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Autore: Celeste98    24/02/2019    1 recensioni
Prequel della long “Scritto nelle stelle... o in un fumetto” della quale consiglio la lettura poiché questa sarà essenzialmente una raccolta di eventi che ho accennato nel corso della storia o che serviranno a chiarire i numerosi dubbi lasciati dalla prima storia.
*Tratto dal primo capitolo*
“La prossima volta allora comincia con il dar retta ai tuoi stessi consigli e non impicciarti nelle cose che non ti riguardano, capellone” sbottò il tipo bassino che noto solo ora essere rimasto alle nostre spalle.
“Un semplice grazie sarebbe bastato, nanerottolo” rispondo di rimando non riuscendo a trattenere un ghigno alla vista della vena che pulsava al centro della sua fronte.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Radish, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Scritto nelle stelle... o in un fumetto'
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POV Bulma
Non appena il prof ci da il permesso di andare sono la prima a lasciare la classe. Non è da me questo comportamento, in realtà il prof di turno deve praticamente cacciarmi per scappare dalle mie domande. È così da quando ho iniziato a frequentare la facoltà di ingegneria meccanica e ho potuto entrare in contatto con queste materie che mi hanno affascinato fin da bambina. Oggi però ho fretta.
“Ehi ho fatto più in fretta che ho potuto. Il prof non voleva proprio lasciarci andare” esclamo raggiungendo Vegeta che mi aspetta nel parcheggio con il suo fantastico lato b poggiato contro la sua auto.
“Dovrei partire più spesso se questo riesce a farti essere puntuale” la risposta del mio ragazzo non si fa attendere e, in un gesto guidato dall’istinto, gli lancio la mia borsa che ovviamente afferra al volo.
“Sali in macchina che non abbiamo tutto il giorno” esclama entrando in auto, poco dopo imitato da me mentre il sorriso mi muore sulle labbra. Vegeta sembra tranquillo, quasi come se l’idea di partire per un tempo indeterminato per una zona rossa non lo preoccupasse per niente.
Ormai sono quattro anni che stiamo insieme e, alla faccia di tutti quelli che davano per scontata una nostra immediata rottura, possiamo considerarci una coppia affiatata. Ci siamo messi insieme quando io frequentavo il quarto anno di liceo mentre Vegeta il quinto. Un anno pazzesco in cui sono successe talmente tante cose che saranno impossibili da dimenticare.
Come dimenticare il primo bacio scambiatoci. Era il giorno della prima partita del campionato di football, Vegeta, che non amava più di tanto gli sport di squadra, aveva giocato per sostituire Radish all’insaputa del coach. Avevamo appena saputo della gravidanza di Chichi e proprio il giorno prima i due fratelli Son erano stati molto impegnati in vari traslochi in casa loro per fare spazio alla ragazza. Il risultato fu che Radish quella sera, dopo anche il doppio turno pomeridiano al bar in cui lavorava, era talmente stanco da non riuscire a reggersi in piedi e Vegeta decise di giocare al suo posto per non fargli perdere i crediti extra forniti dall’essere parte della squadra.
 
La partita è appena finita e, come c’era da aspettarsi, i Dragons hanno stravinto contro gli Angels. Ho provato a correre dietro a Vegeta per fargli i complimenti ma, ovviamente, il moro è sparito negli spogliatoi prima che lo potessi raggiungere. Con uno sbuffo mi avvio verso gli spalti dove mi aspettano le altre cheerleaders ma vengo intercettata da qualcun altro che mi afferra per un polso.
“Ehi Bulma”
 “Oh ciao Ivan” rispondo scivolando dalla sua presa
“Bella partita vero?” mi chiede sorridendo di sbieco mentre con una mano sposta un ciuffo di capelli dietro l’orecchio sinistro. Ammetto che sia un bel ragazzo con i suoi occhi chiari e i capelli non molto lunghi di colore biondo platino, ma mi sono chiesta spesso dall’anno scorso per quale motivo faccia parte della squadra dal momento che il suo fisico è tutt’altro che muscoloso e adatto a questo.
“Sì, un ottimo inizio di campionato. Ora scusami ma devo andare dalle altre”
“No aspetta un attimo” esclama afferrandomi di nuovo per un braccio e avvicinandosi fino ad essere a pochi centimetri di distanza “Mi chiedevo, che ne dici se andiamo a prendere qualcosa al bar? Anzi meglio, ti vengo a prendere questa sera e andiamo al cinema per festeggiare la vittoria”
“I-io non saprei-”
“Levale immediatamente le mani di dosso” fortunatamente, o sfortunatamente, arriva in mio soccorso un'altra persona.
