Il profumo dell'incenso opprimeva la chiesa, che era illuminata dal bagliore dorate delle candele.
Miguel si fermò sulla soglia e a stento bloccò un accesso di nausea.
Quell'aroma penetrante gli ricordava un evento a lui sgradito.
- Ana... - mormorò e i suoi occhi castani brillarono di lacrime. In quel giorno, lui aveva dato l'estremo saluto a sua sorella Ana, morta in un giorno d'estate, che doveva essere di festa per lei.
La Mishima Zaibatsu aveva deciso di arrossire di sangue le nozze di sua sorella.
Abituatosi a quell'odore, entrò nella chiesa e si sedette su una delle panche. Aveva bisogno di raccoglimento.
Voleva ricordare la bellezza di Ana e il suo sorriso gentile, che ben si accordava ai suoi occhi ambrati.
Un singhiozzo si spezzò nel suo petto. Per tanto, troppo tempo aveva soffocato il suo dolore.
Era riuscito a vendicarsi di Jin Kazama, ma questa circostanza non aveva attenuato la pena del suo cuore.
Sentiva una oppressione all'altezza del petto, che non accennava a diminuire.
Il rumore secco di alcuni passi interruppe il corso dei suoi pensieri.
Miguel si girò e vide avanzare Vulcano Rosso, vestito d'un sobrio completo nero.
Accennò ad un sorriso. Quel giovane uomo, all'apparenza così eccentrico, nascondeva un animo sensibile e generoso.
Comprendendo la sua pena, aveva deciso di adeguarsi a quell'atmosfera triste e malinconica.
L'italiano si sedette accanto a lui e rimase immobile, silenzioso.
Comprendi anche tu la mia pena? , pensò il lottatore spagnolo. Vulcano Rosso, nonostante l'apparenza eccentrica e vivace, aveva conosciuto il dolore.
Anche lui aveva perduto una persona cara.
La sua fidanzata, di cui lui gli aveva parlato, era stata uccisa in un agguato.
Questo evento aveva colpito la sua anima e l'aveva distrutta.
Entrambi si erano sorretti, uniti dal filo rosso di una sofferenza comune.
Vulcano Rosso aveva ben capito la sua pena e, con la sua presenza silenziosa, aveva mostrato la sua vicinanza e il suo sostegno.
Con un gesto calmo, Miguel appoggiò la mano sul braccio dell'altro.
Vulcano Rosso, sentendo quel tocco, si scosse e lo guardò.
- Grazie. -