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Autore: kioccolat    27/03/2019    0 recensioni
Correva per il corridoio dell’ospedale da ormai 10 minuti abbondanti. Aveva il fiatone e sentiva ogni rumore attorno a se ovattato, sentiva il cuore scoppiare, la gola secca, la vista come annebbiata e non riusciva ad elaborare pensieri di senso compiuto per la troppa pressione e preoccupazione che aveva addosso.
Di tanto in tanto, per colpa della veloce corsa, sbatteva su qualcuno, e la persona puntualmente si lamentava. Ma senza fermarsi, Albafica, continuava a correre agitato, spaventato, impaurito.
Era stato chiamato all’improvviso e subito gli si era gelato il sangue a quella notizia, la paura l’aveva assalito e l’ansia si era insidiata in lui.
Naturale.
Raggiunse finalmente il medico, che stava appuntando qualcosa su un blocco, e cercò di parlargli prendendolo, anzi afferrandolo per le braccia. Voleva sapere, chiedere informazioni riguardo l’accaduto. Ma le parole gli morirono in gola… Non sapeva cosa dire, era spaesato, confuso, disorientato. Sperava in una risposta positiva. Ma se fosse sta una negativa? Come avrebbe affrontato la cosa. Lasciò l’altro toccandosi la gola con una mano e iniziò a respirare forte.
Genere: Comico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Crack Pairing | Personaggi: Nuovo Personaggio, Pisces Aphrodite, Scorpion Kardia, Un po' tutti, Virgo Asmita
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Capitolo 16 – Ordinato
 
“E’ molto bella casa tua, Regulus…”
“Grazie!”
Aphrodite si guardò intorno. Tutto era ordinatissimo. Nemmeno un granello di polvere. Ogni cosa sembrava brillare, per quanto tutto era lucido gli venne spontaneo passare il dito su di un mobile e…Niente. Era pulitissimo! Riusciva persino a specchiarsi nel riflesso.
“Tua madre dev’èssere una maniaca del pulito.”
“Oh no, non è mia madre a pulire.”
“Donna delle pulizie?”
“No, no… Mio zio. Ha trenta anni.”
Aphrodite batté piano le palpebre guardando Regulus. Un trent’enne che tirava a lucido casa? Che tipo poteva mai essere?
“C-cosa?”
“Si. Fa il maestro e non ha vita sociale. Non ha la ragazza, non ha amici… Ah ma ci sta lavorando eh… Dice cha ha trovato un tipo che sembra stressato e vuole salvare dalla routine quotidiana. In realtà, secondo me, è lui che non sa che farsi e va a scocciare a questo signore…”
“Che famiglia bizzarra…”
“Aphrodite…”
“Si?”,
Regulus fece abbassare Aphrodite afferrandolo per le spalle per poi dargli un passionale bacio. Bramava da molto tempo quel contatto e, finalmente , aveva realizzato quel desiderio che troppo a lungo aveva trascurato e messo in secondo piano.
Aphrodite si separò un attimo per riprendere fiato ma Regulus gli fu di nuovo addosso dopo solo una boccata d’aria.
Le loro lingue s’intrecciavano mentre loro iniziarono a spostarsi in camera, il castano non perse tempo e spinse Aphrodite sul letto, levandogli la camicia di seta bianca.
Gli salì poi sopra levandogli con un gesto del pollice il rossetto che portava.
“Così stai notevolmente meglio…”
Aphrodite fece una smorfia contrariata mentre Regulus tornò a baciarlo. Continuò a scendere per poi morderlo all’incavo del collo. Nemmeno troppo piano.
“Ahi! Mi hai fatto male!”
Si lamentò Aphrodite, quasi offeso.
“Non sai che il dolore aumenta il piacere?”
Gli rispose l’altro ridacchiando. Il turchino decise di vendicarsi, mordendolo a sua volta, ma Regulus sorrise a quelle ‘attenzioni’ perciò Aphrodite decise di lasciar perdere, così, mentre l’altro lo spogliava lasciandogli dei marchi qua e la, Aphrodite si limitava solo a togliergli gli indumenti.
D’altronde… Che senso aveva continuare a correre dietro a qualcuno di cui non ricordi nemmeno il volto, qualcuno di cui non sai nulla. Qualcuno di… Dimenticato. Era certamente meglio abbandonarsi al piacere, anche se effimero.
Presto furono nudi l’uno di fronte all’altro.
Regulus prese la mano di Aphrodite e se la portò sul membro, nello stesso momento lui andò a masturbare il compagno.
“Per riscaldarci un po’…”
Mormorò Regulus sulle labbra di Aphrodite, prima di lasciargli un morso leggero a quello inferiore.
Il più grande gemette, cominciando ad ansimare a quelle carezze, poi iniziò a muovere anche lui la mano seguendo il ritmo con cui l’altro lo stava masturbando.
Quando Regulus giudicò di essere abbastanza eccitato, e Aphrodite abbastanza rilassato, gli allontanò la mano e lo fece stendere, andò a posizionarsi fra le gambe di Aphrodite, pronto per spingersi in lui e diventare finalmente una cosa sola.
Fu a quel punto che, ad Aphrodite, si formò un blocco nello stomaco, come se stesse per vomitare.
Sgranò piano gli occhi. Non era quello che voleva, bastava prenderlo in giro, doveva darci un taglio, era andato li per quello dopotutto…
Con una ginocchiata nello stomaco lo fece cadere dal letto.
Si alzò mettendosi seduto e vide l’altro sul pavimento che lo guardava incredulo.
“Scusa…Non sei tu.”
 
