...And her SOUL skipped a beat
Capitolo 3 - Non aver paura
Il
sorriso di Undyne si
spense appena osservò meglio la sua immagine riflessa nello
specchio.
Mancavano
pochi minuti al programma culinario del primo pomeriggio: presto
avrebbe dovuto
incamminarsi verso il confine tra le Cascate e Hotland per
incontrare Alphys.
Per lei non era affatto un problema, con la sua forza e
agilità poteva
raggiungere il punto prestabilito in un batter d'occhio. Dopotutto lei
era a
capo delle guardie reali, tutti conoscevano le sue incredibili doti e
nessuno
poteva negare che lei fosse una guerriera straordinaria. Aveva
combattuto
estenuanti battaglie con gli stolti esseri umani caduti nel Sottosuolo,
e aveva
vinto. Era un'eroina per ogni singolo mostro, quella che con le sue
abilità
avrebbe permesso al re Asgore di rompere la Barriera e liberarli da
quel mondo.
Era la loro speranza.
Undyne era assolutamente cosciente di tutto questo; lei era sempre
stata fiera
della sua carriera, ma mai prima d'ora si era trovata lì,
davanti allo specchio
della sua camera da letto, a squadrare il suo viso... con un solo
occhio.
Già,
ecco il motivo per cui aveva cambiato espressione così
bruscamente. Da molti
anni aveva perso l'occhio sinistro, e si era abituata velocemente alla
sua
faccia "sfigurata". Non la trovava affatto terribile però,
tutto ciò
che era rimasto era una cicatrice con qualche punto di sutura. Eppure,
appena era arrivato il momento di scegliere quale benda indossare,
strani
pensieri le avevano
attraversato la mente.
Si chiese se Alphys avrebbe mai potuto trovarla spaventosa
senza una
copertura
che nascondesse il suo difetto. Ma era ridicolo, perché si
era posta questa
domanda? Quello era solo uno degli innumerevoli segni che la
caratterizzavano,
un trofeo di guerra per il quale tutti i mostri del Sottosuolo la
ammiravano. Se mai qualcuno era rimasto intimorito alla sua vista era
stato solo
per ammirazione o per la presenza della sua armatura
luccicante, non per il suo aspetto.
La scienziata era semplicemente una tipetta timida e nervosa.
Si
ricordava molto bene del suo visino scarlatto appena era
stata colta sul fatto, e
di come non ne voleva sapere di guardarla mentre spiegava
quell'intruglio di teorie scientifiche lì alla discarica. Si
era accorta del
suo muso amareggiato del giorno seguente, dopo il suo discorso sulle
alghe; non
poteva credere che fosse per paura, no. Anche perché...
c'era
da considerare
tutto il resto!
Il mostro pesce aveva percepito i suoi occhioni addosso
in ogni
istante, l'avevano fissata con timido interesse e
un'intensità
particolare.
Allora perché? Undyne non capiva. Così come non
comprendeva il motivo per cui
aveva voluto una conferma da Alphys il giorno prima, quando le aveva
chiesto se fossero amiche.
-Certo, Undyne. L-lo siamo.-
A quel ricordo la guerriera rilassò le labbra generando
un'espressione colma di
serenità. Che stupida che era stata. Non vi era alcuna
ragione per pensare che
Alphys potesse avere timore di lei.
Abbassò lo sguardo verso il comodino.
Per questa volta, tuttavia... non se la
sentiva di esporre la cicatrice. Agì per abitudine:
afferrò una benda
dalla tonalità biancastra, uscì dalla
stanza e spense la luce.
Se il suo specchio avesse avuto un'ANIMA si sarebbe sorpreso alla vista
di quel
dolce sorriso di pochi secondi prima.
***
La
guerriera arrivò al
confine prima del dovuto, ma pochi minuti dopo vide già
Alphys avvicinarsi dal
lato opposto, anche lei altrettanto in anticipo.
Undyne agitò un braccio in segno di saluto mentre l'altra la
raggiungeva di
corsa.
-S-sono... in ritardo?- chiese il mostro giallo quando si
fermò a pochi passi
dall'amica.
