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Autore: Plando    03/03/2019    4 recensioni
Nick è in un momento difficile, riuscirà a venirne fuori con l'aiuto di una nuova conoscenza?
Genere: Dark, Drammatico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Judy Hopps, Nick Wilde, Nuovo personaggio
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate, Violenza
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ACCADEMIA DI POLIZIA DI ZOOTROPOLIS.


Judy era appena scesa dalla vettura guidata da sua sorella con cui l’aveva accompagnata fino d’innanzi i cancelli dell’accademia, consapevole che quella era l’ultima volta che ci entrava, oltretutto non era neppure una bella giornata in se, il cielo minacciava pioggia e aveva provato a chiamare Nick per informarlo che quella mattina stessa lei e Sofia sarebbero partite per Wyndham City, le aveva risposto Jessica, dicendole che Nick era dovuto partire presto per un incarico speciale.

“Che mattinata del cavolo”.

Mentre scendeva, Judy allungò la zampa dentro la vettura per recuperare le stampelle, che le vennero passate dalla sorella, appena ebbe chiuso la portiera quest’ultima si sporse dal finestrino.

“Jude, sicura che non vuoi che vengo anche io?”.

“Non preoccuparti, me la caverò, te vai a comprare i biglietti del treno, appena ho finito ti chiamo e poi partiamo”.

Convinta di ciò Sofia annuì, per poi avviare il motore e partire lasciando la sorella davanti i cancelli dell’accademia; Judy li oltrepassò, avvicinandosi alla struttura principale dove vi erano gli uffici incrociò Spencer, uno sciacallo che, proprio come lei, era una recluta lì dentro, ed uno dei pochi ad aver preso in simpatia la piccola leporide.

“Hopps, che ci fai qui? Pensavo fossi a casa per l’infortunio...”.

Judy aprì la bocca per rispondere, non sapendo neppure lei cosa dire, venne bloccata fin da subito dal canide, che riprese a parlare.

“Oh bè, in fondo non sono fatti mie giusto? Oggi verranno dati i risultati per la prova nell’habitat urbano, immagino tu sia qui per quello”.

Si volse per proseguire verso l’aula magna seguito dalla coniglietta, ma prima di aprire la porta si fermò, voltandosi nuovamente verso di lei per poi abbassarsi alla sua altezza per parlarle a quattr’occhi.

“Ascolta Judy, sinceramente non ho idea di cosa sia accaduto durante la tua prova, ma se Siegward e Wyler provano di nuovo a metterti le zampe addosso...”.

Judy lo interruppe alzando una zampa e parandogliela davanti il muso, lei era certa che la sua permanenza all’accademia non fosse più garantita, ma si guardò dal rivelarlo.

“Grazie Spencer, ma non ti devi preoccupare, so badare a me stessa...”.

Detto questo fece cenno allo sciacallo di aprire la porta, per poi entrare assieme all’interno della stanza dove stavano già seduti tutti i loro compagni di corso, mancavano giusto loro due; il canide aveva trovato posto appena entrato, di fianco a quello che era il componente della sua squadra durante la prova, Judy invece dovette proseguire per qualche metro per riuscire a trovare una sedia libera, quando fu a metà stanza e passò di fianco ad una fila di sedie si bloccò, girandosi di scatto sulla sua destra per osservare la volpe che stava seduta e che contemporaneamente si volse verso di lei, sentendosi osservato.

“Per tutti i cracker al formaggio...che diavolo ci fa qui Nick?”.

La coniglietta stava per dire qualcosa quando la volpe la anticipò, interrompendola prima che riuscisse a dire qualsiasi cosa.

“Oh, buongiorno, mi chiamo James Sch...”.

“Schrader, fai silenzio, e tu Hopps cerca di darti una mossa, non credere che le tue stampelline m’inteneriscano”.

Trudy, l’orsa dell’accademia, con una freddezza degna del suo ruolo lì dentro, interruppe la presentazione della volpe, Judy quindi riprese a zoppicare verso la prima sedia libera che trovò, fortunatamente lontana da Siegward e Wyler, comunque la sua attenzione restò a Nick, cercando di capire cosa ci facesse lì e perché gli avesse mentito riguardo il suo nome, aveva detto di chiamarsi James, se non sbagliava era il nome che lui e Jessica avevano dato al terzo figlio ibrido ed il cognome che usava era quello della compagna, qualcosa non andava.

