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Autore: Justice Gundam    17/03/2019    3 recensioni
Reborn, un continente sconosciuto, dove smog nero e piogge acide rovinano ancora di più gli edifici fatiscenti che costeggiano le strade della capitale Reborn City. Intere città ridotte in rovina, Pokemon in fuga, e dietro le scene, un'organizzazione che tira i fili per i propri terribili scopi. Questo mondo ha bisogno di eroi... e sarà qui che, mentre Ash e Misty affrontano il loro viaggio attraverso Unima, accadimenti misteriosi porteranno Vera, Drew, Max ed Hitomi, in una corsa contro il tempo per fermare il Team Meteora e riportare un raggio di luce agli abitanti di quel mondo crudele. (Contestshipping)
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Drew, Max, Nuovo personaggio, Vera | Coppie: Drew/Vera
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Anime
Capitoli:
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Pokemon: A World Reborn

Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 66 – Una pace effimera

Il ritrovo con il gruppo di Vera era stata un'occasione gioiosa per tutti. Luna, in particolare, fu felice di rivedere Radomus e la sua amica Gossip Gardevoir, e metendo da parte per un attimo il bon ton, si era gettata ad abbracciare l'elegante Pokemon non appena l'aveva vista entrare dalla porta principale del maniero.

"Gardevoir!" esclamò la biondina, con il fedele Jubjub che gracchiava festante accanto a lei. "Ero un po' preoccupata, lo sai? Sapevo che non potevi davvero esserti unita a quei fanatici della luce, ma avevo paura che potessero farti qualcosa di male."

"Krow krow!" affermò Jubjub. Il Pokemon corvo atterrò accanto a Gossip Gardevoir e la guardò con aria espressiva, quasi volesse dirle che avrebbe dovuto stare più attenta la prossima volta

"Scusa se ti ho fatto preoccupare, Luna... e anche tu, Jubjub, hai ragione a dire che sono stata un po' imprudente. Pensavo si sarebbe trattato di un modo sicuro per costringere la Chiesa d'Alfa a venire allo scoperto." rispose Gardevoir, che ricambiò affettuosamente l'abbraccio di Luna. "E comunque... non ho mai avuto paura, perchè sapevo bene che padron Radomus e i suoi compagni sarebbero riusciti a risolvere questo spinoso problema. Sono stati fantastici! Si sono infiltrati nella cattedrale della Chiesa d'Alfa, hanno battuto quei fanatici, e hanno anche consegnato due dei loro capi alla polizia!"

"E' stato grazie ad una tattica ben congegnata, allo spirito di gruppo e all'abilità nostra e dei nostri Pokemon. Abbiamo fatto un lavoro di collaborazione." rispose Radomus. Il maestro di scacchi si era nuovamente cambiato il cappello - Vera ormai stava giungendo alla conclusione che Radomus era in grado di far apparire un cappello in base alle esigenze -, e adesso si era messo un berretto da poliziotto, blu con il frontino nero e una stella dorata sulla fronte! "Tuttavia, non credo ancora che la Chiesa d'Alfa sia del tutto sconfitta."

"E' vero. Per adesso siamo riusciti a catturare due dei loro membri principali, ma alcuni di loro sono ancora a piede libero. Non abbiamo avuto il tempo o la possibilità di occuparci di tutti loro." continuò Drew. "Per esempio, quel Pius... credo proprio che ce lo troveremo di nuovo sulla strada."

"Comunque, resta il fatto che abbiamo dato una lezione alla Chiesa d'Alfa, e che adesso la polizia potrà fare un po' più di luce su di loro... e sui loro rapporti con il Team Meteora." continuò Vera, mentre Flabebè si posava sulla sua spalla. "E anche questo piccolino è riuscito a dare una mano, per quello che poteva."

"Ci fa piacere saperlo... tanto più che tu e il tuo fidanzatino avete preso e ve ne siete andati, prendendovi tutto il divertimento per voi!" affermò Max, aggiustandosi gli occhiali con un sorriso malizioso. Il suo Gardevoir, che lo seguiva a breve distanza, alzò gli occhi al cielo. "Spero almeno che vi siate divertiti..."

Mentre Hitomi sospirava e scuoteva la testa, Vera si sentì arrossire leggermente per le insinuazioni del fratello minore... ma si riscosse rapidamente e rispose a tono. "Che cosa vorresti insinuare esattamente, fratellino?" rispose, l'ultima parola detta con pungente ironia. "E per tua norma e regola, il qui presente Drew non è il mio fidanzato! E' semplicemente un amico con cui ho una rivalità come coordinatrice di Pokemon, che va avanti ancora oggi! L'ho soltanto messa da parte per il momento!"

"Giusto. Per adesso stiamo collaborando. Niente di più e niente di meno, dico bene?" continuò il giovanotto dai capelli verdi, sempre mostrando quel sorrisetto astuto che comunicava a tutti che aveva il controllo della situazione. A volte Vera avrebbe pagato pur di vederlo sorprendersi, quel tipo...

"Giusto, tutto qui!" rispose prontamente Vera, senza convincere nessuno, e anzi provocando qualche risatina generale. Anche la seria Hitomi non riuscì a trattenere una serie di sghignazzi a denti stretti.

"Ad ogni modo... per adesso la situazione è tornata sotto controllo, e siamo riusciti ad infliggere un duro colpo alla Chiesa d'Alfa." affermò Ritchie. Il fedele Sparky drizzò le orecchie e incrociò fieramente le braccia sul petto. "Tuttavia... Luna, potremmo farti qualche domanda? Se non siamo troppo indelicati, si intende."

Luna, ora un po' più calma, disse di sì con la testa, anche mentre il suo fedele Honchkrow inclinava la testa da un lato con espressione sospettosa.  "Molto bene, se sono domande a cui penso di poter rispondere." affermò. Radomus notò l'espressione della figlia adottiva, e immaginò che tipo di domanda potesse avere in mente il ragazzino di Kanto. "Dimmi pure, Ritchie. Immagino che... abbiate incontrato il mio padre biologico... Padre Elias, si fa chiamare, vero?"

A Ritchie sembrò che la temperatura fosse calata di un po' mentre Luna prendeva un bel respiro. Comprensibilmente, era un argomento che ancora turbava la biondina... certo, avere come padre un individuo come Elias non poteva certo essere una bella esperienza. Chissà come aveva cercato di indottrinarla...

"Sì... ha cercato di eliminarci usando un Ditto che ha assunto le sembianze di Arceus." rispose Vera. La bambina castana aveva un tono di profonda disapprovazione, ora che aveva visto a quali mezzi ricorreva la Chiesa d'Alfa per diffondere il suo verbo. "Ma siamo riusciti a scoprire il trucco... e il resto è venuto da sè. Ne deduco... che non sei molto entusiasta di averlo come padre, eh?"

