Serie TV > Poldark
Segui la storia  |       
Autore: Reginafenice    27/02/2019    4 recensioni
Il termine che dà il nome a questa storia indica ciò che serve come sostegno per una nuova impresa, una sorta di conforto o spinta morale utile a non lasciarsi scoraggiare dalle impervietà di un cammino appena intrapreso. Si tratta infatti di una fanfiction che vede come protagonisti i personaggi di Poldark, con i loro complessi viaggi interiori verso la scoperta della vera felicità, ma inseriti in un contesto moderno. Lo sfondo delle vicende rimane tuttavia la splendida Cornovaglia, dove vecchi e nuovi amori si ritroveranno e si scopriranno indispensabili per capirsi meglio, anche a costo di grandi sacrifici e scelte dolorose.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Demelza Carne, Ross Poldark
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ross e Demelza sapevano che, dal momento in cui avrebbero messo piede sull’ultimo gradino della scala che conduceva alle camere da letto, la loro relazione non sarebbe più stata la stessa…

Così, Demelza rimase con le gambe che le tremavano irrefrenabilmente tra le braccia di Ross, mentre lui si dirigeva verso la camera da letto, continuando a baciarla con una tenerezza sconvolgente. Era bastato un semplice, timido contatto tra le loro labbra a spazzare via la polvere che giaceva sul suo cuore ferito, allontanando in un solo istante l’invadente ricordo dell’esperienza vissuta precedentemente con Elizabeth.

“Non mi avevi detto che oltre ad essere un medico eccellente, sei anche un’ottima infermiera…” Le sfiorò rapidamente le labbra, prima di posarla con delicatezza sul suo letto, mentre si sbottonava la camicia senza toglierle gli occhi di dosso.

“Ti fa ancora molto male, non è vero?” Demelza si alzò, stringendolo forte contro il suo petto per cercare di curare attraverso quell’abbraccio anche una parte della sua anima, ferita almeno tanto quanto lo era stato il corpo di Ross a causa delle botte di suo padre.

“Adesso non sento nessun dolore…” Indirizzò la sua mano ammaccata da lividi e cicatrici verso la chiusura del vestito di Demelza, rendendo sempre più palesi le sue intenzioni a mano a mano che la cerniera nascosta dal tessuto sottile procedeva la sua discesa verso il basso, mostrando la pelle diafana della sua schiena nuda. Ross si allontanò leggermente dall'abbraccio per accertarsi che nel suo sguardo avrebbe rivisto il suo stesso desiderio, mentre infilava delicatamente la mano in quell’apertura magica che già al tatto prometteva meraviglie.

Demelza alzò alquanto scettica un sopracciglio, “Ma quanto sei bugiardo!”

“Se vuoi saperla tutta, l’unica cosa di cui ho bisogno per stare veramente meglio è proprio davanti ai miei occhi. Reclamo l’attenzione del mio medico ancora per un po’… ” Avvicinò di nuovo la sua vita sottile al suo torace muscoloso, producendo in Demelza un fremito interiore ogni volta che il suo fiato caldo soffiava sul suo collo prima che le labbra potessero stamparci su milioni di baci affamati.

“E cosa potrei fare di più di quel che ho già fatto per il mio paziente insoddisfatto?” Anche la sua voce ormai sembrava uscirle a fatica dalla gola, sebbene le rimanesse quel tanto di energia sufficiente a formulare la sua domanda con toni ironici.

“Permettermi di prendermi cura di te, di farti conoscere un po’ di quella tenerezza che ti è sempre mancata da parte degli uomini…”

“Questo è un bel paradosso, non trovi?”

Ross scosse la testa, “Ci sono delle lesioni più difficili da individuare di altre, ma non per questo meno gravi di quelle che gli occhi possono vedere. Persino un medico esperto come te può perdere di vista ciò a cui soltanto l’empatia e l’onestà di cuore hanno il privilegio di poter accedere.”

Demelza fece per aprir bocca, ma Ross le posò prontamente un dito sulle labbra, “No, Demelza. Il tempo delle parole è finito, adesso devi scegliere se fidarti o meno di questo sentimento che è nato tra di noi… Forse, per la prima volta in assoluto, sono stato io il primo ad aver trovato la soluzione: con quale nome chiameresti tu un impulso che ti da speranza e ti restituisce la voglia di tornare a concedere il tuo cuore a qualcuno, dopo aver accettato la possibilità di essere infelice per il resto della vita?”

Rimase in silenzio a studiarlo, percependo la sincronia del suo cuore che batteva alla stessa velocità di quello di Ross.

“Ho diagnosticato qualcosa, ma potrei sbagliarmi.” Lo guardò intensamente, poi distolse lo sguardo concentrandosi su un punto fisso e aggiunse, “E se non fosse vero, cosa ne sarebbe di noi? Non posso credere che sia tutto un’illusione… ”

Ross iniziò a sciogliere la treccia che le raccoglieva i capelli, “Affinché sia vero basta avere il coraggio di accettarne le conseguenze.” Terminato il suo compito, guardò lo splendore di quella chioma ribelle che fungeva da contrasto ideale per mettere ancora più in risalto la raffinatezza dei lineamenti del suo viso.

“Allora lasciamo che sia vero…” Demelza prese la mano di Ross, rimasta stazionata sul suo grembo, e la introdusse nella scollatura del vestito completamente aperto sulla schiena, prima di rimanere nuda di fronte a lui a godere come una Venere della sua primavera.

