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Autore: ElfaNike    06/03/2019    1 recensioni
"A mille ce n'è...
nel mio cuore di fiabe da narrar...
Venite con me...
nel mio mondo incantato per sognar..."

Uno spin off della fan fiction "Rise of the Brave Tangled Drangons". E' inverno e i nostri grandi quattro trovano un modo interessante per passare il tempo. Situato in un momento random del capitolo "Inverno"
Mettere gli avvertimenti è un po' complicato, perchè in certi momenti sono ooc, in altri no, ogni tanto è AU, ogni tanto no...
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hiccup Horrendous Haddock III, Jack Frost, Merida, Rapunzel
Note: AU, OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Merida spalancò la bocca in un lungo sbadiglio. Rapunzel sbatté le palpere un paio di volte, la testa china e l'espressione stanca.
Jack si sollevò appena dai cuscini: -Sonno?-
Rapunzel annuì appena.
Lo spirito sorrise: -Un'ultima storia prima del letto vi va?-
La ragazza annuì di nuovo con un sorriso un poco accennato.
Merida si sistemò meglio sul morbido: -Va bene. Chi racconta?-
Jack accennò a Hiccup col mento: -L'unico che non ha ancora aperto bocca.-
Il ragazzo si grattò dietro la testa, riscosso dal torpore da quella novità: -Io?-
-Conosci qualche storia?-
-Quelle della mia gente rappresentano tutte i draghi come mostri. Non mi va troppo di raccontarvele.-
-...oh.- Jack guardò Sdentato dormire accoccolato in un angolo.
Ci fu un momento di silenzio.
-...però mio padre me ne aveva raccontata una...- rifletté Hiccup -...che aveva sentito in uno dei suoi viaggi al sud.-
-Ed è bella?-
-A me piace molto.-
Rapunzel si sistemò, appoggiando la testa alla spalla di Jack. Merida sollevò la schiena e si appoggiò coi gomiti alle gambe incrociate e sporgendosi verso Hiccup, che aggrottò le sopracciglia nel ricordare....