"Flabebe..." rispose il Flabebè di Vera. Sembrava ancora stupito del fatto che una persona insensibile ed infida come Elias potesse essere il padre di Luna. La mela era caduta ben lontana dall'albero...

La ragazzina bionda guardò in lontananza per un po', persa nei suoi pensieri, e Vera si pentì di aver fatto una tale domanda.  Certo che Luna non poteva essere contenta. Se era arrivata persino a fuggire e a farsi adottare da Radomus...

"Mio padre... almeno, il mio padre biologico... ha sempre voluto che la mia vita fosse unicamente dedicata a servire Arceus. Non ho mai avuto la possibilità di scegliere. Dovevo per forza seguire le sue orme, ogni altra scelta sarebbe stata una tentazione da scacciare con ogni mezzo." affermò Luna. "Non potevo mangiare nulla di dolce, per non cadere nelle tentazioni della gola. Non ho mai potuto avere dei risparmi miei, perchè secondo lui l'avidità avrebbe intaccato la mia fede... heh, e poi si meraviglia del fatto che non ho mai avuto simpatia verso la sua cosiddetta religione... per lui, io non sono mai stata altro che uno dei suoi cultisti, un altro strumento per predicare a tutti i suoi moralismi. Non mi ha mai considerato davvero come una figlia."

Vera e i suoi compagni non potevano dire di comprendere al cento per cento come fosse la vita sotto un padre così opprimente, ma provavano sicuramente dispiacere per quello che Luna era stata costretta a subire. Ancora una vita che era stata sconvolta e profondamente segnata dalle ingiustizie che si consumavano a Reborn.

"Flabebe..." il Flabebè di Vera fluttuò verso Luna, che si era messa in disparte con lo sguardo rivolto verso il terreno. Anche Gossip Gardevoir si avvicinò, mettendole le mani sulle spalle con fare protettivo e consolatorio. 

"Grazie, Gardevoir..." mormorò Luna, che ora si sentiva un po' più calma.

"Mi dispiace, Luna... voglio dire, immaginavamo che ci fossero stati dei problemi nella tua famiglia, per farti decidere di venire qui a vivere con il signor Radomus, ma... non credevo che fosse una cosa così seria." rispose contrita Vera. Notò che Luna non aveva mai fatto menzione di sua madre, e ritenne che fosse più saggio non chiedere.

"Sì, effettivamente questo è soltanto un esempio di quello che succede in questo paese alla deriva..." commentò Radomus, mentre invitava tutti a rientrare nel suo maniero, e le pesanti porte si chiudevano dietro di lui. "Ma credo che sia meglio continuare la discussione nella sicurezza della mia... umile dimora. Tra l'altro, dobbiamo ancora pianificare la prossima mossa, e non credo che la reazione del Team Meteora si farà attendere a lungo."

"E' vero... e poi, dobbiamo ancora farvi vedere di cosa siamo capaci, grazie agli allenamenti che abbiamo fatto con Luna!" affermò Ortilla. Jubjub e Alty stavano volando fianco a fianco, e  la bambina dai capelli turchini sorrise soddisfatta quando vide i due Pokemon alati esibirsi in un piccolo numero acrobatico che avevano imparato in quegli ultimi tempi...

 

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Nel frattempo, in una delle zone più remote ed inaccessibili di Reborn,nel bel mezzo di una grande catena montuosa, uno dei giovanissimi membri della resistenza contro il Team Meteora era impegnata in una dura lotta contro un Pokemon che si era parato improvvisamente sulla sua strada - la piccola Heather Molinar stava guardando con espressione decisa il possente Druddigon che era all'improvviso emerso da una grotta mentre lei e il suo Bagon stavano passando. Davanti alla bambina e al suo migliore amico si parava un muscoloso rettile bipede dalla schiena e arti ricoperti di squame blu-verdine, con un paio di ali a forma di foglie spinate che agitava lentamente ma che sembravano in ogni caso inette al volo.  I suoi piccoli e feroci occhi hanno le iridi gialle, e osservavano con aggressività Heather da una testa rossa circondata da un collare di corti ed acuminati spuntoni. Dalle sue lunghe braccia spuntavano dei lunghi aculei rossi, che percorrevano anche la spina dorsale della creatura e terminavano sulla punta di una corta ma robusta coda. Sulla pancia aveva una serie di placche beige che servivano a dare maggiore protezione a quella terrificante creatura.

"Un Druddigon..." sussurrò Heather, mentre lei e Bagon si preparavano ad una lotta che sarebbe sicuramente stata difficile. Il feroce Pokemon Drago grugnì e sfoderò i letali artigli che ornavano le braccia e le gambe e si mise in guardia. "Attento, Bagon... questo Pokemon non scherza affatto. Temo... che ci siamo spinti nel suo territorio senza rendercene conto."

"Drrrruddigon!" ringhiò il Pokemon Grotta, e fece un passo verso gli intrusi.

Bagon fece un passo indietro, ma si tenne davanti alla sua allenatrice con l'intenzione di proteggerla. "Bagon, bagon..." disse il piccolo Pokemon Drago, come se volesse intimare a Druddigon di non fare un passo in più. Per nulla impressionato, il nemico continuò ad avanzare, ed Heather decise che era meglio fare la prima mossa.

"E... e va bene, facciamoci largo!" esclamò. "Bagon, usa Dragospiro!"

"Bagoooon!" ringhiò il draghetto, per poi prendere fiato e scagliare una brillante fiammata blu che sfrecciò verso il Pokemon Grotta. Molto più grande ed ingombrante rispetto all'amichetto di Heather, Druddigon non fece in tempo a spostarsi, e decise invece di difendersi alzando le braccia davanti a sè. Il colpo lo costrinse a retrocedere di un passo, ma non riuscì a fargli tanti danni, e Druddigon strizzò un occhio infastidito prima di gettarsi all'attacco, ad una velocità che colse di sorpresa Heather!

"Ah! Attento, Bagon!" esclamò la bambina, gettandosi verso il suo Pokemon per evitare che venisse centrato dalla potente coda dell'avversario. Druddigon cercò di schiacciare l'allarmato Bagon sul terreno roccioso, ma per fortuna la sua mossa Codadrago fu abbastanza lenta, ed Heather ebbe appena il tempo di mettere al sicuro Bagon e portarsi a distanza di sicurezza... poi, la coda si schiantò sul punto in cui si trovava il drago più piccolo, e mandò in frantumi alcune rocce, mentre Heather atterrava agilmente da un lato, graffiandosi un gomito nella caduta. "Ow! Accidenti, qui si mette male! Bagon, stai bene? Non sei ferito, vero?"

"Ba bagon..." disse Bagon con un sospiro di sollievo. "Gon bagon ba bagon!"

