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Autore: CogitoErgoGiuls    13/03/2019    3 recensioni
Quando la guerra dei cinque re ancora non imperversa, sulla barriera Jon Snow si ritrova a dover combattere un nemico ben più ostinato dei bruti: l'ingiusto amore per la giovane Arya Stark.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jon Snow
Note: Lime | Avvertimenti: Incest
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THE DEATH OF DUTY
CAPITOLO I  "Nuovi Arrivi"

 

Da quando aveva preso il nero, era trascorso un anno, e Jon stentava ancora a crederci. Gli pareva ieri quando, per la prima volta, aveva visto stagliarsi davanti a lui l’immensità della Barriera. Le sue gambe avevano tremato: si era immaginato lassù, magari a fare la ronda, dove le nuvole inghiottivano il ghiaccio, e la sommità spariva.

Quello dei Guardiani della Notte era un antico ordine. Jon era stato fiero di prenderne parte, fiero di pronunciare il suo giuramento. Ricordava bene le parole che dichiarò sotto le fronde insanguinate dell’albero-diga, e gli occhi di legno nodosi che lo fissavano inginocchiarsi sulla neve.

“Io sono lo scudo che veglia sui domini degli uomini. Consacro la mia vita e il mio onore ai Guardiani della Notte. Per questa notte e per tutte le notti a venire”.

Forse era una cosa che poteva sembrare stupida, ma credeva in ogni parola del giuramento. Sicuramente ci credeva molto più di chi, come Sir Alliser Thorne, se la spassava con le puttane nei bordelli di Città della Talpa. Jon non aveva mai odiato nessuno, prima di incontrarlo. “Lord Snow” così amava chiamarlo, e aveva riso talmente forte quando al ragazzo non fu assegnato il tanto agognato ruolo di Ranger. Quella era una ferita ancora fresca: Jon non poteva fare a meno di pensarci, tutte le volte che serviva un bel piatto di montone caldo al Lord Comandante, come suo Attendente. Quale umiliazione… Spesso si domandava cosa avrebbe detto suo zio Benjen, una volta fatto ritorno al Castello Nero. Perché sì, Jon credeva ancora nel suo ritorno.
Tutte le volte che era di vedetta in cima alla Barriera, sperava di vedere qualcosa: qualsiasi cosa! Un movimento, un ondeggiare degli alberi che puntellavano la distesa di neve… Ma niente.

Lì al Castello Nero, lo zio Benjen era la sua famiglia, e adesso che era scomparso, Jon sentiva ancora di più la nostalgia dei suoi cari, di Grande Inverno. Gli mancava andare a caccia con Robb e con lui prendere in giro Theon nascondendogli la spada, fino a vederlo disperarsi con Sir Rodrick. Gli mancava suo padre, le sue pacche rassicuranti, e i suoi sguardi lontani mentre ai banchetti lui sedeva in fondo, da solo… com’è giusto che faccia un bastardo: uno Snow. E le sue sorelle, aveva nostalgia anche di loro. Di Arya soprattutto, il rapporto con lei era speciale… E poi Sansa, era convinto non l’avesse mai sopportato. Adesso si trovavano entrambe nella capitale: Approdo del Re.

“Ehi, Jon!” un’affannato scalpiccìo ed ecco Samwell Tarly emergere, tutto sudato, dalla scala a pioli. “Ci sono le nuove reclute nel cortile! Non te le vorrai mica perdere? Presto!”

La carovana era anche più scarsa del solito. Probabilmente un qualche Lord aveva ritenuto opportuno svuotare le segrete del suo castello, rifilando loro i soliti stupratori e ladri da due soldi.

Erano in tre: Sir Alliser con la sua usuale cortesia li strattonò per farli disporre bene in riga. “Mi aspetto nomi pidocchiosi, per facce altrettanto pidocchiose. Ebbene?!”

“Edmund” rispose sprezzante il primo: gli mancavano non pochi denti davanti e una cicatrice gli attraversava il volto da parte a parte. 

“Pessimo soggetto…” pensò Jon.

“O-oscar” balbettò il secondo. La barba rossiccia che gli cresceva a chiazze e la sua corporatura tarchiata lo rendevano parecchio buffo.

“Harry” disse l’ultimo, piano e a testa bassa. Quando lo guardò, più che un uomo, Jon vide un ragazzo: magro, minuto, con i capelli castani arruffati a coprirgli il viso tutto sporco di fango.

Mentre Maestro Aemon indirizzava i novellini nei loro alloggi, Jon non poté fare a meno di fissare Harry, quello strano ragazzo mingherlino. Se ne stava zitto e in disparte. Qualcosa in lui lo lasciò perplesso, così decise che gli avrebbe parlato più tardi.

Eppure quella sera la sala dove venne servita la cena aveva tre posti in più, ma solo due erano stati occupati.
Jon, Sam e Grenn fra un sorso di birra e l’altro, scambiarono qualche parola con Oscar e Edmund, ma quando questo inveì senza motivo contro Sam, chiamandolo ‘porcello’, la conversazione non tardò a concludersi.

Di Harry, notò Jon, nessuna traccia.

 

Tutti erano già rientrati quando Jon si diresse ai suoi alloggi. La luna era già alta. La neve scricchiolava sotto i suoi passi. Non tirava vento, eppure, d’un tratto… un fruscìo! Jon era quasi certo provenisse dalla scuderia. Strinse l’elsa della sua spada, pronto a sguainarla, e decise di avvicinarsi… Ancora pochi passi… Il suo fiato caldo era denso vapore bianco a colorare l’aria.

“Chi va là?!” 

Un sussulto. Nel buio della notte Jon riconobbe la pelliccia bianca del suo metalupo: “Spettro! Allora sei tu…” ma non era solo: accovacciato c'era qualcuno, che lo stava accarezzando come nulla fosse. 
“Harry? Ma cosa…”

“Scusa Jon. Stavo solo salutando Spettro… Ti prego, non arrabbiarti! Ti spiegherò tutto.”

Prima che Jon potesse anche solo capire, il ragazzo gli si avvicino e gli puntò addosso due grandi occhi verdi a scrutarlo. Sembrava impossibile, eppure conosceva bene quegli occhi.

“Mi sei mancato.”

Chissà come, quella che adesso gli mozzava il fiato con un abbraccio, era lei: Arya Stark.

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Cari lettori, questa è la prima storia che provo a pubblicare. Se questo capitolo vi fosse piaciuto e voleste un seguito, aspetto con ansia le vostre recensioni, apprezzo molto consigli e suggerimenti! Grazie :)

   
 
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