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Autore: ArtemisiaBlack    26/02/2019    0 recensioni
Se vivi abbastanza a lungo puoi vedere gli stessi occhi in persone diverse.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Quant'è bella giovinezza,

Che si fugge tuttavia!

Chi vuol esser lieto, sia:

di doman non c'è certezza»
 

La settimana trascorsa a Fiesole in compagnia dei miei consanguinei mi fu è stata sufficiente per comprendere quanto siano contraddistinti da dicotomie, ognuno a modo proprio. Bianca incallita sognatrice, inguaribile romantica in attesa del principe azzurro si è dimostrata una persona estremamente determinata. Lucrezia, la quale appare donna angelo petrarchesca, in realtà è una stratega raffinatissima. Giuliano lo stilnovista scavezzacollo dal cuore d’oro, disincantato amante della vita e dei suoi piaceri ma devoto all’onore della famiglia. Piero, fiaccato dalla gotta eppur signore di Firenze de facto. Lorenzo si è rivelato il più poliedrico: scaltro pur conservando un ingenuità fresca di gioventù, politico con idee più atte ad un filosofo, idealista ma pronto ad accettare i compromessi necessari. Sebbene li conosca solamente da pochi giorni sento di apprezzare già questi miei consanguinei.
-Lucrezia cara, voi cosa ne pensate? - Ancora una volta la voce di mia madre mi riporta bruscamente alla realtà
-Riguardo a cosa madre? -
-Perdonatemi Madonna Lucrezia, mia figlia sembra non ricordare le dovute maniere oggi- sentenziò quell’anima impietosa della mia progenitrice. Madonna Medici mi sorride, con l’intento di nascondere il malcelato fastidio per la mia disattenzione. -Chiedevo a vostra madre cosa ne pensate dei miei figli.-
Ecco, la nota dolente. Il dovere di ogni donna. La croce di ogni donna.  La scelta di un compagno oculatamente operata dai famigliari basandosi su criteri ben lontani dall’amore. Il matrimonio. In pratica una prigione per la vita. -Bianca è una giovane tanto bella quanto arguta, Madonna. Ho trascorso dei bellissimi giorni in sua compagnia.-
Madonna Medici inclina la bocca in una smorfia: il mio continuo glissare deve averla infastidita. -E Lorenzo? Mi pare abbiate passato del tempo assieme in biblioteca.-
-Vostro figlio è dotato di fine intelletto; sono grata abbia condiviso con me le lezioni filosofiche di messer Poliziano.-
L’ennesima risposta vaga causa l’increspassi di sottili rughe di disappunto sul bel volto di mia madre. Madonna Lucrezia non si lascia scoraggiare e tona alla carica -E Giuliano? Non è un ottimo cavallerizzo il mio figliolo?-
-Invero. E lasciatemi complimentare con voi per la meravigliosa scuderia. Il Baio di vostro figlio è un animale magnifico.
Dall’espressione delle due donne sedute di fronte a me in carrozza traspare impazienza, tuttavia non ho alcuna intenzione di esprimermi in modi che possano essere interpretati come dimostrazioni di interesse verso nessuno dei due giovani. -Indubbiamente entrambi i miei figli sono prestanti giovani-
-Ed oserei dire alquanto affascinanti.- asserisce mia madre. Sono persistenti, debbo ammetterlo, ma non mi lascio abbiandolare -Avete dato tre bellissimi eredi a Casa Medici Madonna.-
Sfortunatamente per me Lucrezia Tornabuoi non è donna che demorde facilmente, e finalmente mi incalza in modo più diretto -Ho notato una certa preferenza da parte tua nei confronti del mio tesoro, Lucrezia.-
Arguta, ma questa insistenza comincia a infastidirmi. -Bianca è una ragazza così a modo, passare il tempo in sua compagnia è molto piacevole. Abbiamo auto modo di approfondire vari argomenti. Uno in particolare che mi ha colpito sono le specie di fiori esotiche che possedete nei giardini della villa. Avete iniziato voi a coltivarli madonna? -
Ora mia madre sembra volermi strozzare sul serio. La sua espressione è livida. Madonna Lucrezia sembra aver ingoiato un rospo, ma abbozza lo stesso un sorriso. - Si il giardino è la mia passione. Voi apprezzate la botanica?
