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Autore: Misatona    28/02/2019    4 recensioni
One shot legata a The Saiyajin. Un rocker cinquantenne, consapevole e vivo. L'epilogo del suo percorso insieme alla nuova e vecchia generazione.
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Radish
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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E così imbraccio la mia chitarra acustica. La mia fedele Takamine dai colori sunburst e dal suono sottile quanto profondo a seconda del mio tocco. Una chitarra che mi rispecchia molto perché io, alla fine, sono proprio così. Anche il suo aspetto disastrato dagli anni si avvicina al mio bel visino segnato ormai dalle rughe dell’età.
L’uomo, in fondo, si sa: più invecchia e più è un fico, no?
Mi sistemo i capelli sorridendo alla mia immagine riflessa nello specchio. Dovrei proprio decidermi a tagliarli questi capelli.
“Rad? Si può sapere che stai facendo?” B mi distrae dai miei pensieri da vecchio rocker vissuto e mi richiama all’ordine.
“Ma che c’è? Sono in orario sul mio ritardo, no?” le faccio una linguaccia e mi becco, di tutta risposta, una delle sue solite occhiatacce. Rido mentre mi avvicino e sistemo la tracolla della chitarra. 
“Cerca di non fare il cretino” mi dice dolcemente e rassegnata, sistemandomi un ciuffo di capelli bianchi sfuggito dalla mia coda. La guardo dall’alto della mia altezza, contraccambiando il dolce sorriso.
“Difficile cambiare a 50 anni” le dico roco. La vedo arrossire e alzare gli occhi al cielo mentre si allontana dietro le quinte. 
Dopo tutti questi anni è ancora la nostra manager e mi sopporta nonostante tutto. 
Mi dicono che sono maturato molto, ma io mi sento ancora quel ragazzino innamorato della vita e delle donne che era un tempo, anche se, fare il papà, mi ha reso più consapevole e so che anche per B è così.
Del resto, anche se non è la madre naturale di Aubrey, è come se lo fosse.
Come mi ha giustamente fatto notare Vegeta ai tempi, madre non è chi ti ha dato alla luce. Madre è chi si prende cura di te e ti vuole bene. E Bulma è davvero la madre più amorevole che io conosca. Aubrey la adora e sa che potrà contare sempre su di lei e anche su Vegeta. La famiglia di Modern Family, in confronto alla nostra, è nulla forse. Sorrido e scrollo la testa dai miei pensieri profondi. Forse hanno ragione, sono proprio maturato. Naaaah, ma chi prendo in giro?!
Mi avvio sul palco scenico a testa bassa, con la mano sinistra sul manico della chitarra, appoggiata in modo strafottente. È ancora tutto buio e io prendo posto sullo sgabello al centro del palco, di fronte al microfono. Mi sistemo e quando si alzano i riflettori, vedo un mare fatto di teste e mani che esultano per la mia figura. Incredibile che un imbecille come me sia riuscito a trasmettere il suo vero io a così tante persone. Dopo tutti questi anni faccio ancora fatica a crederlo. Tutte queste persone sono andate oltre la mia facciata da casanova dei poveri e sono arrivate al vero Rad. A quel Rad che era tormentato e che ha emozionato con i suoi testi, mentre si struggeva di pene d’amore. Patetico, no? Sono stato davvero un coglione e credo di aver chiarito con le persone che davvero volevo facessero parte della mia vita e di quella di Aubrey. Loro, e le persone che sono qui ad ascoltarmi, hanno capito il vero Rad. Sì, ho chiarito anche con la Regina Cattiva se ve lo state chiedendo. Ed è proprio mentre mi schiarisco la voce per dire due parole al microfono che la scorgo tra il pubblico con il suo solito sguardo di sfida.
“Che maledetta” penso strizzandole l’occhio.
“Questa sera vorrei raccontarvi una storia” il pubblico esulta mentre faccio una breve pausa per posare i miei occhi su una giovane bruna dagli occhi di ghiaccio.
“La storia di un ragazzo che non si è arreso alle difficoltà ed ha creduto nel suo sogno” vedo Lunch stringere Aubrey nelle spalle e commuoversi. 
“Questa canzone racconta di un ragazzo che è ormai un cinquantenne con i capelli un po’ brizzolati, ma ancora un gran fico. Giusto, dolcezze?” Non resisto. È nel mio dna fare il piacione. Il pubblico sorride e sento qualche donna urlare che sono un figo. Ho ancora il mio fascino, dopotutto! E non me lo dicono solo le milfone, ci siamo capiti?!
Rido mentre accordo la chitarra, poi sollevo lo sguardo sul cartello vietato fumare posto di fronte a me, al lato opposto al mio. Abbasso lo sguardo e prendo dalla tasca il pacchetto di sigarette, portandomene una alla bocca. Sovversivo. Sempre.
Aspiro una buona dose di fumo e, mentre i ghirigori grigi crescono verso il soffitto, li guardo sorridente ripensando al giorno in cui è nata questa stella.
“È una canzone scritta a quattro mani e spero che la signorina che mi ha aiutato a raccontare di questo vecchio rocker, voglia accompagnarmi in questa prima esibizione” concludo il mio discorso guardando Aubrey intensamente.
Schiarisco ancora la voce, le luci si fanno più fioche ed un faretto ad occhio di bue cala sulla mia figura. Porto la sigaretta alla bocca e mentre si consuma tra le mie labbra, inizio a pizzicare le corde e a cantare.
 
