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Autore: QueensOfFandom94    06/03/2019    1 recensioni
Salve. Come ben sapete, sono Mermadia94 e questo è il mio nuovo account dopo aver perso le credenziali di accesso a quello dove ci sono tutte le mie storie, quindi devo aggiornare da qui.
Dean dopo essere stato dimesso dall'ospedale vive a casa del fratello e della sua fidanzata, e tenta di andare avanti dopo che Castiel lo ha lasciato a seguito di un incidente. Ma la vita ha in serbo per lui ben altre sorprese....
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Adam, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
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Riassunto puntante precedenti: Dean Winchester, brillante e giovane medico, mentre soccorre una delle vittime di un incidente su un ferry boat cade in acqua. Mentre lotta disperatamente per tornare a riva, gli torna in mente la discussione avuta poche ore prima con il padre che lo ha umiliato duramente dopo aver scoperto della sua relazione con Castiel Novak, e in preda allo sconforto decide di lasciarsi andare.
Soccorso dai suoi colleghi, viene ricoverato d'urgenza nel suo stesso ospedale, dove suo padre e la sua assistente, Ellen Harvelle, lottano disperatamente per salvargli la vita.
Fuori dalla rianimazione, si radunano il fratello minore Sam, la sua fidanzata Jessica, lo stesso Castiel, il loro '' zio'' Bobby, e i suoi amici e colleghi, Benjamin Lafitte e Jo Harvelle. Intanto Dean, è bloccato in una sorta di limbo, dove incontra i fantasmi del suo passato e un mietitore che cooperano per convincerlo a tornare indietro. Dean riesce, grazie all'intervento del fantasma della madre defunta molti anni prima, a sopravvivere.
Intanto Sam, ha scoperto che l'amatissimo fratello maggiore ha tentato il suicidio proprio a causa del padre, e furioso per l'incidente del fratello decide di far in modo che Dean non possa più soffrire a causa delle pressioni che John gli ha sempre fatto fin da piccolo.
Castiel, sentendosi responsabile del tentato suicidio dell'amato e del litigio avuto con il padre, lascia Dean, gettandolo nello sconforto più totale.



Tra una cosa e un'altra, era arrivato il T.O.G. Meglio conosciuto come il Terribile Orribile Giorno. 
Il 14 Febbraio. San Valentino. Il che voleva dire che la città stava per trasformarsi in un'ammasso di cuoricini, fiori, cioccolatini e frasi stucchevoli.
Che Dean ricordasse aveva sempre amato quella festa... sì, parecchio stupida, prettamente commerciale e gli unici che avevano un reale motivo di festeggiare erano i pasticceri, i fiorai o qualunque altro negoziante che vendesse regali, in fin dei conti non c'era certo bisogno di un calendario per ricordarsi di dover esternare il proprio amore ad una persona speciale... però per lui rappresentava una piacevole pausa dalla realtà. Ogni San Valentino, staccava da quello che faceva, e si rifugiava in bar per single, specialmente pieno di belle donne e si portava a casa la prima che gli aveva esplicitamente detto che non le sarebbe spiaciuto passare la serata con lui e che gli era saltata all'occhio.
Con qualcuna di quelle ragazze ci aveva pure provato a fare il bravo fidanzatino, ma non erano durate oltre le due settimane.... però sì, quello che comportava il 14 Febbraio non gli era mai dispiaciuto. 
Quando aveva conosciuto Castiel però ci aveva ripensato... lo aveva conosciuto ed aveva capito che non sarebbe mai stato felice lontano da lui.. aveva pensato che per il loro primo San Valentino assieme sarebbero potuti andare da qualche parte assieme... magari a fare un lungo giro in macchina e fermarsi in un motel, oppure più semplicemente avrebbero ordinato qualcosa dal cinese, si sarebbero accocolati sul divano a vedere un film che non avrebbero mai saputo come andava a finire perchè dopo la metà avrebbero messo in pausa perchè l'uno sarebbe saltato addosso all'altro...
Cercò di non pensarci e prese il portatile per fare qualcosa di utile. Tipo mettere in ordine le cartelle cliniche ed aggiornarle.
- Ciao Dean.- fece Sam rientrando in casa poco dopo le quattro- La lezione oggi non finiva più.- 
Dean sorrise - Me lo ricordo. Bei tempi. Gran bei tempi.- fece il medico continuando a lavorare con il computer.