“Molto bene, ora che ci siamo tutti, passiamo al programma del giorno, prima di tutto vi presento i due nuovi cadetti, trasferiti dal distretto di San Fransokyo, James Schrader e Jason McRhino...”.

Judy si voltò, seduto vicino a Nick ci stava un rinoceronte che inizialmente non aveva riconosciuto, solo poi si rese conto che era uno degli agenti che aveva conosciuto alla festa a sorpresa di Nick di qualche giorno prima, McHorn gli pareva si chiamasse, la tentazione di chiedere spiegazioni era tanta, ma si rendeva conto che se erano lì in borghese e sotto falso nome un motivo c’era, per cui avrebbe aspettato per vedere cosa sarebbe accaduto, nel frattempo Trudy continuò il suo discorso.

“...ed ora che abbiamo fatto le presentazioni, veniamo ai risultati della prova per l’habitat urbano, alcuni di voi si sono distinti dimostrando ottime capacità, per altri invece, bè non c’è bisogno che vi dica che saranno buttati fuori a calci in culo da questa struttura, ora chiamerò i nomi dei componenti delle varie squadre, dopo la valutazione, qualunque essa sia, vi voglio fuori da questa stanza”.

A Judy già parve di sentire l’enorme zampa dell’orsa prenderla a pedate per buttarla fuori, nel frattempo lei prese un foglio e cominciò a leggere dei nomi.

“Spencer e Blazkowicz, la vostra era l’unica squadra composta da soli due elementi e siete riusciti ad arrivare in fondo al percorso, vi siete distinti dagli altri nel non farvi scoprire fino all’ultimo e, soprattutto, per essere riusciti a concludere entrambi la prova, per questo dichiaro che siete stati i migliori di questo corso, e adesso fuori dai piedi”.

Sciacallo e Lince si alzarono scambiandosi un sorrisetto di vittoria tra loro, e pure Judy lo ricambiò, dato che loro due erano gli unici che l’avevano presa in simpatia, era semplicemente contenta che fossero riusciti nell’impresa, dove lei aveva fallito miseramente.

“Bene, ora veniamo alla seconda ed ultima squadra che è riuscita ad arrivare alla conclusione, seppure non nella sua interezza, Siegward, Wyler e Hopps”.

Lupo, orso e coniglio si voltarono non appena sentirono i loro nomi, Judy, non sapeva perché, ma aveva una brutta sensazione, come se da lì a poco fosse successo qualcosa di spiacevole, senza contare il fatto che sarebbe stata buttata fuori, ovvio.

“Allora, Hopps, di te parliamo dopo”.

Finita la frase si volse verso gli altri due.

“Voi due invece, siete stati più veloci di Spencer e Blazkowicz, purtroppo avete perso un membro della squadra lungo il tragitto, quindi siete stati graduati sotto di loro”.

Wyler sembrò non darci troppo bado, probabilmente a lui interessava essere passato, poco importava con che graduatoria, non era della stessa idea il lupo, che si alzò in piedi inveendo contro la compagna di squadra.

“Sono indignato, era ovvio che sarebbe stata una palla al piede, ce l’avete data solo per metterci in diff...”.

“Fai silenzio Siegward, ricorda che quando una squadra non raggiunge certi obbiettivi non è mai colpa di un solo elemento, ma di tutti, tuttavia...”.

Trudy lo aveva zittito senza pensarci due volte, nel frattempo Judy ne approfittò per voltarsi verso Nick, in quel momento la volpe stava fissando il lupo con uno sguardo alterato, era senza dubbio risentito del comportamento che aveva mostrato nei riguardi dell’amica, voleva provare ad attirare la sua attenzione, tuttavia l’orsa polare proseguì il discorso, distraendola.

“...vista l’ottima esecuzione della prova che avete portato a termine sarebbe un vero peccato se non ne rendessimo partecipi tutti gli altri, giusto?”.

Nessuno dei presenti capì a cosa si stesse riferendo, nel frattempo accese un televisore su cui si potevano vedere il trio composto da lupo orso e coniglio mentre si apprestavano ad entrare dentro un edificio dell’area preposta a campo di addestramento, l’inquadratura li riprendeva mentre Siegward aiutava la coniglietta a salire attraverso la finestra, una volta spariti dalla visuale quest’ultima cambiò, passando all’interno dell’edificio, il video venne messo in pausa quasi subito, mostrando l’orso polare mentre saliva le scale, e Judy ed il lupo in fondo a queste ultime.