-Affatto! Siamo in perfetto orario, penso che il programma di Mettaton
non sia
nemmeno finito!- il mostro pesce scoprì i denti in un ampio
sorriso.
-Oh!
A-allora andiamo?-
Fintanto che la scienziata pronunciava quelle parole si accorse di come
Undyne le
sembrava... singolare. Aveva un aspetto più spigliato di
come
l'aveva vista i
giorni precedenti. Indossava un dolcevita bianco sotto a una giacca di
pelle scura;
aveva un foulard rossiccio attorno al collo e alcune ciocche della sua
coda di
cavallo le cadevano da una parte, creando un ciuffo che le incorniciava
il lato
sinistro del viso. Notò anche un accenno di ombretto sul suo
occhio sano, ma
guardando meglio vide quel colore tenue partire anche da sotto
la benda
bianca, fino al sopracciglio.
Alphys si domandò se per caso
lei a confronto non
sembrasse per niente elegante. Il suo armadio era stracolmo di camici
da
laboratorio, e sì, possedeva un vestito tutto nero
a pois, ma era fin
troppo vistoso per un incontro con un'amica. Ricordava bene che era
stata Catty
a consigliarglielo.
Sperò con fervore di non apparire come
una patetica
scienziata che non si cura di se stessa.
-Certo, ti seguo a ruota!-
Alphys aspettò che l'altra la affiancasse alla sua destra
prima di dirigersi
con lei verso la fine della caverna; sulla
parete situata a nord era stato
costruito da tempo immemore un lungo pannello luminoso, che come
un'enorme
insegna diede loro il benvenuto a Hotland.
Superato il pannello, varcarono così la soglia della
regione più calda del Sottosuolo.
Il paesaggio
cambiò totalmente: il blu scuro dell'acqua e il grigio
fumo delle pareti furono sostituiti dal rosso intenso delle rocce
magmatiche
dove si trovavano ora a camminare e dalla lava bollente che scorreva
minacciosa
nella zona sottostante, a molti metri di distanza da loro.
Ora l'ambiente era molto più luminoso, e le squame brillanti
di Alphys non
passarono inosservate all'occhio di Undyne; anche il suo camice
risultava
pulitissimo, di certo molto di più dei loro primi due
incontri.
Il laboratorio non distava molto dalla caverna che conduceva a
Waterfall: i due
mostri dovettero solo attraversare un ponte sospeso e avanzare per
pochi minuti
sopra un'altra piana rocciosa. Erano praticamente all'entrata della
struttura
quando Alphys si rivolse alla guerriera.
-S-siamo arrivate. Non è d-difficile il percorso, no?-
-Beh, in realtà... qualcosa ricordavo della strada... il tuo
laboratorio lo sanno
tutti dov'è...-
La scienziata sbarrò gli occhi; l'amica stava ansimando
leggermente e sul suo
volto scivolavano piccole gocce di sudore.
-U-Undyne! N-non stai bene?-
Quella la guardò con un sorriso mesto. -Sto bene,
tranquilla... è
che... non... sopporto il caldo, ecco...-
-Presto, e-entra!-
Alphys si avvicinò di fretta alla porta automatica e questa
si aprì con un
fruscio metallico. Si girò e sollevò un
braccio verso la guerriera,
invitandola a entrare.
Quando la porta si richiuse dietro di loro, Undyne portò una
mano sulla fronte e
respirò profondamente. Il mostro dinosauro
zampettò davanti a lei preoccupata.
-Oh m-mi dispiace, mi dispiace! Hotland ha una t-temperatura davvero
alta, avrei d-dovuto pensare che un mostro come te...-
-Ehy... sto bene, stai tranquilla. Sono io che avrei dovuto pensarci
e... trovare una soluzione. Ma... mi passerà, vedrai.-
-V-vieni, siediti!- Alphys afferrò d'impulso la mano di
Undyne e la
condusse davanti alla sua scrivania, dopodiché la
fece accomodare sulla sedia girevole.
-Oh Alphys, non è colpa tua, non fare quel muso
lungo...- scherzò la
guerriera. Le sue pinne le cadevano leggermente in direzione degli
zigomi, ma
Undyne faceva del suo meglio per non manifestare il suo
piccolo disagio.