Tell me somethin', girl
Are you happy in this modern world?
Or do you need more?
Is there somethin' else you're searchin' for?
 
Mentre canto non stacco gli occhi dalla mia bambina, la mia Aubrey.
Ha gli occhi lucidi e mi sorride. Ho una bambina stupenda ma devo mettermi il cuore in pace: non è più una bambina.
È una bellissima donna, ha preso gran parte della sua bellezza da sua madre. Questo lo devo ammettere, anche se io ho contribuito molto bene sia in bellezza che in vena artistica. Già. Aubrey ha deciso di seguire le mie orme nella musica, lavora come produttore musicale e come compositrice. Ha anche una gran voce, ma i riflettori non fanno per lei.
La vedo titubante ma allo stesso tempo felice. Ha la stessa espressione curiosa di quel giorno, quando mi ha trovato seduto nel nostro salotto, candido come latte, ad osservare nostalgico vecchie foto. Che cazzo di sentimentale! Ho anche un fottuto moscerino nell’occhio.
 
“Papi? Che stai facendo?” Mi osservi dall’ingresso a volta dell’ampio salotto con un sopracciglio alzato e un sorriso furbo sul volto. I tuoi occhi di ghiaccio si perdono nei miei bracieri neri. Mi volto stupito di vederti: saresti dovuta tornare dopo un paio di giorni a casa.
“Hey piccola! Che ci fai qui?” Chiedo alzandomi per andare a salutare la mia principessa. Ti avvicini e mi salti al collo schioccandomi un paio di baci sulla guancia ruvida da barba incolta. Ah, la cocca di papà.
“È andato bene il viaggio?” Chiedo mentre ti siedi per terra, proprio come facevi da piccola.
“Si, ma che stavi facendo? Che foto sono?” Le spulci e mi sorridi con quel tuo sorriso curioso ed entusiasta che adoro. Mi ricordo ancora quando mi guardavi ammirata da piccola, mentre ti suonavo qualche mio pezzo in forma di ninna nanna.
Mi avvicino e mi siedo anche io per terra, con la schiena contro il divano in pelle bianco. Ti porgo il pacchetto di sigarette e tu sgrani gli occhi.
“Avanti, lo so benissimo che fumi! Pensi di farla al tuo vecchio Rad?” Le dico agitandole il pacchetto davanti gli occhi. Sorridi mestamente, colpita ed affondata e prendi con piacere una sigaretta per fumarla insieme al tuo papà.
“Allora che facevi vecchia volpe?” Mi chiedi guardando le foto.
“Le guardo spesso quando sono a casa da solo” confesso soffiando il fumo verso il soffitto, allargando le braccia sulla seduta del divano. Continui a guardarmi senza comprendermi fino in fondo, poggi la sigaretta alle labbra e spulci le foto ammirata.
Ne prendo una e poi un’altra. E poi un’altra ancora. Ogni volta che tocco la carta fotografica, mi si dipinge nella mente il momento preciso in cui è stata scattata e rivivo mille emozioni.
“Papà?” Mi richiami dalla mia trance e ti guardo con gli occhi spalancati.
“Ah, ahi!” Agito la mano e impreco mentalmente per la cenere caduta sulla mano.
Ridi con quella tua risata cristallina che mi fa stare bene. Sei decisamente la miglior cosa che io abbia fatto nella vita.
 