“Dato che il terreno di prova dell’habitat urbano è molto più esteso degli altri e sono presenti molti edifici abbiamo nascosto svariate telecamere per riprendere le esercitazioni e valutare poi con la dovuta calma”.

Finita la spiegazione fece ripartire il video, che cambiò punto di vista, spostandosi dalla base della scalinata alla sua sommità, in quel momento Wyler stava aprendo una porta, seguito da lupo e coniglietta, prima che quest’ultima potesse passare Siegward la afferrò per le orecchie, sollevandola da terra.

“Ahia, lasciami, mi fai male...”.

Nella sala cominciò ad alzarsi un leggero brusio, con gli altri cadetti che commentavano le immagini che vedevano, mentre Siegward e Wyler cominciavano a sudare freddo, tuttavia L’orsa riportò in fretta il silenzio, dando un paio di colpi sul tavolo, Judy approfittò della ritrovata calma per osservarsi attorno, i suoi due compagni di squadra non la guardavano nemmeno, erano con gli occhi fissi sul monitor, poi si volse verso Nick, dire che il suo sguardo lo mostrasse incazzato nero era dir poco, osservava il lupo che era seduto un paio di file davanti a lui con una rabbia che aveva visto solo una volta sul suo muso, quando all’ospedale le aveva detto di essere lei la causa del coma di Jessica, non avrebbe mai voluto vederlo di nuovo con quello sguardo.
Il video continuò, distraendola e facendole portare gli occhi nuovamente sullo schermo, nel momento esatto in cui il lupo le afferrava il muso all’altezza della bocca per farla stare zitta, con gli artigli gli sfiorò il punto in cui Gideon la sfregiò, facendole tornare in mente brutti ricordi ed accentuando la paura che in quel momento le impediva di reagire.

“Sieg, stai esagerando!”.

“Stai zitto, e tu fai silenzio fallita, ascoltami bene, non c’è spazio per te qui, credimi quando ti dico che è meglio che te ne torni nel fetido buco da cui sei uscita, ed è quello che farai se non vorrai finire male, adesso scendi queste scale e fai perdere tempo a quella rompicoglioni, sono stato chiaro?”.

Con le lacrime agli occhi dovute al dolore che la stretta del lupo le stava provocando alle orecchie la coniglietta agitò la testa in modo da far capire che aveva recepito il messaggio, a questo punto Siegward decise di lasciarla andare, senza però posarla a terra, mollò semplicemente la presa e non appena la coniglietta atterrò sulle zampe una di queste scivolò sul gradino, facendole perdere l’equilibrio e cadendo di schiena giù dalla scalinata, provocandole le ferite che ancora si portava dietro.
L’orso polare stava varcando la porta quando sentì il rumore della coniglietta che rotolava giù dalle scale, voltandosi ed osservando la scena.

“Ma sei deficiente? La vuoi forse ammazzare?”.

Il lupo si voltò ad osservare anche lui la compagna di squadra in fondo alle scale, dopo qualche secondo, dove probabilmente l’aveva vista muoversi, tirò un sospiro, tornando a rivolgersi a Wyler.

“Non preoccuparti, starà bene, inoltre allenterà quella straccia coglioni di orsa polare, ora andiamo, non perdiamo altro tempo”.

Il lupo oltrepassò la porta, ma l’orso stette ancora per un po' ad osservare la coniglietta in fondo alle scale, stava per andare verso di lei quando la voce di Siegward si fece sentire dietro di lui.

“Che cazzo stai facendo? Coraggio muoviti”.

Dopo un attimo di esitazione, in cui l’orso gettò un ultimo sguardo alla compagna, si volse, oltrepassando la porta.

L’orsa a questo punto interruppe il video, voltandosi poi verso il suo simile ed il lupo, quest’ultimo incrociò lo guardo con lei e, intuito il pericolo, si alzò in fretta e furia provando a correre verso l’uscita, purtroppo per lui la sua fuga finì nell’esatto istante in cui Nick lo colpì in pieno con un pugno in faccia, abbastanza forte da farlo stramazzare a terra, accertatosi che non si sarebbe ripreso tanto presto, la volpe ed il rinoceronte si alzarono, sotto lo sguardo attonito dei presenti, la prima si mise in piedi davanti al canide dolorante, mentre il secondo si avviò ad arrestare il suo compagno di squadra, Wyler.

“Fa male è? Brutta merda”.

Trudy, con un finto colpo di tosse, richiamò l’attenzione della volpe, che si volse verso di lei.

