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Autore: shira21    21/03/2019    0 recensioni
Due donne diverse ma entrambe impaurite dall'amore: Bianca, con un matrimonio fallito alle spalle, fa fatica a lasciarsi andare con gli uomini e Dalila nella sua breve vita ha collezionato più delusioni che gioie.
Complice un incontro casuale e una richiesta d'amicizia su Facebook, Bianca e Dalila si avvicinano sempre più fino a quando l'attrazione sboccia tra loro. Ma, per avere un futuro insieme, dovranno lasciarsi alle spalle le loro paure.
Genere: Erotico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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«È tanto che aspetti?» Mi viene da ridere quando la vedo sobbalzare e portarsi una mano al petto.
Un gran petto sottolineato da una stupenda camicetta rosa pallido, se qualcuno me lo chiedesse!
«Non ti avevo sentita arrivare», la guardo chiudere brevemente gli occhi e ne approfitto per sedermi sulla sedia di fronte a lei.
«No, sono praticamente appena arrivata anche io».
Sono talmente presa ad osservare il suo volto, e in particolare quei suoi occhi ammalianti, che ci metto qualche secondo a capire che mi ha risposto.
«Non avrei mai pensato di trovarmi a pranzare con te», provo a smorzare la mia incredulità con un sorriso e sono orgogliosa di me stessa quando la vedo sorridermi a sua volta.
«Onestamente neanche io ma mi ha fatto piacere rivederti... e comunque come hai detto tu non stiamo facendo nulla di male?»
«Era una domanda o un affermazione, professoressa Poli?» Non riesco a resistere dallo stuzzicarla, è carina come una ragazzina quando s'imbarazza. Ed ora che ce l'ho di nuovo così vicino non mi stupisco di sentire le ceneri della mia vecchia cotta per lei ridestarsi.
Bianca ridacchia «Un affermazione, signorina».
«Bene, ora che abbiamo sistemato la questione direi che dobbiamo ordinare da mangiare altrimenti ti avverto che rischi che ti morda per la fame!»
Ride ancora e fa cenno al cameriere; forse forse un morsetto glielo vorrei dare comunque.
No, pensieri sconci a cuccia!
«Cosa prendi?» Mi devo mordere il labbro per non lasciarmi sfuggire una battuta a doppio senso e invece rivolgo un sorriso al cameriere che a sua volta sta ancora fissando incantato Bianca; prima che possa trattenermi schiocco forte le dita attirando l'attenzione di tutto il locale e finalmente anche quella del ragazzo che avvampa all'istante. «Perfetto, ora che ho la tua attenzione: vorrei un panino al salmone con crema di formaggio e dell'acqua naturale fredda» Sento Bianca ridacchiare prima di aggiungere «Fai due, prendo la stessa cosa». Quando se ne va, con le orecchie ormai in fiamme, Bianca si mette definitivamente a ridere anche se anche lei è diventata di un bel rosso sulle guance. «Sei proprio un bel tipetto... è dire che pensavo fossi timida».
Giocherello un momento con il bracciale di pelle che tengo al polso «Diciamo che mi sono resa conto che a far vedere agli altri la mia timidezza non sarei andata da nessuna parte.»
La sue dita sfiorarono le mie mandandomi scariche elettriche in tutto il braccio e giù lungo la spina dorsale. E io, sciocca, che credevo di aver superato l'infatuazione. Invece sto scoprendo che più che essersi ridotta in cenere si era semplicemente nascosta in un angolino della mia mente. E lo so con certezza quando parla e il mio cuore perde un battito «Eri carina anche quando eri timida...». Ansimo, incapace di trovare una risposta, so che non sta flirtando ma tutto il suo atteggiamento sembra far pensare il contrario. A salvarmi è il ragazzetto di prima, con le nostre ordinazioni.