- Che fai di bello?- fece Sam versandosi una tazzina di caffè - Vuoi?-
- Si, ti ringrazio.- fece Dean - Niente di particolare... metto in ordine le cartelle cliniche...- 
- E' bello che tu sia pieno di voglia di fare, ma sei ancora convalescente.... dovresti riposare.- fece Sam.
- E' questo il mio riposo.- fece Dean. 
- Va bene.... come ti senti oggi?- fece Sam.
Dean chiuse il portatile - Sto bene. Non so più in che lingua dirvelo.- da quando l'avevano dimesso dall'ospedale e si era trasferito a casa di Sam e della sua ragazza, tutti non facevano altro che chiedergli come stava: lui, Jessica, Benny, Jo, Ellen, Bobby, qualche vecchio paziente, dei compagni di college con cui era rimasto in contatto... si, era contento di sapere che tutte quelle persone si preoccupavano per lui, ma allo stesso tempo avrebbe venduto l'anima per far si che nessuno gli chiedesse più '' Dean, come va?''.
Non gli era mai piaciuto sentirsi in dovere di dare troppe spiegazioni, specialmente su un argomento che lo metteva a disagio.
- Scusa è che.... ho gli incubi da quando...- 
- Sam, tranquillo. E' stato un incidente.- fece Dean. 
- Non è vero. Lo sai.- fece Sam - Tu sai nuotare benissimo, avresti potuto vincere le Olimpiadi... e per poco non sei affogato a pochi metri dalla riva.- poi vedendo che il fratello distoglieva lo sguardo il suo tono si addolcì - Dean... non ti sto giudicando... vorrei solo...-
- Sapere se ho smesso di nuotare di proposito?- fece Dean - Onestamente... sì. Ero stanco. Avevo freddo...e... mi sentivo sbagliato.- 
Sì, aveva un bel lavoro che lo riempiva di soddisfazioni, un ottimo rapporto con suo fratello che lo considerava il centro del suo mondo ed era felicemente fidanzato con l'uomo dei suoi sogni... poi era crollato tutto.
'' Sei il peggiore dei miei errori''- gli aveva detto suo padre dopo che aveva scoperto che stava con Castiel.
E lì il suo mondo perfetto era crollato.... la laurea in medicina che aveva preso solo per farlo felice, la specializzazione, i sogni messi da parte, le mille volte che gli aveva dato ragione quando invece avrebbe voluto urlare quello che pensava, gli '' amori'' a cui aveva rinunciato... il dolore, le lacrime che aveva versato nelle notti insonni, era andato tutto a farsi benedire perchè si era voluto concedere lo sfizio di voler essere felice.
E lì per lì aveva perso il senso di tutto... anche del suo innamorato che lo aspettava a casa. 
- Sai, a pensarci bene...- fece Dean - Io non lo biasimo per avermi lasciato.
Ho tentato di suicidarmi, sapendo che c'era un uomo che mi amava e che se gli avessi raccontato il litigio avuto con nostro padre mi avrebbe detto che non si può vivere per accontentare gli altri, che avremmo trovato un modo, che poi anche papà avrebbe accettato... e invece ho preferito la via più facile... io l'ho abbandonato per primo, perchè avrei dovuto aspettarmi che fosse lì....-
-Ehy...- fece Sam abbracciandolo - vieni qui.
Ora ascoltami bene. 
Non è stata colpa  tua.
Hai avuto un momento difficile, ti sembrava che nulla avesse senso e hai ceduto. Nessuno ti accusa di essere un vigliacco per un momento di debolezza che ti sei concesso. Prima cosa.- soprattutto se tale momento di debolezza arrivava dopo quasi ventidue anni in cui si era sempre dimostrato forte.
- Seconda cosa.... quando una persona ti ama veramente e tu hai un momento di debolezza o in cui ti sembra che tutto vada storto, e che ti sembra non avere via d'uscita ti prende per mano e ti aiuta ad uscire dall'inferno senza giudicarti o recriminare su quello che hai fatto.- come Dean aveva fatto con lui quando il padre lo aveva praticamente cacciato di casa dopo che gli aveva rivelato l'intenzione di intraprendere la carriera giuridica anzichè quella medica.
Quando, la sera stessa, Dean era andato a trovarlo a casa di Bobby ( che lo aveva accolto a braccia aperte dopo aver detto '' Tuo padre è un emerito idiota'') temeva di dover discutere anche con lui, che fosse andato a dirgli di ripensarci, di chiedere perdono e di tornare a casa... invece lo aveva appoggiato e aveva continuato a tenersi in contatto con lui, per assicurarsi che stesse bene, per sapere come procedevano i suoi studi, per sapere se avesse bisogno di qualcosa, pur sapendo che suo padre lo avrebbe linciato se avesse scoperto che continuava a parlare con quella '' serpe in seno irragionevole''.