Quest’improvvisa arrendevolezza potrebbe ingannare una giovane sprovveduta, ma dopo aver passato una settimana in compagnia di Madonna Medici mi rendo presto conto che essa è solo un mezzo per farmi abbassare la guardia. -Certamente Madonna, mi piacerebbe assistervi nella cura del giardino. Se ne avrete l’occasione desidererei imparare dalla vostra maestria.-
Lei sorride affabile ed io inizio a temere che Lorenzo o Giuliano abbaino una segreta passione per la botanica di cui non sono ancora venuta a conoscenza. -Ne sarei lieta. Lorenzo, caro figliuolo, ama curare i giardini tanto quanto me. Trovo passeremo dei bei momenti assieme.-
Ecco, ora come faccio a liberarmi dall’impiccio? Rimpiango la fortuna di Caterina, la quale condivide il viaggio verso Firenze con messer Piero e Bianca. Improvvisamente un cavallo nitrisce e il sibilo di una moltitudine di frecce fende l’aria. Madonna Lucrezia e mia madre gridano quando la carrozza si ferma di botto un attimo dopo. Lo sportello viene spalancato da Giovanni, ha gli occhi sbarrati dalla paura e ci intima di restare al riparo all’interno dell’abitacolo. Oltre le sue spalle scorgo le guardie affrontare un gruppo di banditi. Il cuore palpita impazzito nel mio petto, cerco Alessandro ma non lo vedo. Ho paura, certo non è la prima volta che veniamo attaccati dai banditi. Purtroppo è un evento assai comune di questi tempi. Tuttavia gli assalitori non paiono miserabili il cui solo scopo è di rubare i mezzi per sostentarsi, anzi. Ben vestiti ed equipaggiati, i nostri assalitori paiono più mercenari al soldo di qualcuno che briganti. Non attaccano le diligenze ed i bauli, ma le persone.
-Dobbiamo scappare, non sono qui per derubarci.- esclamo. Mia madre mi fissa per una frazione di secondo prima di annuire decisa, seguita da madonna Lucrezia. Devono aver tratto le medesime conclusioni.
Cercando di non espormi troppo mi sporgo verso l’esterno -Giovanni di alla guardia di mettersi alla guida della carrozza e partire.- Mio fratello mi guarda spaesato e titubante ma annuisce e grida ad Alessandro di fare lo stesso. Gli assalitori sono a piedi e ormai anche gli arcieri hanno ingaggiato le guardie in uno sconto corpo a corpo. Questo è il momento perfetto per scappare. Con uno scossone la carrozza parte ma invece che in avanti ci voltiamo per raggiungere l’altro veicolo. -Stringetevi, l’altra carrozza è danneggiata.- Giovanni ha il fiato corto dalla paura, ma è coinciso e determinato, sono così orgoglioso di lui. Appena ci fermiamo spalanco lo sportello verso la carrozza di fronte a me per creare una copertura e scendo, incontrando lo sguardo di mia sorella immobile sui gradini.
-Lucrezia per dio ma che succede?- Caterina e bianca sono pallide e tremano, così le esorto ad entrare nella carrozzo alle mi spalle. Messer Piero è stato ferito ad una gamba. Giovanni cerca di aiutarlo a camminare così mi unico a loro. Trasciniamo il poveruomo al sicuro nell’abitacolo e chiudo la porta con forza. Giovanni sale svelto al posto del conducente. Qualcuno mi afferra per un braccio -Risalite, siete forse impazzita? Non è sicuro all’aperto.- Mi volto impaurita per scoprire che è Giuliano a strattonarmi -La carrozza non può portare sei persone, andrò a cavallo.- Lo vedo mordersi il labbro inferiore, indeciso sul cosa fare. Alla fine mi indica un destriero poco distante ed io corro a montarlo. Lorenzo e Alessandro sono già a cavallo, intenti a combattere con i pochi banditi che ci sbarrano la strada. Pochi istanti dopo partiamo a tutta velocità verso la città. Una manciata di banditi tentano l’inseguimento a piedi ma non durano molto.
Con il veno sulla faccia la paura scema, lasciando il posto all’adrenalina. E all’orizzonte si staglia nitido il profilo della città.

  
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