Scosto la mano, anche se l'avrei voluta lasciare lì più o meno per l'eternità, e la vedo arrossire. Vorrei poterle dire che è una cosa tenera e che dona al suo incarnato un colorito color pesca che fa venir voglia di baciarla a lungo; invece prendo in mano il panino e gli do un grosso morso. Questo dovrebbe scongiurare il rischio di fare pessime figure.
Solo che esagero un po' troppo e il boccone mi va di traverso, facendomi tossire. Bianca accorre subito dalla mia parte, versandomi un bicchiere d'acqua fredda e dandomi leggeri colpetti sulla schiena. Finalmente riesco a ingoiare e con profondo imbarazzo bevo un altro sorso d'acqua; alla faccia di voler evitare figuracce. La sua mano continua ad accarezzarmi su e giù la schiena come se volesse essere certa che non ricomincerò a tossire da un momento all'altro ma sarebbe meglio che la smettesse o non riuscirò mai più a respirare in modo normale. «Tutto okay?» Annuisco e finalmente si stacca per tornare al suo posto. Prende in mano il suo di panino e mi rivolge un sorriso dolcissimo «Mangia più piano: non te lo ruba nessuno». Annuisco di nuovo, troppo imbarazzata per dire qualcos'altro e lancio un occhiataccia al vero colpevole di questa storia: il panino. Bianca ridacchia, portandosi una mano davanti alle labbra «E non lo guardare così che non è colpa sua!» Pare talmente di buon umore che alla fine anche a me scappa un sorriso.
«Che ti devo dire: sono come un gatto, vado matta per il salmone affumicato» la butto sul ridere, le faccio addirittura l'occhiolino prima di fare un altro morso, stavolta decisamente più moderato.
Bianca sorride e scuote la testa prima di imitarmi. Che è una bella donna è evidente dal primo secondo in cui la guardi ma non pensavo che potesse essere così facile parlarci e scherzarci; mi sento come se la conoscessi da tutta la vita.
«Alla fine sei riuscita a dormire un po'?»
«In realtà no» ero troppo emozionata per questo pranzo ma evito di dirlo «Sono uscita a fare una corsa e poi ne ho approfittato per pulire un po' casa».
Non perché mi aspetto che lei la veda.
No, sarebbe troppo strano.
Uhm, questa cosa di mentire a se stessi non funziona un granché...
«Sai, io mi dico sempre che inizierò a fare palestra o andrò a correre ma alla fine o smetto dopo pochi giorni o non comincio neanche». Stavolta sono io a ridere prima di scrollare le spalle «Credo che sia una questione di abitudini: io non riesco a pensare di non andare a correre tutti i giorni ma dopotutto quando facevo pattinaggio mi allenavo fino a trenta ore settimanali e, d'estate che avevo tutto il giorno libero, anche di più; ero capace di stare anche cinque ore di fila sul ghiaccio tutti i giorni e poi trova le forze per fare anche palestra.»
Bianca sgrana gli occhi e fa un fischio basso «Wow, non sono un esperta ma mi sembrano tantissime ore.»
Le rivolgo un sorriso mentre una fitta di rimpianto mi chiude lo stomaco «Lo sono. Ho fatto tanti sacrifici all'epoca per riuscire ad arrivare a quei livelli.»
«Ma quando ti sei trasferita qui non gareggiavi più, giusto?»
«Già» non so perché ho tirato fuori l'argomento pur sapendo che avrebbe fatto altre domande e pur sapendo di non avere la forza di risponderle. In compenso la fame mi è completamente passata e mi è venuta voglia di farmi un bicchierino o due.
Bianca però deve essere molto empatica perché sorride un attimo prima di cambiare argomento «Quindi, amica, volevi aiutarmi con la mia situazione con Daniele?»
Appoggio i gomiti sul bordo del tavolino e mi sporgo verso di lei, grata che non abbia insistito. «Esatto. Parlami di questo tipo» anche se ne sono enormemente gelosa e lo trovo già un idiota totale. Lei invece curva le labbra in un espressione da adolescente alle prese con la prima cotta «Si chiama Daniele Caruso ed è un nuovo professore del liceo».
