Anime & Manga > I cinque samurai
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Autore: shirupandasarunekotenshi    22/02/2019    0 recensioni
Fanfic ambientata in seguito agli eventi raccontati nell'oav "Message". Ryo e i nakama si sono ritrovati e capiscono che non possono più separarsi e che il senso della loro esistenza lo troveranno solo nello stare insieme. Ma Realizzare tale sogno potrebbe non rivelarsi così semplice.
Dinamiche polyamorose. Non si trova tra la opzioni così lo diciamo nell'introduzione: possiamo definirla una fivesome più che threesome :P
Questa fanfic andrebbe letta dopo la nostra "Owari no mae ni owari".
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Kento Rei Faun, Rowen Hashiba, Ryo Sanada, Sage Date
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Threesome
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CAPITOLO 05
 
“Quei due traditori ci hanno mollato qui da soli!”.
Un Ryo decisamente contrariato si mise in ginocchio sul mucchio di futon; era stato il primo a svegliarsi, gli ci era voluto un po’ per razionalizzare ciò che era accaduto il giorno prima... e soprattutto come la giornata si era conclusa, con la loro unione, la loro decisione meravigliosa.
Ma al mattino, in quel gruppo riunito, qualcuno mancava all’appello.
Seiji brontolò qualcosa, socchiudendo gli occhi; perché Ryo doveva essere così iperattivo e vivace fin dalle prime ore del giorno?
“Appena li trovo li sistemo per bene!”.
Nell’alzarsi, Ryo mise inavvertitamente un piede, con non troppa gentilezza, sulla testa di Touma, schiacciandola a fondo nel cuscino.
Un modo molto utile, per quanto violento, di svegliarsi.
“UWAHHHOHH!” fu la reazione di Touma che, agitandosi come un forsennato, riuscì a non soffocare nel cuscino e soprattutto sotto il peso di Ryo. “Ti ha dato di volta il cervello?!”.
“Tutte le mie scuse” borbottò Ryo, il piede nudo sollevato a mezz’aria.
Un Seiji dall’espressione particolarmente truce, sottolineata dal ciuffo scomposto che oscillava davanti a entrambi gli occhi, emerse dalle pieghe del proprio futon.
“Spero per te, Ryo, che non ci condannerai a risvegli così per tutto il resto della nostra convivenza”.
Ryo incrociò le braccia sul petto.
“Tutto dipenderà dal comportamento di qualcuno, che verrà severamente punito appena verrà trovato!”.
“Puniscili... ma risparmia noi, almeno” biascicò Touma, rotolandosi nuovamente nel futon. “Han fatto tutto da... soli”.
C'era sicuramente ancora qualche minuto... qualche ora... prima del treno. Ci doveva essere.
Non aveva ancora finito di pensarlo che qualcuno si precipitò giù per le scale levando gridolini isterici lungo il tragitto:
“È tardissimo, devo preparare la colazione! Shu, tu sbrigati in bagno, lascialo libero per tutti! Dai che c’è ancora tutto da preparare, muovi quelle zampe da scimmietta!”.
“Non ci voglio credere” mugugnò un Seiji più sconsolato che mai.
Sul suo borbottio si levò l’esclamazione scandalizzata di Ryo:
“Ecco uno dei due imbroglioni!”.
Touma si arrotolò incredulo nel futon, rifiutandosi categoricamente di uscire da lì. Per almeno altri dieci minuti. In fondo erano solo tre ore di treno. Tre ore da trascorrere dormendo.
L’istante successivo, le coperte del futon vennero strappate di dosso a lui e Seiji e raccolte in un mucchio da Shin, insieme alle altre abbandonate per terra.
“Devo lasciare tutto in ordine prima di partire, non mi piace lasciare confusione in casa!”.
Seiji, ben deciso a mantenere intatta la propria dignità, si mise velocemente in piedi, inespressivo con quel ciuffo che gli copriva il volto e si diresse verso le scale.
“Vado a stanare una scimmia dal bagno”.
Addio sonno. Benvenuto freddo... luce... tanta, troppa sonnolenza.
“Shignnnnn...”.
E Touma, che a svegliarsi di dignità ne aveva ben poca, si ritrovò carponi sul tappeto, una mano che cercava a tentoni il divano per potersi tirare in piedi, in una certa maniera.