-R-resta qui, ti porto qualcosa...!-
Così si precipitò verso le scale mobili per
salire nella parte sopraelevata del
laboratorio.
Ad Undyne venne da ridacchiare; le buffe movenze dell'amica
erano
bastate a
farla sentire meglio. Aveva ancora alcune goccioline che scendevano
dalle guance ma ormai il peggio era passato. Di sicuro si era ritrovata
in situazioni
molto più problematiche di questa, non c'era proprio
paragone.
Si guardò intorno. Alla sua destra vi era
una console con uno schermo
gigante, mentre in quel momento si trovava probabilmente alla
postazione di
lavoro di Alphys. La scrivania era disseminata di pile e pile di fogli
di
carta, ma sembravano essere state posizionate con un certo ordine, una
a fianco
all'altra. Accanto al case del computer c'era una bottiglia di
cedrata e
una strana statuina colorata con tanto di mini piedistallo. In
generale, quel laboratorio splendeva di azzurro chiaro e
giallo-limone.
Il mostro pesce stava ancora studiando con lo sguardo la parte est
della
stanza quando si accorse che Alphys era arrivata di corsa dal
lato opposto
da cui era salita. Non fece in tempo a processare l'informazione che
quella le aveva
già
avvicinato al grembo una coppetta di gelato. Sotto era cautamente
avvolta da un
fazzoletto, e immerso nel fresco mucchietto rosa vi era un
cucchiaino di
plastica. Undyne afferrò con attenzione la coppetta e
guardò prima quella, poi
l'amica con l'occhio sorpreso.
-Alphys, è per me...?-
La scienziata sorrise timidamente e cominciò a punzecchiare
con le dita il
bottoncino marrone del camice.
-S-sì, ho
pensato... che un gelato f-fosse
l'ideale per un caldo c-così...-
Undyne non sapeva cosa dire. Assaggiò una cucchiaiata di
gelato e la sua
espressione cambiò drasticamente, tuttavia ad Alphys non
sfuggì quella di poco
prima.
-U-uh... Undyne, non... n-non ti piace?-
La guerriera si sentì stranamente in trappola, non era da
lei. Guardò il mostro
più basso; la osservava con apprensione e le sue mani erano
strette al petto,
come l'aveva vista spesso. Non voleva ferirla ma nemmeno prenderla in
giro. Le
avrebbe detto la verità.
-Vedi, Alphys... purtroppo io e i cibi freddi non... andiamo molto
d'accordo.-
La coda di Alphys si piegò leggermente verso il
pavimento mentre
guardò l'amica, mortificata.
-Uh... i-io... mi d-dispiace...- la sua voce era ormai un sussurro.
-E-ehy, lasciami finire!- Undyne si affrettò a continuare il
discorso: -Quello
che ti ho detto è la verità, ma è
altrettanto vero che questo tuo gelato mi
piace moltissimo!-
-Non... n-non lo devi mangiare p-per forza...- sentì gli
occhi pizzicare per le
lacrime, per cui si mise a fissare le piastrelle del laboratorio. Aveva
dato
tutta se stessa per costruire la macchina che "trasformava" le alghe
in gelato, ci teneva così tanto...
-No, Alphys non sto mentendo! Mi piace davvero!-
Il mostro ceruleo si chinò di nuovo sulla coppetta per
mangiare altro gelato.
-Non... so nemmeno io il perché, di solito i cibi freddi non
mi piacciono. Ma
questo... uhm... è buonissimo, sembra quasi speziato ma il
gusto è così
delicato...- disse così tra una cucchiaiata e l'altra, facendo attenzione
a non spezzare la
posata con i suoi denti appuntiti.
La scienziata la guardò in viso di nuovo. L'amica sembrava
davvero gradire il
gelato alle alghe.
Beh, solo io sono capace a inventare frottole in modo
convincente,
probabilmente...
Era ancora assorta nei suoi pensieri quando sentì qualcosa
sfregare leggermente
le squame della sua testa. Undyne le aveva posto una mano
palmata vicino
alle punte della sua cresta gialla, le sue scaglie la stavano accarezzando...