Heather fece qualche passo indietro, e fissò con astio il Pokemon Grotta che le rivolgeva ancora una volta uno sguardo minaccioso. Non si era lanciato di nuovo all'attacco... e la bambina ebbe il sospetto che volesse dare loro un ultimo avvertimento, prima di lanciare un attacco decisivo.

"Ugh... odio ammetterlo, ma al momento non sei all'altezza di questo colosso..." affermò Heather, masticando amaro. Possibile che dopo tutto quello che aveva passato, ancora lei e Bagon non fossero in grado di misurarsi con un Pokemon selvatico? E se non riuscivano a battere quel Druddigon, che possibilità avevano contro il Team Meteora?

Inutile recriminare, quello che dovevano fare ora era sopravvivere e diventare più forti... in qualche modo... "Magari un altro dei miei Pokemon riuscirebbe, ma... no, meglio non rischiare in questo momento! Dobbiamo andarcene il prima possibile!"

"Bagon..." esclamò il Pokemon Rocciotesta con tono comprensivo. Immaginava cosa doveva pensare Heather in quel momento, e sapeva quanto le pesava doversi ritirare. I due amici si allontanarono rapidamente da Druddigon, che continuò ad avanzare lentamente per essere sicuro che volessero davvero andare via... ed Heather si guardò attorno per un attimo, notando finalmente una via d'uscita vicina e sicura - una stradina tortuosa che passava in mezzo a due grandi muri di roccia. La bambina ricordò di aver visto un Pokemon Center in una baita, non molto lontano da lì, e pensò che avrebbe almeno potuto far riposare lì i suoi Pokemon, mentre pensava a cosa fare.

Heather e Bagon indietreggiarono con prudenza, sostenendo lo sguardo feroce del Druddigon nemico... e quando furono sicuri che il Pokemon Grotta non li avrebbe seguiti, gli voltarono le spalle e corsero con tutta la velocità di cui erano capaci verso la salvezza. Per un istante, Druddigon fu tentato di inseguire, ma decise che era meglio non tentare la sorte. Ancora una volta, era riuscito a mandare via gli intrusi che volevano catturare lui e i suoi compagni... anche se si chiedeva se la sua fortuna sarebbe durata ancora a lungo.

Con un grugnito rassegnato, il Pokemon Grotta si ritirò nella spelonca dalla quale era uscito, e scese lungo un dislivello naturale che lo portò ad una grotta un po' più ampia, le cui pareti scintillavano lievemente grazie a degli strani cristalli che spuntavano da esse, e che davano a quel luogo un aspetto decisamnte inusuale. Sembrava che la luce provenisse dall'interno di alcune delle formazioni di quarzo, e anche se Druddigon non aveva idea di cosa fossero esattamente, aveva il sentore che erano quelli il motivo per cui si trovava a dover mandare via tutti quegli intrusi.

Strano che quella piccola umana fosse vestita di bianco e rosso, e avesse quel Pokemon Drago al suo seguito, pensò Druddigon mentre riordinava una sorta di giaciglio di paglia che aveva preparato in precedenza. Di solito, gli intrusi che venivano a disturbarlo erano vestiti di nero, e ce n'erano tre o quattro... Beh, non che importasse davvero. Quello che più gli interessava, in quel momento, era che non venissero più a dargli fastidio per un po'.

Il Pokemon Grotta si distese sul suo giaciglio improvvisato, chiudendo le ali attorno al corpo per tenersi al caldo il più possibile, e dopo aver preso un profondo respiro, chiuse gli occhi e cercò di dormire almeno un po'...

 

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L'atmosfera, al Pokemon Center sulla strada per la città di Ametripoli, era piuttosto rilassata e calma, nonostante la tensione che in quel periodo buio attraversava il continente di Reborn. Quando Heather e Bagon entrarono, godendosi l'aria riscaldata che scioglieva un po' le loro articolazioni infreddolite, videro che c'era già un discreto gruppo di persone riunite là dentro, per la maggior parte montanari o viaggiatori assieme ai loro Pokemon. Il suono delle loro voci pervadeva la sala principale del Pokemon Center, mentre l'Infermiera Joy di turno e i suoi Pokemon aiutanti, una Blissey e un Wigglytuff andavano avanti e indietro per consegnare i Pokemon riposati agli allenatori.

"Ecco fatto, signore." disse l'infermiera dai capelli rosa, tirando un po' il fiato mentre consegnava sei Pokeball ad un ragazzo vestito di una pesante giacca verde e blu, con pantaloni imbottiti e stivali da neve, il cui braccio destro era fasciato e tenuto legato al collo. "I suoi Pokemon sono in perfetta forma. Mi dispiace solo che non possiamo curare lei altrettanto rapidamente."

Il ragazzo alzò le spalle e fece un sorriso rassegnato, ricevendo le Pokeball con il braccio ancora utilizzabile e mettendole alla cintura, una alla volta. "Grazie, infermiera Joy... non si preoccupi per questo, gli incidenti capitano. Immagino che sia un rischio del mestiere, per noi allenatori." affermò. "Speravo di arrivare ad Ametripoli, mi hanno detto che ci sono dei problemi da quelle parti, e pensavo che forse avrei potuto dare una mano..."

Questo attirò l'attenzione di Heather e Bagon, e la bambina voltò appena un po' lo sguardo in direzione del ragazzo e dell'Infermiera Joy. Ametripoli? Non era quella città che sorgeva quasi sulla vetta della catena montuosa più alta di Reborn? Stava accadendo qualcosa da quelle parti?

Prima di tornare al suo lavoro, l'Infermiera Joy sospirò e rispose al giovanotto. "In effetti è così... in questi ultimi tempi si sono moltiplicati i casi di attacchi da parte di Bergmite... esattamente come quello in cui lei si è ferito al braccio. " affermò la ragazza. "Purtroppo, non sono ancora sicuri di cosa fare... stanno pensando di organizzare una spedizione di allenatori professionisti per tenere a bada questi pericolosi Pokemon. Certo, non credo potranno ignorare il problema a lungo."

"Se i Bergmite si fanno più aggressivi, potrebbero dare dei grossi problemi ai rifornimenti di generi di prima necessità che arrivano ad Ametripoli." concluse pensieroso il ragazzo. Heather intervenne in quel momento, decisa a sapere di più di quello che stava accadendo.

"Chiedo scusa... io sono arrivata da poco da queste parti." esordì la bambina dai capelli fucsia, con Bagon che la seguiva a breve distanza. Quando l'infermiera Joy e il giovane col braccio infortunato si voltarono sorpresi verso di lei, Heather si schiarì la voce e continuò. "Cosa sta succedendo da queste parti? Ci sono dei Bergmite che stanno dando dei problemi ad Ametripoli?"     

"Bagon?" le fece eco il draghetto.

