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Autore: Alba_Mountrel    22/03/2019    1 recensioni
Una ragazza è persa dentro se stessa... ma qualcosa, o qualcuno la salverà
Genere: Generale, Introspettivo, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Matt, Mello, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Dodicesimo capitolo

"Psicologie inverse"
 
Dalla mia bocca esce solo una risatina leggera, essendo io ancora debole e affamata. Mi passo il dito medio sul naso, in un gesto involontario, come a voler sollevare qualcosa che in realtà non c’è.
“Adesso che ci penso… dove sono i miei occhiali? Li avevo sul terrazzo… almeno credo”.
I dubbi improvvisamente si sovrappongono al senso d’ansia e di chiuso che m’attanaglia, annaspo dentro di me e i pensieri si fanno confusi.
“Me li ha tolti lui? E dove li ha messi? Perché avrebbe dovuto togliermeli? E se, invece io non abbia mai portato gli occhiali? Ma che discorso è Des? Sei anche pazza oltre che una ciminiera di vomito? Oh dio santo… glielo devo chiedere? E se non mi risponde, come faccio? Ah, se avessi una mappa per la mia mente, che si colleghi al mondo reale… ma… aspetta, a proposito di mappa… il mio cellulare e il mio pc, ecc sono rimasti a casa mia e, se non li vado a riprendere faranno la muffa… io farò la muffa. Non sono niente senza di essi. Come farei a scrivere senza sprecare carta? Diavolo… Matt, ti prego, sono troppo orgogliosa per chiederti un favore, ti prego… arrivaci da solo. Se davvero mi hai pedinata dovresti sapere che sono dipendente da social e pc, quindi ti prego… portameli. Ho anche le mie storie all’interno. Voglio scrivere, Dio…”.
Inizio a sudare freddo e i miei occhi vagano irrequieti per la stanza come boomerang, spero probabilmente di avere un po' d’attenzione da uno come Matt, il quale in realtà è un ragazzo sulle sue, più interessato ai videogiochi che ad altro.
“Ma no, che vado a pensare? Mi ha dimostrato di essere interessato a me. Beh, comunque non ho alcuna intenzione di cominciare qualcosa con lui. Mi ha precluso le possibilità che mi ero prefissata di raggiungere la pace, e in più mi ha condannata a una vita in fuga”.
Lo strazio si impossessa del mio cuore ma un piccolo spiraglio riporta leggermente il sereno nella mia testa, ripensando alla mia famiglia, la quale è ancora là fuori ad aspettare il mio ritorno.
«Ehi Matt... hai tu i miei occhiali, vero?!». La mia domanda appare puramente ingenua, in realtà il tono di voce nasconde mille domande ed emozioni che non mi devono sfuggire, almeno finché il ragazzo continua a usare le mie stesse armi contro di me.
«Quali occhiali?». Mi risponde ma nella voce scorgo una punta di sarcasmo o consapevolezza che, non mi è ancora possibile decifrare con sicurezza. Decido, allora, di avvicinarmi e rifargli la domanda, fingendo di non aver sentito e quando gli sono abbastanza vicina, per impedirgli di ‘fuggire’ l’argomento sbatto le ciglia nel riporgli la domanda.
«Nh…». Il ragazzo ha un lieve sussulto, sufficiente a farmi capire che mi nasconde qualcosa, allora decido di tirar fuori il carattere: quello che non sapevo di avere.
«Sai… in questi giorni sono stata molto disattenta a quello che facevo ma… ti confesso che diventerei cieca senza i miei occhiali, e prima ancora sarei perseguitata dal bruciore agli occhi e, un conseguente mal di testa cronico. Ti prego, se li hai tu dammi gli occhiali».
“A prima vista sembra non fare una piega però la vedo quella incrinazione, se pur molto lieve, nella sua sicurezza. Mi spiace approfittare di te Matt ma dopo tutto quello che sto passando, non mi pongo scrupoli di questo genere. Infondo sto solo facendo la gatta morta… ma solo un po’”.
«Guarda che non li ho io». Ribadisce neutro.
«Ma io… ricordavo di averli sul tetto. Ne ero sicura». Faccio finta di perdere la sicurezza nella mia idea e abbasso lo sguardo demoralizzata.
“Se recito bene la parte lo convincerò sia a farmi riavere gli occhiali, che la mia famiglia, che la mia stessa vita. Spero di non essere troppo ottimista”.
«Ah… mi sono appena ricordato che i tuoi occhiali li ha Mello. Quindi, come minimo dobbiamo tornare nel covo».
“Lo sapevo che mi tirava fuori una qualunque scusa … ma cosa vuoi da me Matt? O come ti chiami? Chi ti credi di essere? Insomma, ho chiesto molto? No, voglio solo indossare i miei occhiali… e poi, ho forse dato segno di voler scappare o, di volermi vendicare? Non penso, eppure Matt… ti leggo in faccia che hai una fottuta paura che io provi ad attuare chissà quale mossa per sfuggirvi… quanto vorrei essere un po' più scaltra. Allora sì che ve la metterei in culo a tutti”.
«Sai cosa penso?». Matt mi rivolge uno sguardo sorridente e amichevole.
“È più probabile che mi stia ridendo dietro, come sempre. Maledizione alla mia debolezza… vorrei tanto tirargli un cartone ben assestato”.
«Cosa?». Chiedo, trattenendo l’ira che minaccia di emergere da un momento all’altro.
«Spero che questo non ti sconvolgerà ma il fatto di portare gli occhiali, per te potrebbe essere psicosomatico. Cioè, almeno parzialmente…».
«Può essere». Ancora trattengo le emozioni.
“Se lascio cadere il discorso forse… può essere… è probabile, che la smetta di cercare di intortarmi, visto che tra l’altro ci riesce spesso”.
Lo sento annuire, dopo di che volge lo sguardo altrove come a far cadere il discorso, apparentemente disinteressato ma riparte immediatamente alla carica.
«Potresti avere un complesso d’inferiorità che preme nella tua mente, e ti impedisce di capire il vero problema. A lungo andare, inoltre, questo può averti causato degli scompensi notevoli…».
«Con questo cosa vorresti dire?». Gli rispondo fingendo poco interesse sia nei gesti che nella voce, mentre il mio sguardo s’infiamma e la rabbia mi pervade la mente.
«Niente Des, niente…». Risponde Matt, con supponenza.
“Brutto…”.
«Vuoi dire che credo di non veder bene, o di essere intollerante al caffè o, quant’altro?». Chiedo al rosso, sardonica.
«No…». Questa volta la sua voce mi appare sulla difensiva.
«Sì… sì, invece… vuoi dire proprio questo». Lo sfido con lo sguardo e, i miei occhi si iniettano di puro rancore.
«Voglio dire… in un anno, per ben quattro volte li hai persi e due volte li hai rotti. Quindi, le motivazioni possono essere tre. O sei iper sbadata ma il tuo profilo psicologico non corrisponde a tale caratteristica. Oppure, hai voglia di liberarti dei tuoi difetti ma ovviamente non è possibile rimuoverli tutti. E infine, c’è la mia personale di teoria. Certi problemi non esistono veramente o… potrebbero variare o sparire totalmente, con un cambio radicale di vita». Continuo, chissà perché, ad ascoltare le sue menzogne ben architettate però ancora mi sfugge il movente del suo comportamento.
   
 
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