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Autore: Fiamma Drakon    20/07/2009    4 recensioni
Poco distante dalla scuola, su un sottile, nudo ramo che si protendeva verso il cielo come un artiglio pronto a ghermire l’aria, un’ombra femminile si stagliava contro la volta celeste, scrutando l’accademia.
- Eccola finalmente... l’Accademia Cross... - sussurrò.
La sua femminea voce, seppur suadente e profonda, era venata di tristezza e ira mal celate.
I suoi occhi si rivelarono nell’ombra come fari d’uno sgargiante rosso scarlatto, aggrottati in un’espressione estremamente seria e risoluta.
Un leggero refolo di vento iniziò a spirare, alzando le lunghe ciocche di capelli che guizzarono attorno al suo viso, sinuose, simili a serpenti nell’oscurità.
Come sospinta da quella brezza, la ragazza balzò agilmente giù dal ramo, simile ad un angelo di tenebra, avviandosi quindi a passo sostenuto nel sottobosco, diretta verso la scuola.

Un mistero arcano, vecchio di secoli. Una ricerca proibita. Un amore destinato a durare per sempre.
E Aidoh si ritroverà coinvolto in tutto ciò...
[nel capitolo 9 lieve accenno di song-fic]
Genere: Mistero, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hanabusa Aido, Nuovo Personaggio, Yuki Cross, Zero Kiryu
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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1_Novizia “Egregio sig. Cross,
tramite la presente vorrei avvertirla che tra non molto, nella sua scuola, arriverà una nuova alunna appartenente all’altra razza.
La prego di accoglierla caldamente anche se si dimostrerà restia alla socializzazione. Ha vissuto un’infanzia molto travagliata e diffida di tutti coloro che la circondano, ma non è di indole violenta, a meno che non venga provocata.
Distinti saluti”


La lettera non era firmata: davvero strano.
Nessuno, fra le sue conoscenze, avrebbe potuto mandargli una lettera del genere: non aveva mai visto quella scrittura prima d’allora.
Inoltre, per una comunicazione simile sarebbero venuti a riportargliela di persona, anziché metterla per iscritto.
Ripose lo scritto in un cassetto della scrivania e si voltò a guardare oltre la finestra, sovrappensiero: una nuova alunna dal passato travagliato.
Sorrise: quella semplice, brevissima descrizione gli ricordava molto un altro alunno, da poco arresosi all’idea di essere divenuto un vampiro.
Chissà se anche la nuova ragazza aveva un carattere così aggressivo e singolare come quello di Zero.
I suoi occhi indugiarono sul cielo oltre l’orizzonte: era il tramonto.
Gli ultimi, languidi sprazzi di luce stavano rapidamente cedendo il posto alle tenebre della notte e ciò poteva significare solo una cosa: era quasi l’ora del cambio.
Pian piano il suo sguardo scese sul cortile, dove riconobbe la sua Yuki intenta a domare la folla di ragazze della Day Class che, urlanti, attendevano che i cancelli del Dormitorio Luna si aprissero e gli studenti della Night Class uscissero.
I vampiri.
Il preside stirò le labbra in un sorriso compiaciuto: gli appartenenti alla Night Class erano il fiore all’occhiello dell’accademia. Inoltre, era perfettamente comprensibile che le ragazze fossero naturalmente attratte da loro: i vampiri della scuola erano davvero affascinanti.
- Ragazze ora basta! Dovete rientrare in dormitorio, subito! -.
Yuki cercava di arginare da sola la folla di deliranti ragazze che, strepitando come pazze, attendevano l’uscita dei vampiri.
Ma dove si sarà cacciato Zero? All’ora del cambio devo sempre fare tutto da sola!!
- Dovete andare in dormitorio! - ripeté invano.
Non aveva più voce per urlare nel tentativo disperato di sovrastare gli strepiti delle altre, tuttavia ancora continuava a reprimerle con la forza.
Accidenti a lui! Mi lascia sempre da sola a tenere queste pazze scatenate!
Il cancello del Dormitorio Luna si aprì e iniziarono ad uscire i ragazzi della Night Class, accolti da un coro di ovazioni e grida incessanti da parte delle studentesse della Day Class.
- Come sono arzille e carine oggi quelle della Day Class! - esclamò Aidoh, passando in rassegna la fila di ragazze accanto al cancello.
- Uh... possibile che tu non pensi ad altro? - gli domandò Kain, passandogli accanto, ma l’altro parve non averlo neppure sentito, occupato com’era ad osservare le studentesse della Day Class.
Iniziava a fare buio e, man mano che gli studenti della Night Class entravano nell’edificio scolastico, le alunne dell’altra classe si ritiravano in dormitorio.
L’unica che rimase fuori fu Yuki, che rimase a tenere d’occhio i dintorni.
Uff... Zero non si è ancora fatto vivo... che pizza, spero di non dover fare la guardia da sola tutta la notte...
Un rumore improvviso la fece voltare di scatto, pronta a colpire, ma si ritrovò davanti solo il petto di Zero.
- Sono io - disse lui cupamente.
Yuki abbandonò la posizione offensiva per riassumere quella abituale, poi picchiò con forza sul petto del ragazzo.
- Zero ma dov’eri?! Ho dovuto far fronte alle belve scatenate della Day Class da sola! - esclamò, indignata.
- Ero in giro a controllare... - rispose l’altro senza abbandonare quell’atteggiamento estremamente serio.
- Ma se quelli della Night Class dovevano ancora uscire! E perché poi tutti i giorni all’ora del cambio sparisci? Un po’ d’aiuto non guasterebbe di certo! E poi... -
- Zitta - la interruppe bruscamente Zero, dandole le spalle e allontanandosi.
Yuki rimase lì, indignata e offesa per qualche istante: almeno il diritto di lamentarsi ce l’aveva!
Razza di disciplinare da quattro soldi! Fare attenzione che quelli della Day Class non vengano attaccati dagli studenti della Night Class rientra anche nei suoi di doveri. Invece non fa mai niente per aiutare... ma chi si crede di essere?!
Scemo.
- No, io non sto zitta! Zero aspettami!!! - gli urlò dietro Yuki, correndo verso di lui.
Poco distante dalla scuola, su un sottile, nudo ramo che si protendeva verso il cielo come un artiglio pronto a ghermire l’aria, un’ombra femminile si stagliava contro la volta celeste, scrutando l’accademia.
- Eccola finalmente... l’Accademia Cross... - sussurrò.
La sua femminea voce, seppur suadente e profonda, era venata di tristezza e ira mal celate.
I suoi occhi si rivelarono nell’ombra come fari d’uno sgargiante rosso scarlatto, aggrottati in un’espressione estremamente seria e risoluta.
Un leggero refolo di vento iniziò a spirare, alzando le lunghe ciocche di capelli che guizzarono attorno al suo viso, sinuose, simili a serpenti nell’oscurità.
Come sospinta da quella brezza, la ragazza balzò agilmente giù dal ramo, simile ad un angelo di tenebra, avviandosi quindi a passo sostenuto nel sottobosco, diretta verso la scuola.
   
 
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