I'm falling
In all the good times I find myself
Longin' for change
And in the bad times I fear myself
 
Mentre pizzico le corde nella parte strumentale, le faccio un cenno col capo di salire e, spinta da sua madre, da cui non mi sarei mai aspettato un gesto simile, mi raggiunge con la paura e l’adrenalina di provare questa nuova esperienza insieme a me. Guarda il pubblico come in uno stato di incoscienza e poi, con la sua voce da usignolo così diversa dalla mia, rapisce ogni singola persona in questa sala. È il canto di una sirena, è libertà e consapevolezza senza rendersene conto.
 
Tell me something, boy
Aren't you tired tryin' to fill that void?
Or do you need more?
Ain't it hard keeping it so hardcore?
 
“Mi racconteresti la tua storia papà?” Mi chiedi appoggiando la testa sulla mia spalla. Sprofondo. Ormai hai vent’anni e la tua vita. Nonostante tutto, sei ancora qui. Dal tuo vecchio. E mi guardi ancora come se fossi il tuo eroe, come se non ci fossero altri uomini nella tua vita, anche se, purtroppo, un uomo c’è. Un papà non metabolizzerà mai questo momento.
Prendo la prima foto, sorrido e ti scompiglio la chioma raccolta in una mezza coda.
“Sei sicura? Potresti cambiare idea su questo bel giovane” mi tiri un’occhiataccia e mi fai ridere di gusto. Spengo la sigaretta nel posacenere e inizio il mio lungo e tormentato racconto.
Ti racconto di aver avuto una cotta per Bulma per anni, di aver litigato con il tuo zuccherino preferito e di esser arrivati alle mani più volte.
Di aver creato problemi a tutti i Saiyajin. Di aver tentato in tutti i modi di farla funzionare con la tua vera madre, ma che entrambi eravamo troppo marci per poterci amare veramente.
Ti racconto dell’arrivo di Trunks e di Pan, di aver sempre visto la felicità negli occhi dei tuoi zii e di aver capito di esser stato un vero coglione nella mia vita. Ti racconto di tuo nonno Bardack, e di tutte le volte in cui mi ha rimesso in sesto ogni volta che cadevo vittima di me stesso.
 
I'm falling
In all the good times I find myself
Longing for change
And in the bad times I fear myself
 
Di come io e Bulma abbiamo tradito la fiducia di tutti per l’ennesima volta, consumando il nostro malsano desiderio di amore. Di come abbiamo rovinato Vegeta e di come lui e la Regina Cattiva ci abbiano ripagati con la stessa moneta. Sono molto serio mentre ti racconto questa pazza vita e osservo i tuoi occhi carichi di domande e bramosi di sapere tutto il resto, anche se forse ti sta facendo male.
“E poi?” Mi chiedi con gli occhi tremanti, appoggiata con le braccia e il mento al mio ginocchio.
“E poi sei arrivata tu” ti sorrido e ti carezzo una guancia.
E da quando ho messo gli occhi su di te, mi sono innamorato. Innamorato per la prima volta di un amore sano. Sei stata la luce in fondo al tunnel, la luce mentre nuotavo verso la superficie.
 
Mi osserva con le lacrime agli occhi e la sua voce si apre potente e graffiata in note commosse, che colpiscono dritte al cuore.
 
I'm off the deep end, watch as I dive in
I'll never meet the ground
Crash through the surface, where they can't hurt us
We're far from the shallow now
 
Quando finisco il mio racconto, dopo averti spiegato meccanismi che, anche se eri una bambina avevi compreso perfettamente, mi ritrovo con le guance rigate da calde lacrime. Dannazione, nemmeno me ne sono accorto.
“Mi è entrato un moscerino nell’occhio” dico asciugandomi le lacrime, senza notare che anche tu sei in lacrime. Ti fiondi al mio collo singhiozzando in modo sommesso e io non ce la faccio a mantenere un contegno. Ti abbraccio e ti stringo forte tra le mie braccia, mentre i nostri singhiozzi si uniscono gli uni agli altri.
“Papà, io..” ti allontani per incatenare quel ghiaccio così caldo al mio sguardo nero come tempesta, come quella stessa tempesta che è stata parte di me per anni.
Ti asciugo una lacrima con il pollice e ti sorrido con la faccia bagnata dal mio pianto.
“Ah, il tuo vecchio è proprio un fricchettone. Tuo nonno Bardack aveva ragione” le dico per farla sorridere.
 