L'infermiera Joy e il ragazzo apparvero piuttosto sorpresi di vedere una bambina dall'aspetto così inoffensivo apparire loro davanti. "Ah? Non sei di quì, è la prima volta che ti vedo." disse Joy, con l'aria di voler dire che questo spiegava il fatto che la bambina non sapesse nulla. "In effetti, è un po' che Ametripoli è in difficoltà... in questo periodo, un gruppo di Bergmite si è messo ad attaccare i viaggiatori. E la cosa più preoccupante, è che stanno rallentando sempre più i rifornimenti che arrivano da valle. Se dovesse continuare così, Ametripoli resterebbe isolata... e i suoi abitanti comincerebbero a soffrire la fame."

"Nessuno sa perchè i Bergmite siano così aggressivi..." disse il ragazzo col braccio ferito. "Molti pensano che sia opera del Team Meteora, e se devo essere sincero, lo penso anch'io. Temo che quei farabutti stiano cercando di preparare qualcosa di losco, da qualche parte lassù. E i Bergmite... sarebbero solo delle pedine nel loro piano."

Heather sorrise amaramente tra sè. Perchè si era aspettata una risposta simile? A quel punto, non aveva più bisogno di ulteriori conferme. "Oh, beh, se si tratta di quei maledetti del Team Meteora... allora ci posso pensare io!" affermò. "Avrei... solo bisogno di un po' di tempo, di capire esattamente da dove vengono i Bergmite... e sono sicura che riuscirei a sistemare la situazione!"

L'espressione di stupore ed incredulità che Heather e Bagon videro apparire sui volti delle persone con cui stava parlando - e anche su quelli di alcuni montanari lì vicino - fecero subito capire che non li stavano prendendo sul serio. Il Pokemon Rocciotesta alzò gli occhi al cielo quando il ragazzo fece una risata a mezza bocca. "Bagon..."

"Hm? Ho detto qualcosa di strano?" chiese Heather irritata. Quando il ragazzo smise di ridere e la guardò stupito, come se non avesse capito cosa volesse dire, la bambina gli si avvicinò bruscamente e lo toccò sulla spalla sana con un indice. "Stai dicendo che non devo immischiarmi perchè sono una bambina, vero?  Che dovrei restarmene qui al calduccio e lasciare che siano gli adulti a sistemare tutto, vero?"

"Ma cos... Hey, un momento, non volevo mica mancarti di rispetto!" esclamò il ragazzo, spiazzato davanti alla reazione della ragazzina. "Volevo solo dire che non mi sembra molto saggio cercare di opporsi al Team Meteora così... senza avere una certa esperienza come allenatori di Pokemon!"

"Beh, per tua norma e regola... io sono un'allenatrice esperta!" lo rimbeccò Heather, avanzando ancora, e guardandolo con rabbia. "Io e i miei compagni abbiamo combattuto il Team Meteora più a lungo di quanto voi pecoroni abbiate mai fatto! Quindi, non ti consiglio di alzare troppo la cresta, amico! O forse vorresti dire che io sono una bambina, e devo fare come dite voi adulti? Voi e le vostre stupidissime regole!"

"Bagon! Bagon!" esclamò allarmato il piccolo Pokemon Drago, mentre tirava il vestito di Heather per dirle di calmarsi.

Un attimo di stupore ed incredulità seguì la sfuriata di Heather, al che l'infermiera Joy decise che era il caso di intervenire prima che si infervorasse ancora di più. "Okay, adesso calmati!" esclamò la ragazza battendo le mani un paio di volte per attirare l'attenzione d Heather. "Non so esattamente cosa tu voglia dire con questa storia delle regole, ma qui ci troviamo in un Pokemon Center! Se sei venuta qui per riposare e far riprendere i tuoi Pokemon, sei la benvenuta, ma non ammetto che si scatenino liti con i visitatori. E' irrispettoso nei loro confronti e in quelli dei Pokemon che si stanno riposando."

Heather restò in silenzio per un attimo, e continuò a guardare l'infermiera Joy, che sostenne il cipiglio aggressivo della bambina. Poi, con un po' di riluttanza, Heather guardò da un'altra parte e sbuffò. "Okay, okay, chiedo scusa, mi sono lasciata prendere la mano." affermò, pur non sembrando troppo convinta. Guardò verso Bagon, e la sua espressione di scuse sembrò un pochino più sincera al draghetto. "Comunque, quello che volevo dire... è che anche se non sembra, io e i miei compagni abbiamo esperienza con il Team Meteora. Intanto, sono abbastanza sicura che posso affrontare i Bergmite che stanno bloccando la strada per Ametripoli... e poi, se davvero c'è il Team Meteora dietro a tutto questo, potrei scoprire dove si nascondono e farlo sapere anche alle forze dell'ordine! Non credete che sarebbe una buona idea? Sarebbe un altro colpo per quei farabutti!"

Indifferente ai mormorii che adesso si susseguivano nel Pokemon Center, l'infermiera Joy pensò per un attimo alla proposta di Heather... e il suo Wigglytuff, dopo un breve istante di esitazione, guardò verso Blissey e sussurrò qualcosa. "Wi, wigglytuff!"

"Blissey!" La Pokemon infermiera si passò un dito sotto il mento, come se stesse pensando, e si convinse di quello che il suo "collega" stava dicendo. Con un cenno del braccio, richiamò l'attenzione dell'infermiera Joy, e spiegò anche a lei. "Blissey bliss!"

"Come dici, Blissey?" chiese l'infermiera Joy, piuttosto stupita dalla richiesta. Quando Heather e il ragazzo infortunato guardarono verso di lei, si schiarì la voce e tradusse quello che aveva detto la sua Pokemon. "Beh... Blissey mi stava dicendo che poco fa aveva sentito un Pokemon appena guarito parlare di alcuni Bergmite che stavano uscendo da una grande fenditura nel ghiacciaio. Forse... forse è da lì che parte il problema? Se qualcuno dovesse andare a dare un'occhiata in quel luogo, forse si capirebbe qualcosa di quello che sta accadendo ad Ametripoli."

"Perfetto! Allora sarà lì che andremo a vedere!" affermò Heather. "Grazie per l'informazione, Wigglytuff e Blissey! Sapremo farne buon uso!"

"Blissey bliss!" esclamò Blissey, con l'aria di qualcuno chestava facendo una domanda molto importante.

Bagon disse di sì con la testa, anche lui d'accordo con la Pokemon rosa. "Gon gon, bagon!"

"Sì, lo so, Bagon... sono un'allenatrice di Pokemon Drago, come posso non sapere che il Ghiaccio è il vostro punto debole?" rispose Heather. "Ma il tipo non è tutto, non credi? Dovrò usare un po' di cervello e di tattica, ma non credo sia poi così difficile!"

"Non sottovalutare la situazione, piccola. Questo non è un gioco." affermò il ragazzo, cercando stavolta di scegliere un po' meglio le parole in modo che Heather non ci vedesse qualche tentativo di fermarla. "Potrebbe esserci di mezzo la sicurezza di Ametripoli. E se è coinvolto quel dannato Team Meteora, sicuramente la posta sarà ancora più alta."