La porta del salone era chiusa e Albafica era seduto su di una sedia a guardarsi allo specchio. Per la prima volta stava fumando nel suo negozio.
Che orrore. Lui che aveva sempre rispettato e amato quel luogo come fosse sacro, adesso lo stava profanando con una sigaretta.
Doveva essere proprio impazzito, si meravigliava di se stesso.
Sentì bussare alla porta e sbuffò.
“Chiuso.”
Niente, lo sbattere continuava.
“Chiuso!”
Non accennava a fermarsi, anzi aveva preso a bussare più forte.
Irritato andò ad aprire e, quando si ritrovò davanti due occhi azzurri soddisfatti, digrignò i denti a tal punto che la sigaretta che aveva in bocca cadde a terra.
Diede una botta secca alla porta facendo fare tre giri alla chiave.
“Apri Albafica! So che ci sei!”
“Non c’è nessuno, vattene o ti denuncio per stalking!”
Sisifo iniziò a bussare urlandogli qualcosa d’incomprensibile mentre, peraltro, cercava anche di tirare la maniglia della porta.
“….Mamma ma cosa sta facendo quel signore alla parrucchieria di Alba-Alba?”
“Non lo so tesoro… Ma forse è meglio chiamare la polizia…”
Sisifo sentì le frasi dette dalle due passanti ed un brivido  gli percorse la schiena. Se fosse stato arrestato, chi avrebbe sfamato Regulus e Aiolia? Chi avrebbe mandato avanti casa? Chi-
Sentì tre clic e la porta si aprì mostrando un Albafica adirato all’ennesima potenza.
“Muoviti.”
“Sapevo che eri una brava persona.”
Quelle parole fecero raggelare il parrucchiere. Una brava persona? Lui? Se solo avesse saputo… probabilmente se la sarebbe smessa con quella stupida storia dell’amicizia.
“Lo sai, Sisifo, mi ricordi davvero tanto una persona che odio, dal profondo del cuore…”
 