C'era una volta una coppia di nobili che desiderava tanto un figlio, ma purtroppo non riusciva ad averlo.
Spinti quasi alla disperazione, i due nobili inviarono il loro guardacaccia Stoik nella foresta, per chiedere consiglio ai quattro grandi spiriti che vi abitavano. L'uomo partì, e giunse in una radura dove i quattro spiriti si manifestarono. Stoik avanzò la richiesta del suo padrone e loro gli donarono una mela, dicendogli di darla da mangiare alla moglie del padrone, così avrebbe avuto il suo bambino.
L'uomo tornò a casa e consegnò alla dama il suo tesoro. Lei lo diede alla sua cameriera, che era anche la moglie del guardacaccia, perché lo sbucciasse, poi lo mangiò.
La domestica, invece di buttare via le bucce, se le mangiò, perché era un peccato sprecare un cosìbel frutto.
Entrambe le donne, dopo nove mesi, diedero alla luce, nello stesso giorno, due maschietti. Valka, la domestica, chiamò il suo bambino, tutto bianco e rosso come la scorza della mela, Hiccup, anche se per le strane circostanze della sua nascita tutto lo chiamavano Scorzo, mentre i nobili chiamarono il loro, tutto bianco come la polpa, Jack, soprannominato per lo stesso motivo Pomo.
I due bambini crebbero insieme e una forte amicizia li legò indissolubilmente, tanto che per simboleggiarla i due ersero sopra il pozzo due bandierine che sventolavano una accanto all'altra, e cavalcavano due puledri nati dalla stessa cavalla e giocavano con due cagnolini nati dalla stessa madre.
Un giorno, Jack decise di partire per esplorare il mondo e, abbracciando Hiccup, gli disse:
-Se un giorno, prendendo l'acqua dal pozzo, dovessi vedere la mia bandierina farsi nera, vienimi a cercare, che io sia vivo o morto. Tu che sei per me come un fratello sicuramente mi ritroverai.-
E, salutati i genitori, montò sul suo cavallo e partì.
Arrivò dopo qualche giorno di viaggio in un castello dove trovò una stalla vuota, preparata per sette cavalli. Legò il suo in un angolo e prese un po' di biada da ciascuno dei sette posti per dargliela, poi entrò e trovò una tavola apparecchiata per sette persone. Non volendo fare torto a nessuno, prese un pezzettino di pane da uno e un goccino di vino dall'altro. Poi salì di sopra e trovò una stanza con sette letti, e stanco si accoccolò in un angolino del settimo letto.
La sera arrivarono i sette cavalieri che abitavano in quel castello e scoprirono l'intruso, ma furono molto colpiti dalla sua giustezza e dalla sua discrezione. Il settimo cavaliere accettò di dividere con lui il materasso.
Il mattino dopo Jack aprì gli occhi e scoprì che i padroni di casa erano tornati.Questi lo ammisero alla loro tavola e gli raccontarono la loro storia: erano sette paladini al servizio del re che ogni mattina andavano alle mura della città per uccidere dei banditi che, ogni notte, tornavano in vita e ricominciavano le loro scorribande.
Jack decise quel giorno di accompagnarli: si batté con valore e la sera rimase con i suoi nuovi amici.
"Voglio proprio vedere" pensò quella notte "se i briganti di domani sono davvero gli stessi che abbiamo sconfitto oggi."
Il giorno dopo constatò con sorpresa che sì, i manigoldi erano tornati in vita nella notte. Di nuovo con i suoi compagni li sconfisse con facilità, ma quando calò il sole decise di rimanere a vegliare i corpi per scoprire l'origine di quell'artificio. Ed ecco, quando la luna era nel suo punto più alto, dei passi che si avvicinavano.
-Chi è là?- domandò Jack dal suo cantuccio nel buio.
-Sono una vecchina, vengo a resuscitare i miei figliuoli che mi uccidono tutti i giorni.-
A quelle parole Jack saltò fuori dal suo nascondiglio e con un colpo di spada staccò di netto la testa alla strega.
Il mattino dopo i sette cavalieri arrivarono e lo scoprirono addormentato in mezzo a tutti i corpi. Stupiti lo svegliarono e si fecero raccontare tutto quello che era successo per filo e per segno, e gli fecero una gran festa, e il re lo volle tra i suoi paladini.
Un giorno, durante un giro a cavallo con i suoi compagni, Jack alzò lo sguardo e vide un castello in mezzo al bosco, e pieno di curiosità chiese cosa fosse.
-Non andare lì.- gli risposero -quello è un luogo maledetto, molti vi si sono recati ma nessuno ne è mai tornato.-
Ma Jack voleva scoprire quale mistero si celasse dietro quel castello e partì per esplorarlo.
Quando vi arrivò, bussò alla porta ed ecco una vecchina dai denti aguzzi affacciarsi alla finestra: -Chi bussa? Cosa vuoi?-
-Passare, vecchia.-
-Prima lega quel cane, poi ti aprirò.-
Jack non aveva nulla per legare il suo cane e così la vecchina gli lanciò un lacciò dalla sua finestra. Quando il giovane ubbidì e il cane fu legato, eccoli trasformarsi in pietra tutti e tre, in un istante, cane, cavallo e cavaliere.

