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Autore: lisi_beth99    25/03/2019    1 recensioni
Minho è stato catturato ed il resto del gruppo cerca di salvarlo dalle grinfie di W.C.K.D.
Lane dovrà lottare un'ultima volta per riuscire a lasciarsi tutto alle spalle e poter costruire una vita pacifica con Newt.
Ma ci sarà un segreto fra loro...
Riusciranno a vincere contro l'organizzazione e a raggiungere un luogo sicuro?
Questo è l'ultimo capitolo della saga, dove tutto si concluderà nel bene, o nel male
//SEQUEL DI: RUN FIGHT SURVIVE\\
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Newt, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Live, Fight, Win'
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Quando riaprii gli occhi, mi aspettai di voltarmi e trovare Newt che mi sorrideva come suo solito. Poi, come un fiume, ricordai ciò che era accaduto e non fui in grado di trattenere le lacrime. Era tutto perduto…
Mi misi a sedere sul letto su cui avevo dormito, per quanto?
Ero in una sorta di casa fatta di rami e legname vario, più che una casa sembrava una capanna; simile a quelle costruite dai Radurai nel Labirinto. Per un secondo temetti di esserci tornata poi però mi cadde l’occhio su un bigliettino appoggiato accanto al letto.
 
Il tuo bambino sta bene. Tranquilla, l’ho detto solo ad una dottoressa del Braccio Destro. Quando esci da qui ti dico tutto.
Brenda
 
Fui sollevata di sapere che non era successo nulla al mio piccolo. Mi misi in piedi e decisi di uscire. Per quanto volessi stare lontana da tutti coloro che mi ricordavano Newt, non potevo vivere per sempre isolata, aspettavo un bambino e dovevo dargli tutto l’amore di cui necessitava. Anche quello del padre…
A quel pensiero, una lacrima mi rigò il volto ma mi affrettai ad asciugarla. “Basta piangere!” mi imposi.
Feci un respiro profondo e scostai la tenda che fungeva da porta.
Mi ritrovai catapultata su una spiaggia, il mare limpido, potevo vedere una nave ancorata a poca distanza da lì. Dovevamo trovarci su un’isola, dovevamo aver raggiunto il “Porto Sicuro”. Almeno eravamo salvi.
Mentre passeggiavo mi imbattei in gruppetti di ragazzi che coltivavano degli orti, altri si stavano adoperando a costruire delle case. Sembrava che tutti avessero trovato qualcosa da fare.
Con la coda dell’occhio notai un gruppetto a me molto famigliare. Mi fermai ed osservai i volti di Minho, Gally, Brenda e Frypan. Feci qualche passo verso di loro ma mi bloccai dopo poco. Non ero ancora pronta a tornare nel gruppo. Li guardai dispiaciuta però loro spostarono lo sguardo verso qualcosa dietro di me e un sorriso sincero si dipinse sulle labbra di tutti.
Non capendo mi voltai per cercare di vedere ciò che guardavano loro e mi pietrificai.
-Non è possibile… - sussurrai rimanendo immobile a fissare Newt che era in piedi a pochi metri da me.
-Ciao tesoro. – disse lui facendo un passo nella mia direzione. Mi portai una mano alla bocca – Non ci credo! – corsi fra le sue braccia e lo strinsi per cercare di capire se fosse reale o solo una mia immaginazione.
Lui però soffocò un lamento di dolore. Subito mi staccai e lo guardai perplessa. – Attenta alla ferita. – si massaggiò il centro del petto, dove era stato conficcato il coltello.
-Io non capisco… ti ho visto morire… - le lacrime scendevano senza sosta. Il biondo ne asciugò un paio mentre sorrideva calorosamente – A quanto pare il coltello si è fermato sullo sterno e, grazie a qualcuno che mi ha iniettato il siero, sono tornato lucido il tempo sufficiente perché mi facessero una trasfusione del sangue di Thomas. Ora sono completamente guarito! –
Lo guardai incredula. – Ti amo! – fu l’unica cosa che riuscii a dire in quel momento. – Lo so. Anch’io! – si chinò sulle mie labbra e suggellò quelle parole con un bacio che sapeva di molte cose, tutte bellissime.
Quando ci staccammo mi passò un braccio dietro alle spalle e mi condusse dagli altri.
-È bello vedervi di nuovo assieme ragazzi! – Frypan abbracciò prima me poi Newt, stando attento alla sua ferita. Mi avvicinai a Brenda – Grazie di tutto! – ci stringemmo come due sorelle.
Minho si soffermò maggiormente mentre mi stringeva – Grazie per avermelo riportato. – gli sussurrai ad un orecchio – Sei tu che lo hai riportato da noi! – sussurrò a sua volta l’ex capo Velocista. Sorrisi a quell’affermazione e mi scostai per andare a salutare Gally.
Ci sedemmo sulla spiaggia a guardare l’orizzonte. – Cos’è successo dopo che sono svenuta? – domandai stringendo la mano di Newt.
-Siamo andati a recuperare Thomas. – cominciò Gally, la voce era tornata spenta. Temetti per il peggio – Non ditemi che è morto! – gli occhi mi si velarono ma Brenda si affrettò a continuare il racconto – Lui no. Però Teresa… si è sacrificata per salvarlo. Thomas è stato ferito e lei lo ha salvato – sbarrai gli occhi.
Fino a pochi giorni prima non mi avrebbe minimamente turbata quell’informazione ma dopo quello che aveva fatto per me…
Una lacrima sfuggì al mio controllo. Mi affrettai ad asciugarla – Capisco. – dissi mentre mi alzavo e mi allontanavo. Non avevo perso l’amore della mia vita, ma avevo perso una persona cara. Per quanto fosse stata una traditrice, nel momento giusto aveva capito da che parte stare… Mi aveva salvata e, soprattutto, aveva salvato il mio bambino.
Newt mi seguì, rimanendo a qualche passo di distanza. Quando mi fermai e mi voltai per guardarlo lui mi strinse a sé. – Tu non puoi saperlo, ma Teresa mi ha aiutata moltissimo quando sono stata catturata… mi ha protetta. – il biondino mi asciugò un paio di lacrime con i pollici – Credo di sapere a cosa ti riferisci. – e mentre diceva quelle parole, estrasse dalla tasca dei pantaloni una foto piegata in quattro. La spiegò rivelando essere l’ecografia che avevo fatto qualche giorno prima. – L’ho trovata nella mia divisa… Credo l’abbia messa lei quando ha visto che ero stato infettato. -
Seguirono attimi di silenzio; non sapevo se fargli quella domanda che mi tormentava da quando avevo scoperto di essere incinta. Lui continuava a guardarmi e a guardare l’ecografia.
-Newt… - alla fine trovai il coraggio per cominciare quel discorso. Gli presi le mani e lo guardai nei suoi profondi occhi scuri – Te lo volevo dire ma… - non mi lasciò finire. – Lane, non mi importa! – inizialmente rimasi pietrificata da quelle parole – Non mi importa se non me l’hai detto. Nemmeno io ti ho detto che ero stato infettato, non volevo farti preoccupare… - gli strinsi maggiormente le mani mentre riordinava i pensieri – Aspettiamo un bambino e questa è l’unica cosa che mi importa. Ti amo infinitamente! – sentii un peso sciogliersi dal mio cuore e non potei trattenermi dal buttargli le bracci al collo e baciarlo.
-Non sai quanto avrei voluto dirtelo. Però avevo così tanta paura… - ci stringemmo nuovamente in un abbraccio. Poi, quando ci staccammo, il biondo mi guardò negli occhi e un sorriso caloroso gli illuminò il viso – Non dobbiamo più pensarci. Ora è tutto finito. Siamo in salvo, abbiamo raggiunto il “Porto Sicuro” e stiamo per diventare una famiglia. Cosa potremmo volere di più? –
“Già!” Pensai “Cosa potremmo volere di più?”
Quando tornammo dai nostri amici trovammo Thomas di nuovo in piedi. Lo sguardo spento di chi ha perso tutto. Gli andai incontro e lo strinsi in un abbraccio, l’ennesimo di quel giorno. – Credeva in ciò che faceva. Voleva salvare l’umanità. – gli sussurrai ad un orecchio mentre una lacrima mi rigava la guancia. Il moro non rispose, si limitò a stringermi maggiormente a sé.
 