Questa volta, la risposta di Heather fu più misurata. Sentendosi improvvisamente stanca per il viaggio, Heather prese in braccio Bagon e tirò verso di sè uno sgabello che giaceva abbandonato accanto ad un tavolino basso. Con un sospiro, Heather si sedette e accarezzò il suo Pokemon sulla testa, in modo da tranquillizzare lui e sè stessa. "Credetemi... io conosco meglio di molti altri di cosa è capace il Team Meteora. Ho perso i miei genitori per colpa loro... e se non fosse stato per certe persone straordinarie che ho conosciuto, avrei perso ancora d più..." affermò, cercando come poteva di non far vedere il dolore che riaffiorava ogni volta che riparlava di quei tristi eventi. Non era sicura di esserci riuscita del tutto. "E' per questo che voglio fare tutto quello che posso per farla pagare a quei maledetti... e se questa storia dei Bergmite c'entra qualcosa con il Team Meteora, beh, allora spero anch'io di poter fare la mia parte per aiutare la gente di Ametripoli e mettere i bastoni tra le ruote ai nostri nemici."

L'infermiera Joy e i suoi Pokemon restarono in silenzio. Si rendevano conto che quella bambina, nonostante la giovane età, aveva vissuto esperienze che avrebbero fiaccato il morale anche di un uomo adulto, e nonostante provassero pena per lei, era mischiata con ammirazione per il modo in cui riusciva ad andare avanti e farsi coraggio nonostante tutto.

"Sì... capisco quello che vuoi dire." affermò il ragazzo, strizzando un occhio quando una breve fitta gli attraversò il braccio ferito raggiungendo quasi la spina dorsale. "Ow... credimi, capisco cosa vuoi dire... molti abitanti di Reborn si sono rassegnati al dominio del Team Meteora, e non si oppongono più, credendo che sia inutile anche soltanto tentare... persone come te, che ancora non si rassegnano, rappresentano la speranza di Reborn. Ma proprio per questo non devono trattare con leggerezza questa loro responsabilità. Se questa speranza cadesse, non resterebbe più nulla a chi a Reborn spera ancora in un futuro libero dalla tirannia."

"Quindi, Heather, cerca di essere prudente... e soprattutto, accetta il nostro aiuto. Anche se forse non molti di noi hanno la forza necessaria ad opporsi al Team Meteora, forse potremo darti una mano." disse l'infermiera Joy. A quel punto, un po' di ospiti del Pokemon Center si era avvicinato per ascoltare quello che si stava dicendo. "Che ne dici? Forse, se ci mettiamo tutti assieme, riusciremo a vanificare i piani del Team Meteora, e aiuteremo meglio la gente di Ametripoli."

"Go golem!" esclamò un Golem appartenente ad un corpulento montanaro lì vicino. Si colpì il petto con un pugno roccioso, in modo da far vedere che era pronto a tutto... e guardò verso altri dei Pokemon e degli allenatori lì riuniti: un Nidoking, un Granbull, un Cacturne, un Rotom... anche un paio di Pokemon che Heather non conosceva, uno dei quali assomigliava ad un enorme tucano con un grande becco ricurvo, mentre un altro aveva l'aspetto di un Persian, ma aveva il muso tondo e la pelliccia di colore grigio.

"E quei Pokemon... da dove vengono? Non li ho mai visti prima..." sussurrò la bambina rivolta all'infermiera Joy. "Anche se uno di essi mi ricorda tanto un Persian..."

"Wi wigg, wiggly... tuff!" spiegò il Wigglytuff del Pokemon Center, guardando da un Pokemon all'altro, e il Pokemon tucano, sentendosi chiamato in causa, inclinò la testa da un lato incuriosito, mentre il Persian grigio si grattava un orecchio con una zampa posteriore.

"Questo, ragazzina, è il mio bellissimo Toucannon!" affermò un montanaro con una florida barba nera. "E' un Pokemon proveniente dall'arcipelago di Alola!"

"E questo, invece..." continuò una giovane donna, grattando il Persian grigio dietro un orecchio  e facendogli fare le fusa. "E' il mio Persian di Alola! E' un Pokemon molto simile al Persian classico, ma è di tipo Buio anzichè Normale, e ha delle mosse un po' diverse."

"Questa poi... avevo sentito che ad Alola ci sono Pokemon diversi rispetto a quelli che si vedono di solito, ma questa è una sorpresa..." rispose Heather. Scosse la testa, cercando di concentrarsi sul problema attuale. "Comunque, adesso quello che dobbiamo fare è cercare di capire cosa vogliono quei Bergmite e perchè all'improvviso si sono messi in testa di isolare Ametripoli."

"Okay... allora, vediamo cosa si può fare..." disse un allenatore, e il Blissey del Pokemon Center disse di sì con la testa e corse via, per poi ritornare pochi istanti dopo con una mappa arrotolata che mostrò ad Heather e al suo Pokemon - una mappa della zona di Ametripoli e dintorni, sulla quale erano riportati in maniera molto dettagliata il ghiacciaio vicino, i centri abitati e un picco innevato che sorgeva vicino alla cittadina.

"Blissey!" esclamò, mentre con una mano iniziava a mostrare ad Heather alcuni passaggi che forse potevano tornarle utili...

 

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Nel frattempo, in una delle numerose basi segrete del Team Meteora, fervevano i preparativi per un nuovo piano d'attacco. Lord Solaris aveva fatto riunire alcuni dei suoi uomini migliori, suo figlio Taka compreso, in una stanza dei macchinari, e stava dando loro le dovute istruzioni.

"Molto bene... immagino che sapiate già qual è la situazione. Siamo in una posizione molto delicata. E' passato molto tempo dall'ultima volta che il Team Meteora si è trovato davanti dei nemici tanto pericolosi. Non possiamo lasciare che la comandante suprema intervenga di persona, almeno non finchè non siamo sicuri che non abbiamo altra scelta."

Seguì un lungo momento di silenzio, che bene esprimeva il terrore che Lin incuteva nei suoi sottoposti. Una volta che fu sicuro che i suoi uomini avevano capito come stavano le cose, Solaris riprese. "Non voglio nascondervi nulla, sono preoccupato. Dobbiamo agire in maniera rapida... ma allo stesso tempo efficace. Prima di tutto... Blake, com'è la situazione ad Ametripoli? Il PULSE-Avalugg sta facendo il suo lavoro?"