Intanto, a Trenwith continuava ad aver luogo il ricevimento nuziale più sontuoso di tutti i tempi. Francis ed Elizabeth furono omaggiati con balli e riverenze da tutti gli invitati, ad eccezione di George Warleggan, il quale sedeva assorto a contemplare i mirabili disegni della sua mente e a giudicare se quei progetti diabolici che vi vorticavano senza sosta valessero davvero tanta considerazione. Aveva appena saputo da suo zio che Hugh Armitage non godeva esattamente di buona salute, anzi le voci che erano giunte al suo orecchio profilavano una situazione a dir poco drammatica, al punto che si diceva fosse solo una presa in giro la storia del suo allontanamento volontario dalla Marina. In realtà, Armitage soffriva di un male incurabile che a detta dei più lo avrebbe portato alla morte ancor prima dell’estate, nonostante la scarsa considerazione attribuita dal giovane alla gravità di sintomi piuttosto eloquenti, primo fra tutti la perdita progressiva della vista.

Come avrebbe potuto sfruttare al meglio la grande influenza della famiglia Boscawen per trarne benefici personali? Come colto da un’improvvisa illuminazione, George si alzò di scatto dal canapè dove si trovava per raggiungere Armitage, impegnato in una conversazione con Elizabeth e Dwight Enys. A poca distanza da loro stava, seduta come un’imperatrice sul suo trono, la vecchia zia Agatha, completamente rapita da ragionamenti interiori che più di una volta l’avevano portata a ridere a crepapelle, finendo con l’attirare l’attenzione di tutti.

George provò ad inserirsi naturalmente nella conversazione, ma sembrava che gli altri non si fossero accorti della sua presenza fino a quando una voce piuttosto squillante riecheggiò facendoli voltare, “Perbacco! Perché non ti fai valere, George? Vedo che non è cambiato nulla da quando eri piccolo e venivi in questa casa a giocare con Francis e i suoi amichetti, dico bene?”

Elizabeth divenne improvvisamente paonazza per la vergona, “George, devi davvero perdonarci. Non è stato assolutamente intenzionale da parte nostra!”

George incassò il colpo con aria di finta nonchalance, “Non mi è passato per la testa nemmeno per un secondo che fosse intenzionale.”

Elizabeth sembrò rincuorarsi, ma Agatha non mancò di infierire ulteriormente su di lui, rigirando il coltello nella piaga già aperta, “Certo, non avrebbe mai potuto ammetterlo di fronte a te! D’altronde chi lo avrebbe fatto? Hai fatto bene George a fingerti indifferente, così una parte della tua dignità può dirsi ancora salva!”

George ignorò gli insulti dell’anziana, preferendo concentrarsi sul suo obbiettivo: irretire il giovane Armitage, convincendolo a sottoporsi a una visita nel nuovo poliambulatorio, in modo da ottenere la riconoscenza della sua famiglia oltre che un bell’acconto di popolarità, garantita attraverso la pubblicazione di un articolo in prima pagina sui migliori quotidiani locali che lui stesso si sarebbe prodigato a contattare, richiamando personalmente l’attenzione dei giornalisti.

“Potrei risultare indiscreto, ma credo che sia meglio riferire ciò che si dice di un amico piuttosto che lasciare che tutti sparlino alle sue spalle, senza che lui possa difendersi…”

Hugh lo guardò incuriosito, “Credo di averla vista soltanto un paio di volte in vita mia, comunque mi fa piacere che le mi consideri già un suo amico. Cosa mi vuole dire che io non sappia già?”

“Molti credono che lei sia tornato in Cornovaglia a causa di problemi di salute, è così?”

Hugh esplose in una fragorosa risata, “Pensi che secondo altri, invece, sono stato costretto da mio zio a tornare sulla terraferma per sistemarmi una volta per tutte con una delle donzelle più ricche della zona. Lei a cosa crede?”

A quella dichiarazione, Dwight reagì con un moto di tosse nervosa che pareva sul punto di soffocarlo.

Anche George aveva intuito che Armitage si riferisse a Caroline, tanto che il solo pensiero di un’unione tra le due famiglie dei Boscawen e dei Penvennen riuscì in un colpo solo a spaventarlo e a provocargli la nausea, “Beh, non posso che augurami che sia per il secondo motivo.”

“Può darsi che siano vere entrambe le teorie, signor Warleggan. Tuttavia io preferisco non dare troppa importanza a nessuna delle due, almeno fino a quando mi sarà possibile evitarlo.”

“La vedrebbe come un’offesa la mia proposta di sottoporsi ad una visita specialistica da parte dei medici del nostro nuovo ospedale? Sto parlando di eccellenze assolute, si intende. Magari potrebbero occuparsi loro di questo suo piccolo problema, lasciandola libero di dedicarsi alle sue passioni senza pensieri.”

Hugh si ricordò del breve colloquio avuto con Demelza il giorno del party di fidanzamento, in cui aveva saputo che quell’angelo mascherato da donna svolgeva il suo tirocinio proprio in uno degli ospedali della Royal Cornwall Hospitals NHS Trust, perciò non perse tempo ad accettare l’offerta: George aveva pienamente centrato il bersaglio.

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Poldark / Vai alla pagina dell'autore: Reginafenice