Nonostante odio doverlo fare, muovo la mano spronandola a parlare. Siamo amiche solo da poche ore e già so che questa cosa mi ucciderà.
«Non c'è molto da dire in realtà. Ha quarantatré anni, quindi non è molto più grande di me, e un figlio di dieci.»
Aspetto ma quando vedo che non aggiunge altro alzo gli occhi al cielo «Okay che non c'è molto da dire ma almeno com'è fisicamente o cosa insegna... qualsiasi cosa». Più parlo e più mi viene da ridere, cosa che non riesco più a trattenere quando la vedo coprirsi il volto con le mani. «Non sono brava in queste cose, vero?»
«Tesoro, vai avanti e basta».
«Insegna fisica e per quanto riguarda l'aspetto... è alto e magro, con i capelli biondi e gli occhi blu...» Mi guarda come se si aspettasse una conferma «Come mai mi sembri titubante sul suo aspetto?»
Nulla, non resisto alla tentazione di stuzzicala un pochino.
Bianca arrossisce ancora di più «Non sono titubante. È che non sono del tutto sicura che abbia gli occhi blu e non grigi. Non mi guardare in quel modo, abbiamo parlato poche volte!» Va subito sulla difensiva, probabilmente la mia espressione al momento rispecchia alla perfezione i miei pensieri. Come fa a non sapere di che colore ha gli occhi la persona che le piace? Io saprei disegnare ogni suo singolo lineamento, comprese le leggere lentiggini sul dorso del naso.
«Va bene, scusa. Vai avanti, dimmi qual è il problema», lei mi fissa qualche secondo indecisa prima di distogliere lo sguardo «Il problema... il problema è che mi ha chiesto lui di uscire, non il contrario, quindi significa che è interessato a me».
Annuisco anche se mi pare superfluo, persino i sassi potrebbero essere interessati a lei!
«E poi mi ha dato buca così, senza neanche degnarsi di mandarmi un messaggio. Capisco che aveva il figlio ma trenta secondi per dirmi che non poteva più venire non li ha proprio trovati?»
Le sono diventati gli occhi lucidi e la voce roca e provo la lacerante sensazione di consolarla e di andare a picchiarlo.
«Eppure stai pensando comunque di dargli una seconda possibilità».
«Beh, una seconda occasione non si nega a nessuno credo...» però la voce le si fa bassa e tremula.
Prima di potermelo impedire le prendo la mano e la stringo forte. Bianca sgrana gli occhi e vorrei avere una macchina fotografica per immortalarla perché probabilmente non si rende conto di quanto bella e innocente appaia.
«La mia opinione su di lui onestamente non è molto alta e non sono neanche brava a dare seconde possibilità alle persone. Ma se quello che senti è questo, allora non ti devi sentire in colpa; semplicemente, questa volta cerca di proteggerti un po' meglio».
Lei fissa le mie dita intrecciate con le sue e si umetta il labbro inferiore con la punta della lingua. Ma non ritrae la mano e per questo faccio i salti di gioia internamente.
«E come dovrei fare?»
La fisso sorpresa «Avrai avuto degli altri appuntamenti, no? Basta che pensi a com-» mi blocco perché Bianca sta facendo di tutto per evitare il mio sguardo «Bianca, sei stata ad altri appuntamenti?»
Il suo rossore s'intensifica e va a coprirle il collo e la punta delle orecchie. «Mi sono fidanzata con Giorgio che avevo quindici anni e prima non ero stata con nessun altro. E abbiamo divorziato solo qualche anno fa, non per mia decisione. Quindi non sono uscita spesso. Anzi, quasi mai!»
Sbatto le ciglia incredula perché pensavo che dal divorzio avesse avuto un numero imprecisato di appuntamenti, non mi ero resa conto che nascondeva una donna piuttosto fragile e timida.
«Questo Daniele ti piace davvero?»
