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Autore: sakichan24    29/03/2019    0 recensioni
[Fire Emblem Echoes: Shadows of Valentia]
Forsyth si unisce all'esercito zofiano con grandissime speranze per il futuro. Ma presto imparerà che per i popolani non c'è posto.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Cittadini! Re Lima desidera costruire un grande esercito per proteggere la Zofia, la nostra terra, dalla minaccia rigeliana. Egli vuole tutti voi per partecipare, ricchi e poveri. Egli crede nell’uguaglianza, tutti voi avrete uguali possibilità. Gli unici requisiti che vi sono richiesti sono l’impegno e il coraggio, con questi potrete accedere ai ruoli di comando più alti. Arruolatevi!
Quelle parole ti incantarono. Avevi sempre avuto talento per il combattimento, ma non eri nobile e non avevi mai avuto l’occasione di farti notare.
Ma quel proclama, annunciato da uomini vestiti coi colori della Zofia nella piazza centrale di un anonimo villaggio, ti parve la tua occasione.
E decidesti.
Corresti a casa tua e ripetesti a tua madre quello che avevi sentito. Lei ti disse di no, ti pregò di non partire, di restare lì con lei, al sicuro. Ti disse di non ascoltare quelle parole ingannatrici, che nell’esercito zofiano solo i nobili avevano speranza di andare avanti.
Non volesti sentire ragioni.
Andasti da Python, il tuo migliore amico, e cercasti di convincerlo a partire con te.
Ti ripeté le stesse cose che tua madre ti aveva già detto.
Ma forse veramente non ci credevi, oppure non volevi crederci, fatto sta che non ascoltasti nemmeno lui.
E infine partiste.
I primi giorni di addestramento furono meravigliosi per te: ovunque generali e capitani vi ripetevano che la vostra origine non importava, sarebbe bastato essere forti e coraggiosi e il vostro valore sarebbe stato riconosciuto.
Ma, quando iniziaste a combattere contro i pirati e i banditi, comprendesti come ti eri sbagliato.
- Non è giusto! Quello là se ne è stato nelle retrovie e non ha fatto niente, noi invece...
- Forsyth.
Python ti appoggiò una mano sulla spalla per indicarti di tacere.
- Non è giusto - ripetesti, a denti stretti.
Per l’ennesima volta, re Lima IV, che tanto amava l’uguaglianza tra nobili e contadini, stava premiando il nobile che vi aveva mandati allo sbaraglio, ignorando il vostro disperato coraggio.
- Odio dirlo, Forsyth, ma te l’avevo detto. Non c’è spazio per noi popolani qui. Solo i nobili fanno carriera nell’esercito.
Rimanesti in silenzio.
Ti odiavi per averci creduto davvero. Eri stato così stupido?
Finita la cerimonia, tornaste ad addestrarvi. Continuavi a metterci tutto te stesso, anche per sfogare la rabbia e l’indignazione verso le ingiustizie subite.
- Tu sei Forsyth, vero?
Dietro di te era arrivato un giovane cavaliere dai capelli biondi.
Lo riconoscesti: era ser Clive, membro dell’alta società zofiana.
Ti chiedesti cosa avrebbe potuto volere da te: forse prenderti nella sua divisione per rimpiazzare qualche caduto.
- Sì, sono io, signore. Cosa comandate?
Clive rise.
- Per favore, Forsyth, non usare queste inutili formule. Chiamami Clive.
Rimanesti stupito. Mai prima d’ora un nobile ti aveva chiesto di non usare formule di cortesia, anzi, se possibile ne venivano pure aggiunte altre. Diventasti curioso e dimenticasti per un attimo il tuo rancore verso i nobili.
- Forse non lo sai, ma ti ho visto combattere. Hai un coraggio e una forza che poche volte ho visto.
La curiosità scemò. Ne avevi sentite troppe di queste moine: ogni volta preludevano ad una battaglia più sanguinosa del solito.
Avresti voluto ignorarlo, ma per rispetto lo ascoltasti.
- Ti ho anche visto alla cerimonia di oggi, e ho buone ragioni di credere che non sei molto contento di re Lima. Io e altri nobili la pensiamo come te. Abbiamo fondato un gruppo, i Liberatori, con l’intento di aiutare voi e cacciare il generale Desaix. Abbiamo bisogno di persone con la tua forza.
Non potevi credergli.
Temevi che ci fosse sotto qualche inganno di cui avresti fatto le spese.
E ne avevi paura.
Il nobile parve leggerti nella mente.
- Se vuoi, posso chiedere che tu entri nella mia divisione, così potremo conoscerci meglio e vedrai che sono sincero.
Non si poteva dire che quelle parole ti avessero rincuorato.
Tuttavia, accettasti.
   
 
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