Il comandante dai capelli azzurrini sbuffò con fare arrogante e si sfregò la nuca. "Sì, sì... certo che funziona bene, stavolta sono sicuro che quell'idiota di mio fratello non ha potuto metterci mano." affermò, ancora irritato per la sconfitta che lui e il suo capo avevano subito per mano di Kiki. Se solo non fosse stato per Cal, il monastero di Apofillide sarebbe diventato cenere, e forse adesso non si troverebbero in quella situazione così delicata. "Ad ogni modo, il ghiacciaio si sta espandendo, e ben presto, tutti i collegamenti verso il resto del continente verranno interrotti. Se non vorranno rendersi responsabili della morte di centinaia di persone, quelli della resistenza dovranno farsi vedere... e sarà un'ottima occasione per eliminarli e recuperare le loro Chiavi."

Per un attimo, Taka guardò verso Zel... e vide che il misterioso individuo dalla personalità multipla stava strisciando nervosamente la suola di una scarpa sul pavimento. Il giovane Taka sapeva quale personalità fosse predominante in quel momento, ma qualunque fosse, sicuramente non era un momento troppo facile per lui o lei. Ametripoli era una città che aveva avuto un significato importante per tutte e tre... per ovvi motivi.

"Per quanto riguarda il tuo esperimento, Zel... come sta andando? La tua battaglia con Aya LaRue è stata fruttuosa, vero?" chiese Lord Solaris al misterioso scienziato. L'espressione di Zel si fece seria, e dal suo sguardo freddo, Taka capì che in quel momento era Zero che controllava il corpo.

"Su questo la posso tranquillizzare, Lord Solaris." disse Zero. "In effetti, sono riuscito a raccogliere quello che mi serviva. Tutti i dati di cui avevo bisogno, e anche i campioni di cui avevo bisogno. Prevedo che nel giro di qualche giorno potrò aggiornarla sui risultati, ma le posso assicurare che finora sono promettenti."

Zero abbassò la testa, brontolò qualcosa tra sè... e poi, alzò la testa di nuovo, e la sua voce, il cui timbro si era fatto più caldo e gentile, era quella di Eve. "Per dire più precisamente le cose come stanno... il soggetto ha rivelato una spiccata predispozione allo scontro fisico, e una difesa notevole contro gli attacchi fisici. La sua velocità lascia un po' a desiderare, ma dovrebbe essere in grado di resistere abbastanza da sferrare dei colpi potenti a qualsiasi avversario. Detto in poche parole, siamo convinti di aver creato un Pokemon molto affidabile." Abbassò di nuovo la testa e mormorò qualcosa... e subito dopo, Lumi prese la parola.

"C-certo... non esiste nessun Pokemon che sia... perfetto." sussurrò la personalità più mite di quelle che condividevano quel corpo. "Ma... per quello... ci penseranno gli altri nostri Pokemon a... a... gestire il resto. E'... una questione di gioco di squadra dopo tutto, vero?"

Solaris disse di sì con la testa. "Molto bene. Allora, Zel, continua così. Per quanto riguarda il resto... Blake, tu andrai ad Ametripoli, e sorveglierai la situazione. Sono convinto che la resistenza sentirà presto parlare del PULSE-Avalugg, e se i miei calcoli sono giusti, daranno la priorità alla sua eliminazione." affermò. "Sai già come fare per le provviste e ciò che ti può servire, vero?"

Il giovinastro dai capelli celesti disse di sì con la testa, per quanto si vedesse che era un po' riluttante. "Agli ordini, Lord Solaris. E... sì, so come fare. Mi ero preparato già da tempo a questa possibilità." rispose.

"Ottimo." continuò Solaris. "Sirius, tu e il Dr. Connal vi occuperete di gestire le operazioni nella zona di Labradoria. Manderemo lì tutti i nostri uomini più fidati, dobbiamo essere sicuri che tutto fili liscio da quelle parti."

Sirius annuì a sua volta. Per il momento, meglio mostrarsi collaborativi. Il resto sarebbe venuto in seguito. "Agli ordini, Lord Solaris. Eseguiremo il compito al meglio delle nostre possibilità."

"A questo proposito..." Lord Solaris riprese la parola prima che Sirius potesse abbandonare il discorso. "...una nuova recluta si unirà a Sirius e al Dr. Connal. Signori, vi prego di dare un benvenuto ad un nuovo collaboratore del TeamMeteora, grazie al quale ritengo che adesso abbiamo un sostanziale vantaggio sui nostri nemici."

"Potete stare certi che non rimane loro molto da gioire." rispose una voce giovanile, distintamente crudele ed arrogante, e la nuova recluta si mostrò ai suoi nuovi colleghi, avanzando da dietro Solaris. Un ragazzo di circa sedici o diciassette anni, con i capelli di colore verde smeraldo, un po' scompigliati, e un paio di occhiali da vista che rendevano la sua espressione più acuta, e in qualche modo più sgradevole. Indossava la classica uniforme nera delle reclute di basso rango, ma delle spille argentate appuntate sul torace mostravano al resto degli scagnozzi che quel tipo godeva di alcuni privilegi speciali.

Fern si piazzò davanti al gruppo di reclute e comandanti del Team Meteora, per nulla impressionato dagli sguardi pieni di disapprovazione che stava ricevendo da molti dei membri. In particolare, non gli piaceva come il figlio del capo lo fissava... si fece un appunto mentale di fargli capire chi era che comandava, più tardi.

"Sì, fino a poco tempo fa, ero anch'io un membro della resistenza." ammise il ragazzo con gli occhiali, parlandone come se fosse una cosa di cui vergognarsi. "Diciamo che... non vedevo molte alternative. Ma... mi sono reso conto, restando con loro, che quel branco di idioti non hanno un vero scopo e non sanno vedere ad un palmo dal loro naso. Solo sotto il Team Meteora, Reborn potrà rinascere a nuova vita, e tornare ad essere il posto speciale che era tanto tempo fa."

Taka riuscì a stento a trattenere un'espressione di disprezzo. Certo, come se a quell'individuo importasse davvero di quello che Reborn era una volta. Beh, in realtà, lui stesso non poteva dire che gli importasse molto di quello che era stato Reborn all'alba della storia. Suo padre voleva a tutti i costi fargli credere che il modo in cui vivevano all'epoca era il solo modo giusto di vivere, ma onestamente, Taka non sapeva che farsene di una tale retorica anti-progressista. Il problema era che non era mai stato nella posizione di dire la sua...

"Il gruppo a cui appartenevo... si nutre di vuote speranze e di idealismo." continuò Fern con un sorrisetto maligno. "Non hanno idea di quello che stanno veramente facendo, e non sanno che sconfiggere il Team Meteora vorrebbe dire sconfiggere l'intera popolazione di Reborn. Solo il Team Meteora può fare in modo che questo paese alla deriva rimanga forte... e le attuali tribolazioni sono tutte prove a cui le persone sono sottoposte per testare il loro valore e capire quale sarà il loro posto nel mondo che verrà. Ma i miei ex-compagni pensano di essere nel giusto, a prescindere dalla situazione... e si riempiono la bocca di belle parole come libertà e giustizia per illudersi che quello che stanno facendo sia giusto anche per tutti gli abitanti di Reborn City. Heh... che stupidaggini. Era già da tempo che ci stavo pensando, ma solo adesso ho avuto la possibilità di staccarmi da loro. E adesso... ho tutta l'intenzione di fare quanto è in mio potere per aiutare il Team Meteora nella sua missione."