 
Quella sera ci riunimmo, assieme a tutti i ragazzi che avevamo salvato e quelli rimasti del Braccio Destro, attorno ad un falò.
-Ne abbiamo fatta di strada assieme. – Vince era in piedi davanti a tutti – In tanti si sono sacrificati per rendere possibile questo posto. I vostri amici, le vostre famiglie. Un tributo a chi non può essere qui. Agli amici perduti! – tutti alzammo il nostro bicchiere per brindare – Questo posto è per voi, è per tutti noi! Ma questo – e Vince indicò una pietra conficcata nella sabbia – Questo è per loro. Quando sarete pronti, a modo vostro, venite a ritrovare la pace. – conficcò un coltello in un ceppo poco lontano dalla pietra. Poi si voltò nuovamente verso tutti noi ed alzò ancora il bicchiere – Benvenuti a Porto Sicuro! – un coro di esultazione scoppiò fra tutti i ragazzi. Io e Newt ci abbracciammo per l’ennesima volta e il biondo mi lasciò un bacio sulla tempia – Ce l’abbiamo fatta! – esclamai alzando ancora una volta il bicchiere.
Dopo quel discorso ci radunammo assieme ai nostri amici in disparte. Gally propose un brindisi – Alla liberta! – esclamò seguito da tutti noi. Stavamo per bere quando Newt mi fermò la mano – Questo è meglio se non lo bevi. – disse sorridendo.
Tutti si fermarono a guardarci – E perché no, scusa?! – domandò Frypan non capendo. Girai leggermente il capo per guardare il mio amato – Glielo diciamo? – domandai sorridendo. Lui fece un cenno di assenso con le labbra piegate all’insù. Passai in rassegna i volti di tutti quelli che mi avevano accompagnata in quel viaggio – Sono incinta. – quando lo dissi quasi sicuramente mi brillavano gli occhi.
Gally mi strappò il bicchiere di mano – Allora è decisamente meglio se non lo bevi questo! – lo appoggiò accanto a sé e si fiondò a farci i complimenti assieme a tutti gli altri.
Quella sera segnò l’inizio di una nuova vita. Una vita di pace, tranquillità ma soprattutto di libertà.
   
 
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