Avrebbe dormito sul treno. E per una settimana senza fermarsi anche.
Shin non poteva ascoltare le sue recriminazioni, troppo preso dal doversi difendere da un Ryo agguerrito che tentava di farsi largo tra i futon giacenti nelle braccia del compagno, per raggiungere le sue labbra con le proprie, manifestando le sue proteste tra un tentativo e l’altro:
“Come avete osato andarvene? E magari vi siete pure divertiti da soli! Me lo devi il bacio del buongiorno, e anche la scimmietta me lo deve!”.
“Ry-Ry-Ryo!”.
Destabilizzato da quelle avances poco delicate e dal carico ingombrante che stava reggendo, il tutto unito alla stanchezza che non se n’era andata del tutto, perse l’equilibrio. Fu evidentemente un caso che sulla sua traiettoria si trovasse Touma, ancora a metà strada dall’alzarsi in piedi. Risultato: il ragazzo di Osaka non fece neanche in tempo a vedersi precipitare addosso un mucchio di futon con tanto di Shin in mezzo che, subito, si trovò sommerso.
Neanche un urlo si ritrovò a fiatare, tanto morbido era stato il carico, anche se pesante: per come erano le posizioni si sarebbe messo a dormire lì, al calduccio, steso a terra.
E in mezzo a quel trambusto arrivò Shu, addormentato ma già vestito, che guardò tutta la scena con aria un po’ allibita.
“Eccoti qua!” fu l’accoglienza di Ryo per il quale, invece, ogni cosa appariva assolutamente normale.
Shu se lo ritrovò addosso a sbraitare tutta una serie di osservazioni sul fatto che si fosse tenuto Shin tutto per sé, che si sarebbe vendicato con giochetti molto divertenti e che concluse, alla fine, premendo le proprie labbra contro quelle del compagno. Ulteriore risultato: tale fu la sua foga che entrambi caddero sul mucchio già formato sotto di loro.
Shu, Shin e Touma erano quelli che, per ovvie ragioni, meno avevano capito di tutto quell'affare. Certo che ritrovarsi a terra sopra (o sotto) dei futon con addosso Ryo era...
“Ryo...”.
“Ryoooo!”.
“MICIO, LEVATI!”.
“Solo quando avrò ottenuto la mia soddisfazione!”.
Era in ginocchio, trionfante, sopra ai suoi trofei, che invece di due erano tre, ma Ryo faceva poca differenza tra i suoi nakama.
Shu cercò di spostare Ryo, ma era davvero fuori forma, o forse la testardaggine di Ryo e il suo peso erano praticamente invincibili.
“D-dobbiamo p-p-prepararci”.
“MICIO, PRENDITI LE TUE SODDISFAZIONI, MA LEVATI!”.
E questa era, ovviamente, la protesta di Touma.
Shin fu il primo che riuscì a sgusciare via dal groviglio; essere un pesciolino gli consentiva, pareva, di avere in sé anche le potenzialità di un’anguilla, il modo in cui era in grado di restringersi e di rendersi sfuggente aveva del miracoloso. Si rimise in piedi, saltellando pericolosamente per mantenersi in equilibrio, i piedi che si impigliavano tra i corpi e i futon.
Il tutto senza tenere la bocca a freno un solo secondo:
“La colazione, la colazione, la colazione! Ragazzi, alzatevi di lì che neanche sappiamo a che ora ci sono i treni! SEIJI! LIBERA IL BAGNO!”.
Ryo lasciò un poco della sua testardaggine alle spalle, dando così modo a Shu e Touma di rialzarsi dalla massa e rimettersi - più o meno - in piedi.
“Colazione...” biascicò Touma, seguito da Shu che gli si mise alle spalle, per liberarsi il più velocemente possibile da domande imbarazzanti.
Una risposta a Shin giunse dai piani alti:
“Scenderò di qui solo quando mi assicurerete che lì sotto è tornato tutto ad un’accettabile normalità”.
Shin non poteva sentirlo. Già dimentico del proposito di riordinare i futon, la sua mente iperattiva era tutta concentrata sulla colazione e, per quanto la porta della cucina fosse rimasta aperta, giungeva da essa un frastuono di porte della credenza, pentole, acqua, barattoli che si aprivano e chiudevano a velocità frenetica.