Il mattino dopo, quando Hiccup andò al pozzo per prendere l'acqua, scoprì la bandierina del suo amico nera a lutto. Di corsa, salutò i genitori e montò in sella al suo cavallo e, seguito dal suo cane, prese la strada alla ricerca di Jack.
Cammina e cammina, arrivò alla stalla per i sette cavalli, e vi legò il suo, dandogli un po' di biada presa da ciascuno dei sette mucchi.
Poi salì nel castello e, per non disturbare eccessivamente i suoi ospiti, prese un goccio di vino da un calice e un pezzettino di pane da un altro piatto, e si distese con discrezione nel settimo lettino.
Quando la sera tornarono i cavalieri e scoprirono il cavallo e il cane, subito credettero che Jack fosse tornato, ma quale sorpresa scoprire che a riposare era in realtà uno sconosciuto!
Quando Hiccup si svegliò, e si sedette a tavola con loro, i sette paladini gli raccontarono di quella strana coincidenza e Hiccup riconobbe subito che stavano parlando di Jack.
Si fece dire in che direzione fosse andato il suo amico e gli fu detto, assieme allo stesso avvertimento che era stato dato a Jack.
Ma Hiccup voleva ritrovare Jack, e il mattino stesso montò in sella al suo cavallo e si diresse verso il castello nel bosco. Quando vi giunse vide una statua di cavaliere in sella al suo cavallo e con il suo cane accanto: il giovane riconobbe con orrore in quella statua proprio Jack, e con rabbia cominciò a picchiare forte alla porta del castello.
Ed ecco di nuovo la vecchina con i denti da cinghiale affacciarsi alla finestra: -Chi bussa? Cosa vuoi?-
-Passare, vecchia.-
-Prima lega quel cane, poi ti aprirò.-
-Il mio cane non morde, quindi non lo legherò da nessuna parte. Adesso scendi, o con una testata spacco questa porta e anche il tuo brutto muso.- replicò Hiccup.
La vecchia si spaventò molto a quelle parole, e scomparve dalla sua finestra e corse giù ad aprire la porta. Ma quando lo fece una muta di lupi si riversarono su Hiccup, che con la sua spada li uccise o li cacciò tutti.
La strega, sempre più spaventata, prese allora un unguento e lo passò sulla fronte di Jack, del suo cavallo e del suo cane, riportandoli a com'erano prima.
-Adesso andate via.- ordinò.
Ma Hiccup, più veloce di qualsiasi incantesimo, sguainò la spada e le mozzo la testa d'un sol colpo.
Quando Jack si riprese completamente riconobbe subito il suo amico e lo riabbracciò felicissimo, poi i due giovani, con le spade in mano, aprirono le porte del castello per vedere cosa ci fosse dentro. Con stupore scoprirono interi saloni di statue, uomini pietrificati in qualsiasi posizione, in piedi, seduti, in ginocchio. Erano tutte le vittime della perfida strega.
Allora Jack e Hiccup cercarono un rimedio e trovarono la boccetta con l'unguento. Bastava spalmarne appena una puntina sulla fronte delle statue perché quelle tornassero in carne e ossa. La maggior parte di loro erano principi e baroni, e tutti vollero ringraziare i due giovani per averli salvati, offrendo loro terre e ricchezze.
Così Jack e Hiccup divennero due potenti signori e permisero ai loro genitori di vivere sereni e con del buon tabacco nella pipa.

Hiccup finì di raccontare e la sua fronte si distese.
Merida sollevò la testa dalle mani: -Bella.- disse solo.
Jack sorrise al ragazzo e Rapunzel si tirò su stiracchiandosi: -Davvero. Non ci sono principesse, ma anche così non è niente male.-
La ragazza si alzò e raccolse le tazze, poi con Merida andò di sopra a dormire.
Hiccup si era tirato in piedi, e Jack gli diede una pacca sulla spalla: -Molto carina la tua storia. Domani continuiamo?-
-Tu torni qui, domani sera?-
-Certo!-
-Allora ti aspettiamo.-
Jack gli sorrise e scivolò fuori dalla finestra, nella tempesta. Hiccup la richiuse col catenaccio, poi andò a dormire pure lui.

 




Angolino dell'autrice:
E anche Hiccup ha detto la sua per stasera. 
Come chi mi segue dalla storia originale saprà, mi piace la simmetria perfetta, dunque se qui insieme a Hiccup c'è Jack, nei prossimi capitoli ci saranno anche tutti gli altri incontri. Eh, una raccolta decente non contiene quattro capitoli appena, no?
Per quanto riguarda la storia: a onor del vero questa fiaba nasce dalla fusione di due leggende regionali, "Pomo e Scorzo", di origine veneziana, che  dà il titolo al capitolo, e "Aquilante e Grifone", toscana. Dalla prima ho preso la nascita dei due bambini, poiché tengo le loro avventure per un prossimo capitolo, mentre della seconda ho preso le vicende dei due ragazzi, che trovo molto divertenti. 
Adesso potete spegnere il computer, mettere via la vostra tazza ormai vuota, e immergervi nei sogni cullati dalle avventure fantastiche dei nostri Grandi Quattro. 
Grazie agli stoici che continuano a leggermi!
Nike

  
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