“Che cazzo ti impicci King-” ma Vegeta non lascia neanche a Ivan Blue il tempo di continuare perché gli tira un pugno in pieno viso colpendolo dritto sul naso. Dopo un attimo di esitazione dovuto alla sorpresa, Ivan inizia a rispondere a sua volta ai colpi e inizia una vera e propria rissa.
“Cosa sta succedendo?! Andate immediatamente nell’ufficio del preside” sbottò la professoressa Baba correndo, per così dire, a separare i due lottatori. Vegeta lasciò finalmente la presa su Ivan e, ovviamente sbuffando, si avvicinò verso l’istituto, seguito a ruota dal biondo.
“Anche lei signorina Brief” aggiunse la vicepreside
“E cosa c’entro io?!” ma la vicepreside non aggiunse altro limitandosi a indicarmi con una mano di seguire i due ragazzi.
Dopo un’interminabile ramanzina da parte del preside tutti e tre ci eravamo beccati tre ore di punizione prevista per il giorno successivo.
“Vegeta! Vegeta aspettami per favore” per chissà quale ragione il moro decide di ascoltarmi arrestando la sua camminata e permettendomi di raggiungerlo. Il primo istinto è quello di chiedergli il motivo che l’abbia spinto a una rissa ma non appena i miei occhi si posano sul suo viso le parole mi muoiono in gola
“Vieni in infermeria. Quel taglio va disinfettato prima che si infetti, del resto avete comunque lottato in mezzo al campo e dubito che sia proprio il posto più igienico” sussurro invece prendendolo per mano e iniziando a trascinarlo verso l’infermeria. Ancor più stranamente di prima, Vegeta non ribatte e mi segue in assoluto silenzio, come anche per tutto il tempo della medicazione.
“Sei fortunato, probabilmente te la caverai con solo un occhio nero e non credo siano necessari i punti al sopracciglio” mormoro tamponando il cotone imbevuto di disinfettante sul taglio.
“Si può sapere che ti è passato per la testa? So che non hai mai sopportato Ivan ma da qui a prenderlo a pungi senza una ragione è esagerato anche per te” sobbalzo nel momento in cui a sorpresami afferra il polso con cui gli sto medicando il graffio.
“Sc-scusa. Ti ho fatto male?” Vegeta ancora non emette neanche un fiato ma tiene gli occhi fissi nei miei mentre la presa sul mio polso si fa più forte. Inizio a sentire male e sto per farglielo presente ma mi interrompe poggiando le sue labbra sulle mie. In un primo momento non rispondo, troppo sorpresa da questo gesto ma un attimo dopo sono ben lieta di ricambiare con entusiasmo questo bacio che ho tanto desiderato.
 
La parte brutta è arrivata quando subito dopo ha iniziato ad ignorarmi. Ho sopportato fino a pomeriggio seguente, per precisare fino al termine della punizione, momento in cui ho perso la pazienza. Abbiamo litigato quel pomeriggio ma alla fine sono riuscita a spuntarla e da quel momento abbiamo fatto coppia.
Quattro anni dopo ci amiamo ancora come il primo giorno, se non di più nonostante gli alti e bassi.
Dopo il liceo Vegeta decise di seguire le orme paterne e, insieme a Radish, entrò in accademia militare mentre io l’anno successivo iniziai a frequentare l’università. In questo ultimo periodo ha iniziato anche a frullarmi in testa l’idea di una convivenza, ma preferisco aspettare dopo la laurea in modo da poter pensare alle mie spese con qualcosa di più di un lavoro part-time e non pesare così sui miei genitori. Non ne ho ancora fatto parola con il mio ragazzo e neanche lui ha mai aperto l’argomento, come se poi Vegeta avesse mai aperto un argomento, e non credo neanche che ci abbia mai pensato dal memento che ormai si è stabilito in caserma.
“Smettila di pensare... Vedo le valvole del tuo cervello incepparsi” il suo sarcasmo glaciale non è cambiato neanche un po’ in questi anni, ma con me ha trovato pane per i suoi denti perché non gli permetterei mai di avere l’ultima parola.
“La tua vista a raggi X inizia a fare cilecca amore, dovresti saperlo quanto improbabile sia che le valvole del mio cervello si inceppino. Comunque, tu e Rad non potete proprio rimandare la partenza? Domenica è il compleanno di Gohan e non sarà la stessa cosa senza di voi”
“Bulma ne abbiamo già parlato. Sono ordini dall’alto e in quanto tali non possono essere ignorati o contestati. E poi Gohan compirà solo tre anni, neanche ci farà caso alla nostra assenza o almeno non lo ricorderà” sbuffo perché non mi resta altro da fare. Quando ha deciso di intraprendere la carriera militare Vegeta è stato certo di una cosa sopra tutto: voler farsi valere per quello che è e non per il nome che porta e rendere così orgoglioso suo padre. Vegeta mi ha raccontato molte missioni svolte da Senior e ogni volta aveva gli occhi che brillavano di orgoglio, lo stesso orgoglio che so vorrà un giorno veder riflesso nello sguardo di suo padre.
