26 – You’re fine
Il momento della prima ecografia era un momento che avevano atteso e temuto.
Neliel era tesa. Dopo quello che aveva passato, temeva di sentirsi dare una brutta notizia.
«Nnoitra, io ho paura. Non voglio andare. E se c’è qualche problema? La prima volta sono andata avanti, ma adesso, adesso…»
«Dovremo andare per forza, che tu abbia paura o meno», sospirò avvilito.
Tra i due era quello che non poteva mostrare paura. Non solo per orgoglio, ma anche perché Neliel aveva bisogno di tutto il sostegno possibile.
Lei sospirò a sua volta. Non poteva rimandare quel momento per sempre. Aveva paura, ma era anche curiosa di constatare con i suoi occhi se il bambino stesse bene o meno.
«E va bene», annuì. «Andiamo. Subito però.»
Nnoitra evitò accuratamente di parlare, anche quando si ritrovarono nella sala d’attesa di ginecologia. L’unica cosa che aveva fatto era stata stringere la mano di Nel, la quale tremava incontrollata.
Poi la ginecologa, una dolcissima donna dal nome di Retsu Unohana, disse ai due di entrare.
«Allora, come procedono le cose?» domandò subito. «Hai avuto nausee o altri disturbi?»
«Di nausee ne ho anche abbastanza. E una gran fame. E… gli sbalzi d’umore.»
«Colpa degli ormoni, il tuo corpo sta cambiando rapidamente. Prego, stenditi pure, così procediamo con l’ecografia», la incoraggiò con un sorriso.
In quel momento, sia lei che Nnoitra smisero di pensare. La ragazza si distese e poco dopo la dottoressa Unohana si avvicinò e cosparse il suo ventre di un gel freddo.
Infine iniziò a passare l’ecografo. E i momenti di buio e silenzio furono i più terribili.
«Ah, trovato». annunciò la donna dopo un po’.«Si nascondeva, ma lo abbiamo trovato. Ecco qui il vostro bambino.»
Non aveva l’aspetto di un bambino, convenne Nnoitra, quello nello schermo sembrava più che altro un fagiolo rovesciato.
Neliel aveva gli occhi lucidi.
«È… insomma, sta bene?»
«Da quello che vedo sì. Volete ascoltare il battito?»
«Sì!»esclamò subito la ragazza. «La prego.»
E immediatamente dopo lo udirono. Un battito di un cuore ancora troppo piccolo e fragile per poter sopravvivere fuori dal grembo in cui era custodito.
Neliel si portò le mani sul viso e a quel punto trattenere le lacrime divenne impossibile.
«Il suo battito. Sta bene, sta davvero bene! Nnoitra , sta bene.»
Era surreale, si ritrovò a pensare lui. Era surreale e difficile metabolizzare quel concetto, quella vita, quel cuore batteva per mezzo loro.
Non seppe perché si sentì così sollevato. O perché sentì calore lì dove si trovava il cuore. Non lo sapeva, ma era piacevole.
Si schiarì la voce.
«Beh… te l’avevo detto io che non c’era motivo di preoccuparsi.»
«Sono così felice e sollevata. Ciao, ciao piccolo, sono così felice di vederti e sapere che stai bene. Nom vediamo proprio l’ora che tu nasca!»
Congiunse le mani come se stesse pregando.
Non farti sopraffare dalle emozioni, si disse Nnoitra. Guardò ancora una volta lo schermo e sentì qualcosa che doveva essere felicità.
Nota dell’autrice
Questi capitoli ricchi di fluff scaldano il mio cuore. Ah, la prima ecografia, bellissimo momento, ma per Nel e Nnoitra è anche un momento di preoccupazioni.
Per fortuna è tutto a posto. Non potevo non rendere Unohana una ginecologa, secondo me ha proprio l’indole. E niente, vediamo come va avanti questa gravidanza u_u