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Autore: Hitachiin_Twins    21/07/2009    5 recensioni
Se scappi, sai che prima o poi qualcuno ti verrà a cercare. E allora sarai in trappola.
Lei lo sapeva- se n'era andata da un luogo che non poteva abbadonare E di certo non l'avrebbro lasciata libera.
Se n'era fatta una ragione. Solo...forse non pensava che avrebbero mandato Lui a prenderla.
Prequel di "Casa di Bambola", a quattro mani con Chandrajak
Genere: Malinconico, Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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CAN YI!

.:One winged:.




Quando decidi di scappare, da qualsiasi cosa e qualsiasi luogo, dentro il tuo cuore lo sai. Sai che non puoi tornare indietro.
Che non c’è più altra via d’uscita, devi andare avanti.

Kagome guardava avanti a se, fissando lo specchio della sua camera: i suoi stessi occhi ricambiavano lo sguardo pieno di paure che rivolgeva all’immagine riflessa. Anche da quello non poteva scappare.
-    Signorina? E’ pronta la colazione!- 
Sospirò, finendo di allacciarsi il fiocco dell’uniforme: mattina, normalissima mattina di una giovane di terza media.
Se lei fosse stata una normalissima giovane di terza media.
Ma non lo era.
-    Arrivo.- rispose pacatamente, sentendo i passi veloci della cameriera su e giù per le grandi rampe di scale della villa.
Sentiva dovunque agitazione e frenesia: gli esseri umani erano così agitati che a volte provava pena per loro. Nessuno a parte Sango, la sua migliore amica, sapeva fermarsi ed ascoltare le parole del vento.


Nemmeno tu, Abbandon, sai come farlo. Non lo sai più.
Ora che sei qui non sei tanto diversa da loro, piccola ingenua fuggitiva,
evasa dal tuo giardino incantato come da una prigione.


Scosse il capo, scocciata, come ad allontanare la voce dolce e calma che le parlava nella testa. Impossibile, stupido anche solo provarci: non se ne sarebbe mai andata. Mai.
Era l’ultima traccia di Passato che portava ancora addosso: le ali candide come neve fresca s’erano sbriciolate,  la sua conoscenza infinita sparita.
Non era altro che una ragazza. Molto ricca, è vero, ma un essere umano: né più né meno di quegli esseri che si sforzava senza sosta di capire.
E poi non mi chiamo Abbandon, ringhiò alla voce con astio. Non più ormai.
Ma non ricevette risposta. Nulla..
Uscì dalla stanza e scese nel salone, gigantesco come quello dei castelli medievali, in stile prettamente occidentale. Troppo grande per una giovane orfana, ma infinitamente piccolo in confronto alla sua vecchia casa.
Casa…da cui era scappata. Irriconoscente, cattiva, ribelle.
Lassù la ribellione non era prevista.
Non toccò cibo, nonostante le varie donne che le gravitavano attorno insistessero con accalorata premura: la scocciavano, ma non riusciva a rispondere male abbandonando il suo solito tono gentile. Era fuori dalla sua natura.
Si lasciò scivolare addosso tutte le suppliche gentili delle cameriere, rispondendo con annoiati “no” a ogni insistenza; ma evitando di alzare la voce. Non ci riusciva neppure volendolo.
In fondo erano troppi i pensieri che gli si agitavano in testa e non poteva prestare troppa attenzione a ciò che le veniva detto. Non aveva né tempo né voglia.
Attraversò l’atrio con passi leggeri, misurati, come se volteggiasse a un paio di centimetri da terra: sorrise, non appena varcò la soglia di casa; il vento le accarezzava i capelli e il viso come per salutarla.
Le parlava. E lei lo capiva.
Alzò gli occhi sopra la sua testa: oltre le chiome degli alberi del giardino si vedeva un brandello di turchino. Non nascose una certa tristezza, guardando Casa come la guardavano i mortali.


Il cielo sopra la sua testa, d’un morbido azzurro chiaro
Sembrava dannatamente calmo. Troppo, se confrontato con il Cielo dei suoi ricordi.
Lassù, a migliaia di ere di distanza, la stavano cercando;
 Nulla era tranquillo.


**

Rehael, ritrova Abbandon: riportala nel luogo che le concerne.
Ancora una volta ripercorse con la memoria quelle poche, autoritarie parole. Le ultime prima di partire alla Sua ricerca.
Non capiva perché doveva riportarla indietro, però. Se stava bene lì perché costringerla a tornare? Per vanità ferita? Per egoismo?
E se “tornare” voleva dire ucciderla…non sapeva e ne sarebbe stato capace.
Rehael socchiuse gli occhi, dietro un paio di spesso occhiali da sole: anche così gli dava fastidio.
Non era abituato a vedere l’astro solare dal basso
-    Sei sicuro che la troveremo qui?-
La voce del migliore amico (un essere umano, cosa che non si sarebbe mai aspettato), un ragazzo alto e con sorprendenti occhi oltremare, lo distolse dai suoi pensieri.
-    Certo. Conosco Abbandon…cioè…insomma, come si fa chiamare qui, Kagome.- precisò, intercettando l’occhiata confusa del giovane –Non so quale sia la sua forma umana ma so che verrebbe qui. Lo sento.-
Non aggiunse che, quando si cerca la persona che si ama, la si può trovare anche in capo al mondo.
Sarebbe suonato strano, se detto dalle sue labbra.
-    Non mi credi, Miroku?- aggiunse, con espressione greve, piantando gli occhi addosso all’amico; quest’ultimo si affrettò ad annuire, pallido.
-    Ti credo. – asserì, impacciato –solo che sembra la storia di Orfeo ed Euridice. Anche se stavolta non sei stato tu a spezzare l’incantesimo…è stata lei a passarti davanti e volare via.-
Il sussurro assorto di Miroku, profondamente concentrato, lo fece rabbrividire.
Abbandon era egoista. Lo sapeva e l’aveva lasciato solo, scappando pensando solo a sé stessa.
Perché non si era fidata? Perché non l’aveva aspettato?
-    ah, senti.- aggiunse, inarcando un sopracciglio –ricordamelo di nuovo: qual è il mio assurdo nome da mortale?-


Quando un angelo cade, le sue ali diventano cenere.
I suoi poteri rinchiusi in una teca di ghiaccio.
Il nome, l’aspetto…tutto cambia.
Ma, anche se la forma muta, l’essenza rimane la stessa.




Ebbene, gente here we are!  Siamo Pillo e Chandrajak che vi parlano xD Anzi, al momento solo Pillo, veramente ^^
Questa fanfiction a quattro mani è nata dopo che Bellatrix_Indomita mi aveva chiesto di fare una storia basata sulla Shot “Casa di Bambola” (lo so, lo so,  ora sembrerà che si discosti molto, ma ben presto si capirà.) quindi mi sembrava doveroso dedicare a lei questo primo capitolo.
Beh, spero che vi piaccia e che commenterete in molti ^^’
Un bacio

  
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