“Hai qualche idea su cosa regalare a Gohan?”
“Perché avrei dovuto farmi un’idea, tanto sicuramente tu ne hai già altre cento”
“Per confrontarci, scimmione insensibile” replico facendogli una linguaccia che finge di non vedere “Comunque,giacché ormai abbiamo aperto l’argomento, io ho pensato che potremmo prendergli un banco da studio dal momento che Chichi ha intenzione di fargli iniziare la scuola un anno prima. Oppure non so... Radish ha intenzione di regalargli dei biglietti Vip per un parco divertimenti in cui sicuramente avrà con i genitori, anche se sono sicura che Gohan avrebbe preferito suo zio”. Nonostante quanto l’abbia fatto penare, Radish ha da subito adorato suo nipote Gohan e, soprattutto ora che si è quasi definitivamente trasferito in caserma, non perde occasione di “rapirlo” per qualche ora insieme ogni volta che può. Sono più che sicura che un giorno sarà un padre straordinario e non lo dico solo per l’atteggiamento che ha con suo nipote, ma anche e soprattutto per il coraggio che ha avuto nell’assumersi la responsabilità di suo fratello minore che, inutile dirlo, lo considera il suo idolo.
§
Ed alla fine il tanto atteso giorno della partenza è arrivato. Ieri è stato i nostro anniversario, Vegeta mi ha portato a cena fuori e poi abbiamo passato tutta la notte ad amarci. La parte davvero brutta è stata questa mattina quando mi solo svegliata da sola. Vegeta è andato via facendo attenzione a non svegliarmi e non lasciare traccia del suo passaggio e ammetto di aver fatto immensa fatica a trattenere le lacrime. Non ho bisogno di rifletterci prima di prendere la decisione di prepararmi e raggiungere il prima possibile l’aeroporto militare. Vegeta mia ha letteralmente ordinato di non farmi vedere lì per nessuna ragione al mondo a causa della scenata che suppone avrei potuto fare, ma ha dimenticato un piccolo particolare: io sono Bulma Brief e non prendo ordini da nessuno. In auto impiego quasi un’ora a raggiungere la destinazione ma fortunatamente sono ancora in tempo e mi basta seguire un paio di uomini in uniforme per raggiungere l’imbarco. Non ho neanche bisogno di guardarmi attorno perché i miei occhi si posano immediatamente sul mio fidanzato. È uno schianto in uniforme con le spalle poggiate contro una parete e ai suoi piedi il bagaglio a mano, lo sguardo perso sulla pista di atterraggio oltre la vetrata.
Deve sentirsi osservato perché sposta lo sguardo su di me. A mia volta sento immediatamente gli occhi riempirsi di lacrime, ma non le lascerò cadere. Non darò neanche a lui la soddisfazione di vedermi piangere. Intorno a me alcuni soldati stanno salutando i propri parenti, altri le proprie fidanzate con baci appassionati, Vegeta non è il tipo da effusioni in pubblico e so che non mi raggiungerà per un ultimo saluto. Ma, sorprendendomi, mi sorride per poi rivolgermi il classico saluto militare con le due dita alla tempia. Sorrido a mia volta trattenendo a stento un singhiozzo per poi ricambiare il gesto.
Annunciano l’imbarco e Vegeta è tra i primi ad avviarsi, naturalmente senza voltarsi neanche una volta. Ancora una volta trattengo il pianto e ci riesco fino al momento in cui l’aereo decolla. Sono tra i primi a tornare alla mia auto e una volta lì posso finalmente dar libero sfogo alle lacrime che sento non riuscirò più a trattenere. Torna presto amore mio...


SPAZIO AUTRICE
Eccomi con il nuovo capitolo, interamente incentrato sulla relazione tra Bulma e Vegeta che, come avrete notato dalla scarsa lunghezza, fungerà da introduzione per il prossimo.
In questo POV Bulma abbiamo un riepilogo generale della loro relazione che si conclude con il giorno della partenza del ragazzo, questa volta dal punto di vista della turchina.
Poiché l'idea del prequel è nata quando ero già ben oltre la metà della scrittura della storia principale non vi sono in questa molti dettagli sul passato dei protagonisti perciò ho provato ad adattare gli eventi alle poche indicazioni trovate nel corso dei capitoli. Spero non ci siano incongruenze ma nel caso ne riscontraste fatemele presente, mi affretterò a correggerle o, in caso, a chiarire i dubbi.
Al prossimo capitolo
🤗🤗
  
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