- Ascolta, non posso sostituire Castiel per ovvie ragioni...- fece Sam - però una cosa te la prometto.
Che ti starò sempre vicino, e che sarò qui per te per qualunque cosa.... che sia un'abbraccio o per farmi picchiare per sfogo personale.
Lo so che non è molto ma... ti sei preso cura di me tutta la vita. Ora lascia che sia io a prendermi qualche cazzotto al posto tuo.- nel dir così si alzò - Ok, stasera Jessica ha un seminario in facoltà, quindi siamo solo io e te.... ci ordiniamo un cinese o una pizza?-
Dean lo squadrò. 
- Nonono, aspetta...- fece Dean- di che stai parlando?-
- Prego?- 
- Samuel William Winchester.- fece Dean - da quando ti conosco e gli ormoni hanno iniziato a funzionare, diventi incredibilmente... come posso dire... meticoloso ed organizzativo il 14 Febbraio, soprattutto se c'è qualche fanciulla che ha catturato il tuo interesse.-
- Andiamo, su... è solo una festa commerciale.- fece Sam. 
- Sammy.- continuò Dean - guarda che ho capito sia te che Jessica: state cercando di non farmi pesare troppo che io e Castiel ci siamo lasciati, pare quasi che abbiate paura di nominarlo come se fosse un'acchiappa-sventura, quando c'è il tenente Colombo in tv cambiate canale perchè il trench di quel tizio e quello di Castiel sono uguali... insomma, cercate di non farmi sentire la sua assente presenza, e ve ne sono grato... ma non voglio che vi sacrifichiate per me.- 
- Non riesco a capire di cosa stai parlando...- 
- Sto parlando della prenotazione per '' Saint Bon'', un ristorante per coppiette che risale a prima dell'incidente per stasera.- fece Dean.
- Dean...- fece Sam rosso dall'imbarazzo - non prenderla come pietà, è solo che non volevamo farti stare male...- 
- E lo apprezzo, dico davvero.- fece Dean - ma non voglio che vi sacrifichiate per me. Uscite tranquillamente e passate una bella serata, per favore. Mi farete stare male se mandate una cena programmata per non farmi sentire a disagio.-
Sam parve pensarci un attimo prima di dire - Va bene.... ma tu che farai...?-
- Come ai vecchi tempi. Esco, mi butto in un bar e magari rimorchio, se proprio decido che non mi va di stare da solo. Starò bene vedrai.- fece Dean lanciandogli uno sguardo che non tollerava repliche. 
Una mossa di difesa che aveva imparato da piccolo. Quando erano piccoli Sam spesso e volentieri gli faceva gli occhioni da cucciolo, per convincerlo a fare quello che voleva, tipo leggergli un'altra favola prima di metterlo a letto.... o, più recentemente, convicerlo a passare la convalescenza a casa sua. 
E in qualche occasione,  riusciva a precederlo con l'occhiata che diceva '' Tieni presente che sei uscito dall'uovo dopo di me, Sammy''. 
- Va bene, allora usciamo, ma mi raccomando....-
- Tranquillo. Nessuna sciocchezza. Promesso.-
...
...
...
Dean mantenne il suo proposito per quella sera. Si fece una doccia, indossò un completo elegante e si buttò nel primo bar che gli era capitato a tiro ed aveva iniziato a sorseggiare shottini di vodka e pera. Per la prima mezz'ora da solo, poi era stato raggiunto da un tale, un certo Nick Monroe. Si era presentato come un agente di cambio. Era divertente, carino, gli piacevano le auto d'epoca e conosceva a memoria tutte le canzoni degli Zeppelin.
Insomma, sembrava la persona perfetta con cui concedersi l'avventura di una notte... in fin dei conti, era San Valentino anche per lui, non gli andava di passare la serata in casa da solo con una cassa di birra a divorare schifezze davanti ad uno dei docu-film sui serial killer che Sam collezionava o davanti al palinsesto della serata che proponeva solo commedire romantiche.
Sesso senza impegno. E non doveva nemmeno vergognarsi, in fondo non aveva una relazione al momento quindi non correva il rischio di sentirsi o essere stigmatizzato come '' fedifrago''.
- Vuoi del whisky?- fece Dean una volta entrati in casa.
Nick gli sorrise - Certo perchè no.- 
Passarono un'altra mezz'ora a parlare del più e del meno, sorseggiando il liquore.