“Agente Wilde, immagino che ha qualcosa da dire al qui presente Siegward, giusto?”

“Giusto, allora, non me ne frega un cazzo di come ti chiami, per me sei feccia, per cui ti riconoscerò come tale, allora Feccia, sei in arresto con l’accusa di aggressione, percosse, tentato mammifericidio ed omissione di soccorso, ci aggiungerei anche che sei un coglione, ma sfortunatamente non è punibile per legge, qualunque cosa dirai sarà usata contro di te in tribunale e se opporrai resistenza all’arresto ci penserò io a farti capire come ci si comporta, per cui fammi un favore, opponi resistenza...”

Lo sguardo con cui Nick lo osservò dopo quella frase era tipico di uno che aveva una voglia pazza di menare le zampe e probabilmente se ne accorse pure il lupo, dato che si arrese subito senza fiatare, nel frattempo McHorn aveva già ammanettato l’orso, il quale non aveva opposto alcuna resistenza all’arresto.
Dato che Wyler era abbastanza collaborativo venne scortato fuori senza alcuna fatica dal rinoceronte, prima però venne fermato da Trudy, che si avvicinò al suo simile, con uno sguardo a dir poco schifato.

“C’eri quasi lo sai? Ti sarebbe bastato solo scendere ad aiutarla, spero che marcirai in prigione col tuo amico il più a lungo possibile”.

Nel frattempo Nick aveva appena finito di ammanettare il lupo, mentre Trudy si schiarì la gola per poi urlare a tutti i cadetti.

“Molto bene, lo spettacolo è finito, discuteremo delle altre squadre oggi pomeriggio, ora vi voglio tutti fuori di qui”.

Finita la frase si alzarono tutti, Judy compresa che, una volta prese le stampelle, stava per incamminarsi verso Nick.

“Hopps, tu no, resta qui”.

La coniglietta si bloccò sul posto, osservando prima l’esaminatrice e poi la volpe, quest’ultimo si volse verso di lei, facendole un cenno per farle capire che avrebbero parlato più tardi, per poi allontanarsi col suo prigioniero, incitandolo ad allungare il passo con un calcio in culo,, lasciandola sola con l’orsa polare nella stanza.

“Allora Hopps, hai qualcosa da dire?”.

“Immagino...che devo fare i bagagli...”.

“Immagini bene, sei una disgrazia per quest’accademia, i tuoi risultati sono penosi e la condotta non ne voglio neppure parlare...”.

In fondo se lo aspettava, non aveva mai avuto nessuna possibilità, era solo una debole e codarda coniglietta, non aveva avuto il coraggio né di reagire né di denunciare un’aggressione nei suoi riguardi, se fosse dipeso da lei quei due sarebbero rimasti impuniti, altro che il comportamento che aveva tenuto contro Gideon, quando l’aveva graffiata in faccia, in quell’occasione non solo si era dimostrata coraggiosa, reagendo all’aggressione contro la volpe, ma non aveva neppure esitato a dire a suo padre quanto successo, con l’inevitabile conseguenza che Stu si recò a casa Grey, armato di fucile caricato a sale con l’intento di far capire ai genitori di Gideon che ormai il loro figlio aveva esaurito le chance, e funzionò, dato che per un bel po' la giovane volpe non diede più fastidio alla coniglietta coetanea, fino a quel maledetto giorno, quando la vita di Sofia venne rovinata a causa sua; si, essere buttata fuori a calci probabilmente era la cosa migliore da fare, tuttavia i suoi pensieri vennero bloccati dall’orsa che continuò il discorso iniziato un attimo prima.

“...non è mia abitudine concedere seconde possibilità, ma con te farò un’eccezione, non ho intenzione di buttarti fuori, per ora”.

Adesso la coniglietta era veramente confusa, voleva capire come mai questo cambio d’idea del suo superiore.

“Cosa? Perché?”.

“Perché io, al contrario di te, mi prendo le mie responsabilità, e sono direttamente responsabile di quanto ti è accaduto, ma non temere, non capiterà una seconda volta che vieni graziata”.

Questa frase fece capire quasi tutto a Judy, che comunque voleva fare chiarezza sulla faccenda.

“Immaginavo non fosse stato un caso che fossi finita assieme a quei due...”.

“Infatti, volevo liberarmi di loro, ne ero certa che mettendovi in squadra assieme ne avrebbero combinata qualcuna di abbastanza grossa da poterli buttare fuori, ma non potevo pensare che arrivassero a tanto”.