«Credo di sì» fa per aggiungere altro quando il suo sguardo si porta alle nostre spalle. La vedo sbiancare tutta d'un colpo e ritrarre in fretta la mano. Mi giro a cercare la causa di questo comportamento e mi rendo conto che delle signore ci stanno fissando con riprovazione. Vorrei dir loro di farsi una manciata di fatti propri ma lascio perdere. Anche se un po' mi brucia. Anche se un po' mi manca il suo tocco. Sorridere questa volta è più difficile, non vado in giro con indosso una bandiera arcobaleno ma sono perfettamente a mio agio con la mia sessualità e le mie preferenze. Per dissimulare finisco di mangiare il panino, cercando di calmarmi.
«Allora devi fare pratica».
Bianca alza lo sguardo di colpo dopo il mio silenzio prolungato. «Non sono sicura che si possa fare pratica di appuntamenti».
«Sciocchezze, si può fare pratica di tutto.» Mi alzo e tiro fuori il portafoglio mentre lascio che assimili l'idea. Paghiamo e usciamo dal bar in silenzio, se la guardo potrei giurare di vedere le rotelline del suo cervello girare a mille.
Camminiamo nel parco di fronte e quando individuo la fontana mi siedo sul bordo, fissandola dal basso verso l'alto.
«Nell'ultimo quarto d'ora non hai detto una sola parola. Quindi o sei sconvolta o non sai come fare».
Bianca si siede affianco a me e quando accavalla le gambe, la nostra pelle nuda si sfiora. Guardo il pezzo di pelle incriminata ma non ci posso fare nulla, lei indossa una gonna a tubino e io dei pantaloncini corti e a questa distanza è impossibile non toccarsi.
«Credo la seconda» a quella ammissione riposto gli occhi sul suo viso e mio malgrado sorrido. «Fammi fare un ipotesi: l'idea ti piace ma non sapresti con chi uscire perché non vuoi illudere nessuno e perché l'unico che non illuderesti è proprio quello per cui hai bisogno di fare pratica?»
«Sono così trasparente?»
«No, sei solo onesta. E dolce» distoglie di nuovo lo sguardo ma questa volta la blocco con un dito, costringendola a guardarmi negli occhi e costringendomi ad affogare in quel mare argentato. Con l'indice seguo il percorso morbido della sua mascella e sorrido quando vedo le sue pupille dilatarsi. «Esci con me».
«Cos- cosa?» Balbetta leggermente ma registro il fatto che non abbia rifiutato all'istante.
«Esci con me; fai pratica senza che ci siano illusioni».
«Io... Dalila, io non...» prima che possa dire altro, e soprattutto prima che possa ferirmi in modi che neanche si rende conto, sposto il dito sulle sue labbra, zittendola. «È solo per prenderci familiarità. Nessuna illusione da parte mia, lo giuro.» Tolgo il dito ma non riesco a rinunciare subito al suo calore e ne approfitto per sistemarle una ciocca di capelli dietro l'orecchio e forse anche per sfiorarle un altra volta la pelle.
«Solo per finta?»
«Beh, l'appuntamento sarà vero o altrimenti non avrebbe senso. Ma tutto il resto? Sì, è solo per finta». Purtroppo.
So di avere insistito un po' ma quando cede e mi dice «Va bene, facciamolo» mi dimentico come si respira. E come si battono le palpebre. E come si fa ogni singola cosa.
Meno male che le ho detto che era solo una finzione, iniziamo bene.
«Bene. Ora tesoro, scusa ma devo portare fuori la mia cagnolina prima che faccia i suoi bisogni in tutta casa e inoltre devo organizzare un appuntamento» le faccio l'occhiolino e, senza darle altro tempo per riflettere, mi alzo e le do un bacio sulla guancia.
In pratica scappo via ma devo farlo perché la sua pelle profuma di cose buone e promesse.
Sarà difficile essere solo sua amica.
   
 
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