gatto che oggi lecca, domani graffia"
#7. Sacchetto - "Non dire gatto se non ce l'hai nel sacco"
#8. Piume - "Una bella gatta da pelare"
#9. ???
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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5.
FUSA​

*
“I gatti atterrano sempre sulle zampe”
 
Quella sera, Parigi riposava tranquilla sotto il placido sguardo della pallida luna. Non v’era l’ombra di Akuma all’orizzonte, e i due supereroi vegliavano sulla città comodamente accovacciati sotto il comignolo di un alto palazzo, laddove tutto pareva irraggiungibile, astratto, etereo, il paesaggio della Parigi sottostante velato da una densa nebbiolina opacizzata dal pallore dei raggi lunari, che rendeva tutto quasi sembianza di un sogno.
Il gatto e la coccinella assaporavano la quiete della sera, lasciando che gli occhi si riempissero della meraviglia di quel paesaggio surreale. Si scambiavano pensieri, opinioni, emozioni.
Tutto lasciava presagire un che di romantico.
Un brontolio improvviso e costante, simile al borbottio sommesso di una caffettiera in ebollizione, portò LadyBug a volgere le iridi cristalline verso il compagno poco distante.
- Stai… facendo le fusa?- mormorò, incredula e leggermente sbigottita. Non pensava fosse davvero capace di farlo.
Il compagno sorrise, soddisfatto.
- È perché sono con te – le disse schietto, contagiato da quell’atmosfera così intima, e a quella sfuggì una risata sommessa, mentre arrossiva un poco, colta alla sprovvista.
Lui, buon osservatore, lo notò.
- Sei arrossita, My Lady – la provocò, facendosi più vicino al suo volto.
- C-chi? I-io? Che dici!- si difese lei, irrigidendosi.
- Ammettilo. Non aspettavi altro che una serata al chiaro di luna perfetta come questa per sperare in un bacio – ammiccò lui, con tono suadente.
LadyBug, dopo un istante di imbarazzo, prese il coraggio a due mani. Si protese in avanti, in punta di piedi, puntellandosi sul suo petto mentre giocherellava con il campanellino, portando i loro nasi quasi a sfiorarsi. Affondò le iridi nelle sue mentre con la lingua si inumidiva leggermente le labbra, audace.
Chat Noir avvampò, deglutì, si paralizzò. La sua mente era una linea piatta. Non l’aveva mai vista così decisa, così sensuale.
- Allora baciami - sussurrò lei calda, malleabile, seducente.
- C-come?- esclamò incredulo, quasi credendo di esserselo sognato. Il suo era stato come sempre un gioco che nascondeva un fondo di verità, ma mai si sarebbe aspettato che finalmente lei fosse riuscita a cogliere la seria intenzione che si celava sotto le sue giocose provocazioni.
Interiormente esitò, realizzò, esultò.
Stava quasi per reagire, dopo un istante di completo sbigottimento, annullando tempestivamente i pochi centimetri che separavano le loro labbra, quando si ritrovò improvvisamente pancia all’aria, senza capire né come né perché, LadyBug che lo squadrava dall’alto con il suo bastone tra le mani, che gli aveva prontamente sottratto nel suo istante di esitazione per poi sfruttarlo contro di lui per farlo cadere rovinosamente a terra.
La coccinella lo squadrò dall’alto, con l’espressione di chi l’aveva scampata. Rise.
- Mi deludi, Chaton – esclamò divertita - Non sono i gatti, quelli che atterrano sempre sulle zampe?- lo canzonò, gongolando della sua piccola vittoria.
Lui, dopo un istante di sbigottimento, accusò il colpo, ne prese atto, sogghignò.
- Così è il massimo – rispose – Da qui posso ammirarti meglio –
Istintivamente, riprese a fare le fusa. Stare in sua compagnia gli solleticava istinti felini che non pensava di possedere.
Il sorriso accesosi sul volto di LadyBug si trasformò presto in una smorfia di stizza. Chat Noir le ammiccò vittorioso, ma lei non ricambiò. Ancora una volta l’aveva vinta lui.
La coccinella sbuffò rassegnata.
- Alzati, micetto – gli ordinò, ormai arresasi alla sconfitta.
- Sdraiati, MyLady – le propose lui, inarrestabile.
- Oh, santo cielo…- sospirò esasperata, mentre quello ancora sogghignava sotto i baffi.
Per quanto i suoi riflessi avessero lasciato a desiderare quella sera, anche quella volta era riuscito a spuntarla, sebbene non come avesse previsto.
Avere sempre l’ultima parola. Anche quello per lui significava cadere in piedi.


Angolo Autrice:

Mi scuso del tremendo ritardo per i pochi che ancora seguono la storia. Come al solito gli impegni quotidiani prevalgono sulla scrittura.
Non ho molto da aggiungere perchè spero che il capitolo parli da solo. Questo giro ho optato per un tenero momento LadyNoir (tanto loro sono belli in tutte le salse <3)
Sperando di aver fatto cosa gradita, vi dico arrivederci al prossimo capitolo!

_BlueLady_
 
  
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