La curiosità di Judy si tramutò ben presto in irritazione e stizza per quanto le era accaduto, considerando il fatto che poteva benissimo essere tutto evitato.

“Non poteva pensare? Quei due mi hanno quasi ammazzata!”.

“Si” Rispose lei con una calma che mal si addiceva alla discussione in corso “E se fosse dipeso da te a quest’ora sarebbero a piede libero, per cui direi che entrambe abbiamo fatto degli errori che possono essere buttati alle spalle, e ricominciare da capo”.

Nonostante non fosse ancora convinta, Judy non poté far altro che annuire, in fondo aveva ragione, avevano sbagliato entrambe, anche se quella che aveva pagato di più, ai suoi occhi se non altro, era lei.

“Ottimo, prenditi il tempo che ti serve per tornare in forma, appena potrai nuovamente camminare sulle tue zampe in maniera decente però ti rivoglio qui, e non sperare in un trattamento di riguardo, se scegli di restare ti farò implorare la morte per tutti gli esercizi a cui ti sottoporrò”.

Uno strano ghigno si dipinse sul muso della coniglietta, che lasciò per un attimo interdetto l’enorme predatore.

“Bene, non vedo l’ora”





Nick, assieme al suo collega McHorn, stava facendo salire le due ex-reclute sulla volante, quando vide Judy uscire dall’accademia.

“Ehi, mi dai un minuto? Tempo di fare due parole con una persona”.

Il rinoceronte si volse verso il collega, osservando poi la leporide all’entrata.

“Ok, ma non metterci troppo, Bogo è già abbastanza incazzoso in questo periodo senza che ti ci metti tu a peggiorare la situazione”.

“Si tranquillo” Nick rispose al collega, per poi camminare in direzione della coniglietta, scrutandola con fare accusatorio.

“Caduta dalle scale eh?”.

Era ovvio che si stava riferendo alla balla che aveva raccontato a praticamente chiunque dopo l’aggressione ricevuta, Nick compreso, anche se lui non ci aveva creduto neppure per un attimo.

“Scusa, sono stata una stupida a non dire nulla, me ne rendo conto solo ora”.

Nick la fissò per un po' silenziosamente, non cambiando lo sguardo serio.

“Se vai avanti così anche chi ti sta vicino comincerà a dubitare di ogni cosa che dici, te ne rendi conto?”.

Lei si limitò ad annuire in silenzio, distogliendo lo sguardo dalla volpe.

“Ma ora non preoccuparti, ok? Non ti daranno più noie, pensa solo a concentrarti sull’addestramento, sempre che tu voglia andare avanti, ovvio”.

La coniglietta alzò nuovamente lo sguardo verso la volpe, osservandolo con rinnovata determinazione.

“Certo che lo voglio...”.

“Ottimo, ed immagino che vorrai anche accettare l’invito a cenare da noi stasera, Jessica mi ha chiesto di domandarti, naturalmente anche tua sorella è la benvenuta, se vuole...”.

Judy lo interruppe, dato che sapeva già che avrebbe dovuto declinare.

“Grazie, ma non posso accettare, per qualche giorno saremo fuori città, partiamo stamattina...”.

“Ok, e dove andate di bello? A casa a Bunnyburrow”.

“No, Wyndham City”.

Nick accennò un sorriso, stava per dirle qualcosa ma un rumore di clacson attirò la sua attenzione, facendolo voltare verso la volante in cui stava McHorn, visibilmente spazientito.

“Uff, non si riesce mai a fare una conversazione completa senza che qualcuno non rompa le balle, vabbè, tienimi informato ok?”.

Dopo aver annuito alla domanda, Nick si volse per andarsene, mentre Judy prese il cellulare per poi comporre il numero della sorella.

“Sono pronta, passa a prendermi quando vuoi”.

<< Ok, ho appena preso i biglietti del treno, cinque minuti e sono li >>.









A casa Wilde.