"E mettere quella mocciosa di Hoenn e i suoi amichetti al loro posto, una volta per tutte." aggiunse tra sè.

"Come potete sentire... questo ragazzo ha già capito come stanno le cose. Sarà un compagno prezioso per noi del Team Meteora." continuò Lord Solaris. Guardò in direzione di Sirius e del Dr. Connal. "Avete sentito gli ordini. Dovete recarvi nella zona di Labradorra, e controllare la situazione. Fern avrà modo di dare prova di sè... e potrà farlo ostacolando i suoi ex-compagni."

Il Dr. Connal, che fino a quel momento era rimasto in silenzio ad ascoltare gli ordini dei suoi superiori, alzò una mano per chiedere la parola. Quando Lord Solaris gli fece cenno di dire la sua, lo psichiatra criminale rigraziò e si rivolse direttamente a Fern. "Molto bene. Vedo che hai finalmente compreso qual è la cosa giusta da fare." affermò, ma Fern capì subito dal tono di voce che Connal voleva metterlo alla prova. "Ma... sono curioso di sapere se davvero hai la convinzione necessaria. Se sarai in grado di combattere contro i tuoi ex-compagni."

"Certo che ne sono in grado!" ribattè prontamente il ragazzo dai capelli verdi, quasi risentito della domanda. "Non mi sarei certo preso la briga di rischiare la pelle a venire fin qui, se non fossi stato assolutamente convinto di quello che sto facendo!" Fece un attimo di pausa, rimuginando cupamente sui suoi ex-compagni. "Non potevo più tollerare la loro stupidità e il loro irritante idealismo! Cercavano sempre di ostacolarmi, non si rendevano conto delle mie capacità e del mio potenziale! Aiutando il Team Meteora, non soltanto potrò aiutare a cambiare il mondo, a fare sì che diventi un posto migliore per tutti coloro che ne saranno degni... ma potrò anche conquistare il posto che mi spetta! Tutti dovranno riconoscere il mio valore e il mio talento di allenatore!"           

Il Dr. Connal storse il naso, ma accettò la risposta. "Anche tu, quindi, combatti per un desiderio egoistico, un infantile bisogno di veder riconosciuto il tuo valore, una necessità di essere validato dagli altri... da tua sorella, l'esperta di Pokemon d'Erba Florinia Sevilla." affermò. Quando Fern gli rispose con uno sguardo minaccioso, il dottore alzò le spalle. "Detto questo, sono abbastanza pragmatico da rendermi conto che il tuo aiuto potrebbe essere indispensabile. Quindi... sono disposto a lavorare con te. Solo, prima che il Team Meteora stabilisca il suo dominio su questo paese, dovremo fare un bel discorso."

"Non credo ce ne sarà bisogno... ma il dottore sa sempre tutto, vero?" chiese sarcastico Fern, guadagnandosi un'altra occhiataccia da parte del medico criminale.

Un battito di mani da parte di Lord Solaris richiamò tutti all'ordine. "Signori! Signori, per cortesia! Non è il momento di mettere i nostri interessi personali e le nostre ruggini di fronte al bene comune." affermò severamente, richiamando tutti all'ordine. "Avete le vostre istruzioni, eseguitele al meglio delle vostre possibilità! A questo proposito... Taka!"

"Sì, padre." rispose prontamente il giovane comandante, anche se già immaginava quale sarebbe stato l'ordine.

Solaris confermò i suoi sospetti poco dopo. "I nostri alleati della Chiesa d'Alfa ci hanno aggiornati sulla situazione. Abbiamo confermato che Elias ed Angela si trovano nelle mani delle forze dell'ordine di Reborn City." spiegò. "Il tuo compito è quello  di recarti alla nostra base segreta nel centro di depurazione di Reborn City, e da lì, assieme a Pius e al cadetto Bennet, organizzare la loro evasione. E mentre ti trovi lì, mi aspetto che tu tenga d'occhio anche il PULSE-Swalot. E' un elemento molto importante nella nostra strategia, e se dovesse essere perduto per qualche motivo... il nostro piano di liberare Reborn dai miscredenti subirebbe un duro colpo."

"Certo. Capisco, padre. Farò come dici tu." rispose Taka, ancora una volta sentendosi come se stesse adulandolo. Si trattava di un'evasione... questa era una cosa che lui poteva fare, anche se non poteva fare a meno di pensare alle conseguenze di una simile azione. Padre Elias era sempre stato un po' troppo zelante per i suoi gusti, ma era una delle poche persone che suo padre considerava suo amico, oltre che un prezioso alleato per il Team Meteora. Da quando durava l'amicizia tra suo padre ed Elias? Taka non poteva dire di saperlo per certo, ma era sicuramente da prima che lui fosse nato...

Taka provò un istante di nostalgia al ricordo della figlia di Elias, e si chiese dove fosse in quel momento. La sua speranza era che fosse lontano da Reborn, e al sicuro da qualsiasi piano contorto suo padre stesse architettando.

"Avete tutti le vostre istruzioni." concluse Lord Solaris. "Eseguitele al meglio delle vostre possibilità, e cercare con tutte le vostre forze di recuperare le Chiavi. La comandante suprema dovrà trovarle tutte, per la prossima volta che ci farà visita."

"Ricevuto, Lord Solaris!" rispose un coro di voci in leggera disarmonia. Gli uomini del Team Meteora lasciarono la sala in ordine, ognuno di loro pensando a quale sarebbe stato il modo più sicuro e più rapido di portare a termine il loro compito... e ben presto, Solaris rimase solo nella stanza, in preda ai suoi pensieri. Vide suo figlio che era rimasto indietro per un attimo, e lo guardava con evidente preoccupazione, ma non se ne curò troppo e fece cenno al ragazzo di andare pure.  Taka disse di sì con la testa, ma per un attimo, Solaris vide la sua bocca muoversi, ed ebbe la netta sensazione che suo figlio gli stesse raccomandando di fare attenzione.

"Taka è un ragazzo gentile... forse un po' troppo per la missione in cui l'ho coinvolto." riflettè il capo nominale del Team Meteora. Sorrise un po' amaramente, pensando che adesso era un po' troppo tardi per avere dei rimpianti... ma in fondo, Taka era suo figlio, e Solaris riteneva di avere il diritto di preoccuparsi per lui o dispiacersi per quello che era costretto a fare. "Ma era necessario. La missione del Team Meteora è troppo importante perchè sia consentito avere ripensamenti, o fare eccezioni. E' nostro dovere fare in modo che questa terra torni ad essere quello che era una volta... e che coloro che in questo momento la stanno profanando senza rendersi conto di quello che fanno!"