 
“Ecco il tè…”
“Grazie…”
L’atmosfera era diventata gelida fra Aphrodite e Regulus. I due al momento erano in salotto, Aphrodite seduto elegantemente sul divano, mentre Regulus, dopo avergli offerto un tè freddo, si sedette lontano da lui.
Per un attimo ci fu silenzio fra i due. Cercò di iniziare Regulus.
“Io… ti ho detto una bugia…ma ti ho anche detto…la verità…”
“Prego?”
Regulus iniziò a battere leggermente più veloce gli occhi cercando di non piangere, non gli usciva più voce.
Un’altra parola e sarebbe scoppiato. Sentiva gli occhi di Aphrodite puntati su di se, sentiva che lo stava giudicando in modo sbagliato, si sentiva sbagliato, aveva fatto un casino fin’ora… Perché gli aveva detto tutte quelle bugie? Non era stato giusto.
“I-io…”
Gli occhi si fecero lucidi ed iniziò a giocare con le mani. Aiolia gli aveva insegnato che doveva anche essere coraggioso ma… Come faceva in una situazione simile? Era più che innaturale, e lui aveva solo diciotto anni… Si era ficcato in un casino più grande di lui.
“Aph…ecco…”
“Sai, anche io ti ho mentito.”
“Eh?”
Il ragazzo alzò lo sguardo incontrando quello di Aphrodite. Per la prima volta da quando lo aveva incontrato, aveva un sorriso sereno e… Naturale. Che non sembrava forzato.
“Mi dispiace dirtelo così francamente ma, non credo di aver mai provato nulla per te…”
A quelle parole, Regulus non potè fare a meno di scoppiare a piangere rumorosamente cercando di asciugarsi coi palmi delle mani.
“L-lo s…so… I…io Speravo…di farti…in-innamorare….di me…”
Aphrodite fece un sorriso amaro nel guardarlo. Aveva capito dall’inizio che i sentimenti di Regulus erano veri ma… Non poteva farci nulla.
“Credo…Di essermi attaccato a te soltanto per riempire il vuoto che qualcun altro ha lasciato. Mi dispiace Regulus. Meriti di meglio.”
Più Aphrodite andava avanti a parlare, più Regulus piangeva. Ma in fondo era preparato dall’inizio…Sapeva che un giorno sarebbe arrivato quel momento. Si era goduto i begli istanti passati con l’altro e quindi, più o meno, andava bene così…
“Però sai… Devo ringraziarti.”
“Di cosa…”
“A me è successa una cosa non molto piacevole. Stando con te ho cominciato a…”
“Ricordare…”
Mormorò triste Regulus, cercando ancora di fermare il suo pianto.
“Combatterla…tuttavia, credo di dover ancora trovare per cosa, o meglio chi…io lo stia facendo…”
Aphrodite gli aveva detto la verità. Ora toccava a lui. Doveva dirgli che aveva diciotto anni invece che ventuno, che sapeva della sua perdita di memoria perché aveva origliato, che l’aveva sfruttata a suo vantaggio, che grazie ad essa era riuscita a passare bei momenti con lui… Sarebbe stato ingiusto tenerglielo nascosto.
Aphrodite si alzò dal divano dopo aver finito il tè avviandosi verso l’uscita.
“Sarà meglio che io torni a casa…”
“No, aspetta dovrei dirti ancora delle cose!”
Allungò la mano verso il più grande, ancora con le lacrime agli occhi, non poteva andarsene in quel modo. Doveva far spiegare anche a lui. Non poteva lasciarlo con quel senso di colpa a vita.
“Regulus, va bene così.”
Aphrodite se ne andò senza dire un’altra parola. Regulus rimase immobile per un attimo a fissare la porta, poi pianse più forte mettendosi le mani sul volto, cercando di contenere il più possibile i singhiozzi.
 