Nick era da poco uscito di casa, stranamente molto prima del solito orario, aveva ricevuto una chiamata da Bogo, che lo intimava a presentarsi in centrale il prima possibile per una faccenda importante, qualcosa che riguardava l’accademia di polizia di Zootropolis, il non avere ulteriori dettagli face un po' preoccupare Jessica, chiedendosi se la causa di questa improvvisa emergenza fosse Judy, tuttavia neppure Nick sembrava sapere nulla, per cui la lepre avrebbe dovuto tenersi i suoi dubbi fino al ritorno del compagno, alla sera.
Dopo essere uscita dal bagno fece una tappa veloce a controllare i figli in camera, i tre cuccioli dormivano come sassi, dopo aver ringraziato il cielo per quest’attimo di pace decise di spostarsi in cucina per una rapida colazione, la moka preparata qualche minuto prima cominciò a gorgogliare, segno che il caffè era pronto, nonostante fosse alta quasi quanto Nick aveva bisogno di un piccolo sgabello per arrivare agevolmente sul bancone, mentre si stava versando del caffè in una tazza si fermò per un istante, rizzando le orecchie nel tentativo di percepire ogni minimo rumore, riprendendo subito dopo quello che stava facendo in modo da non far capire che si era accorta dell’intruso presente nella stanza, a giudicare dal pochissimo rumore che aveva fatto era ovvio che fosse un professionista, riusciva a sentire il suo respiro a pochi metri da lei, lentamente lo sguardo si spostò verso il ceppo porta coltelli, ce ne stavano di molte misure, ma adocchiò fin da subito quello più grande e che sapeva essere il più affilato, sapeva che avrebbe dovuto agire solo all’ultimo momento, in modo da prenderlo di sorpresa, attaccare prima avrebbe voluto dire dargli il tempo di difendersi, mentre se avesse agito in ritardo, sarebbe morta.

“Avanti schifoso, solo un altro passo”

Ora era veramente vicino, riusciva a sentirne il fiato sul collo.

“Te ne pentirai amaramente, non uscirai vivo da questa casa, ci puoi contare”

Non appena udì il suo aggressore finire il passo rapidamente afferrò il coltello dalla rastrelliera, girandosi verso di lui pronta a colpire, purtroppo per lei, il suo avversario era molto più indietro di quanto credeva, così da una situazione iniziale in cui pensava di essere lei ad attaccare, si ritrovò costretta a difendersi dal fendente che il mammifero gli sferrò con una katana, bloccando la letale lama proprio col coltello da cucina afferrato l’attimo prima.

“Ma guarda un po', la piccola Jess è cresciuta”

La lepre riconobbe dapprima la voce, poi lo vide in faccia, capito chi aveva davanti si rese conto che contro di lui non avrebbe avuto nessuna speranza, era già bella che morta.

“Tu...brutto figlio di...”

Non riuscì a finire la frase che la iena usò tutta la sua forza nel braccio con cui impugnava la spada per sbilanciare la lepre, che cadde dallo sgabello perdendo la presa sul coltello, ritrovandosi a terra e disarmata, alla mercé del suo aggressore che in quel momento gli teneva la punta della lama sulla gola.

“Sai, Jack mi ha chiesto di sistemare dei guastafeste per conto suo, io naturalmente l’ho mandato a fanculo, ho già parecchi conti personali da regolare, e te sei in cima alla lista, poi devo anche ammazzare quel inglese del cazzo di Francis, che nome di merda tra l’altro, ma no, questo rompicoglioni di autore di questa fanfiction di merda doveva per forza ficcarmi qua dentro, dimmi, secondo te cosa cazzo centro io con questa storia”.

Jessica non prestava la minima attenzione ai deliri della iena, il sangue freddo che l’aveva sempre contraddistinta rispetto a tutti gli altri era semplicemente andato a farsi benedire, davanti a quel mammifero, ormai riusciva a sentire la punta della lama sfiorarle il collo, era la fine.

“Credo di aver divagato abbastanza, addio Jessica”.

Finita la frase spinse la lama in direzione del suo bersaglio, trafiggendolo.







Note

Eeeeeed eccomi qua, sono tornato, finalmente mi verrebbe da dire, ci ho messo veramente troppo a scrivere questo capitolo, ma il tempo è quello che è, e purtroppo non ho ancora la capacità di sdoppiarmi.
L’idea iniziale era di comprendere in questo capitolo anche l’arrivo delle sorelle Hopps a Wyndham City, poi ho visto che sarebbe venuto troppo lungo, preferendo così lasciarlo per il prossimo capitolo.

Ed ora una piccola novità, d’ora in poi alla fine di ogni capitolo metterò una piccola parte in cui consiglio la lettura di una storia che mi è particolarmente piaciuta, non necessariamente solo di Zootropolis, ma in generale.
Quella di oggi è "Palpiti di vita", dell’autrice "kamy", una raccolta per lo più di drabble romantiche dei fandom Disney, ma non solo, per cui buona lettura.

Alla prossima
Davide

3824 parole
   
 
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