Mi avvicino al microfono di Aubrey, sorridendole.
È sorprendentemente bella e ha talento da vendere. Mi volto verso il pubblico e come noi, anche tua madre e Lunch hanno le guance solcate da pesanti lacrime colme di ricordi. Le nostre voci si uniscono in un tutt’uno magnetico e che, con nostra grande emozione, strega tutto il pubblico.
 
In the shallow, shallow
In the shallow, shallow
In the shallow, shallow
We're far from the shallow now
 
“Voglio raccontare al mondo questa storia, papà.” Mi dici sicura.
“A chi vuoi che freghi di un coglione come tuo padre?”
“Non sei un coglione papà, sei tenacia. Sei quello che per ogni volta che ha ricevuto un pugno, ha reagito ed è andato avanti. Guarda dove sei! Hai realizzato i tuoi sogni, sei consapevole e voli alto”
Ti sorrido e alzo gli occhi al cielo. Oggi hai deciso di uccidermi.
“Sono consapevole di avere una figlia meravigliosa, Aubrey” mi sorridi e io sono fiero di te, come lo sarebbe stato tuo nonno.
“Nonno Bardaccone sarebbe stato fiero di te” mi sorridi e ti alzi. Prendi la chitarra acustica appoggiata ad un cavalletto poco distante da noi e ti siedi di fronte a me, iniziando a pizzicare gli accordi che sarebbero diventati l’intro di Shallow, la tua canzone. La nostra canzone.
“Sarebbe stato fiero anche di te, papà”
 