Con un sospiro, Solaris tirò fuori una foto da una tasca del suo impermeabile, e la guardò con espressione di rimpianto - una foto vecchia di qualche decennio, ormai in parte sbiadita, che ritreava un giovane dai capelli neri e dall'espressione acuta, accompagnato da due adulti, un uomo e una donna che davano l'impressione di essere molto vicini e affettuosi l'uno verso l'altra. Un ricordo, immortalato in quell'istante di normalità e felicità che non sarebbero mai più tornate.

"Mamma. Papà. Finalmente ho capito cosa mi volevate dire, e quello che volevate realizzare. Farò in modo che questo vostro sogno si avveri... e spero che potrete perdonare la mia stoltezza."

 

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Amaria prese fiato e si stiracchiò, sentendosi finalmente pronta e carica per affrontare una nuova avventura. Certo, non avrebbe impiegato tanto tempo, e nel giro di pochi giorni sarebbe tornata sotto il tetto della sua amata Titania, ma era comunque una missione che lei considerava molto importante. Peccato che Titania non avesse voluto venire, sarebbe stato sicuramente più piacevole... ma del resto, la rossa esperta di Pokemon Acciaio era sempre stata una tipa sulle sue, anche quando andavano alla scuola per allenatori del Quartiere Onice assieme a Julia e a Florinia.

"Allora, sei sicura di non voler venire, Tania?" chiese Amaria, voltandosi verso la giovane donna dai capelli rossi che stava in piedi accanto a lei, con il fedele Aegislash al suo fianco. "Non sono sicura che ci sarà da combattere contro il Team Meteora, ma potremmo incontrare di nuovo il resto dei nostri compagni della resistenza... non pensi che sia il caso finalmente di rivedere Pietro?"

"No, grazie, Amy... quell'idiota ed io non abbiamo niente da dirci." rispose Titania con un sorrisetto un po' sprezzante. I due fratelli non erano mai andati molto d'accordo... e fare parte dello stesso gruppo di partigiani che si battevano contro il Team Meteora non aveva cambiato per niente le cose. "Comunque, tu non ti far influenzare. Io resterò qui, e se dovessi imbatterti in qualche verme del Team Meteora, contattami... io e il mio Skarmory saremo da te il prima possibile." Da parte sua, Titania dubitava che Amaria avrebbe avuto qualcosa da temere da qualunque membro del Team Meteora non fosse Lord Solaris in persona. Ma era convinta che ad Amaria avrebbe fatto piacere sentirsi chiedere una cosa simile, e in effetti la reazione di Amaria le confermò che aveva visto giusto.

"Grazie, Tania! Comunque, sappi che la nostra offerta resta sempre valida... beh, ci vediamo presto! Magari quando torno potremmo fare una nuotata assieme, che ne dici?" disse la giovane donna dai capelli verdini. Tenne alto un braccio sul quale aveva indossato il Braccialezaffiro, il regalo che Titania le aveva fatto quando avevano iniziato la loro relazione, e fece un occhiolino alla sua compagna, che rispose con un sorriso appena accennato.

"Va bene, mi sembra una buona idea. A presto, Amy." disse Titania, ed Amaria le si avvicinò e le diede un bacio, che la rossa ricambiò rapidamente. Un bacio breve e piuttosto casto, o almeno questo era sembrato ad Amaria, ma in fondo... Titania non era mai stata tipo da perdersi in tante effusioni, giusto? In fondo, accettare anche questo lato della personalità di Titania faceva parte di volerle bene...

Titania e il suo Aegislash restarono fuori a salutare mentre Amaria si allontanava, girandosi di tanto in tanto a muovere la mano e mandare baci. Quando Amaria fu sparita all'orizzonte, Titania tirò un sospiro di sollievo e si voltò verso Aegislash, facendogli cenno di tornare dentro con lei. I due chiusero la porta della baita dietro di loro, e Titania si afflosciò con un sospiro sulla sedia di una scrivania, prendendosi qualche attimo per rilassarsi e riordinare i pensieri.

"Odio doverlo ammettere... ma non mi dispiace passare qualche giorno da sola." mormorò tra sè, gli occhi che guizzavano verso un diario appoggiato vicino ad un angolo del tavolo. "Hmm... magari tra un po' scriverò qualcosa. Adesso voglio solo riposarmi."

Aegislash, preoccupato per la sua allenatrice, si avvicinò a lei e le fece un cenno con una delle sue lunghe braccia... ma Titania scosse una spalla, rifiutando il gesto di sostegno.

"Aegislash, tu pensa a fare il tuo lavoro. Dopo che mi sarò riposata, ci alleniamo ancora." affermò. "Ricorda che quando affronteremo il Team Meteora, tu dovrai essere il mio scudo e la mia spada."

Il Pokemon Spettro/Acciaio emise un breve ticchettio metallico, e picchiettò per terra con la punta della spada in segno di frustrazione, ma come sempre Titania lo ignorò. Questa era una cosa che al Pokemon spada proprio non piaceva della sua allenatrice... non sembrava dvvero importarle molto dei suoi Pokemon, se non come strumenti per combattere contro il Team Meteora. Anche se poteva capire che in quel momento Titania aveva altro per la testa, e fermare il Team Meteora era importante, gli sarebbe piaciuto ricevere almeno un po' di riconoscimento per il suo lavoro...

Aegislash scosse il pomo della spada, immaginando che non servisse a molto rimuginarci sopra. Poteva solo attendere, e sperare che la sua allenatrice... o Amaria... non facessero nulla di cui avrebbero potuto pentirsi. Per qualche motivo, questo suo augurio non fece che farlo sentire ancora più nervoso...     

Tanto spiacente per i proverbiali nervi d'acciaio...

 

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CONTINUA...

Note dell'autore: Un capitolo che ci ha permesso di entrare nella testa di un po' di personaggi... e che sta preparando gli eventi per la fase successiva della grande battaglia con il Team Meteora! Tra non molto, vedremo qualche altro PULSE in azione... e la sfida per il possesso e il controllo delle Quattro Chiavi esploderà ancora, più violenta che mai!

Taka avrà presto la sua parte da giocare... e anche qualche altro personaggio, che finalmente vedremo sotto le luci della ribalta! Intanto, abbiamo dato un'occhiata un po' più da vicino al personaggio di Lord Solaris. Mi sa tanto che ormai abbia perso quell'aura di irraggiungibilità che aveva... certo, l'apparizione di Lin non gli ha fatto alcun favore.

Spero di riuscire a dare un po' più di spazio ad Ortilla. Mi piacerebbe cercare di fare un po' di approfondimento sul suo personaggio... e magari darle un ruolo di una certa importanza nel futuro prossimo.

Grazie a tutti per la cortese attenzione... e arrivederci a presto! :)

 

  
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