Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: daphtrvnks_    12/03/2019    1 recensioni
... - un dolore acuto e profondo si espanse per tutto il suo candido collo, esso imbrattato poi dal liquido cremisi del suo stesso sangue. Si sentì morire mentre i battiti del suo cuore aumentavano e le gambe diventavano molli, le dita esili delle sue mani, dalla bellezza pura come facessero parte di un quadro, si contorsero. -
.... -Quanti contrasti in un solo essere, luce e tenebre in un'unica persona. Qualcosa le era sfuggita alla vista ma la notò solo successivamente; dei bianchi guanti alle mani. 
'So cosa pensate, il mio nome è Kim Taehyung e sì, non appartengo a questo secolo.' -
Genere: Angst, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Kim Taehyung/ V, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Decine di lettere erano state nascoste tra i libri, spuntavano all'improvviso ricordandole una caccia al tesoro.
Ognuno di quei fogli giallognoli, sottili e spesso macchiati d'inchiostro, sangue e lacrime nascondevano un pezzo, un tassello fondamentale di quella donna dal nome delicato.
Il modo in cui Taehyung scrivesse quel nome, perfettamente e senza sbavature, la riportava in vita rivelandole il suo eterno amore che anche con il passare del tempo non sembrava essere mutato.
A volte risultava rabbioso, arrogante in alcune frasi, ritornava dolce e malinconico poi.

L'ultima che gelosamente teneva tra le dita era datata 12 Dicembre 1899.



Raccontava furibondo i suoi pensieri, il fatto che le liti con gli altri ragazzi fossero aumentate.
Non sapeva di chi stesse parlando ma i nomi nella lettura pian piano vennero scoperti.
Si scagliava contro un certo Jimin e subito dopo contro Yoongi, li definiva come animali nello spirito e nella loro completa esistenza, egoisti ed avari.
Dedicava a Jungkook ammirazione per averlo protetto in varie occasioni e provava disprezzo per Hoseok che restava ancora dietro a Jimin che non riusciva a vedere la vera natura di quel ragazzo abbagliato, forse, per colpa dalla grande amicizia che aveva nei suoi confronti.

Sentì la sua voce nelle parole, incrinata e ruggente.

' Non posso tollerare altro, li hai visti?! Li hai visti Seokjin?! '

Sgranò gli occhi non ritrovando nella lettera quelle testuali parole.
Erano tornati, erano in casa e lei non doveva essere lì a leggere cose così private.

Prontamente si alzò mentre le urla aumentarono di tono facendola rabbrividire, profonde e graffianti le sue grida mentre oggetti venivano lanciati fuori dalla porta in legno della biblioteca.
Si frantumavano a terra in rumori assordanti e in fretta cercò di rimettere in ordine le lettere, impacciatamente fece cadere diversi libri provocando dei tonfi che nell'attimo in cui il silenzio era calato tra Seokjin e Taehyung risuonarono più forti del dovuto.

Il cuore prese a battere furiosamente nel petto e le gambe sembrarono cedere dalla paura che aveva invaso il suo corpo in brevi scariche elettriche.

' Dov'è Kassava? '

Sentì pronunciare in un sussurro Seokjin, poi i suoi passi pesanti e la porta venne spalancata in un impeto.
Credeva stesse tentando di scappare, di fuggire da quella casa, ma al contrario quando la vide in piedi dinanzi alla libreria con le mani ancora occupate da due volumi e le palpebre strette il cipiglio che aveva occupato il suo viso scomparve.

' Sei qui. '

Il ragazzo fece diversi passi indietro e dopo aver rivolto uno sguardo a Taehyung andò nella sua camera.
Al suo posto il corvino fece la sua entrata chiudendo la porta con un tonfo che fece tremare le pareti.

' Che diavolo stai facendo nella mia biblioteca? '

Kassava rabbrividì ulteriormente lasciando la presa ai due volumi che caddero sul pavimento, si fece indietro spaventata schiacciando la schiena contro la libreria in legno e continuando a tenere gli occhi serrati.

' Tu - un ringhio quando notò i pezzi di carta posati sul tavolino, scattò in avanti prendendo quelle che ella non era riuscita a rimettere al proprio posto - hai letto, cazzo! Chi ti ha dato il permesso Kassava! '

Le stava urlando non trattenendosi dal lasciar apparire la sua vera forma, la pelle che lentamente diveniva più pallida e le labbra più scure e scarlatte assieme alle sue iridi grigie e penetranti, intense e grandi, lucenti come argento puro.
Stringeva con forza le lettere stroppicciandole tra le esili dita ancora pregne dell'odore di nicotina.

Non credeva di poter mai vedere quel lato di Taehyung, lo stesso che aveva letto in quelle lettere.
Non lo credeva possibile.

Adirato, non lucido con la mente, si gettò contro il corpo di Kassava ancora poggiato alla libreria.
La tenne intrappolata con il suo corpo posando le mani ai lati della sua testa.
La osservò per qualche secondo percorrendo le linee del suo viso, le guance coperte da un velo rosso e mentre il suo fiato caldo si infrangeva contro la sua bocca appena dischiusa grugnì contrariato lasciando tremare il suo pomo d'Adamo ricoperto da gocce di sudore brillanti.

Ricordava la sua Amelia, sensuale e elegante come un felino che spesso rimaneva bloccata tra le sue braccia negli attimi di passione più travolgente.

' Che non accada mai più, intesi Kassava? '

Sussurrò avvicinandosi maggiormente a poggiando il suo petto a quello di lei, si abbassa ed alzava irregolarmente.
Si sentì avvampare, un fuoco che gli ardeva dentro e gli istinti carnali che premevano per essere esauditi, per divorare la preda che aveva dinanzi.
Avrebbe voluto posare la sua bocca sul suo collo ora scoperto, sentirla tremare nuda sotto il suo tocco ma non per la paura.
Esplorare con la lingua i posti più indecenti e nascosti.
A quei pensieri il respiro divenne più affannoso, i pantaloni presero a stringere per l'imponente erezione.

La vide aprire le palpebre, socchiuderle appena e guardarlo con curiosità.
Un mugolio fuoriuscì dalle sue labbra ed egli si sentì sul punto di scoppiare, le soffiò ancora, questa volta portandosi in avanti e lasciandole sentire cosa le aveva provocato.

' Non entrerai più qui dentro senza il mio permesso. '

Il fiato caldo le inumidì l'orecchio e dopo un ultimo impercettibile gemito soffocato si allontanò sbattendo per finire il palmo della sua mano sulla libreria facendola sussultare.

Uscì velocemente dalla biblioteca lasciandola da sola.
Non aveva idea di come dovesse sentirsi, quella ragazza lo mandava fuori di testa e non capiva se fosse lei il problema o chi le ricordasse.
Impazziva al solo pensiero che dopo secoli potesse nuovamente avere l'opportunità di farla sua, di averla a pochi metri di distanza e non poterla nemmeno sfiorare con un dito.


  
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