 
Alla sedia si era aggiunto anche Sisifo, ed ora a specchiarsi erano in due. Per una volta c’èra il silenzio. Da quando Albafica gli aveva detto quella frase si era ammutolito.
Non era di certo bello ricordare ad un amic-conoscente qualcuno che odiasse. E comunque non sapeva che dire anche perché l’altro sembrava come ipnotizzato.
 “Lo sai, Sisifo…in passato ho fatto una cazzata…”
Ma come? Prima gli dava dell’odioso e poi iniziava a raccontare così? A caso? Beh era un inizio della loro amicizia. Lo avrebbe ascoltato. Si girò verso Albafica roteando con l’intera sedia.
Aveva l’espressione assente.
“Che genere di…cazzata?”
“Non so perché ho agito in quel modo… Forse è stato egoismo, anzi invidia…”
“Tutti siamo egoisti e invidiosi. E’ nell’essere umano.”
“Parli come un prete…”
Sisifo alzò un sopracciglio offeso. Possibile che Albafica dovesse bacchettarlo di tutto e su tutto?
“Magari te ne parlerò un’altra volta.”
Il più grande sbuffò.
“Hydra lo sa?”
Albafica fece un sorriso ironico girandosi verso Sisifo. Cosa, cosa, cosa aveva sentito? Scoppiò a ridere senza riuscire a fermarsi.
“Tu…tu sei geloso?!”
“Non sono geloso!”
“Tu sei geloso di Hydra! Perché lei è mia amica e tu sei un conoscente!...AHAHAHAHAHHAHA!”
Sisifo si alzò in piedi irritato dall’atteggiamento del parrucchiere.
“Non sono un tipo geloso io! Non mi importa nulla se le lo sa!”
Albafica guardò Sisifo. Sisifo guardò Albafica.
“Allora, lo sa o no?”
“AHAHAHAHAHHAHAHAHAHAHAHAHAH! Mi lacrimano gli occhi!”
Si asciugò una lacrima che gli stava uscendo dall’occhio destro. Almeno l’aveva fatto ridere un po’.
“No, lei non sa nulla. E non ho nemmeno intenzione di dirglielo… Ho paura di ciò che potrebbe pensare…”
“Guarda che non sono nati tutti per giudicare te eh! Ti sembrerà strano, ma la gente che ti conosce ti vuole bene.”
“Stai cercando di farmi la morale, maestro?”
“Abbastanza!”
Sisifo mise le mani sui braccioli della poltrona girevole di Albafica avvicinandosi a lui.
“Se continui ad evitare la gente in questo modo, te ne pentirai amaramente! Resterai solo a vita!”
Un dito di Albafica venne posato sulla fronte di Sisifo e, quest’ultimo, fu scansato via. Il parrucchiere si alzò guardando fuori attraverso le grandi vetrate.
“Sisifo.”
“Che c’è?”
“Che genere di persona pensi che io sia?”
Il maestro si avvicinò iniziando a guardare fuori assieme al parrucchiere. Cos’èra quella domanda all’improvviso? Che Albafica avesse un improvviso calo di autostima?
Oppure era soltanto un parere per sentire cosa davvero ne pensava?
“Beh sei chiuso. Questo è sicuro… Non ti apri facilmente e… testardo. Però penso tu sia una brava
Persona. Ah! Ed anche un ottimo parrucchiere… Anche se non mi hai ancora tagliato i capelli.”
“Sono sicuro che fra qualche tempo cambierai idea su di me…”
 
ANGOLO KIOCCOLAT:  Salve a tutte/i! Spero sarete arrivati a leggere fin qui!
Capitolo sorprendente! E finalmente vi posso spiegare perché ho scelto Reggy.
Perché è giovane. Perché sarebbe stato l’unico in grado di fare una “cazzata” simile, ammettiamolo, quanti di noi dai 15 ai 20 non hanno combinato anche solo una cavolata per amore? E questo è il caso di Regulus.
Perdutamente innamorato di Dite, ha deciso di sfruttare l’occasione e mentirgli per conquistarlo… Tuttavia qualcosaa è andato storto e puff. L’equilibrio mai creato si è rotto.
Mi dispiace per chi non li  ha mai shippati perché a me insieme sinceramente hanno cominciato a piacere xD…
Passando ad Albafica…Di cosa si starà preoccupando così tanto? Cosa avrà mai fatto di cossi brutto?
Se vi è piaciuto, spero di si, aspetto qualche vostro giudizio e…al prossimo capitolo!
 
 
 

 
   
 
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