-Alphys, sciocchina, non fare così. Ti ringrazio per il
gelato, sei stata tanto
gentile.-
Quella aprì la bocca ma non riuscì a dire una
parola. La guerriera fece il suo
usuale sorriso da squalo mentre chiudeva l'occhio in un'espressione
solare e
spensierata.
...e la sua ANIMA perse un battito.
Sentì a malapena il contatto squame/scaglie sciogliersi e il
cigolio della
sedia su cui era seduta Undyne, mentre quest'ultima riafferrava il
cucchiaino e
continuava a mangiare con gusto.
Alphys si riprese da quello stato di trance e si chiese dentro di
sé
che cosa
fosse appena successo.
Non trovò risposte, ma ora la vista
di Undyne che
trangugiava il suo gelato - ironia della sorte - le scaldò
l'ANIMA.
-M-mettiti
pure qui, Undyne.- la
scienziata tutta gialla indicò il pavimento con la mano.
-Va benissimo!-
Il mostro pesce si sedette per terra
a gambe incrociate e osservò l'amica prendere tanti
libricini colorati dalle
librerie. Sembrava li stesse scegliendo meticolosamente,
poiché tra uno e
l'altro si fermava con la mano a mezz'aria, forse indecisa sul da
farsi.
L'occhio di Undyne si perse di nuovo a guardare il laboratorio; il
piano
superiore dove erano appena salite risultava più stretto in
larghezza. A pochi
passi da lei un velo grigio chiaro pareva coprire uno strano
macchinario. A
fianco ad esso vide un tavolo di legno molto grande, probabilmente si
trattava
di un'altra postazione di lavoro, quella più manuale. Subito
dopo si poteva
notare un armadio, un comodino e...
La guerriera inarcò le sopracciglia.
-Alphys, cos'è quel grosso cubo lì in fondo?-
-O-oh, è un letto, Undyne. B-basta premere un pulsante e
d-diventa un letto.
Adesso... oh, no!-
Undyne si girò di scatto verso il mostro dinosauro appena
sentì un piccolo
tonfo. Alphys stava cercando di tenere una torre di libri tra le mani,
e alcuni
di questi erano caduti a terra.
-Alphys! Scusami, mi sono distratta un attimo... lascia che ti aiuti.-
Dopo pochi minuti tutti quei fumetti erano stati posti con attenzione
sul
pavimento. La scienziata ne prese uno e si avvicinò
all'amica.
-G-guarda, si leggono da destra a s-sinistra. L'inizio è
qui.-
-Oh... peculiare.- afferrò il manga, poi alzò
l'occhio verso Alphys. -Non ti siedi?-
-O-oh...-
Effettivamente per tutto il tempo era rimasta in piedi. Non era
abituata alla
compagnia di qualcuno e non aveva mai condiviso la sua passione con un
amico.
Ma ora stavano accadendo entrambe le cose, e per lei era una
novità. Doveva
semplicemente lasciarsi un po' andare.
Così si sedette vicino ad Undyne, e quella sorrise.
-Allora... in questo pezzo di storia gli umani avevano costruito dei
robottoni
giganti per combattere?! Pensi che durante quella famosa guerra ci
abbiano
battuto grazie a questi cosi? Non mi pare di aver sentito nulla del
genere dai
racconti dei vecchi...-
Il mostro giallo prima di parlare guardò la copertina del
fumetto. Mostrava un
robot di dimensioni colossali con una spada carica di energia. Dovette
stare al gioco.
-Uhm... n-nei resoconti successivi non sono p-più
presenti i robot, quindi
c-credo non li costruissero già più.-
-Tsk, stupidi umani. Beh, è interessante comunque.-
Sfogliò alcune pagine del manga, soffermandosi sovente a
leggere
delle vignette. E
all'improvviso, fece una domanda che Alphys non si aspettava.
-E... qual è il tuo pezzo storico preferito?-
Quella sgranò gli occhi e la fissò stupefatta.