Touma e Shu, gli addormentati, giunsero in cucina sbadigliando. Shu biascicò qualcosa sui futon e sul fatto che li avrebbero messi a posto loro, prima di andare.
Touma crollò direttamente su una sedia, capo riverso sul tavolo: era davvero... davvero... al limite di sopportazione da mancanza di sonno.
Vennero accolti da tazze, biscotti, cereali, i resti dei dolciumi comprati il giorno prima che venivano riversati sul tavolo dalle braccia di Shin:
“Apparecchiate mentre io finisco di preparare! SEIJI, SBRIGATI!”.
Touma mosse appena la testa, Shu, con un poco di energia in più, riuscì a sistemare quelle poche cose che servivano, prendendo tazze e bicchieri e cucchiai di varie forme.
“Shingnnnn...”. Era Touma, nel bel mezzo del suo dormiveglia. “Sonnoooo...”.
Venne colto alla sprovvista dal naso di Shin che si piazzò prepotentemente contro il suo.
“Pensa che io non potrò neanche dormire per far dormire te, in treno! Attivati!”.
E, con le dita, gli spruzzò alcune goccioline d’acqua sul viso.
Touma strinse gli occhi con forza e mugolò brevemente.
“Torniamo a dormire qui... dopo”.
A quel punto fu Shu ad agire, con una bella pacca sulla nuca del ragazzo di Osaka.
“Col cavolo! Non far ritardare Shin! E non far aspettare tuo padre!”.
Esattamente da Shu.
Touma gonfiò le guance, ma si guardò bene dal rispondere alle sue parole. Sapeva che non gliel'avrebbe fatta passare liscia per suo padre. Shin era una scusa: era felice che Touma gli tenesse compagnia per tutti quei giorni.
“E non ho nessuna intenzione di trasformare questa casa in un dormitorio mentre aspettiamo gli altri!” rincarò la dose Shin, facendo cadere qualche altra gocciolina sul suo naso. “Ho in mente tante cose da farti fare, voglio cambiare qualcosa in casa. Senza contare che dovremo riorganizzare gli spazi per farci stare tutte le nostre cose”.
A quel punto, Touma riaprì gli occhi, sbadigliò ancora, ma rimase sveglio.
“Non ho mai fatto un trasloco... ma credo che mi piacerà rivoluzionare tutto”.
Arrivò Shu con un biscotto a far tacere la boccuccia di Touma.
“Non rivoluzionare troppo, ma dagli tutto l'aiuto di cui ha bisogno, finché non arriviamo”.
Touma sgranocchiò il biscotto e annuì con aria seria. Poi, nel silenzio, richiamò Seiji e Ryo.
“RYO, SEIJI, DOVE SIETE? SIETE IN RITARDO!”.
“Sono qui, certo che ne fai di rumore al mattino”.
Ryo gli arrivò alle spalle e Touma ricevette una nuova pacca sulla nuca.
“Senti chi parla, micio molesto... non devi rifarti con me per questi due” e dicendo 'questi due' indicò chiaramente Shin e Shu che si bloccarono sul posto.
L'arrivo di Seiji interruppe ogni recriminazione sul nascere.
“Bagno libero” annunciò, ancora impegnato a sistemarsi il colletto della camicia.
Shin ne approfittò subito per afferrare un braccio di Touma, trascinandolo in piedi.
“Veloce a lavarti e vestirti prima che ti riaddormenti di nuovo!”.
“Non mi riaddormento in piedi!” urlò pochi istanti dopo Touma, iniziando a salire le scale.
Shu approfittò della distrazione per rialzarsi dalla tavola e prendere il latte e... cincischiare allegramente lontano da Ryo. Chissà cosa avrebbe detto ancora della nottata precedente...
Shin si affacciò alla porta della cucina, perché la sua voce potesse seguire Touma su per le scale:
“E non ti perdere in bagno, che serve ancora a tre di noi!”.
“IO NON MI PERDO! MA SE CONTINUATE A LAMENTARVI IO NON ESCO PIÙ E NEMMENO VOI!”.
Shin si tirò indietro con un broncio seccato, mentre Seiji seguiva ogni cosa facendo finta di niente, apparentemente intento a sorseggiare il suo tè e ridacchiando tra sé:
“L'inizio è davvero promettente”.
  
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