- Certo che il tuo fidanzato ha fatto una stronzata....- fece Nick - come si fa a lasciarsi scappare uno come te?-
Dean sorrise tirato - Forse mi sopravvaluti... non... non sono così speciale...- 
- Non dirlo nemmeno.- fece Nick poggiando il bicchiere - sei coì....gentile, premuroso con tutti... i tuoi pazienti sono fortunati ad avere un medico come te... il tuo ragazzo non sa cosa ha perso.- 
- Beh... immagino che sia giusto così...-
Nick gli sfiorò la guancia - No, non lo è. Tu meriti qualcuno che ti ami, che ti stia vicino, che sappia comprenderti, ascoltarti... non di uno che appena hai bisogno di sostegno e comprensione se la fila borbottando qualche scusa.... se solo lo volessi....- fece Nick avvicinandosi per succhiargli piano le labbra. Dean in un primo momento si lasciò andare, ma poi lo respinse.
- No, non posso farlo.- fece Dean alzandosi di scatto, sotto lo sguardo confuso del suo ospite. 
- Che cosa non puoi?- 
- Ascolta... Nick...- fece Dean - Io... sono sicuro che tu sia una bravissima persona, ma la verità è che io lo amo ancora. Disperatamente, e con ogni fibra che ho.- 
- No, aspetta fammi capire...- fece Nick confuso da quel comportamento -veramente tu ami un uomo che ti ha piantato in asso mentre eri privo di sensi, in un letto d'ospedale, dopo aver rischiato di affogare?-
Dean annuì.
- Lo che è assurdo, ma è così.  Lui è l'unica persona che io abbia mai amato davvero, con cui abbia intravisto qualcosa che somigliasse ad una vita felice...-
- Ti ha lasciato!- continuò Nick esasperato. 
- Lo so.- fece Dean per poi sorridere - ma se c'è una cosa che ho imparato, da quando sono qui, è che dalla vita tutto può rinascere: la speranza, l'amore, il futuro... mi sono arreso una volta, e ho pagato il conto peggiore della mia vita. Non commetterò lo stesso errore.-
Nick scosse la testa, e si avvicinò a Dean - E adesso ti insegno io qualcosa...-
Un minuto dopo, Dean era a terra, con Nick a cavalcioni sopra di lui che cercava di togliergli sia la cravatta che la camicia. 
- Oddio, ma che stai facendo?!?- fece Dean iniziando a spaventarsi mentre tentava di bloccargli i polsi.
- Ti insegno una lezione: si chiama rispetto per i sentimenti degli altri.- fece Nick - Non si scarica un uomo proprio il giorno della festa degli innamorati.-
- Tu sei completamente pazzo....- fece Dean continuando ad agitarsi e divincolarsi - Lasciami o ti giuro che...-
- Che cosa?- fece Nick con un sorriso serafico - Ti metterai a gridare come un assatanato? Fa pure. Il tuo palazzo è semideserto... sai com'è, quando è San Valentino quasi nessuno rimane a casa... siamo soli soletti.- 
Dean sentì gli occhi che iniziavano ad inumidirsi - Per favore.... per favore, parliamone.... non lo dico a nessuno se è questo che vuoi, ma ti prego...-
Nick iniziò a baciarlo sul collo, mentre il medico tentava di toglierselo di dosso e strizzava gli occhi per il disgusto.
- Io ho già quello che voglio... non ti preoccupare, ti prometto che ti divertirai.- e nel dir così gli aprì la camicia con un colpo secco facendogli saltare tutti i bottoni. 
Dean era così terrorizzato da non riusciure a muoversi. Non riusciva nemmeno a gridare.
Solo pensare.
'' Finirà in fretta... pensa ad altro... tu non sei qui... sei altrove, questa cosa non sta succedendo a te.... rilassati...''
- Bravo.... tranquillo.- fece Nick iniziando a levarsi la camicia.
'' E' Castiel. Pensa che sia Castiel...''- pensò Dean stringendo più forte gli occhi mentre le lacrime iniziavano a scendere -'' Te lo meriti. Te la sei cercata...''
Poi iniziò a sentire il rumore di qualcosa che cadeva di fianco a lui, il peso sopra di lui che si annullava, il rumore sordo di qualcosa che cadeva a terra.
Aprì gli occhi e vide... o almeno gli parve di vedere, l'espressione sconvolta di Castiel che gli teneva il viso tra le mani.
- Dean.... tranquillo.... è tutto a posto, sei salvo adesso.- 
Poi più niente.
Solo il buio.
   
 
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