Passammo tutto il pomeriggio a scrivere e a suonare. A cantare e a ridere insieme, componendo questa canzone che parla fondamentalmente di un coglione che, essendosi reso conto di esser tale, ha preso in mano la sua vita e l’ha cambiata. Siamo noi gli autori del nostro destino e questa grande verità della vita me l’ha insegnata qualcuno che era appena arrivato alla vita. 
Vocalizzi nel bridge, sempre più commossa e io ti guardo fiero, con gli occhi lucidi. 
Sei stata la mia luce Aubrey e lo sarai per sempre. Sono contento che nonostante le mie bravate sia riuscito a trasmetterti tutto l’amore che ho. 
Chiudiamo la canzone con il ritornello in doppia linea vocale e, dopo l’ultimo accordo, ti guardo mentre resti incredula di aver cantato davanti ad un pubblico che sta impazzendo per te. Che sta impazzendo per quello che hai appena raccontato e che hai saputo trasmettere con sentimento.
Mai arrendersi, avere chiari i propri obiettivi e rialzarsi dopo ogni caduta. Se ce l’ho fatta io, Radish Son, possono farcela tutti. Basta crederci.
Ti abbraccio e tu ti porti le mani sul volto, emozionata. Sono fiero di te, piccola principessa. Usciamo di scena ancora abbracciati e dietro le quinte corre ad abbracciarci tua madre, quella che ti ha cresciuto, con gli occhi gonfi dal pianto. Vi sorrido felice e raggiungo poi quella splendida bionda che mi sorride, anche lei con gli occhi gonfi e rossi dal pianto.
“Insomma, quante volte devo dirvi che non mi piacciono le ragazze che piang..” mi avvicino sicuro di me, con la mia solita spavalderia piaciona dopo essermi ripreso da quella botta di emozioni e le mie parole sono interrotte da un bacio inaspettato.
Lunch, la mia compagna, mi prende il volto tra le mani e avvicina le nostre bocche, baciandomi disperatamente. Le nostre lingue, dopo un primo attimo di sgomento per la sorpresa, iniziano a danzare in modo vorticoso. Desiderose, innamorate, emozionate. Mi tolgo la chitarra, facendola cadere a terra. Mi riavvicino alla mia donna posando le mie mani sui suoi fianchi e cercando ancora quella lingua con foga, disperatamente bisognoso di quel contatto. Ci osservano tutti ma non ce ne frega nulla. Non ce n’è mai fregato nulla, dopotutto.
La tasto, in quel corpo ancora perfettamente tonico nonostante la sua età. La mia mano destra viaggia sulla sua coscia e la alza per far sì che si allacci al mio bacino, dove l’eccitazione sta già prendendo il sopravvento. Le bacio il collo, la infuoco con il mio tocco e lei mi graffia la schiena con le sue unghie.
“Hey, vecchio mandrillo” mi urla lo zuccherino, abbracciato a Bulma e alla mia Aubrey. Fermo la mia pazza corsa e poso la fronte contro quella di Lunch, ancora ansimanti e con i cuori dai battiti accelerati.
“Piano prima che vi venga una sincope” Mi schernisce la testa di cazzo. Rido e anche la mia donna scoppia a ridere. Le regalo un bacio a fior di labbra, con ancora il mio sorriso sghembo dipinto sul volto e alzo una mano per poi porgere un elegante dito medio al mio migliore amico.
“Vaffanculo, zuccherino” lo sento ridere mentre si allontana con le donne della sua vita, perché anche Aubrey fa parte della sua vita, e io e Lunch restiamo di nuovo avvolti nella nostra bolla di emozioni.
La guardo e in lei vedo il mio riflesso: quello che sono stato, quello che sono e quello che sarò. Le nostre vite sono sempre state intrecciate e nessuno dei due si è mai reso conto di quanto l’altro sia stato importante per l’altro. Questa canzone è anche la sua canzone, anche lei ha toccato il fondo più di una volta ed è sempre risalita da sola. Una donna forte, coraggiosa e indipendente. Un esempio di vita per i nostri figli. La mia donna.
“Dove eravamo rimasti?” Chiedo roco e sensuale.
“Portami a casa, Son. Ho bisogno di mostrarti quanto sono fiera di te” mi dice portando il mio mento vicino al suo volto con un indice. 
We are far from the shallow, now.
Tutta la nostra famiglia lo è. Siamo tutti lontani dal fondo e uniti più che mai.
Scatta giù dalla cassa sulla quale l’avevo fatta sedere e mi prende per mano, mordendosi un labbro in modo sensuale. Sorrido, con un sorriso da ergastolo che mi contraddistingue da qualsiasi alto mandrillo della città e la seguo inebriato dal suo essere. Dalla sua felicità. Dal suo amore. E anche un po’ da quello che ha in mezzo alle gambe e che ho capito che stasera mi donerà con tutta se stessa. 
Dopotutto ve l’avevo detto ad inizio storia: io mi sento ancora quel ragazzino tormentato, innamorato della vita e della fig…ura della donna. Con un’unica differenza.
La luce che illumina la mia vita oggi, non mi permetterà più di toccare il fondo e quella luce è fatta delle persone che amo.
Da Lunch.
Da Veg.
Da B.
Da Goku.
Da Aubrey.
Ma, soprattutto, è fatta da Bardack. 
Da quel padre che ha sempre creduto in me e a cui spero di aver reso onore.




Note Autore: Ciao a tutti. Ho scritto questa OS sulle note di Shallow, di Lady Gaga.
Come molti di voi sanno, sono abbastanza impegnata e non riesco a dedicarmi molto al mondo delle fanfic. Quando ho sentito questa canzone per la prima volta, però... Ho sentito l'esigenza di scriverla per Rad e Aubrey. Tre generazioni a confronto.
Se avrete piacere a scrivermi in privato, vi potrò dare i miei contatti social dove pubblico e aggiorno spesso sui miei progetti futuri (sempre riguardanti mondo anime/manga.) Sto dedicando il tempo libero a questo e quindi sono venute meno le storie su efp.
Sono un pò stanca in effetti, ma per realizzare i propri sogni bisogna impegnare tutte le proprie energie come ci insegna il buon Rad ;)
Se vorrete, per chi non lo fa già, vi aspetto su altri canali <3
Un abbraccio,
Misatona


 
  
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