-Uh... e-ecco...-
-Ho visto che sono divisi tipo in sezioni, questo che ho in mano ha lo
stesso
titolo di quell'altro laggiù.- indicò col dito
uno dei tanti volumi sparsi per
il pavimento. -Quindi, come si chiama il tuo preferito?-
Poi, notando il silenzio dell'interlocutrice aggiunse: -Non aver paura,
con me
ne puoi parlare-.
La scienziata strinse per l'ennesima volta le manine al petto. Vide il
cenno di incoraggiamento di Undyne e deglutì.
-S-si chiama... Mew Mew Kissy Cutie... è...-
Prima che
l'amica
potesse commentare
circa il titolo infantile cominciò a raccontare la trama
come un treno: -P-parla
di questa ragazza che al contrario d-di tutti gli altri ha delle
orecchie da g-gatto e per questo si sente sempre esclusa e m-messa da
parte, ma poi troverà lo stesso delle amiche e, e p-poi ha
questo
potere
grazie al quale r-riesce a controllare la mente di chi b-bacia e lo
userà per risolvere i suoi p-problemi e quelli degli altri,
c'è il triangolo a-amoroso e parla di amicizia e...-
Alphys non riusciva a fermarsi: le raccontò della
protagonista, del suo strano potere, delle sue nuove amiche,
dei suoi episodi preferiti. E
più continuava
più si sentiva a suo agio, libera finalmente di parlarne con
qualcuno che non
fosse il suo riflesso allo specchio.
Il suo viso mostrava emozioni
diverse in base a quale scena
descriveva, le braccia grassocce si muovevano come se stesse
recitando e
la coda
tamburellava leggermente a terra. Dovette più volte
sistemarsi gli
occhiali sul muso per evitare che cadessero.
L'altra la
ascoltò con
attenzione; si era calata talmente tanto nella storia che assumeva le
stesse
espressioni del mostro dinosauro, e se ogni tanto chiedeva qualche
particolare,
quello era prontamente spiegato dall'amica.
-N-non ti dico altro perché sarebbe
s-spoiler... uh-oh... ho... p-parlato troppo!-
-Ma che dici, ci siamo fatte entrambe una bella chiacchierata! Mi piace
questa
storia!-
-M-ma con i miei balbettii ci a-avremmo messo più di
un'ora...-
-Ahahah, Alphys ti ho già detto che non mi dà
fastidio!-
Undyne mostrò i denti affilati mentre sghignazzava
con allegria, e la
scienziata si ritrovò a ridere anche lei senza
rendersene conto.
I mostri, vivendo nel Sottosuolo, non avevano il cielo o il
sole come punti di
riferimento per capire che ora fosse; secondo l'orologio comunque era
ormai
sera tardi.
Le due amiche si scambiarono il numero di telefono prima di
salutarsi all'entrata ovest del laboratorio.
-Ciao Alphys, grazie di tutto. Ci possiamo vedere altre volte, no?-
-C-certo Undyne. Ci sentiamo.-
La leader delle guardie sorrise e si allontanò con
destrezza, diretta verso le Cascate. Alphys la
salutò con
la mano alzata
finché la sua figura non scomparì in mezzo alla
calda
nebbia che aleggiava perenne su Hotland.
Mentre rientrava dalla porta automatica ripensò a quante
emozioni le
aveva regalato quel pomeriggio, sia le positive che quelle meno
piacevoli.
Le meno...
Si bloccò, lo sguardo perso nel vuoto e un'idea che pian
piano si faceva strada dentro la sua mente.
Hotland! Il caldo! Posso
mettere un refrigeratore d'acqua per...
Dopo pochi secondi era già china sul suo tavolo da lavoro
per misurare con precisione la distanza tra la caverna e
il laboratorio su un foglio di prova.
Le
capitava spesso di passare la notte in bianco, ma questa volta non
l'avrebbe
fatto per colpa della depressione.
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
Phew, e anche questo è andato. Grazie a tutti quelli che stanno leggendo! Tanto per dire, ho fatto delle piccole modifiche nei primi due capitoli, ma poca roba. Tipo segni di punteggiatura e maiuscole. Sono pignola, che posso farci xD
Ci vediamo al prossimo capitolo!